mercoledì 20 novembre 2013

ARTICOLO N. 0 - IL DIRITTO DI ESISTERE


José Manuel Mateo/Javier Martinez Pedro,
Migranti, traduzione di Ilide Carmignani,
Gallucci, Roma, 2013

«Molti anni fa noi messicani scrivevamo sull'argilla, sulla terra, poi dalla terra siamo passati alla carta, carta amate (n.d.r. Il materiale degli antichi codici aztechi, il Papel Amate, deriva dalla tradizione messicana più antica, quella olmeca. Ricavato dalla corteccia dell'albero di amate, viene ancora prodotto con gli antichi sistemi artigianali e utilizzato, soprattutto in Guerrero e Puebla, per l'arte decorativa)».



«Usavamo disegni per raccontare storie su quella tela vegetale, ma adesso, in questo libro, le raccontiamo anche con le parole. 
Parliamo di una mamma, del suo bambino e della sua bambina, parliamo del momento in cui sono costretti a lasciare la loro casa in cerca di una nuova speranza di vita... ».
Giocavo a correre fra i galli e i maiali. 
Gli animali giravano liberi, perché in paese non c'erano recinti, né muretti fra le case. Da una parte del paese la sierra e dall'altra il mare.
Il mio papà coltivava cocomeri e papaie. La terra era tanta, ma non era sua.
[...] 

José Manuel Mateo/Javier Martinez Pedro,
Migranti, traduzione di Ilide Carmignani,
Gallucci, Roma, 2013

Un giorno di colpo è cambiato tutto! I vicini hanno smesso di lavorare la terra. 
Prima se n'è andato don Augusto. 
Più o meno un anno dopo è tornato e ha portato via i figli maschi. 
E lo stesso hanno fatto gli altri uomini. Alla fine se n'è andato anche mio padre e in paese sono rimaste soltanto le donne con qualche bambino. 
[...]

Un giorno la nostra mamma ha infilato le sue cose in una borsa, ci ha preso per mano e insieme abbiamo lasciato la nostra casa.
[...]


José Manuel Mateo/Javier Martinez Pedro,
Migranti, traduzione di Ilide Carmignani,
Gallucci, Roma, 2013

Il treno si è fermato e siamo scesi tutti dal tetto dei vagoni. 
La mamma ci ha fatto mettere in una buca e si è distesa sopra di noi. Era notte. 
Sono riuscito a vedere che inseguivano le gente e la facevano salire sui pulmini.
[...]

Mi sono spaventato moltissimo anche quando abbiamo scavalcato il muro, 
perché sono arrivati dei poliziotti e hanno sguinzagliato i cani...
Poi però gli hanno richiamati, chissà perché...
[...]

José Manuel Mateo/Javier Martinez Pedro,
Migranti, traduzione di Ilide Carmignani,
Gallucci, Roma, 2013


Così siamo arrivati vicino a Los Angeles... 
[...]

José Manuel Mateo/Javier Martinez Pedro,
Migranti, traduzione di Ilide Carmignani,
Gallucci, Roma, 2013
 

«Ogni anno migliaia di bambini e bambine emigrano negli Stati Uniti (si parla di cinquantamila minorenni). Non tutti partono con i familiari: la metà viaggia completamente sola, sopravvive come può. Migliaia di bambini e bambine si lanciano in un'avventura piena di pericoli spinti dalla volontà di trovare un lavoro, di vivere in pace o, appunto, di riunirsi alla loro famiglia. Se ne vanno per sfuggire alla povertà, ai maltrattamenti, alla violenza diffusa, ma lungo la strada per gli Stati Uniti corrono il rischio di essere insultati, derubati, picchiati... Rischiano di subire incidenti, di cadere vittime di singoli individui oppure di bande di criminali che li vendono o abusano di loro o uccidono. Nel nostro libro un fratellino e una sorellina partono con la loro mamma, riescono ad attraversare la frontiera, ma non sappiamo quale sarà il loro destino.     Con le parole e i disegni di questo libro raccontiamo la storia di chi arriva a destinazione, per non dimenticare che ci sono donne, uomini e chissà quanto bambini che scompaiono o muoiono lungo la strada. Ci piacerebbe creare maggiore consapevolezza, ma anche lasciare una testimonianza, con il nostro racconto di questa storia collettiva in cui tanti bambini indifesi smettono quasi di esistere per il loro paese, perché non possono dimostrare legalmente la propria identità, né richiedere documenti, e spesso non conoscono nemmeno la loro vera età. Ecco perché abbiamo creato questo libro: per non dimenticare che i bambini migranti esistono e soffrono. E perché questa realtà reclama con forza il diritto di esistere». José Manuel Mateo/Javier Martínez Pedro, Migranti, Gallucci, Roma, 2013

