martedì 20 novembre 2012

DI DIRITTI DI BAMBINE E DI SOGNI

PROMEMORIA 

La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. 

Art. 1 
Ai sensi della presente Convenzione si intende per fanciullo ogni essere umano avente un'età inferiore a diciott'anni, salvo se abbia raggiunto prima la maturità in virtù della legislazione applicabile.

Ad oggi sono ben 193 gli Stati parti della Convenzione.

La Convenzione è composta da 54 articoli e da due Protocolli opzionali (sui bambini in guerra e sullo sfruttamento sessuale).

Sono quattro i suoi principi fondamentali:

a) Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori.

b) Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.

c) Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati decono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.

d) Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.


L’Italia ha ratificato la Convenzione con Legge n. 176 del 27 maggio 1991.

Le celebrazioni della Giornata Internazionale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, serve anche a questo: a rileggere, a fare il punto della situazione, per progettare e ripensare il proprio impegno e comportamento nei confronti dei bambini e ragazzi, delle bambine e delle ragazze, anche alla luce dei nuovi dati acquisiti nel corso dell'anno e fino all'appuntamento della prossima Giornata.

Credo che ogni adulto debba assumersi l'impegno costante di tutelare, diffondere il pensiero e gli articoli della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Un buona pratica per iniziare, seppur tardivamente, sarebbe quella di introdurre il suo uso, di promuoverne la conoscenza, all'interno dei programmi scolastici fin dalla più tenera età dei bambini. 

Ci sono alcuni libri che permettono di farlo in modo appropriato e puntuale.  Il titolo che quest'anno che si va ad aggiungere a quella preziosa biblioteca che dovrebbe annoverarne già diversi nel suo catologo, e per fortuna sempre in aumento, è quello di Annie Groovie che affida al suo famoso caracter Léon  il compito di guidare i suoi beniamini nel percorso di presa di coscienza dei loro primi diritti.


Annie Groovie, Léon e i diritti dei bambini,
EDT Giralangolo, Torino, 2012
© tutti i diritti riservati

In Léon e i diritti dei bambini, edito da EDT Giralangolo in collaborazione con UNICEF (che lancia oggi la ricerca GENERAZIONE 2025), il saggio ciclope propone, attraverso l'uso di parole intelligentemente semplificate e un utile glossario, una selezione di 23 articoli, 23 occasioni di scambio, di presa in carico, di responsabilità, di tutela, di consapevolezza.

La letteratura per ragazzi, nonostante questo Stato non riesca a farsene una ragione (leggete qui la lettera aperta che i Topipittori hanno indirizzato oggi a Stefano Boeri), è considerata uno degli strumenti, uno degli elementi culturali determinanti della formazione degli individui.
La denuncia dell'anomala situazione italiana che fanno i Topipitori partendo dalla propria città, che non può essere letta solo come una seppur autorevole e competente esortazione all'agire rivolta all'assessore della città che vanta tra le sue, purtroppo ormai poche, eccellenze la presenza del maggior numero di case editrici del Paese, mi ha offerto lo spunto per ricordare un importante articolo della Convenzione che viene, da anni e con esibita disinvoltura, largamente disatteso dal nostro Stato a dai suoi principali organi amministrativi locali.

Art. 17

Gli Stati parti riconoscono l'importanza della funzione esercitata dai mass media e vigilano affinché il fanciullo possa accedere a una informazione e a materiali provenienti da fonti nazionali e internazionali varie, soprattutto se finalizzati a promuovere il suo benessere sociale, spirituale e morale nonché la sua salute fisica e mentale. A tal fine, gli Stati parti:

1. incoraggiano i mass media a divulgare informazioni e materiali che hanno una utilità sociale e culturale per il fanciullo e corrispondono allo spirito dell'art. 29;

2. incoraggiano la cooperazione internazionale in vista di produrre, di scambiare e di divulgare informazioni e materiali di questo tipo provenienti da varie fonti culturali, nazionali e internazionali;

3. incoraggiano la produzione e la diffusione di libri per l'infanzia;

4. incoraggiano i mass media a tenere conto in particolar modo delle esigenze linguistiche dei fanciulli autoctoni o appartenenti a un gruppo minoritario;

5. favoriscono l'elaborazione di principi direttivi appropriati destinati a proteggere il fanciullo dalle informazioni e dai materiali che nuocciono al suo benessere in considerazione delle disposizioni degli artt. 13 e 18.


