mercoledì 12 dicembre 2012

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 12


Parole 

«Per imparare a leggere c'era la scuola e io era andata a scuola molto volentieri solo per imparare a leggere "Non voglio imparare a scrivere!" avevo avvertito la maestra Mary il primo giorno. 
Scrivere, d'altra parte era un'attività a rischio, che comportava solo guai. L'avevo ben visto con mio fratello che andava a scuola da tre anni!
[...]
Scrivevo poco, il meno che potevo, con una concentrazione che mi stremava. Sì, odiavo scrivere. Ma leggere, leggere: bastava tenere lo sguardo sulla pagina e la pagina prendeva vita. Una manciata di minuti e ne sapevi di più. 
Senza rischi, era scritto giusto e bene, dovevi solo leggerlo.
Con metà della concentrazione che mi serviva per scrivere raggiungevo risultati imparagonabilmente più soddisfacenti.
E poi, con tutta la fatica che mi costava la scrittura, alla fin fine scrivevo solo quello che ero in grado di scrivere e la maestra trovava sempre qualcosa da correggere.
Nella lettura, invece, tutto scorreva fluido e alla fine ero brava, brava, brava subito e senza correzioni, bastava arrivare fino in fondo.
Mi piaceva solo leggere.
Per fare i compiti scritti spesso le prendevo.
Ma leggere, leggevo troppo, non smettevo neanche quando mi chiamavano per fare una cosa, e leggevo anche quando non dovevo, mentre curavo il latte sul gas.
"Glielo dica anche lei maestra, che leggere così tanto non fa bene per gli occhi, ma non solo. Troppe storie per la testa chissà dove la partono, glielo dica".
Così era andata la mia mamma a dire alla maestra.
Ma dovevo pur trovare il modo di venire a capo di tutto quel tempo che avevo e mi stava intorno, addosso, più capace di durare che di passare». © Giusi Quarenghi, Io sono il cielo che nevica azzurro, Topipittori, (gli anni in tasca), Milano, 2010.

Giusi Quarenghi,
Io sono il cielo che nevica azzurro,
© Topipittori, Milano, 2012

Giusi Quarenghi è nata a Sottochiesa, in Val Taleggio, nel 1951 e vive a Bergamo. Per anni si è occupata di cartoni animati e di sceneggiatura, di cinema e di fumetti. Ha incominciato a scrivere storie fin da bambina, a se stessa o al suo gatto. Da allora non ha praticamente più smesso. Ha scritto racconti, filastrocche, strorielle, testi di divulgazione, sceneggiature e romanzi; ha rinarrato fiabe e miti; ha riproposto i Salmi "per voce di bambino". Ha pubblicato, tra gli altri, con San Paolo, Mondadori, RIzzoli, La Margherita, Nuages, Giunti, Corraini. La sua collaborazione con la Franco Cosimo Panini inizia nel 1998 con Clementina nuvola birichina Alice luna felice a cui fa seguito Storielle a quattro mani (2004) tutti con le illustrazioni di Chiara Carrer, Dove comincia l'arcobaleno (2005) con Sophie Fatus, Piccolo mondo fatti cullare con Emanula Bussolati e Una volta un giorno con Simona Mulazzani (2008), Si può con Alessandro Sanna (2011) e Fiabe con i baffi con Anna Curti (2012). Con la casa editrice Topipittori ha pubblicato la raccolta di poesie E sulle case il cielo sempre con Chiara Carrere (2007), Crepapanza con Eleanor Marston (2008), Io sono il cielo che nevica azzurro (2010) e I tre porcellini con Chiara Carrer (2012). Nel 2006, ha vinto il Premio Andersen Baia delle Favole come migliore scrittore. Con la raccolta poetica E sulle case il cielo è stata selezionata nella Honour List Ibby 2010, che propone all'attenzione internazionale i migliori libri per ragazzi.

Jacob e Wilhelm Grimm,
Fiabe con i baffi,
raccontate da Giusi Quarenghi,
e illustrate da Anna Curti
© Franco Cosimo Panini, Modena, 2012
Anna Curti è nata, vive e lavora a Torino. Dopo la laurea in Architettura decide di dedicarsi esclusivamente all'illustrazione di libri per ragazzi.
Da più di 30 anni disegna e a volte scrive storie per bambini, pubblicate da molti editori italiani e stranieri: Mondadori, Dalla parte delle Bambine, La Coccinella, Gakken (Tokyo), Lito (Parigi), Einaudi, Emme Edizioni, De Agostini, Garzanti, Ed. San Paolo, Castalia, Salani, Editoriale Scienza, Giunti, Lineadaria. Con la Franco Cosimo Panini, prima di Fiabe con i baffi, ha pubblicato Storie piccole con il testo di Chiara Carminati (2008).











