lunedì 10 dicembre 2012

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 10

Jakob e Wilhelm Grimm/Sybille Schenker,
Hansel e Gretel, © Il Castello, Milano, 2012

Sybille Schenker è nata nel 1980 a Norimberga. Nel 2006 si è laureata presso l'Università di Scienze Applicate dove ha approfondito i suoi studi in comunicazione visiva e pensiero concettuale, ma ben presto  ha deciso di intraprendere la carriera in illustrazione. Questo obiettivo l'ha portata a New York City nel 2007 per frequentare il MAFA Program della School of Visual Arts. Da allora, Sybille ha lavorato come illustratore freelance e designer per clienti internazionali e il suo lavoro creativo è principalmente dedicato alla creazione di libri e illustrazioni. Sybille ora vive e lavora a Berlino. Questo è il suo primo libro, pubblicato da Minedition nel 2011 e ora in Italia, sempre come Minedition.



Andrea Rauch (Siena, 1948) è un designer e illustratore italiano. Ha disegnato manifesti, progettato mostre e illustrato libri. Ha collaborato con molte istituzioni prestigiose: la Biennale di Venezia, il Centre Georges Pompidou, l'Unione dei Teatri d'Europa e per movimenti politici e d’opinione quali Greenpeace e Unicef. Suoi manifesti fanno parte delle collezioni del Museum of Modern Art di New York e del Musée de la Publicité del Louvre di Parigi. Nel 1993 la rivista giapponese ‘Idea’ lo ha inserito tra i ‘100 World Top Graphic Designers’ e da al 1994 al 2002 ha tenuto la cattedra di "Graphic Design" presso il Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università di Siena.
Andrea Rauch,
La luna,
da una fiaba dei Fratelli Grimm,
 © Prìncipi & Principi, Faella (Ar), 2011
Ha inoltre realizzato nel 1995 il simbolo dell'Ulivo e nel 2001 quello della Margherita. Nel 1998 le Edizioni Nuages hanno pubblicato Design & Identity, una vasta ricognizione del suo lavoro di grafico. Molti i suoi libri illustrati, tra cui Peter Pan nei giardini di Kensington (Nuages, 2000), Il giornalino di Gian Burrasca (Nuages, 2005) e Le avventure di Pinocchio (Nuages, 2006). Per le "Guide Cultura Mondadori" ha compilato un agile volume di storia della grafica, Graphic Design (2006).
Nel 1993 ha fondato, da una costola dello studio Graphiti, attivo a Firenze fin dagli anni ’80, il Rauch Design & signages da cui è nata la casa editrice Prìncipi & Princípi per la quale ha illustrato Alice nel paese delle meraviglie e tre fiabe di Perrault (Cappuccetto rossoIl gatto con gli stivali e Puccettino) nella traduzione di Collodi e di cui tiene anche un seguitissimo blog.

Jakob e Wilhelm Grimm/Claudia Palmarucci,
I musicanti di Brema, traduzione di Anita Raja
© Orecchio acerbo, Roma, 2012
Claudia Palmarucci è nata a Tolentino (MC) nel 1985. Sin da bambina trascorre intere giornate nella sua stanza a disegnare e colorare; intraprendere studi artistici le verrà naturale. Nel 2009 si laurea in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Macerata, dove attualmente è specializzanda in grafica per l’illustrazione. Segue corsi di illustrazione con Vitali Konstantinov e con Maurizio Quarello. Nel 2010 si iscrive al Master ARS IN FABULA,  il progetto formativo ideato da fabbricadelleFavole attivato dalla Accademia di Belle Arti di Macerata. Selezionata alla Mostra del Libro per Ragazzi di Bologna nel 2011, ha esordito nel catalogo della casa editrice Orecchio acerbo, con l'album  La Rosa di Lidmila Petrusevskaja (2011) con il quale è stata selezionata a Illustr’arte 2012 e al prestigioso CJ Picture Book 2011.





