martedì 9 dicembre 2014

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 9

Raymond Briggs, Babbo Natale,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014 (pp. 32 euro 15,00)
Raymond Redvers Briggs è nato a Wimbledon, Londra, il 18 gennaio 1934 da Ethel e Ernest Briggs. Ha frequentato la Rutlish School, poi la Wimbledon School of Art 1949-1953 per studiare pittura e la Central School of Art per studiare tipografia. Dal 1953 al 1955 è stato un militare di leva nel Royal Corps of Sign di Catterick, dove è divenuto a tutti gli effetti un disegnatore. Dopo questi due anni di servizio militare, è tornato allo studio della pittura alla Slade School of Fine Art presso lo University College di Londra, laurendosi nel 1957. La sua carriera di illustratore professionista è iniziata nel 1958 con il libro Peter and the Piskies: Cornish Folk and Fairy Tales, una raccolta di fiabe scritte da Ruth Manning-Sanders pubblicata da Oxford University. Nel 1961 Briggs ha iniziato a insegnare illustrazione alla Brighton School of Art, dove ha continuato fino al 1986. È del 1964 la sua prima nomination per la Kate Greenaway Medal (per aver illustrato Fee Fi Fo Fum una raccolta di nursery rhimes), per vincerla poi nel 1966 per le illustrazioni della edizione della Hamilton di The Mother Goose Treasury, la una raccolta di 408 poesie e filastrocche della tradizione, illustrato con oltre 800 immagini a colori.
Raymond Briggs, Babbo Natale va in vacanza,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014
(pp. 32 euro 15,00)
I primi tre picture book interamente scritti e illustrati da Raymond Briggs sono stati concepiti dall'autore come fumetti e sono stati pubblicati da Hamish Hamilton: Babbo Natale (1973) che gli ha valso la seconda Kate Greenway Medal, il suo sequel Babbo Natale va in vacanza (1975) (che molto più tardi sono stati adattati nel film intitolato Father Christmas), pubblicati in Italia oggi da Rizzoli,  e Fungus the Bogeyman (1977). Il libro che ha decretato il successo mondiale di Raymond Briggs è stato The Snowman (Hamilton, 1978 - Il pupazzo di neve, EL Edizioni pp. 40 euro 11,90), il silent book interamente realizzato con pastelli e matite, pubblicato nello stesso anno negli Stati Uniti, dove è stato premiato con il Boston Globe-Horn Book Award. Nel 1982 The Snowman  è stato adattato per film di animazione dal team inglese di TVC; sotto la direzione Dianne Jackson. È stato trasmesso per la prima volta il 26 dicembre dello stesso anno su Cahnnel, e da allora il cnale lo trasmette lo stesso giorno di ogni anno. Alcuni altri suoi titoli: Gentleman Jim (1980), When the Wind Blows (1982), The Tin-Pot Foreign General and the Old Iron Woman (1984), All in a Day (1986) scritto da Mitsumasa Anno, illustrato da Anno e altri tra cui Briggs, Unlucky Wally (1987), Unlucky Wally 20 Years On (1989), The Man (1992), The Bear (1994), Ethel and Ernest: a true story (1998), Ug: boy genius of the Stone Age (2001), The Adventures of Bert (2001) e A Bit More Bert, entrambi scritti da Allan Ahlberg (2002) e The Puddleman (2004). Tra i numerosi premi, oltre alle Kate Greenway Medal: 1977 Francis Williams Award for Illustration per Father Christmas, 1979 Boston Globe–Horn Book Award (U.S.), per The Snowman, 1979 Silver Pen Award, 1982 Children's Rights Workshop Other Award, 1982 Francis Williams Award for Illustration, per The Snowman, 1992 Kurt Maschler Award, per The Man, 1992 Children's Author of the Year, British Book Awards, 1998 Illustrated Book of the Year, British Book Awards, per Ethel and Ernest


Quando parliamo di Raymond Briggs, ci riferiamo a uno dei maestri del picture book tra i più stimati e che ha influenzato, con il suo stile, molti illustratori di oggi, soprattutto anglosassoni.

