martedì 16 dicembre 2014

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 16

Annamaria Gozzi e Monica Morini,
A Ritrovar le Storie,
illustrazioni di Daniela Iride Murgia,
Edizioni Corsare, 2014
(pp. 32 + gioco allegato euro 18,00)
Annamaria Gozzi è nata a Reggio Emilia nel 1962. Ha fatto mestieri diversi: consulente del lavoro, erborista-droghiera, copywriter. Attualmente si interessa della ricerca e recupero di memorie e testimonianze. Collabora con il Teatro dell'Orsa alla drammaturgia di spettacoli e alla conduzione di laboratori. Ha scritto racconti e libri per l'infanzia tra cui Fiabe e Storie dal mondo; Pico Rotondo; Coniglio Nero; Il cerchio di Zero; Bambini con le ruote, ovvero sopravvivere alla separazione; La voce del noce. Per Topipittori ha pubblicato I pani d'oro della vecchina (illustrazioni di Violeta Lopiz, 2012, qui in Gavroche).

Monica Morini è attrice e autrice del Teatro dell’Orsa. Riceve il Premio Ustica per il teatro di impegno civile e sociale nel 2003 con Cuori di terra da Associazione Scenario. Ha lavorato in Italia e all’estero con il Teatro delle Briciole, il Teatro Gioco Vita e con il regista e narratore Marco Baliani prendendo parte al progetto I Porti del Mediterraneo dell’ETI. È fondatrice del Teatro dell’Orsa. Ha ricevuto numerosi premi tra cui il Premio 8 marzo dalla Provincia di Parma nel 2006 e nel 2009 il premio ETI Federgat Roma I Teatri del sacro. Ha collaborato con Paolo Rumiz e Alessandro Scillitani al film documentario Le dimore del vento edito da Repubblica.

Daniela Iride Murgia, è artista, autrice di immagini e di testi, laureata in arte orientale, ha conseguito un Master in illustrazione. Collabora o ha collaborato con la Domenica de il Sole 24 Ore, Telecom, DADA, Artebambini, La Riflessione, Sovera, Il Filo, Ventiquattro Magazine de Il Sole 24 Ore, Art’è Ragazzi, FCE Fondo De Cultura Económica (Mexico), Editora Pulo do gato, Pequena Zahar, Edizioni Corsare. Per le sue illustrazioni è stata selezionata a Illustrarte 2012 e 2014 Lisbona, Finalista al V Compostela International Prize for Picture Books, Spagna e ha vinto il Premio per il migliore picture-book A la Orilla del Viento 2012, Fondo De Cultura Económica, Mexico e il Premio Caniem, assegnato dalla National Chamber of the Mexican Editorial Industry 2013. Ha fondato, insieme con Troels Bruun, l’M+B studio che nell’arco di 14 anni ha prodotto, progettato e curato diverse mostre in collaborazione con artisti e architetti di fama internazionale presso la Biennale di Venezia, tra i vari committenti e artisti: Bruce Mau, Jason Rhoades, Gerard Bryrne, Olafur Eliasson, Elmgren & Dragset, Mark Lewis, Ming Wong. Tra i suoi libri, Max Ernst el hombre pajaro (Fondo de Cultura Economica, Mexico, 2013), Sarò, Il mistero di Colapesce (Artebambini), Amore primo e Il viaggio della memoria.