Nel post del L'Avvento dei libri. Giorno 8 ho parlato dei Grimm, del duecentesimo anniversario dell'uscita della prima edizione della loro raccolta di fiabe Kind- und Hausmarchen e dell'importanza dell'apparato visivo dell'interpretazione del corpus della loro opera. Ho deciso così di continuare a mostrarvi una selezione di tre tra più interessanti e significativi libri usciti in occasione di questa importante celebrazione.

Il primo, l'ultimo in ordine di pubblicazione del nostro paese, è Hansel e Gretel interpretato da Sybille Schenker giovane promessa dell'illustrazione tedesca, una delle fiabe più note e controverse dell'opera dei Grimm, cosa che rende decisamente difficile per un illustratore, qui anche esordiente, aggiungere la sua cifra stilistica al catalogo all'immaginario che contiene le figure di alcuni tra i più grandi illustratori di tutti i tempi, tra gli ultimi esempi Kveta Pocovska e Lorenzo Mattotti.

Jakob e Wilhelm Grimm/Sybille Schenker,
Hansel e Gretel, © Il Castello, Milano, 2012

Ma Sybille ha fatto una scelta particolare.
Racconta la fiaba utilizzando canoni stilistici che creano a ogni voltar di pagina un diverso senso di stupore, sensazione che rimane dentro la medesima armonica atmosfera dalla prima all'ultima tavola.

Jakob e Wilhelm Grimm/Sybille Schenker,
Hansel e Gretel, © Il Castello, Milano, 2012

La scelta di mettere in scena i personaggi di questa fiaba su un fondo primariamente nero anticipato da una sequenza di sipari di acetati disegnati e talvolta colorati, quasi a creare una sequenza teatrale, un'attesa dominata dalla stratificazione del mistero, e proprio questa del mistero se dovessi dire qual'è la cifra del racconto è quella che ha scelto la Shenker, crea nel lettore una forte suggestione. 

Jakob e Wilhelm Grimm/Sybille Schenker,
Hansel e Gretel, © Il Castello, Milano, 2012

Su diversi fondali poi si stagliano figure in paper cutting, tecnica che l'illustratrice domina splendidamente e che è l'elemento dominante che collega una scena all'altra.
Per esempio, la casa della strega diviene un'improvvisa e allettante visione, un vero e proprio squarcio che si annuncia allo spostare di una fronda, dopo pagine di preparazione di profonda e silenziosa oscurità.

Jakob e Wilhelm Grimm/Sybille Schenker,
Hansel e Gretel, © Il Castello, Milano, 2012

Dopo quest'annuncio è un susseguirsi di improvvisi e perfettamente azzeccati cambi di scena tesi a sottolineare anche le molteplici stratificazione di senso del racconto e a traghettarlo con maestria nel contemporaneo.

Jakob e Wilhelm Grimm/Sybille Schenker,
Hansel e Gretel, © Il Castello, Milano, 2012

Jakob e Wilhelm Grimm/Sybille Schenker,
Hansel e Gretel, © Il Castello, Milano, 2012

Jakob e Wilhelm Grimm/Sybille Schenker,
Hansel e Gretel, © Il Castello, Milano, 2012

È La Luna, invece, la fiaba scelta da un maestro dell'illustrazione come Andrea Rauch, poco conosciuta eppure, secondo Italo Calvino, la più bella fiaba dei Grimm. Il perché di questa insolita scelta Rauch la spiega nel post del 30 gennaio 2012 del suo blog, in occasione dell'arrivo del libro stampato in casa editrice.

Perché scelsi (poi dirò anche perché uso il passato remoto) una fiaba relativamente poco nota è presto detto e me ne faccio forte anche nel retro di copertina del libro: perché Italo Calvino, nella sua prefazione storica al volume delle fiabe dei Grimm edito da Einaudi, giudicò La luna fiaba “perfetta” tra quelle dei due scrittori tedeschi. Lasciamo la parola a Calvino: “Se dovessimo dichiarare quale è per noi la storia più bella del libro, e la più completa di tutte le anime che lo compongono, diremmo che è La luna: mito cosmogonico pagano, novella paesana, iconografia medievale dell’al di là cristiano, comicità dell’assurdo, sono concentrati in un paio di pagine dove la “voce” popolare e la sofisticazione letteraria fanno una cosa sola.”

