lunedì 1 dicembre 2014

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 1


Maira Kalman, My Favorite Things,
Harper Design, 2014 (pp. 160, euro 28,16)


Maira Kalman, designer, illustratrice e scrittrice, è nata nel 1949 a Tel Aviv, dove la sua famiglia di origini ebraiche era andata ad abitare dopo la fuga da un villaggio della Bielorussia. Si è trasferita a New York, nel quartiere di Riverdale, con la sua famiglia quando aveva 4 anni e ha frequentato la High School of Music and Art, quella resa celebre dal film Fame e, in seguito, ha studiato l'inglese alla New York University.

Nel 1979 insieme al marito Tibor Kalman, scomparso nel 1999, ha fondato lo studio grafico M & Company. Alcuni dei loro lavori possono sono esposti al Museum of Modern Art di New York. Insieme, hanno disegnato copertine di dischi, riviste, titoli di film, orologi, ombrelli, e molto altro ancora. 





«[...] Ho avuto la fortuna di nascere sognatrice. Mia sorella maggiore era occupata a torturare i miei genitori, e loro erano impegnati a torturare lei. Io ho avuto la fortuna di essere completamente ignorata, una cosa fantastica, in effetti, lasciatemelo dire. Insomma, ho potuto vivere sognando a occhi aperti. [...]» TED - Maira Kalman: The Illustrated woman


Kalman ha iniziato il suo lavoro dedicato all'infanzia nel 1985, illustrando Stay Up Late, il libro per bambini di David Byrne (Viking, 1985). Poco dopo ha pubblicato il suo libro, Hey Willy, See the Pyramids (Viking, 1988) che, amato subito dai lettori, è stato riconosciuto come il portatore di  un nuovo genere di albo illustrato per l'infanzia: the expressive picture book.
Il primo personaggio dei suoi libri per bambini, che oggi sono circa una ventina, è stato il cane-poeta Max Stravinksy, protagonista di una piccola serie che le ha valso il riconoscimento di numerosi premi. Tra gli altri, Kalman ha scritto e illustrato Chicken Soup, Boots (Viking Penguin, 1993 - dedicato a come trovare il lavoro perfetto); Next Stop Grand Central (PenguinPutnam, 1999 - basato sul murales creato per la Grand Central Station di New York); What Pete Ate From A-Z (PenguinPutnam 2001 -  una storia su di lei il suo cane, Pete) e Fireboat (Puggin, 2002 - con protagonista il vecchio battello antincendio che ha contribuito a fermare gli incendi a New York l'11 settembre 2001). 


Maira Kalman, Ooh-la-la (Max in Love),
Viking Penguin, 1994


Maira Kalman oggi vive e lavora a New York City, dove insegna presso la School of Visual Arts ed è membro del consiglio della American Institute of Graphic Arts. Nella sua città, scrive, dipinge murales e scenografie per balletti e opere liriche, espone nei Musei e nelle gallerie (Julie Saul Gallery di Manhattan). 
Inoltre, collabora con il "New Yorker" (celeberrima è la copertina "New Yorkistan" creata con Rick Meyerowitz, e pubblicata il 10 dicembre del 2001, che l'American Society of Magazine Editors ha inserito al 14° posto della classifica delle migliori 40 copertine delle riviste degli ultimi 40 anni) e con il "New York Times".




Per il "New York Times" è stata opinionista sulle pagine online dal maggio del 2006 al mese di aprile del 2007, curando la rubrica "The Principles of Uncertainty",  entrata poi in un libro uscito nel 2009.


Maira Kalman, The Principles of Uncertainty,
Penguin Press, 2009

Maira Kalman, The Principles of Uncertainty,
Penguin Press, 2009

Maira Kalman, The Principles of Uncertainty,
Penguin Press, 2009

Maira Kalman, The Principles of Uncertainty,
Penguin Press, 2009


Ha poi continuato, sulle stesse pagine l'ultimo venerdì di ogni mese fino al 2009, con la rubrica"And the Pursuit of Happiness", divenuta anche questa l'anno seguente un libro.