Emanuela Bussolati,
An Ghìn Gò,
Il Castoro, 2014
(pp. 48 euro + gioco allegato euro 14,50)
Emanuela Bussolati, è stata insignita del Premio Andersen"Migliore autrice completa 2013" con la seguente motivazione: "Per l’articolata, consapevole ed empatica competenza di creatrice di libri per l’infanzia: dall’individuazione di tematiche mai scontate alla progettazione e realizzazione compositiva complessiva. Per il continuo rinnovarsi di un coerente percorso di attenzione e ascolto dell’infanzia, contraddistinto da un lato dalla capacità di stare dalla parte dell’età evolutiva e dall’altro di dialogare con differenti competenze e linguaggi". Architetto, invece di case e grattacieli ha scelto di progettare e illustrare libri per bambini, in particolare per piccolissimi. Fra le sue iniziali esperienze, ha collaborato con il “Vivaio”, centro di psicologia per l’età evolutiva. I primi libri li ha illustrati per case editrici francesi e inglesi, poi per Emme Edizioni e Piccoli. Per sette anni, per le mamme e i papà che leggevano la rivista “Donna e Mamma”, ha scritto e illustrato storie da raccontare ai bambini prima della buonanotte. Ha ricoperto la carica di direttrice editoriale di Piccoli e La Coccinella ed è stata responsabile della collana "Zerotre" della Franco Cosimo Panini (Premio Andersen 2009 come miglior progetto editoriale). È ideatrice e autrice della serie "I Quadernini"(Editoriale Scienza), il cui volume Giardinieri in erba (qui in Gavroche) è stato inserito nei White Ravens 2010 e Tararì Tararera (Carthusia) si è aggiudicato il Premio Andersen nel 2010 come miglior libro 0-6 anni. Con Paolo Tasini, Emanuela Bussalati poi, cura il blog Attraverso Giardini. È curatrice della nuova collana ”L'Oca Blu” della casa editrice Il Castoro (qui in Gavroche).


I giochi da tavolo, fino a qualche anno fa, erano una delle cose immancabili da fare insieme, adulti e bambini, nei giorni delle festività natalizie.

I bambini, però, quando un gioco è ben strutturato e ben condotto da chi lo presenta, ancora oggi amano partecipare a questo tipo di attività, e non solo nei giorni di festa.


I libri di cui vi parlo oggi, A Ritrovar le Storie e An Ghìn Gò, oltre a essere l'uno un albo illustrato e l'altro una raccolta di filastrocche e canzoncine della tradizione, offrono ai lettori curiosi percorso narrativi (con tanto di tabellone in allegato) per divertirsi con il gioco da tavolo per eccellenza, uno dei più a
ntichi e diffusi tra i bambini di tutto il mondo: il Gioco dell'Oca.

Il gioco dell'oca inteso nella forma moderna (con il percorso a spirale e le decorazioni tipiche) risale alla seconda metà del XVI secolo. Nel 1580 Ferdinando I De' Medici fece dono del nuovo e molto dilettevole giuoco dell'oca a Filippo II Re di Spagna, il quale ne rimase affascinato. Le caselle della versione di De' Medici erano decorate con simboli che in parte sono rimasti nella tradizione: due dadi, un teschio, una coda, un ponte, un labirinto o un'oca. Il giuoco dell'oca era forse derivato da un gioco cinese Shing Kunt t'o ("la promozione dei mandarini"), in cui il tabellone era costituito da 99 caselle numerate disposte a spirale.
All'inizio del XVII secolo apparvero in Inghilterra i primi tabelloni stampati, e rapidamente il gioco si diffuse in tutta Europa. La decorazione tradizionale fu spesso rielaborata con soggetti diversi; per esempio, esistono giochi dell'oca con soggetti di tipo politico (come la Rivoluzione Francese) o letterario (episodi delle avventure di Don Chisciotte). (fonte Wiìkipedia)


STORIE CHE DIVENTANO UN GIOCO
UN GIOCO ANTICO COME IL TEMPO
CHI CHIAMA A RACCONTARE
E PROFUMA DI VITA





A Tarot, il paese di A Ritrovar le Storie che aveva perduto le parole per raccontare, apparve un giorno un Saltimbanco con un'Oca sotto il braccio.

Le parole erano rimaste così poche e si erano fatte così esili, che piano piano cominciarono a sbiadire e con loro le storie, che si facevano sempre più corte, e i ricordi, che diventavano sempre più flebili.

Nessuno li vide, al loro arrivo, l'Oca e il Saltimbanco, portati dal silenzio avevano con sé due grandi doni: l'ascolto per quei suoni ormai così lontani che le persone non erano più in grado di sentire e una manciata di parole pronte per riaccendere i pensieri delle storie dimenticate. 