José Manuel Mateo (Città del Messico, 1970) è poeta, saggista e professore di Teoria letteraria ed Estetica presso l’Università Nazionale Autonoma del Messico. Esperto di poesia messicana tradizionale e contemporanea è borsista del Fondo Nazionale per la Cultura e le Arti del Messico. Accanto alla pubblicazione di raccolte e antologie di poesia, si è distinto come autore di libri per l’infanzia. 

Javier Martínez Pedro (1963) è un artista della piccola comunità rurale di Xalitla (Messico), attento alle tradizioni messicane e precolombiane. Considerato uno tra i più grandi maestri dell’arte popolare del suo paese, è autore di pregiatissimi disegni su carta vegetale amate. Per le sue opere ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. 

Migranti, che prende forma nel modo tradizionale dei nativi Xalitla su carta corteccia piegata come fosse uno schermo che svela davanti ai nostri occhi, frammento dopo frammento, il farsi della narrazione, è stato vincitore del BolognaRagazzi Award 2012 nella sezione New Horizons.

La giuria l'ha premiato con la seguente motivazione:
Mirabile è l’intuizione che preliminarmente conduce alla realizzazione di un libro come questo, pronto a dominare, da solo, uno scaffale che non può ospitare altri racconti. L’espediente che conduce fino alla gremitura – ancora misteriosa – che era alla base della “pittura delle grotte”, viene qui riproposto in tutto il suo struggente messaggio. Tutti insieme, tutta la storia, tutti i personaggi, il Dopo accanto al Prima, perché lo Sviluppo non è dato da scansioni ma dal modo di “leggere” che ogni fruitore può usare. Non solo, tuttavia, da un ancestrale bisogno di gremire deriva il fascino di questa inquietante struttura narrativa, perché anche la Comic Art, la Pop Art, i pittori “muralisti”, gli affreschi densissimi, le stoffe, i Presepi, gli “ex-voto” concorrono a stabilire un grande Antefatto visivo. Poi c’è la suggestione misteriosa di una possibile "decifrazione": una suggestione offerta dalla miriade di microstorie che qui si delineano, una per una. Si sente la forte influenza degli affreschi di Diego Rivera e di David Alfaro Siqueiros, e soprattutto delle incisioni su legno si José Guadaloupe Posada. Un senso come di miracolo entro questa Babilonia grafica: a non subire lo Spaesamento saranno proprio i bambini, complici e in attesa.

Ho scelto di partire da Migranti perché è una grande epopea per voce bambina dell'esistenza umana, genia che non nasce con fissa dimora e che, fuor di retorica, è necessariamente e intrinsecamente migratoria, in quanto viva e, come tale, indotta alla mobilità.
Un libro bello e inusuale che, nella sua forma a leporello, svela con lentezza la verità di chi della costrizione a migrare ha dovuto fare una condizione incerta di vita.
Perché migrante, una volta che lo sei divenuto, lo sei per sempre. La geografia del tuo Paese di origine sarà l'architettura della tua anima, mentre quella del Paese di approdo, soprattutto quella umana, delineerà con mano sempre più ferma, nelle reiterate sfumature quotidiane, la verità della lontananza della identità primigenia.

Quale destino spetterà alla famiglia messicana del racconto?
Noi li lasciamo lì, la loro storia rimane sospesa.