Maira Kalman, And the Pursuit of Happiness,
Penguin Press, 2010





Tra i libro culto di Maira, sicuramente da non perdere, c'è The Elements of Style, la sua versione del classico libro di testo per gli scrittori di William Strunk Jr (Harcourt, Brace & Howe,1920) di cui fino a qualche anno fa l'edizione più nota era quella con EB White (Macmillian, 1959). Più nota, finché Kalman non l'ha trovato su una bancarella e ha deciso di illustrarlo. 


William Strunk Jr/Eb White/Maira Kalman,
The Elements of Style,
Viking, 2005



William Strunk Jr/Eb White/Maira Kalman,
The elements of style,
Viking, 2005

William Strunk Jr/Eb White/Maira Kalman,
The elements of style,
Viking, 2005

William Strunk Jr/Eb White/Maira Kalman,
The elements of style,
Viking, 2005


Per chi, come me, è appassionato al lavoro di questa insolita artista, questo è un anno fortunato.

Dopo Thomas Jafferson: Life, and the Pursuit of Everything (Nancy Paulsen Books, 2014) e Girls on Lawns, pubblicato dal Museum of Modern Art di New York, sono usciti - in ottobre e in contemporanea - due nuovi libri: My Favorite Things per adulti e Ah-hA to Zig-Zag. 31 Objects from Cooper Hewitt, Smithsonian Design Musem, la sua felicissima derivazione che l'artista ha pensato per bambini. Entrambi  daranno vita alla mostra “Maira Kalman Selects” - dal 12 dicembre al 14 giugno 2015 - nella Stanza della Musica del National Design Museum di New York. 

Due libri perfetti per entrare nella sua poetica.


«[...] I libri sono davvero i diari in cui racconto la mia vita. Non uso mai... Non mi piacciono le trame. Non so cosa siano le trame. Non sopporto di qualcosa che comincia dall'inizio e cose come inizio, svolgimento e fine mi terrorizzano, perché la mia vita è troppo casuale e troppo confusa, e mi piace così. [...]» TED - Maira Kalman: The Illustrated woman




My Favorite Things è nato mentre Kalman stava curando una mostra per i nuovi spazi espostitivi del National Design Museum  e doveva scegliere i suoi oggetti preferiti della collezione Cooper-Hewitt per farne un'installazione. Quel lavoro si è trasformato in una sorta di catalogo-memoir e raccoglie illustrazioni e storie di oltre cinquanta oggetti scelti dalla collezione e dalla collezione privata dell'artista



Il libro si trasforma così in un vera e propria galleria esperenziale, dove gli oggetti più disparati, antichità e vestiti, foto di ballerine e di dandy, copertine di libri, lettere, liste (tra cui quella dei nomi dei personaggi dell'Idiota di Dostoevskij e dei capi indossati da Madame Bovary) si svelano, creando sorprendenti cortocircuiti di senso, l'uno al fianco dell'altro. E poi, eccoli, i pantaloni che Arturo Toscanini, invitato dal violinista Bronislaw Huberman, indossò nel dicembre 1936 a Tel Aviv per dirigere l'Orchestra Palestinese "un evento epico in questo periodo turbolento". Quella notte, Kalman sottolinea, "Toscanini era vestito a festa". Questi pantaloni sono oggi di proprietà di Kalman, è rivestono un particolare significato nell'elenco dei suoi oggetti preferiti: «Li ho vinti a un'asta, un gran momento della mia vita!».



PHOTOGRAPHS of dancers. And of Dandies. And DOGS.
Abraham Lincoln's Pocket Watch.
NAPS. BRATHS. Trees.
Ingo Meurer's LAMP.
Buttons. LIST.

These are some of My Favorite things.

BOOK. FISH. SUIT. TIME. MOTHER. FATHER. LIFE.