La prima parola sarà bicicletta, un parola bella, rotonda, che sa come mettere in moto pensieri arrugginiti.
Per un po' di tempo girerà a vuoto, poi una signora saprà coglierla e farsi condurre dove da molto tempo non andava più.
Le parole per nascere hanno bisogno di silenzio e di qualcuno pronte ad accoglierle.


Conta che ti conto
la vita si racconta
tiritiritera
questa è una storia quasi vera


Annamaria Gozzi e Monica Morini,
A Ritrovar le Storie,
illustrazioni di Daniela Iride Murgia,
Edizioni Corsare, 2014


Una parola, una volta pronunciata, tira l'altra, chiama altre parole a raggiungerla e confortarla, il Saltimbanco e la sua Oca lo sanno bene, e non smettono di scovarne nei pensieri e nei discorsi ad alta voce e di rilanciarle. 


Con la zampa l'Oca fece di conto sul pallottoliere
SCUOLA scrisse il Saltimbanco

A scuola mi dicevano: "Sveglia, concentrati, cos'hai da guardare fuori,
sei incantata?" Io m'immaginavo il mondo la, da un'altra parte.

Il mio maestro un giorno ci fece una sorpresa, aprì un libro e ci lesse una storia.
Me la ricordo ancora la sua voce; le parole scivolavano dentro le orecchie
come farfalle.

E poi c'era la bidella che ti ascoltava sempre e aveva il tè caldo.
Il suo stanzino era un bel nascondiglio.


Annamaria Gozzi e Monica Morini,
A Ritrovar le Storie,
illustrazioni di Daniela Iride Murgia,
Edizioni Corsare, 2014


L'Oca e il Saltimbanco sparirono dentro la tenda.
NASCONDIGLIO restò scritto su un foglietto che volò via.

[...]

Il mio nascondiglio è una canzone; la ascolto nell'angolo buio e caldo accanto alla libreria. Mi confondo coi libri, divento invisibile, sottile come una pagina.


Annamaria Gozzi e Monica Morini,
A Ritrovar le Storie,
illustrazioni di Daniela Iride Murgia,
Edizioni Corsare, 2014



Le parole, per poter venire al mondo, hanno bisogno di silenzio e di qualcuno pronto ad accoglierle. Le tavole di Daniela Iride Murgia, sono narrazione nella narrazione, bellissime e perfette. Piccole scenografie sospese, nello spazio e nel tempo, dove i protagonisti, il Saltimbanco e l'Oca si muovono seguendo i passi della loro missione tra pagine dense di attesa fino al raggiungimento di un inevitabile e sorprendente finale.


Da un vecchio baule appare L'Oca con un libro nel becco. LIBRI c'era scritto.

Non mi piace leggere. Ma cosa ci puoi mai trovare nei libri?

[...]

Dentro i libri c'è tutto quello che c'è: le formule di matematica, le stelle, le balene bianche, i cuori infranti, le ricette, l'inchiostro di parole; c'è la vita.



Annamaria Gozzi e Monica Morini,
A Ritrovar le Storie,
illustrazioni di Daniela Iride Murgia,
Edizioni Corsare, 2014


Un finale che è sempre un nuovo inizio.


L'Oca fece un uovo.

VITA

Quando nasci non lo sai perché vivi.
Vivi per parole di latte e miele di storie
per collezionare rospi e lumache
per il pane caldo
per respirare il mare
pedalare in discesa nelle sere di maggio
sentire le voci del vento
nascere di nuovo, nelle storie.


Annamaria Gozzi e Monica Morini,
A Ritrovar le Storie,
illustrazioni di Daniela Iride Murgia,
Edizioni Corsare, 2014


Quando il Saltimbanco e la sua Oca un mattino ripartono, sul selciato della piazza resta il labirinto di un antico gioco per continuare a narrare le storie.