Andrea Rauch,
La luna,
da una fiaba dei Fratelli Grimm,
 © Prìncipi & Principi, Faella (Ar), 2011

«Appena letta questa nota andai subito», continua il suo racconto Andrea Rauch, «a prendere visione della fiaba e Calvino aveva ‘quasi’ ragione: nel senso che l’andamento del racconto mi sembrò ‘quasi’ perfetto, eccetto per l’intervento, deus ex machina, di un improbabile San Pietro che mi parve stonare con il nitore, questo sì ‘quasi’ perfetto, del racconto. Mi presi dunque la libertà di riscrivere i Grimm e, secondo una tradizione comune a tutti i tempi e modi della favolistica, di cambiare qua e là qualche particolare della storia. Quando il testo fu, a mio giudizio, bello e definito, ne disegnai un menabò che mi sarebbe servito come guida alle illustrazioni. Suddivisi il testo per le aperture necessarie e schizzai le situazioni. Non solo: mi presi la briga di elaborare anche due o tre immagini ‘definitive’ che sarebbero state le prime del lavoro. Era l’estate del 1977, quasi trentacinque anni fa».

I motivi dell'abbandono di questo lavoro Rauch non li ricorda. Finché non lo ha ritrovato, lo scorso anno, in fondo a un cassetto dove era rimasto per più di trent'anni e lo ha rinnovato, rielaborato, in riferimento più alla sua storia di grafico che di illustratore e ha deciso di pubblicarlo per Prìncipi & Princípi.

La storia è semplice e come tale perfetta per essere interpretata in modo simbolico. Quattro amici rubano la luna per fare luce al loro paese rimasto al buio. Durante l'impresa arrivano a litigare e così ognuno di loro decide di portarsi via un pezzetto di luna facendo precipitare di nuovo tutto nelle tenebre...

Andrea Rauch, 
La luna,
da una fiaba dei Fratelli Grimm,
 © Prìncipi & Principi, Faella (Ar), 2011
  
Il risultato, è quello che avete sotto gli occhi e ripercorre una delle vie maestre della grafica, quell’ars combinatoria che, dalla tipografia costruttivista di El Lissitskji, percorre la storia del visual design del novecento, riaffiora con Otl Aicher e la scuola di Ulm, e da lì si estende a tutti i sistemi di segnaletica urbana e direzionale recenti.Le tavole della Luna sono assemblaggi di elementi geometrici (perlopiù circonferenze ma anche quadrati, segmenti di linea, pallini…) che diventano, o perlomeno che cercano di diventare, emblematici. Un po’ il procedimento che Leo Lionni aveva usato per Piccolo Blu e Piccolo Giallo (si parva licet…); elementi minimi che si mescolano tra loro, prendono forza e significato dalla vicinanza o dal contrasto con altri elementi simili, finiscono per raccontare una storia esemplarmente simbolica, e possono, con il variare delle posizioni nella pagina, assumere altri significati e suscitare nuove emozioni.

Tutto questo fa di La luna, uno di quei libri di cui la migliore letteratura per ragazzi non può fare a meno.

Andrea Rauch, 
La luna,
da una fiaba dei Fratelli Grimm,
 © Prìncipi & Principi, Faella (Ar), 2011

In I musicanti di Brema, Claudia Palmarucci mantiene la promessa che ci aveva fatto in La rosa, quella di essere uno dei talenti più interessanti dell'illustrazione italiana. 
Non è facile vedere un tale consapevolezza artistica in un'artista esordiente.