Everything is part if Everything.
We Live, We Blunder.
LOVE UNITES US

Maira Kalman - 



Maira Kalman, My Favorite Things,
Harper Design, 2014


Ma quali caratteristiche deve avere un oggetto per entrare nella classifica dei preferiti di Mrs Kalman? «Preferito è ciò che mi fa sospirare di piacere, oggetto, momento o persona che sia», racconta, «I miei preferiti sono oggetti che possono stare su un marciapiede o in un museo. Tutti ugualmente eroici e memorabili, come le persone».



Maira Kalman, My Favorite Things,
Harper Design, 2014


In My Favorite Things l'intreccio tra vita e arte, tra ambiente e se, tra vita privata e pubblica, tra individuo e famiglia, tra intenzione e visione, è indissolubile e mai finito.
In una circolarità che rende ciascuna pagina uno squarcio aperto ad altre mille possibilità, ciò che appare con un'evidenza folgorante è che Maira Kalman, attraverso il racconto degli oggetti, e le loro suggestioni, i pensieri, i rimandi ad altro, è riuscita a elidere il perimetro tra il dentro e il fuori di sé in nome di una identità costruita da elementi trovati sì all'esterno ma evocati da un interno in continua ricerca.  

L'uso del segno e delle parole, una vera e propria lingua dove, a ben vedere, il lettering  rende partecipe il suono come parte determinate di senso e significato, creano una narrazione che nel suo farsi intima pervade di sé visioni e relazioni di verità con i lettori che, a quel punto, non potranno usare questo libro se non come traccia per cercare, o ritrovare, i propri oggetti preferiti. 



Maira Kalman, My Favorite Things,
Harper Design, 2014

Maira Kalman, My Favorite Things,
Harper Design, 2014


Con uno sguardo profondo e divertito, intenso e leggero, infatti, Maria Kalman riesce a trasformare il racconto personale in una narrazione collettiva dove le cose e le persone, in una sorta di improvvisazione di "umorismo e imprevedibilità, di eleganza e umanità", insieme, senza ordine di priorità, partecipano sotto gli occhi dei lettori alla costruzione del del suo senso di esistere, artistico e non, qui e in modo unico.




Maira Kalman, My Favorite Things,
Harper Design, 2014

Maira Kalman, My Favorite Things,
Harper Design, 2014 


Come scrivevo, l'uscita di My Favorite Things è stata affiancata da Ah-hA to Zig-Zag: 31 Objects from Cooper Hawitt, Smithsonian Design Museum, un libro per bambini  che è già entrato a pieno diritto nelle classifiche dei migliori titoli dell'anno.


Maira Kalman, Ah-hA to Zig-Zag.
31 Objects from Cooper Hewitt, Smithsonian Design Musem
,
Skirà Rizzoli, 2014 (pp.48, Euro 14,80)


Ah-hA to Zig-Zag è, in realtà, abbecedario che colpisce per la precisione di associazioni libere che Kalman riesce a mettere in campo pagina dopo pagina. Una palestra vitale per l'Immaginario dei bambini, come per il nostro, dove gli oggetti del Cooper Hewitt, Smithsonian Design Musem, qui protagonisti ci indicano una possibilità, divengono un pretesto, per interagire con i bambini in un modo interessante.



Maira Kalman, Ah-HA to Zig-Zag.
31 Objects from Cooper Hewitt, Smithsonian Design Musem
,
Skirà Rizzoli, 2014

Maira Kalman, Ah-hA to Zig-Zag.
31 Objects from Cooper Hewitt, Smithsonian Design Musem
,
Skirà Rizzoli, 2014

Maira Kalman, Ah-hA to Zig-Zag.
31 Objects from Cooper Hewitt, Smithsonian Design Musem
,
Skirà Rizzoli, 2014


Nonostante pensi che questo libro, vale anche per My Favorite Things, difficilmente possa essere tradotto in italiano, credo che possa essere una importante fonte di ispirazione per chi ogni adulto che a che fare, in qualche modo e a vario titolo, con i bambini.