I tre porcellini,
raccontati da Giusi Quarenghi
e illustrati sa Chiara Carrer,
© Topipittori, Milano, 2012

Chiara Carrer Illustra e crea nel campo dell'editoria da più di vent'anni. Nata a Venezia, si è diplomata in pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma e in incisione alla Scuola di Arti Ornamentali San Giacomo.

Dal 1990, ha pubblicato più di cento libri in tutta Europa Il Grande PloffOtto KarottoCappuccetto rossoA qui la faute?Alice raconté aux petits enfants e la serie di Lutin, ha ottenuto i riconoscimenti più importanti come il premio Apel Les Mestres, il premio UNICEF, il premio Il battello a Vapore, il Premio Andersen Baia delle Favole, l'Osterreichischen Kinder und Jugendbuch-lllustrationspreis, la menzione Premio Bologna ragazzi Prima Infanzia alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, la menzione speciale al Premio Ilustrarte Biennale Internazionale d'illustrazione per l'infanzia e nel 2000 riceve il Premio Golden apple di Bratislava.
Il Lord delle LianeBambine terribiliABCTroisdorfer Bilderbuch PreisProgetto AliceAlice et PeterIl Gigante EgoistaEine imaginare bibliothekArlequin sono solo alcune delle numerose mostre personali e collettive, nazionali e internazionali, che hanno accolto la sua opera in questi anni.
Nel 1997 il Premio Catalogna Biennale d'Illustraciò de llibres per a infants e nel 2004 il concorso Figure future di Montreuil l'hanno chiamata a far parte della giuria. Oggi Chiara insegna illustrazione all'ISIA di Urbino e all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Per Franco Cosimo Panini ha illustrato i titoli citati scritti per mano di Giusi Quarenghi, così per la casa editrice Topipittori che ha però in catalogo anche Mister P (2009) con le parole di Federica Jacobelli e La bambina e il lupo (2005).

«Non voglio imparare a scrivere!». Da quando ho letto l'autobiografia di Giusi Quarenghi ogni volta che prendo in mano un suo libro mi viene in mente questa dichiarazione della bambina che un giorno diverrà un grande scrittrice.
La spiegazione del perché quella bambina non voleva avere niente a che fare con la scrittura si riferisce alla tecnica, riguarda la difficoltà del gesto, non la messa in pagina del pensiero. Molto meglio leggere e leggere tanto.
Per fortuna, nel tempo, l'atto dello scrivere come esercizio del pensiero e non della mano ha avuto la meglio sulle preoccupazioni che sopraffacevano la piccola Giusi e così che anche in queste Fiabe con i baffi I tre porcellini possiamo godere della sua scrittura intelligente e cristallina.

Del fiabesco classico, qui dei festeggiati Grimm e di James Orchard Halliwell-Phillipps che pubblicò la prima versione scritta di I tre porcellini intorno al 1843 nella raccolta Nursery Rhymes and Nursery Tales ma che noi conosciamo nella sua forma forse più nota che appare nelle English Fairy Tales di Joseph Jacobs del 1890, Giusi Quarenghi raccoglie la voce della tradizione orale, la trasforma, opera in modo quasi chirurgico sulla sedimentazione operata dagli anni e la restituisce limpida e vivificata, permettendole così di compiere un altro passo avanti nel tempo.

Jacob e Wilhelm Grimm,
Fiabe con i baffi,
raccontate da Giusi Quarenghi,
e illustrate da Anna Curti
© Franco Cosimo Panini, Modena, 2012

Le Fiabe con i baffi è una raccolta preziosa che recupera anche una parte dei racconti dei Grimm meno noti: le fiabe con protagonisti gli animali. Sì perché i Grimm le chiamavano così, come molti altri tra cui anche Rodari,  fiabe e non favole come le intendiamo noi oggi derivati di un'analisi filologica che ha saputo nominare i molti risvolti del genere.
È così che giungono a noi Lupo e volpe, Topo e gatto, Oche qua-qua-qua, Coniglio pescatore, Ciao, il babau!, La regina delle api e la più nota I musicanti di Brema.

Tanto tempo fa, quando il cielo forse era più grande, il lupo prese la decisione di non andare più in giro da solo ma in compagnia della volpe.
© Franco Cosimo Panini, op. cit., "Lupo e volpe", Modena, 2012

Jacob e Wilhelm Grimm,
Fiabe con i baffi,
raccontate da Giusi Quarenghi,
e illustrate da Anna Curti
© Franco Cosimo Panini, Modena, 2012

Jacob e Wilhelm Grimm,
Fiabe con i baffi,
raccontate da Giusi Quarenghi,
e illustrate da Anna Curti
© Franco Cosimo Panini, Modena, 2012


Tanto tempo fa, quando ancora non si sapeva che due più due fa quattro, un bel branco di oche bianche, morbide e tonde se ne stava 
in un gran prato di erba trifoglina a prendere il sole.
© Franco Cosimo Panini, op. cit., "Oche qua-qua-qua", Modena, 2012


Jacob e Wilhelm Grimm,
Fiabe con i baffi,
raccontate da Giusi Quarenghi,
e illustrate da Anna Curti
© Franco Cosimo Panini, Modena, 2012

Ditemi, chi potrà dimenticarsi dell'erba trifoglina... erba trifoglina sentite come suona... e poi non la vedete, non la sentite l'erba trifoglina? Impossibile!

