lunedì 2 dicembre 2013

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 2

Frank Asch/Mark Alan Stamaty, Giallo Giallo,
Orecchio acerbo, Roma, 2013
Frank Asch, nato il 6 agosto del 1946 a Somerville nel New Jersey, è uno scrittore di libri per bambini, conosciuto sopra tutto per i libri illustrati della collana “Moonbear”. Nel 1968, Asch pubblica il suo primo albo illustrato, George’s Store. L’anno seguente si laurea alla Cooper Union in Belle Arti. Da allora insegna in una scuola pubblica in India, e in una scuola Montessori negli Stati Uniti, facendo molti laboratori creativi con i bambini. Ha scritto più di sessanta libri, inclusi Turtle Tale, Mooncake, I can blink e Happy birthday moon. Proprio agli sgoccioli della Guerra Fredda, nel 1989 scrive Here come the cat!  in collaborazione con Vladimir Vagin. Il libro viene premiato con il Russian National Book Award. 
Mark Alan Stamaty, fumettista, vignettista, illustratore, è nato a Brooklyn nel 1947. Figlio d’arte, ha frequentato negli stessi anni di Frank Asch, la Cooper Union di New York dove si è diplomato nel 1969. Nei primi anni Settanta, ha iniziato la sua carriera di illustratore di libri per ragazzi, proprio con Yellow Yellow, una piccola storia geniale scritta per lui dall’amico e collega di studi Frank Asch. Autore di libri di culto come Who needs Donuts? Stamaty, fin dagli anni Ottanta è considerato un colosso del fumetto americano; ha inciso sulla realtà politica, editoriale e artistica degli Stati Uniti come pochissimi hanno saputo fare. Sono sue le strisce di “Mac Doodle St.” per il "Village Voice" e quelle di “Washingtoon” per il "Washington Post", nonché quelle di “Boox” per il "New York Times Book Review". Vignettista politico per testate come "Time", illustratore delle copertine del "New Yorker", per i suoi disegni, le sue vignette, le sue strisce di satira ha già collezionato tutti i premi più significativi. 

Frank Asch/Vladimir Vagin, Arriva il gatto!,
Orecchio acerbo, Roma, 2013
Vladimir Vagin è uno tra i più noti illustratori dalla vecchia Unione Sovietica. 
Il muro di Berlino era ancora ben saldo quando, conosciuto Frank Ash ad un convegno sovietico-americano sui libri per bambini, insieme decisero di dar vita ad Here come the cats!, libro che subito ha riscosso grande successo, rinnovato nel 2011 con la ristampa della McSweeney’s McMullens, primo titolo della collana dedicata alla letteratura per l'infanzia della casa editrice fondata da Dave Eggers ideata, insieme a lui, dall'art director da Brian McMullen.
Nel frattempo, nel 1990, Vladimir Vagin si è trasferito negli Stati Uniti, e ancor oggi vive felicemente nel Vermont. Qui oltre a disegnare libri – ne ha illustrati quattordici- ama dipingere grandi quadri, acquerelli sopra tutto, ispirati ai paesaggi intorno al lago Champla. I suoi disegni per l’albo illustrato Insects from outer space hanno vinto due Golden Duck Awards.

Due piccoli gioielli disseppelliti dal passato, sono questi titoli pubblicati dalla casa editrice Orecchio acerbo, nel solco ormai di un'identità che la vede progredire verso un catalogo che conferma, ad ogni uscita, una straordinaria qualità di ricerca e scoperta  che ha radici sottili e forti nella tradizione di una significativa e mai esaurita esperienza del passato, di cui vi ho parlato nel post di ieri.
«Con il titolo Un cappello tutto giallo, Yellow Yellow è stato pubblicato in Italia nel 1971 da Emme Edizioni. Riportarlo oggi sugli scaffali delle librerie è per noi un grande onore e, al tempo stesso, un omaggio a Rosellina Archinto e alla sua straordinaria casa editrice di quegli anni». Orecchio acerbo, 2013

... e ancora, nelle parole di Paolo Cesari: 
«Lo indossò subito, Rosellina Archinto, il colorato elmetto inventato da Frank Asch e Mark Alan Stamaty. Sarebbe stato utilissimo alla sua Emme Edizioni per combattere il grigiore della letteratura per ragazzi, per offrirle una prospettiva meno provinciale e un orizzonte aperto all'illustrazione e alla grafica.
Molti anni sono passati da allora, ma il ragazzino protagonista di Giallo giallo al grigiore della realtà - culturale e sociale - ancora non si rassegna. E ancora non accetta di subire imposizioni e soprusi dai più grandi». 

Giallo Giallo, che dell'originale mantiene anche il titolo Yellow Yellow ed è proposto nella doppia possibilità di lettura in lingua italiana e inglese, è un libro per l'infanzia senza tempo. Meglio, un libro dell'infanzia, perché di questo parla e per questo offre una possibilità di lettura molteplice a seconda dell'esperienza e dell'età di chi lo avvicina.