Come sospeso è rimasto il racconto del viaggio di tanti altri bambini che costretti a lasciare le loro case abitate nelle più svariate parti del mondo e, con loro, di quelli della tragedia del nostro mare, la più grande di una dolorosa serie, che, seppur ormai lontana nelle cronache, è successa solo un mese e 17 giorni fa a Lampedusa: il 3 ottobre, a cui ne hanno fatto seguito altre più contenute ma non meno inaccettabili.

Indignazione, vergogna, rivelazione di impotenza, sono state evocate ed esibite a ogni ora del giorno per diversi giorni; rabbia e solitudine dei soccorritori e abitanti dell'isola sono rimaste inascoltate, ancora una volta; persone che divengono provvidenzialmente esponenziali nell'impegno profuso e nelle capacità di risolvere i problemi con competenza e umanità, sono state lasciate di nuovo sole.

Se provassimo ogni giorno a combattere contro la nostra inadeguatezza, il nostro inutile arrovellarci, forse potremmo uscire dal guscio e renderci conto, insieme e finalmente,  che il farci umanamente carico dell'altro, anche quando lambisce i confini disegnati del nostro Paese, diviene una necessità che richiede come risposta un pensiero capace di trasformarsi in azione.

Renderci conto, dunque, che non possiamo più, ormai dopo quasi trent'anni, considerare la disperazione del prossimo, il suo diritto a cercare una via per poter continuare a vivere, una continua emergenza e come tale trattare la richiesta, legittima, di esistenza di migliaia e migliaia di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, donne e uomini, come fosse il primo giorno, se mai un primo giorno in questo senso ci sia mai stato nella storia dell'uomo.

Proviamo a chiederci oggi se qualcuno di noi sa per caso, anche con precisione prossima, dire quale sorte è stata riservata a quelle bambine e quei bambini, da soli o no, sopravvissuti alla tragedia del 3 ottobre.

Noi, lontani da quei luoghi, seppur persone motivate e interessate alle sorti dei più piccoli, li abbiamo persi di vista. Non siamo riusciti, come cittadini di questo Paese, a vigilare e a batterci perché fosse riservata loro l'accoglienza dovuta, dovuta, e siglata da patti internazionali sottoscritti dall'Italia.
Non siamo riusciti ad alzare la voce per garantirgli il rispetto della dignità dell'essere umano che ha il diritto, in quanto tale, di essere tutelato nella sua singolare compiutezza.

E questo, mi fa pensare che ciò sia accaduto, con discreta probabilità e nonostante le più buone e sincere intenzioni, perché continuiamo nostro malgrado a vedere l'immigrazione come un problema da risolvere e non come una ricchezza di cui avere cura e custodire. E sì che è questo il valore incommensurabile dell'essere umano, a cui proviamo dare voce ogni giorno fin dai quei primi anni di vita che ci stanno così a cuore.

È uscito da poco un libro profondamente lucido, utile anche in questo senso, un pampleth in realtà e nelle intenzioni dei suoi autori, Luigi Manconi e Valentina Brinis, dall'inaspettato titolo Accogliamoli tutti, coronato da un sottotitolo esplicativo: Una ragionevole proposta per salvare l'Italia, gli italiani e gli immigrati.

Luigi Manconi/Valentina Brinis,
Accogliamoli tutti, il Saggiatore,
Milano, 2013

Luigi Manconi insegna Sociologia dei fenomeni politici presso l’Università Iulm di Milano.
È parlamentare e presidente della Commissione straordinaria per la tutela dei diritti umani del Senato. È stato sottosegretario di Stato alla Giustizia e garante delle persone private della libertà per il comune di Roma.
È presidente di "A Buon Diritto Onlus"