Annamaria Gozzi e Monica Morini,
A Ritrovar le Storie,
illustrazioni di Daniela Iride Murgia,
Edizioni Corsare, 2014


Il condividere  storie, il raccontarle e il suscitarle, non ha a che fare solo con la trasmissione di conoscenze. E neanche con il più triste conquistare, meglio il blandire, il consenso delle persone. Scoperte  e derive della narrazione degli ultimi anni.
La dimensione estetica della narrazione custodisce un segreto e una possibilità unica, quella di trasmettere uno spessore emozionale di senso, quello che le ha generate e l'unico in grado di generarne altre.

Questi due Giochi dell'Oca narrativi, sono un'occasione e un pretesto, un'opportunità e una fonte di ispirazione, per creare insieme storie, un adulto con un bambino, tra bambini, partendo da quelle offerte dai libri, dai ricordi, dagli eventi dei tempi passati e dalle avventure di tutti i giorni, fino a quelle che saranno, ma per ora riposano ancora nei nostri pensieri e nei nostri desideri in attese di essere svelate.

An Ghìn Gò è, prima di tutto, un divertente filo conduttore che porta dal passato ai bambini le storie della tradizione. 


An 
Ghìn 
chi sta fuori,
non lo so,
chi sta sotto,
lo saprò,
e fra poco
lo dirò
An
Ghìn



Madama Doré, Piso Pisello, Ma che bel castello, Crapapelata e tante altre filastrocche tradizionali raccolte e illustrate da Emanuela Bussolati, diventano una irresistibile girandola di pagine colorate e parole in rima, da leggere (e cantare!) ad alta voce.


Emanuela Bussolati,
An Ghìn Gò,
Il Castoro, 2014


Emanuela Bussolati,
An Ghìn Gò,
Il Castoro, 2014



Ma non è solo questo, An Ghìn Gò.
Condividere racconti del passato, tra ricordi personali e tradizione, non è solo una questione di memoria popolare da tramandare o di evocare momenti significativi di quando eravamo bambini per farli rivivere ai bambini di oggi.

Se fosse così, tanto di questo, per la sua esilità, forse non ce l'avrebbe fatta ad arrivare fino a noi.

Una cosa che si nota subito nel leggere le filastrocche, le canzoncine e le stroccole riscritte qui da Emanuela, di cui ci si rende conto  fin dalle prime righe, sono le modifiche apportate dal narratore che li ci ha trasmesse che fanno sì che ognuno di noi ne conosca una versione più o meno simile ma non quella originale.

Il bello è che le modifiche spesso seguono le rime e le assonanze e poco hanno a che fare con il senso necessario allo svolgimento della storia.

Piccole cose, forse no.
Quelle parole fuori posto sono l'identità del ricordo della persona che ce le ha raccontate.
Sono le linee del ritratto affettivo di quel viso. Raccontano dei momenti, dei luoghi, delle atmosfere dove le abbiamo ascoltate per la prima volta, e poi ancora e ancora. Che siano narrazioni in rima, in prosa, o giochi parole, è lo stesso. Ma è con i giochi di parole che si è dato il meglio, in questo senso.

Provate con Am stam Blam... e non fermatevi qui...



Emanuela Bussolati,
An Ghìn Gò,
Il Castoro, 2014


Emanuela Bussolati,
An Ghìn Gò,
Il Castoro, 2014

Emanuela Bussolati,
An Ghìn Gò,
Il Castoro, 2014


Sono suggestioni affettive e linguistiche indimenticabili, che ci dicono della cura di chi ci ha accudito. Sono esercizi cognitivi ed emozionali per aiutare nell'apprendimento non scontato della lingua d'origine, che sia articolata, divertita, reale e surreale, libera di sbagliare, come i pensieri, propria e piena d'intese. Una sorta di rito per entrare a far parte della grande narrazione che ci tiene insieme tutti.




Emanuela Bussolati,
An Ghìn Gò,
Il Castoro, 2014




Il regalo della nuova edizione di An Ghìn Gò, è che tutto questo rientra e rivive in un gioco, appunto, il Gioco dell'Oca, da staccare e conservare, un allegro percorso per decidere insieme quale filastrocca leggere, cantare o recitare insieme.




Emanuela Bussolati,
An Ghìn Gò,
Il Castoro, 2014

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