Se e quando lo Stato disattende, dovrebbero essere gli adulti a stimolarlo nel ottemperare ai suoi doveri e, in attesa che a farlo siano tutti gli adulti, dovrebbero mobilitarsi almeno i genitori, gli operatori della cultura e della scuola, dei media. Molte cose per fortuna vengono fatte, delle quali un numero consistente è delegato alle forze dell'impegno, dell'interesse, della competenza del singolo; tante per fortunata contingenza in certe zone d'Italia e poche o nessune in altre.
Per dire quanto ancora ci sia da fare e quanto sia irresponsabile e colpevole mancato interesse nell'agire. Nel frattempo, quante esistenze di bambini non saranno viste a causa della cecità permanente dello Stato?

La formazione culturale, base di ogni costruzione individuale e civile, la via praticabile della conoscenza, rimane l'unica arma che abbiamo a disposizione per tentare di elevare noi e il mondo a un livello di bene, giustizia e uguaglianza condiviso che possa definirsi degno della vita dell'uomo.

Se, tra le molte cose che qui potremmo dire e dolorosamente elencare, quest'anno l'ONU ha sentito la necessità di scegliere l'11 ottobre come GIORNATA MONDIALE DELLE BAMBINE, significa che la strada da percorrere è ancora lunghissima e che l'impegno, anche culturale, di ciascuno Stato, insieme al nostro, è improrogabile. 

I bambini, e in forma diversa le bambine, sono le doppie vittime dell'ignoranza e, ne consegue, della violenza: ne subiscono prima le aberrazioni poi le privazione di un futuro.

Nel corso della prima GIORNATA MONDIALE DELLE BAMBINE appena trascorsa, al palazzo delle nazioni Unite di New York è stata inaugurata la mostra (fino al 29 novembre) Too Young to Wed, un progetto nato dalla collaborazione di UNFPA (The United Nations Population Found) e  VII PHOTO AGENCYche propone una selezione di 54 foto scattate nell'arco degli ultimi nove anni da Stephanie Sinclair nei cinque principali Paesi (Yemen, Etiopia, India, Nepal e Afghanistan) dove le bambine sono costrette dalle famiglie a sposarsi. Ma sono più di 50 Paesi quelli che permettono questa pratica e l'opera di Stephanie Sinclair ci fornisce una mappa trasversale che attraversa popolazioni di origine musulmana, hindu e cristiana. Anche oggi, nella giornata di oggi intendo, secondo il rapporto UNICEF, 25000 bambine si sono sposate non avendo compiuto ancora il diciottesimo anno d'età, la cifra stimata dalle organizzazioni umanitarie, tra cui l'ICRW (l'International Center for Resarch on Women)  è di quasi 60 milioni a cui, si stima, potranno essere aggiunti 100 milioni di nuovi casi nei prossimi dieci anni.

TOO YOUNG to WED
UNFPA/VII PHOTO AGENCY 
11 ottobre - 29 ottobre 2012
Palazzo delle Nazioni Unite - New York
Foto di Stephanie Sinclair
© tutti i diritti riservati

La bambina del manifesto della mostra è Nojoud Ali, ora libera di giocare nelle strade di Sana'a nello Yemen. Nojoud era stata data in sposa a 11 dal padre, e per motivi economici legati alla povertà della famiglia, a un un uomo di 30. Picchiata e stuprata dall'uomo, Nojoud riuscì a fuggire e a rivolgersi al giudice del tribunale per chiedere aiuto che annullò il matrimonio. Nojoud ora vive la sua vita di bambina, una bambina simbolo che incarna la speranza di libertà per molte altre che vivono ancora in quella che è stata la sua condizione di schiava.