È un libro in bianco nero, l'unica nota di colore è, appunto , giallo dell'elemento che spunta ad ogni pagine come un sole luminoso colmo di visione e promesse, che nasce, scrive Asch nel suo sito, assecondando un'esigenza e indicazione editoriale di mero carattere economico, ma che Stamaty dovrà seguire alla lettera: la necessità di stampare il più possibile in bianco e nero perché farlo a colori costerebbe troppo e poche delle case editrici del tempo, anche americane, a quanto pare e vedendo l'intera produzione vintage dei libri di Asch, potevano permetterselo.

Ma come la storia del pensiero e dell'arte insegnano, non c'è limite che attraverso il talento e l'intelligenza non possa trasformarsi in preziosa opportunità.
Giallo Giallo ne è un felice esempio di questa constatazione.

Del lavoro di Marc Alan Stamaty per questo suo primo libro, si può leggere nell'ultima edizione di "Scelte di classe", l'esito cartaceo (gratuito) del progetto portato avanti da La Tribù dei lettori di Roma capitanata da Gianluca Giannelli che, diciamo, ha fortemente esposto a Fausta Orecchio e Simone Tonucci, il desiderio e l'opportunità di rivedere pubblicato Giallo Giallo. Qui, in "Mark Alan Stamaty. A zonzo con un cappello in testa", l'amico Steven Guarnaccia intervista l'illustratore per comprendere il periodo storico e artistico, la visione, le suggestioni che lo hanno indotto a creare, partendo dal racconto scritto da Frank Asch, questo piccolo capolavoro.

«A quel tempo [n.d.r. alla Cooper Union] avevamo un insegnante di design in due dimensioni che si chiamava Ben Cunningham che affermava di essere un "visual voluptuary" e decisi che lo sarei diventato anch'io. Così camminavo di notte per i marciapiedi e abbozzavo ciò che mi colpiva. Era come se i miei occhi fossero guidati, si vedevano queste luci blu evanescenti o queste superfici scintillanti». Mark Alan Stamaty, in "Mark Alan Stamaty. A zonzo con un cappello in testa" intervista di Steve Guarnaccia, op. cit., pp.169-170.

D. Come questo camminare, vedere, pensare può essere trasformato in narrativa visiva per ragazzi?
«Quello che Frank mi proponeva era un "luogo per immagini" per un'espressione visiva di se stessi, attraverso storie e figure. Ma allo stesso tempo dovevo comunque stare attento a cosa e come mi esprimevo perché sapevo che il libro era indirizzato ai ragazzi.
Mi piace molto l'intensità e l'energia delle masse, quindi mi sono istantaneamente innamorato di New York. È tutta questione di energia.Da bambino ero affascinato da quei fumetti in cui ci sono milioni di cose che accadono e andavo sempre in giro con il mio taccuino per gli schizzi. Prendevo appunti e facevo bozzetti in cerca di personaggi». Mark Alan Stamaty, idem, p.170.

Un  luogo per immagini, dunque, è questo lo scenario dove si muove il bambino di Giallo Giallo, con la sua maglietta da turista di mondi immaginari che cambia di pagina in pagina "Visit Miami", "Visit Mommy", "Visit Monkeys", "Visit me"... divisa di appartenenza all'infanzia che comunque e ovunque mal si accorda con le monocromie di un mondo adulto impenetrabile e, apparentemente, invulnerabile alla sua presenza.


Una città tutta grigia, bianco e nero solamente, e confusi tra loro. 
Strade, case, negozi, tutto grigio; nemmeno il cielo è colorato. 
Assurda, caotica, stracolma, la città neppure s’accorge del bambino.

Lui, a fatica, si fa strada tra cumuli e cumuli di oggetti. 
Tutti grigi. 
Poi, all’improvviso la scoperta del casco, un casco da lavoro. 
Tutto giallo. Diventa il suo cappello. 

Frank Asch/Mark Alan Stamaty, Giallo Giallo,
Orecchio acerbo, Roma, 2013

Frank Asch/Mark Alan Stamaty, Giallo Giallo,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


Ora non è più invisibile, tutti lo guardano, molti gli rivolgono la parola, 
sempre però sorpresi, guardinghi. 
Lui non se ne cura, e, tutto fiero, se ne va per la città. 


Frank Asch/Mark Alan Stamaty, Giallo Giallo,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


E il cappello diventa un vaso per i fiori, una barca, uno sgabello… 
Un contenitore per un mondo diverso. 


Frank Asch/Mark Alan Stamaty, Giallo Giallo,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


Ma ecco, alto dieci volte lui - non ci sta nemmeno nella pagina - compare un uomo, adulto. Rivuole il casco, dice che è suo, e se lo riprende. 


Frank Asch/Mark Alan Stamaty, Giallo Giallo,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


Sorpresa e delusione non durano che un attimo. 
Di corsa a casa, nella propria stanza. Scovata tra le matite colorate quella gialla, disteso un foglio a terra, lo inonda di colore. Quello della sua fantasia.
 Poi ripiega accuratamente il foglio, e indossa il suo nuovo cappello. 
Pronto per una nuova avventura. 