Valentina Brinis, laureata in Sociologia, è ricercatrice presso "A Buon Diritto Onlus".
Dirige il sito italiarazzismo.it e cura l’omonimo osservatorio sull’"Unità". È autrice di articoli e saggi sull’immigrazione in Italia e responsabile dello sportello legale LarticoloTre di Roma. 
«Questo libretto ha un titolo, Accogliamoli tutti, che non intende in alcun modo suonare provocatorio. In genere si proclama «farò una provocazione» proprio quando si sta per dire qualcosa di infinitamente banale o comunque prevedibile, o quando si vuole anticipatamente disinnescare il presunto scandalo di ciò che si sta per affermare. Qui, nulla del genere. La nostra è una dichiarazione politica - allo stesso tempo - allude alla sostanza di un possibile programma economico, sociale, culturale e legislativo. Qui si vuole provare come l'accoglienza sia possibile e utile. Comporta, è ovvio, costi anche molto rilevanti, e fatiche assai onerose, ma resta un progetto possibile e realizzabile. Tanto più che il suo contrario - la non accoglienza - è certamente più difficile (impossibile) e inutile (dannoso) da perseguire».      L. Manconi/V. Brinis, Accogliamoli tutti, op. cit., p. 21.

Nelle proposte condensate in queste pagine gli autori, sostenuti dalla loro quotidiana esperienza e con argomenti sempre basati sulla realtà dei dati e dei fatti, non fanno alcuna concessione alla solidarietà paternalistica o alla retorica del multiculturalismo poiché sono fortemente convinti che, in tema di immigrazione, il buon senso conti più dei buoni sentimenti e il pragmatismo della negoziazione più dell’astratta intransigenza dei principi. 

«[...] Questo vale anche e soprattutto per i richiedenti asilo, protetti da precisi obblighi internazionali sottoscritti dall'Italia. Nei confronti di questi ultimi, così come in genere di tutti i migranti, devono valere, dunque, considerazioni politiche concrete, che appartengono a un campo, anche linguistico, alquanto differente da quello definito dei buoni sentimenti e da virtù come la solidarietà». L. Manconi/V. Brinis, Accogliamoli tutti, idem.

Accogliamoli tutti è un’utopia: una concretissima e possibile utopia che gli autori nel libro iniziano a perseguire valorizzando i numerosi esempi di «piccole virtù» e buone prassi locali, cercando non solo di mostrarli ma anche di inserili in un quadro meno incoerente e frammentato dell’attuale perché i tangibili benefici possano divenire visti e concrete ispirazioni da perseguire per tutti. Certo, l’integrazione è un processo faticoso e spesso doloroso, che solleva molteplici dilemmi sociali e culturali, ammettono Manconi e Brinis, ma non è un impegno impossibile da portare a termini come, invece, strumentalmente vogliono farci credere in molti.

Il libro verrà presentato Giovedì 21 Novembre, alle ore 11,30 nell'Aula Magna del Rettorato Roma 3 in via Ostiense 161, nel corso dell'incontro "Lampedusa, Italia, Europa". Insieme a Luigi Manconi e Valentina Brinis, Eligio Resta, Paolo Benvenuti e Alessandro Bergonzoni.

INFO

Il titolo dell'incontro "Lampedusa, Italia, Europa" ci porta a toccare con mano proprio uno di quegli esempi di «piccole virtù» che abbiamo appena citati, il progetto messo in campo da IBBY Italia ormai da qualche mese (qui in Gavrocheper sostenere l'isola di Lampedusa e i suoi  bambini, indigeni e appena arrivati.
Un esempio di azione che per realizzarsi ha scelto di seguire la pragmatica, inviolabile, strada dei diritti dei bambini che oggi, con forza e ancora una volta, in questa occasione, vogliamo ricordare.

Un progetto che proprio ora ha raggiunto uno dei suoi più alti obiettivi.

IBBY Italia per la Biblioteca che verrà.
Una settimana in compagnia di libri per ragazzi, storie, visioni di futuro:
dal 15 al 22 novembre nelle isole di Lampedusa e Linosa.