TOO YOUNG to WED
UNFPA/VII PHOTO AGENCY 
11 ottobre - 29 ottobre 2012
Palazzo delle Nazioni Unite - New York
Foto di Stephanie Sinclair © tutti i diritti riservati

Stephanie Sinclair è nata nel 1973 e vive a Brooklyn, è considerata uno delle più prestigiose fotografe documentariste americane ed è uno dei membri della VII PHOTO AGENCY. Dopo essersi laureata in Giornalismo e Comunicazione di massa all'Università della Florida e dopo aver conseguito una specializzazione in Fine Art Photography, Stephanie iniziò a collaborare il Chicago Tribune con l'incarico di inviata sul posto all'inizio della guerra in Iraq. Poi, da l'Iraq a Beirut, al Libano, dove è rimasta per sei come fotografo freelance. Ora collabora con il National Geographic, The New York Times Magazine, Time, Newsweek, Stern, Geo tedesco e Marie Claire, tra gli altri. Il suo lavoro è apprezzato in tutto il mondo ed è stato oggetto del conferimento di numerosi premi internazionali, tra cui due D'Visa, l'Award 2008 Care International for Reportage, due World Press Photo e nel 2000 il Premio Pulitzer.

Le sue foto sono tese a mostrare piccoli squarci di un'umanità, un'umanità vista che si sente vista e mai giudicata, caratteristica che definisce il suo lavoro e che le permette di poter partecipare e documentare situazioni difficili da avvicinare altrimenti.
La sua macchina è lo strumento, per sua ammissione, con cui riesce a dar voce ai protagonisti delle sue foto.

TOO YOUNG to WED
UNFPA/VII PHOTO AGENCY 
11 ottobre - 29 ottobre 2012
Palazzo delle Nazioni Unite - New York
Foto di Stephanie Sinclair © tutti i diritti riservati

Il racconto di queste spose bambine è straziante nella sua ingenuità e troppo precocemente matura disperazione. La loro vita è decisa da tradizioni difficili, ma non impossibili da sradicare, che poco hanno a che fare con la religione, molto con la cultura e, nella maggioranza dei casi, con la povertà dei popoli di appartenenza. Un stolida indulgenza delle istituzioni locali e internazionali di tutela del diritto continua a permettere questo sacrificio di vite umane. 

Il risultato è che bambine a partire già dai 5, 7 anni sono date in sposa, come nel caso di Ghulam, 11 anni, ritratta nella foto sopra con suo marito di 40.

Le bambine vengono tolte, per questo, precocemente da scuola e dall'accesso a qualsiasi forma di istruzione. Il darle in sposa il più presto possibile significa non solo scongiurare che possano compromettere un giorno la loro verginità, ma garantire l'onore e la possibilità di sostentamento, seppur temporaneo, della loro famiglia.

Nella corso della GIORNATA MONDIALE DELLE BAMBINE  è stato proiettato anche il documentatio Too Young to Wed. The Secret World of Child Brides, sempre con la fotografia di Stephanie Sinclair, con le parole di Cynthia Gorney, scrittrice e reporter di lunga data del Washington Post, del New Yorker e de The New York Time Magazine, e girato da Jessica Dimmock, anche lei talentuosa e pluripremiata fotografa e film-maker americana.


TOO YOUNG to WED
THE SECRET WORLD OF CHILD BRIDES
Cynthia Gorney/Stephanie Sinclair/Jessica Dimmock
© 2011 National Geographic Society


Il racconto di queste bambine è quello di un incubo da cui hanno sperato, e sperano, di potersi risvegliare da un momento all'altro e dei sogni che questo delirio perpetuato, questa incondizionata violenza, hanno infranto.
Alcune riescono a scappare, a combattere, e non si sa come possano riuscirlo a fare dall'altezza di così pochi anni e in così totale solitudine e disprezzo per quello che viene considerato un disonorevole segno di ribellione.
L'impegno di tutti noi, per il prossimo anno, anche per queste e per tutte le bambine, potrebbe essere quello di tutelarne i sogni che poi non sono altro che la proiezione della vita che gli spetterebbe e che gli viene, troppo spesso in troppi modi e luoghi, ancora sottratta. La dignità umana.

L'editore Rizzoli ha tradotto, con l'aiuto delle parole di Beatrice Masini, gli incubi di Beautiful Nightmares di Nicoletta Ceccoli in Sogni di bambine (Rizzoli, 2012).