Frank Asch/Mark Alan Stamaty, Giallo Giallo,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


Giallo Giallo è uno di quei libri che richiedono tempo, attenzione, condivisione, capacità di lasciarsi andare a racconti altri, di navigare tra le pagine con barche sprovviste d'ancora. È un libro per sottrarsi momentaneamente dal quotidiano per rientrarci vivificati da nuovi sguardi e riflessioni quindi più partecipati e consapevoli.
È un libro anche che mette un punto, e richiede un a capo di presa di coscienza per ripensare alla responsabilità degli adulti nei confronti dei bambini di ogni epoca, che vuol dire anche, e straordinariamente, anche quella di oggi che dentro vi è raccontata e dipinta a tinte chiarissime.

Di diverse atmosfere, ma non per queste meno intense perché stemperate dai colori, è invece Arriva il gatto!, scritto da Asch e illustrato da Vagin nel 1989, che potrà essere letto in tre di lingue (italiano, inglese e russo), sull'orlo di una guerra fredda che non avvertiva ancora lo strappo delle crepe della caduta del muro di Berlino. 


«Lavorare con Vladimir nonostante la distanza che separa i nostri due Paesi è stata un'esperienza emozionante e gratificante. Tutto è cominciato nel 1986, quando entrambi partecipammo a un convegno sovietico-americano sui libri per ragazzi. Poche notti dopo feci un sogno: è da lì che è nata l'idea di Arriva il gatto!». Frank Asch, 1989

Un allegro e ironico inno contro la paura scandito da tre sole parole, ma anche sguardo fiducioso e colorato sul futuro, sulla possibilità di cooperare e collaborare. Non a caso dedicato ai loro figli.

Una parabola sulla guerra fredda che sembra porsi sulla scia di quel Chichen Little che Disney traspose in cartone animato nel 1943, ispirandosi a sua volta al protagonista dell'omonima favola molto nota nel mondo anglosassone conosciuta anche come Chicken Licken, Henny PennyThe Sky Is Falling
In essa, più o meno il canovaccio è il medesimo in tutte le versioni, il protagonista della fiaba, uno spaurito pulcino, credendo che il cielo sta cadendo sulla terra, allerta gli altri animali del pericolo incombente, creando però un falso allarmismo.


E lo stesso è quello che succede al piccolo topo di di Asch e Vagin che al grido, multilingue appunto, di "ARRIVA IL GATTO!" parte dalla campagna, attraversa mare cieli e monti e per arrivare in città, precipitandosi poi in ogni antro per annunciare l'imminente arrivo del pericoloso quadrupede peloso.

“Arriva il gatto!” L’allarme giunge dal cielo, dal topo di vedetta su di una mongolfiera. 
Subito la voce corre di bocca in bocca nel paese dei topi; dai topi campagnoli dediti all’orto a quelli in viaggio sul treno, per arrivare in un baleno fino in città.

Frank Asch/Vladimir Vagin, Arriva il gatto!,
Orecchio acerbo, Roma, 2013

Frank Asch/Vladimir Vagin, Arriva il gatto!,
Orecchio acerbo, Roma, 2013

Frank Asch/Vladimir Vagin, Arriva il gatto!,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


Per le strade, nei cantieri, nelle case, nei negozi - e sulle pagine del libro - una sola frase, unica e concitata, è sulla bocca di tope eleganti e modesti sorci, di ratti operai e di vetuste pantegane: “Arriva il gatto!” 
E in preda a una agitazione sempre più febbrile tutti si riversano nella piazza principale del paese dei topi.  
Ormai il panico è diffuso, tutti i topi della città sono allarmati... che ne sarà di loro?
Come potranno proteggersi, dove nascondersi, con così poco anticipo?

Frank Asch/Vladimir Vagin, Arriva il gatto!,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


... troppo tardi! Ormai si staglia sulla folla - enorme testone, orecchie a punta, grandi baffi - l’imponente ombra di un gigantesco felino. 
Il gatto è arrivato. Sarà la fine dei poveri topi.
 Ma, come? Cosa porta con sè? 
Tra lo stupore dei topi, un regalo sopraffino quanto inaspettato: un enorme, mai vista così grande, forma di formaggio prelibato.

Frank Asch/Vladimir Vagin, Arriva il gatto!,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


Ed ecco che il terrore viene spazzato via dall'inattesa occasione per una nuova amicizia, il pregiudizio da una nuova possibilità di conoscenza possibile.
«Sono passati oltre vent’anni da quando Vladimir ed io abbiamo creato questo libro. Forse il mondo non è davvero cambiato molto da allora, ma noi siamo diventati grandi amici. E questa per me è l’enorme fetta di formaggio alla fine della storia». Frank Asch, 2011
«Finita quella fredda, altre guerre si sono succedute; caduto quello di Berlino altri muri sono sorti. Imperterriti, noi, come Frank e Vladimir, continuiamo a credere che un mondo diverso sia possibile, e necessario». Orecchio acerbo

E noi, con questo libro tra le mani, felici e riconoscenti, con loro.

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