Tanto tempo fa, quando anche le galline sapevano fischiare, il gallo vide un giorno avvicinarsi al pollaio una carrozza con quattro ruote rosse tirata da quattro topi bianchi. L'aveva chiamata la gallina con un fischio: voleva andare a vedere dove abitava quel tipo strano che girava per il mondo a spaventare bambini e bambine e che tutti chiamano IL BABAU. 
© Franco Cosimo Panini, op. cit., "Oche qua-qua-qua", Modena, 2012



Jacob e Wilhelm Grimm,
Fiabe con i baffi,
raccontate da Giusi Quarenghi,
e illustrate da Anna Curti
© Franco Cosimo Panini, Modena, 2012

Le delicate illustrazioni di Anna Curti, perfetto intercalare poetico tra le parole, anche loro in ascolto di quell'eco lontana, insieme alla grafica sempre originale e qui delicatissima di Mariagrazia Rocchetti, partecipano a rendere questa raccolta unica nel tenere per mano il lettore bambino sulla strada dell'incontro con la grande opera dei fratelli tedeschi.

I tre porcellini, insieme a Cappuccetto rosso, è la fiaba più nota del mondo e per questo una delle maggiormente reinterpretate dagli scrittori e illustratori.
La semplicità della sua costruzione, la gabbia narrativa che la contiene, offre in realtà molti stimoli che se non arrivano però a lambire le altezze del simbolismo, come abbiamo visto in molti casi, ne rompono irrimediabilmente la sincronia del meccanismo, che è ciò che l'ha fatta funzionare nel corso degli ultimi 170 anni. Il che significa che la sua nascita scritta è quasi coeva all'uscita della prima edizione dei Kinder-und Hausmarchen dei Grimm (1812).

Nell'interpretazione che ci offre in questo libro Giusi Quarenghi, c'è una grossa novità.

C'era una volta un bel porcile, dove abitava una bella famiglia di porcelli. 
Papà porcello, mamma porcela, figli porcelli, tre.
I tre porcellini.
Così li avevano sempre chiamati tutti.
 Ma i tre porcellini erano in realtà due più uno: due porcellini e una porcellina. 
© Topipittori, op. cit., Milano, 2012

I tre porcellini,
raccontati da Giusi Quarenghi
e illustrati sa Chiara Carrer,
© Topipittori, Milano, 2012

Basta questa piccola modifica, che in realtà è una grande idea, e la fiaba pur rispettando il canovaccio tradizionale, cambia davanti ai nostri occhi indirizzando i nostri pensieri verso una rinnovata curiosità velata da un'imprevista sfumatura di contemporaneità.

I tre porcellini,
raccontati da Giusi Quarenghi
e illustrati sa Chiara Carrer,
© Topipittori, Milano, 2012

Ma non è detto che una grande idea si trasformi in una bella storia, se non diviene narrazione non c'è niente da fare. Sarà per questo che la scrittrice affida a questa nuova arrivata l'intera evoluzione del racconto e l'esito del suo finale.
E così, seppur la storia sembra sempre quella in realtà regala una diversa visione di quel mondo che da piccolo si farà sempre più grande. Per questo ora abbiamo un nuovo I tre porcellini dal quale non potremo più prescindere.

I tre porcellini,
raccontati da Giusi Quarenghi
e illustrati sa Chiara Carrer,
© Topipittori, Milano, 2012

Non so voi, ma a me sembra di vederle lavorare insieme Giusi Quarenghi e Chiara Carrar: una scrive e passa i fogli al tavolo vicino dove l'altra illustra o, chissà, a volte viceversa.
Tale è la consonanza, l'armonia, credo prima di tutto nella ricerca dell'essenza, che nelle loro mani non diviene fredda combinazione di elementi ma un'avvolgente esplosione di suggestioni che alimentano i liberi pensieri dell'immaginario.

I tre porcellini,
raccontati da Giusi Quarenghi
e illustrati sa Chiara Carrer,
© Topipittori, Milano, 2012

Siamo grati a ciò che non sappiamo di Giusi Quarenghi, qualsiasi cosa sia, quella che le ha fatto cambiare l'avvertimento che diede alla maestra Mary.


Per i contributi e le immagini qui riportati si faccia riferimento alle fonti e al © Copyright indicati sotto ciascuno di essi.

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