Nicoletta Ceccoli con testi di Beatrice Masini,
 Sogni di bambine, Rizzoli, Milano, 2012
© tutti i diritti riservati

Le bambine di Nicoletta Ceccoli abitano, e spalancano, mondi dagli scenari fantastici dove tutto diviene possibile. Sono frutto di sogni a occhi aperti di una bambina e del racconto delle storie che questi sogni le rivelano. Gli occhi della bambina, scrive Beatrice Masini, sono in grado di vedere oltre ciò che vedono, il seme di infinite storie.
Sogni di Bambine è un libro che offre grandi suggestioni e che dell'incontro tra immagini e parole, sostenuto dalla silente eleganza della grafica di Mariagrazia Rocchetti, propone un'estetica così eterea e poetica del sogno e della sua narrazione da ricondurlo nella terra di quell'altrove che abbiamo bisogno di abitare per tornare rigenerati alla vita.

LA BAMBINA APE
Una giornata di primavera uno sciame di api stava raccogliendo il polline in un prato di margherite quando risuonò nell'aria una risata quasi impercettebile: sottile, acuta e irrefrenabile. Le api, un po' seccate un po' curiose, smisero di lavorare e si guardarono intorno: e finalmente videro la fonte di quella risatina che sembrava prendersi gioco di loro. Era una bambina piccolissima, una neonata, che stava distesa a pancia in su nel bottone d'oro di una margherita appena dischiusa. [...] Beatrice Masini in Sogni di Bambine, Rizzoli, 2012, p. 16 

Nicoletta Ceccoli con testi di Beatrice Masini,
 Sogni di Bambine, Rizzoli, Milano, 2012

MELISSA
© tutti i diritti riservati

LIA DEI PESCI ROSSI
C'era una volta una bambina che si chiamava Lia e non sopportava di vedere gli animali prigionieri. Se fosse stato per lei, il mondo sarebbe stato un posto meraviglioso, senza gabbie, stie, reti, pollai, porcili, stalle, canili e tutto il resto, un posto dove gli animali potessero vivere fianco a fianco degli esseri umani senza alcun problema, in totale libertà.[...] 
Beatrice Masini in Sogni di Bambine, Rizzoli, 2012, p. 28  

Nicoletta Ceccoli con testi di Beatrice Masini,
 Sogni di bambine, Rizzoli, Milano, 2012

LIA
PIEDILEGNO
La bambina Piedilegno era nata albero, ed era contenta così. Stare in mezzo agli uccelli, agli scoiattoli, ai ghiri, a insetti di tutte le fogge, farsi solleticare dalle loro zampette indaffarate le piaceva moltissimo. Le piaceva l'aria che scompigliava la sua gonna di foglie e i suoi lunghi capelli scuri. [...] 
Beatrice Masini in Sogni di Bambine, Rizzoli, 2012, p. 36 

Nicoletta Ceccoli con testi di Beatrice Masini,
 Sogni di bambine, Rizzoli, Milano, 2012

PIEDILEGNO
ORSINA
La principessa Orsina era bravissima in matematica: più di un maschio, più di tutti i maschi della sua classe messi insieme. 
Aveva imparato le tabelline a quattro anni, non aveva bisogno della calcolatrice per fare le moltiplicazioni e le divisioni più difficili, disegnava teoremi come le altre bambine fanno collane di perline. Quando diventò grande questa capacità straordinaria si rivelò un grosso ostacolo per la sua felicità: perché a tutti i principi che venivano a chiedere la sua mano proponeva di risolvere un problema, ovviamente difficile, e siccome non ci riuscivano li mandava via delusi e umiliati. I suoi genitori dapprima cercarono di convincerla che poteva sposare un zuccone in matematica, purché fosse d'animo gentile, coraggioso e leale; ma lei non si lasciò persuadere e continuò ad allontanare senza pietà i pretendenti, anche quelli che riuscivano a fare qualche equazione facile senza troppi errori, perché comunque non le bastava, non si divertiva, si annoiava. [...] 
Beatrice Masini in Sogni di Bambine, Rizzoli, 2012, p. 44 

Nicoletta Ceccoli con testi di Beatrice Masini,
 Sogni di bambine, Rizzoli, Milano, 2012

ORSINA
Le bambine nascono libere e così devono rimanere per tutta la loro esistenza.
Che la fine di questa GIORNATA sia l'inizio di un anno di diritti e di sogni per tutte le bambine, e insieme, per tutti i loro amici bambini.

Anche la letteratura per l'infanzia, la migliore, può aiutare a farlo.



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