Poco autori, possono dirsi profondamente britannici come lui capaci di unire tradizione, poesia, humour, in uguale e sempre un po' sovversiva misura.

Quando, nel 1973, fece la comparsa il suo Babbo Natale, considerata dagli studiosi di oggi una graphic novel ante litteram, fu una vera sorpresa sotto l'albero per i bambini inglesi.

Quello che presentava Raymond Briggs, con il tratto autorale che segnerà l'inizio della poetica che lo renderà inconfondibile in ogni sua opera successiva, era una Babbo Natale fuori dagli schemi del solito Immaginario, piuttosto lontano dal conosciuto Santa Claus, colto nella straordinaria ordinarietà del suo quotidiano. 

Sguardo che non togliendogli nulla della tradizionale aura di magia, lo rendeva qui, per l'usualità dei gesti, la famigliarità delle azioni, il continuo brontolare, sotto-narrazione che ne scandisce il tempo comico, se possibile più alla portata di un bambino.

In particolare, quello che racconta Raymond Briggs è il giorno che vede maggiormente occupato il protagonista, il giorno della vigilia di Natale, dal risveglio del mattino al ritorno a casa a tarda notte.



Raymond Briggs, Babbo Natale,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014


Una casa normale, un letto e la solita sveglia che si vorrebbe ignorare, un gatto e un cane multirazziali, una manifestata intolleranza per il freddo dell'inverno e le azioni di rito da compiersi di primo mattino, sono questi i primi indizi della personalità, come della scelta di vita, che ci vengono offerti nelle prime pagine del racconto di Babbo Natale.


Raymond Briggs, Babbo Natale,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014


Niente eccezionalità, una vita condotta con decoroso rigore, nessun elfo ad aiutarlo, un quadro alle pareti che ci fa intendere che il signor Babbo Natale potrebbe essere rimasto vedovo o forse chi lo sa e, ancora, cambio di scena, un'incontenibile intolleranza per il freddo, BRRR!


Raymond Briggs, Babbo Natale,
traduzione di Mara Pace, 
Rizzoli, 2014


Nelle tavole dei libri di Raymond Briggs, espediente stilistico che troviamo spesso negli autori anglosassoni, certamente in Anthony Browne, ogni dettaglio riveste un significato rappresentativo non casuale.
I muri, in particolare, "parlano", sono vere e proprie pagine nelle pagine, disseminati di indizi della storia che si sta leggendo, ma anche di possibili storie che verranno.

Non sarà un caso che qui, quelli della casa di Babbo Natale, ospitano poster di città straniere, per lo più località turistiche del sud europa, circondate da un caldo mare.


Raymond Briggs, Babbo Natale,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014


Per Babbo Natale,  24 è il giorno del grande lavoro, e se apparentemente sulle prime sembra seccato, le condizioni meteorologiche che escono dalla radio non lo fanno ben sperare, lo vedremo di pagina in pagina svolgere la sua missione con grande attenzione e delicatezza, raggiungendo, come ogni anno e senza mai risparmiarsi, insieme alle sue fidate renne, le case dei bambini di tutto il globo terrestre.


Raymond Briggs, Babbo Natale,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014

Raymond Briggs, Babbo Natale,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014

Niente potrà fermarlo, e graditi saranno i doni per rifocillarsi lasciati da bambini e... adulti, fino a quando non raggiungerà l'ultima delle case, una residenza maestosa, quella che deciderà, per appartenenza dell'autore, la fine del lavoro.

La dedica scelta da Raymond Briggs per questo libro è "A mia Madre e a mio Padre".
Nell'intero racconto, l'unica persona con cui parla Babbo Natale sarà il lattaio, un omaggio dell'autore al padre.


Raymond Briggs, Babbo Natale,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014


Finite le consegne, Babbo Natale farà finalmente rientro a casa.
Ad attenderlo ansiosi e festosi i suoi animali.