“Una biblioteca per i bambini dell’isola, che possano imparare a distinguere l’orizzonte dal confine, per i bambini che passano, 
perché Lampedusa non sia soltanto la tappa di un viaggio. 
Perché attraverso i libri è possibile costruire una cultura dell’accoglienza,
 del rispetto, della partecipazione”. 
 Giusy Nicolini, Sindaco di Lampedusa e di Linosa

Datemi un libro!!!”: 
questo è quello che i bambini hanno chiesto ai volontari che hanno aperto ieri mattina, a Lampedusa, la sede della Biblioteca Ragazzi che verrà.

La Biblioteca è stata letteralmente presa d’assalto” 
ha detto la presidente di IBBY Italia, Silvana Sola.

La Biblioteca di Lampedusa per Bambini e Ragazzi

I volontari ancora assonnati si sono trovati in difficoltà: si deve essere sparsa la voce tra i bambini! L’associazione IBBY Italia è a Lampedusa, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, per le prove generali della futura biblioteca per bambini dell’isola. Oltre 40 volontari – tra bibliotecari, scrittori, insegnanti, librai, operatori del settore, appassionati – stanno mettendo a disposizione le loro competenze, il loro lavoro, il loro tempo, per animare un inteso programma di iniziative in biblioteca e a scuola, per incontrare tutti i bambini e ragazzi che vivono sull’isola, oltre 600.





«La nostra volontà è anche quella di sottolineare la necessità di difendere il diritto di tutti i minori italiani e di passaggio sul suolo italiano, ad accedere a parole e pensieri utili a determinare una nuova qualità della vita, mettendo a loro disposizione biblioteche, librerie e personale aggiornato e appassionato. Per sottolineare questo imprescindibile diritto, oggi, nella giornata celebreremo a Lampedusa Ia Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia con una festa che coinvolgerà bambini, ragazzi e insegnanti di ogni ordine e grado».
Tra le iniziative previste: Ribka Sibhatu, scrittrice, mediatrice culturale e straordinaria narratrice incontrerà bambini e ragazzi e condividerà con loro storie e alfabeti dall’Eritrea, in occasione un secondo compleanno, quello che segnala i 20 anni della pubblicazione di Aulò. Canto poesia dall’Eritrea (1993), primo testo della collana "Mappamondi" per ragazzi bilingue, italiano/eritreo, a cura della casa editrice Sinnos. Accanto a lei interverranno gli altri volontari dell’Ibby Camp, narratori e lettori che arrivano da tutta Italia,  qualcuno anche dal lontanissimo Canada, per leggere libri e raccontare storie. Laboratori di figure coinvolgeranno i piccoli lettori accompagnandoli a piccoli passi in un percorso dentro l’arte. Infine una speciale caccia al tesoro coinvolgerà sia i più giovani che curiosi e appassionati e li condurrà a scoprire lo straordinario mondo contenuto nei libri.

Il programma poi continuerà nella giornata di domani con la "Festa dell'Albero" di Legambiente a conclusione dell'operato dell'associazione che, dal giorno 3 novembre ad oggi, ha piantato 366 arbusti di macchia mediterranea in ricordo delle vittime del naufragio per realizzare un Giardino dell’Accoglienza nella Riserva naturale dell’Isola dei conigli).

Come promotore del Comitato 3 ottobre Legambiente chiede che venga riconosciuta la data del 3 ottobre quale “Giornata della Memoria e dell'Accoglienza”.

L'esperienza dell'Ibby Camp si concluderà venerdì 22 novembre con una Grande Festa.

IBBY Italia chiede al Governo Italiano di farsi carico di questo diritto: «Gianni Rodari ci ricorda che non siamo nati per leggere ma per crescere lettori. Bambini e ragazzi potranno crescere lettori solo se la società civile si occuperà di loro».


La Biblioteca di Lampedusa per Bambini e Ragazzi 

INFO 
IBBY Italia
Referente progetto Deborah Soria - soria.deb@gmail.com
Ufficio stampa Maddalena Lucarelli – m.lucarelli@donzelli.it
Segreteria Ibby Federica Azzanutto – ibbyitalia@gmail.com
web www. http://www.bibliotecasalaborsa.it/ragazzi/ibby/
twitter: @IbbyItalia facebook: Ibby Italia


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