Jakob e Wilhelm Grimm/Claudia Palmarucci,
I musicanti di Brema,
traduzione di Anita Raja
© Orecchio acerbo, Roma, 2012

I riferimenti di Claudia ai grandi maestri della pittura, Watteau piuttosto che Rubens, come scrivono i suoi editori, sono evidenti nonostante il suo lavoro faccia tesoro di quello sguardo ma non ne dipenda. Dalla sua giovane esperienza l'illustratrice riesce a trarne uno stile proprio tanto da essere subito riconoscibile, non passerà molto tempo  e vedremo come questo influenzerà altri illustratori.  
Un misto di classicità e modernità è ciò che distingue le sue opere, l'intuizione dell'editore di farle interpretare un classico del genere fiabesco è stata perfetta in questo senso. In quest'ambito, il libro non dovrà attendere il passare del tempo per essere definito un classico.

Jakob e Wilhelm Grimm/Claudia Palmarucci,
I musicanti di Brema,
traduzione di Anita Raja
© Orecchio acerbo, Roma, 2012

Un asino spossato cronico, un cane rachitico, un gatto semicieco, un gallo da brodo, questi sono i protagonisti di I musicanti di Brema che ormai tutti conosciamo. Hanno lavorato una vita intera ma adesso, esausti, non ce la fanno più. Per i padroni, che se ne sono serviti fino allo sfinimento, senza mai dar loro tregua né carezze, sono diventati un peso, inutili bocche da sfamare di cui liberarsi al più presto. Condannati a morte certa, fuggono lontano per inventarsi una vita. Ma la traversata è tremenda, la notte gelida, la fame acuta. 

[...] Ma non potevano raggiungere la città di Brema in un giorno solo e la sera, arrivati in un bosco, decisero di fermarsi per la notte. L'asino e il cane si sdraiarono sotto un grande albero, il gatto e il gallo si sistemarono tra i rami. Il gallo però volò fin su in cima, dove si sentiva più al sicuro. Prima di addormentarsi guardò ancora una volta in tutte le direzioni e gli sembrò di vedere un chiarore in lontanza. Gridò ai suoi compagni che a poca distanza doveva esserci una casa, perché c'era una luce accesa. Disse l'asino «Allora muoviamoci e andiamo perché qui siamo male alloggiati». Il cane pensò che qualche osso con un po' di carne intorno gli avrebbe fatto bene. Si misero in cammino verso la zona dove risplendeva la luce. © Orecchio acerbo, op. cit., Roma, 2012
Jakob e Wilhelm Grimm/Claudia Palmarucci,
I musicanti di Brema,
traduzione di Anita Raja
© Orecchio acerbo, Roma, 2012

Ecco cha Claudia nella sua odierna lettura della fiaba, un classico che come tale non smette mai di parlarciintroduce il celeberrimo dipinto Il Quarto Stato, che Giuseppe Pelizza da Volpedo terminò nel 1901, vera allegoria del mondo del lavoro subordinato e delle sue battaglie politico-sindacali, e veste gli immancabili briganti in giacca e cravatta, li fa vivere in una tana di lusso e cibarsi in piatti d’argento. Briganti ricchi e stimati, impeccabili. Briganti per bene. Così per bene, che sembrano ricordare tanti briganti del nostro tempo.

Jakob e Wilhelm Grimm/Claudia Palmarucci,
I musicanti di Brema,
© Orecchio acerbo, Roma, 2012

E l'antica fiaba popolare continua così a parlare, a fare sentire la sua voce, che è quella di chi ormai ha perso tutto ma non si rassegna, che sfida il destino e supera gli ostacoli perché è nel coraggio di non cedere alla rassegnazione, nella sua audacia e non smettere di tentare di sovvertire l'ordine delle cose che sta il suo credito, che sta il suo valore. E noi lo seguiamo, ancora una volta, perché il suo destino, per molti versi, è in fondo il nostro.

Jakob e Wilhelm Grimm/Claudia Palmarucci,
I musicanti di Brema,
traduzione di Anita Raja
© Orecchio acerbo, Roma, 2012


Claudia Palmarucci terrà dal 14 al 16 dicembre un corso ad ARS IN FABULA.




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