Adesso, il Natale da festeggiare sarà il loro... ma che Natale sarà?

In Babbo Natale va in vacanza, come abbiamo visto il seguito di Babbo Natale, Raymond Briggs ripropone la stessa scena che si trova in apertura del primo libro: tranne il calendario al muro che segnava il fatidico giorno 24, la prima immagine di sinistra è la medesima, quasi a porgere una mano lettore per riportarlo in un attimo con sé dentro la nuova storia.

La stagione dell'anno è un'altra però, siamo in prossimità dell'estate e il nostro protagonista, continuando pedissequamente a brontolare qua e là,  si trova a programmare le agognate vacanze.

Raymond Briggs, Babbo Natale va in vacanza,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014

Si tratta solo di decidere dove andare.
Italia? Grecia? Irlanda? Germania? Canada?


Raymond Briggs, Babbo Natale va in vacanza,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014


FRANCIA! E per farlo, per godersela pienamente, bisogna conoscere, prima di tutto, la lingua... e trasformare la  slitta in un un comodo camper che possa garantire comodità e libertà di movimento, ovviamente saranno sempre le renne a portarlo.


Raymond Briggs, Babbo Natale va in vacanza,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014


La prima regola, arrivati in un Paese nuovo, è non sembrare dei turisti, ne è convinto Babbo Natale.



Raymond Briggs, Babbo Natale va in vacanza,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014


Ma per quanto si sforzi, è una difficile impresa non sembrare Babbo Natale; una difficoltà da superare non di poco conto per riuscire ad avere assicurata un po' di privacy, se succede, che grandi e piccini, ovunque vai, ti riconoscono.
Così, meglio lasciare la Francia al momento opportuno per la Scozia.


Raymond Briggs, Babbo Natale va in vacanza,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014


E poi la Scozia, allo stesso momento per il medesimo motivo, per Las Vegas, le capacità di adattamento di Babbo Natale sono sorprendenti!


Raymond Briggs, Babbo Natale va in vacanza,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014


Ma anche le vacanze più belle, sono destinate a finire... e anche per Babbo Natale è giunta l'ora di tornare a casa...


Raymond Briggs, Babbo Natale va in vacanza,
traduzione di Mara Pace,
Rizzoli, 2014


Ho sempre avuto difficoltà nel confronto del pensiero che gli adulti hanno nei confronti di Babbo Natale. Non ho mai capito chi sente la necessità di sfatarne il mito al più presto, come se fosse una questione di vita o di morte della formazione di bambini, ma nemmeno chi lo esalta con stucchevoli esagerazioni che ne falsano la figura poetica.

Raymond Briggs in questi due libri, ci restituisce una figura di grande misura e bellezza, e di intelligente sottile divertimento, destinata a diventare amica dei bambini di tutte le età. 

Racconta, Briggs, che non avrebbe mai potuto arrivare a The Snowman senza aver conosciuto da bambino la magia di Babbo Natale, senza averlo creato artisticamente tra le pagine di due libri qui presentati.

Credo che questa sia un grande indicazione, non solo per chi studia o ama l'opera di Briggs, ma per dire a noi adulti che si arriva a presentare ai bambini un capolavoro come The Snowman in modo graduale.

C'è bisogno di sentimento, di uno sguardo delicato sul mondo, di distinguere tra piani emotivi e di lettura di un opera sfalsati e indipendenti, e di riuscire a godere pienamente di tutto questo. C'è bisogno, di leggere prima questi due libri e di molte altre cose, ovviamente. 
Ma soprattutto, c'è bisogno che gli adulti lasciano che i bambini lo siano ancora per tutto il tempo che gli spetta.



THE SNOWMAN (TVC, UK 1982 -  dur. 26 min.)
scritto da Raymond Briggs
diretto da Dianne Jackson, Jimmy T. Murakami
con David Bowie e Raymond Briggs
Musica di Howard Blake

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