Ripeto, al di là degli oggetti d'arte qui rappresentati, ciò che è evidente guardando al lavoro di Maira Kalman, cioè che colpisce e che riconosciamo come vero quando siamo insieme a una bambina o a un bambino, è che non c'è un ordine di importanza legato a qualche valore nelle cose che partecipazione alla definizione di identità prima e di una personalità poi. Non vi è alto o basso, bello o brutto, buono o cattivo, tutto è inserito in una sorta di sfera in continua circonvoluzione che si nutre degli stimoli che ci vengono forniti e che riconosciamo capaci di spingere il nostro sistema a produrre una risposta, magari non immediata ma che un giorno, di sicuro in qualche modo, arriverà.


Maira Kalman, Ah-hA to Zig-Zag.
31 Objects from Cooper Hewitt, Smithsonian Design Musem
,
Skirà Rizzoli, 2014


Quello che ci mostra Maira Kalman con questo libro, che va di sicuro inserito nel complesso più vasto delle sue opere, come unica disciplina possibile da seguire nel nostro leggere il mondo e che questa lettura possa essere condivisa con i più piccoli, è che ogni forma di determinazione a priori risulta inutile, se non dannosa, in un processo creativo e/o educativo che voglia incoraggiare la libertà espressiva dei bambini e la loro capacità critica di interagire con il mondo. E che solo un misto tra essere, preparazione e capacità di seguire fino in fondo il proprio sentire, sia in grado di dare vita a una relazione autentica tra gli adulti e i bambini.


Maira Kalman, Ah-hA to Zig-Zag.
31 Objects from Cooper Hewitt, Smithsonian Design Musem
,
Skirà Rizzoli, 2014

«[...] Spero di scrivere libri che vadano bene sia per bambini che per adulti. Ma, come dimostrano le illustrazioni, non penso diversamente per adulti e per bambini. Cerco di usare la stessa immaginazione, la stessa fantasia, lo stesso amore per le parole. [...]» TED - Maira Kalman: The Illustrated woman
«[...] Nei miei lavori metto tutto quello che mi piace e spero che i bambini e gli adulti possano dialogare a più livelli e che ne scaturiscano diverse forme di umorismo. [...]» TED - Maira Kalman: The Illustrated woman


Maira Kalman, Ah-hA to Zig-Zag.
31 Objects from Cooper Hewitt, Smithsonian Design Musem
,
Skirà Rizzoli, 2014

Maira Kalman, Ah-hA to Zig-Zag.
31 Objects from Cooper Hewitt, Smithsonian Design Musem
,
Skirà Rizzoli, 2014


Ricordarsi di questo, di quanto possiamo essere limitati nel decidere che cosa sia meglio per la mente di un  bambino, di quanto sia importante fornirgli il numero maggiore di stimoli invece che le nostre presunte verità, di quanto sia fondamentale ascoltarlo e rispettare i suoi silenzi, di quanto l'educazione sia fatta di confronto e di tempi lenti, di divagazioni più che di insegnamenti programmati, ecco, dicevo, ricordarsi di questo può essere un buon inizio per trovare il giusto regalo di Natale per un bambino o una bambina, piccolo o grande che sia, fuori dagli obblighi sociali e commerciali, qualcosa che regali il piacere di una scoperta duratura. 

Magari un libro "alla Kalman" fatto da noi, solo per loro, che oggi e domani potranno sfogliare e risfogliare con la stessa intatta curiosità.


*** PER SAPERNE DI PIù:


Maira Kalman. Various Illuminations (of a Crazy World),
Prestel, 2010


MAIRA KALMAN: THE ILLUSTRATED WOMAN
(TED -16 ottobre 2007, qui con i sottotitoli in italiano)

Nessun commento:

Posta un commento