mercoledì 18 marzo 2015

STELLA, UNA FIABA NELLA LINGUA DEI SEGNI ITALIANA

Possiamo essere molte cose per una persona.

Io e mia sorella, per dirne una, siamo state le orecchie di mia nonna.

A seconda dell'occasione, siamo diventate l'ascolto, la continua attenzione, l'avvertimento del pericolo, della potenza e della delicatezza della musica, il traduttore simultaneo di frasi dette e scelte di riportare in altre parole, di toni e inclinazioni delle voci, delatrici complici di gioie nascoste e pianti sommessi, detonatori inconsapevoli di emozioni e ricordi lontani. 




René Magritte
Untitled (Shell in the form of an ear), 1956



Giulietta, era il suo nome, aveva lasciato, appena ragazza, il mondo degli udenti nel corso della Grande Influenza, riconoscendo di essere stata fortunata rispetto a Romeo, il suo gemello, costretto a lasciare quello dei vivi, continuando però a essere per sempre il doppio della vita di lei.

Siamo state due bambine fortunate, a nostra volta, io e mia sorella, ad avere il permesso di penetrare un silenzio che altrimenti non avremmo potuto conoscere, a potere rimanerci dentro senza paura fino a farselo diventare amico. 
Abbiamo imparato a usare tutti i sensi come selvagge, portandoli al massimo, la vista, l'odorato, il tatto, il gusto, soprattutto la vista, abbiamo imparato da lei a stare qui usando tutte le relazioni possibili per comprenderlo e per comprenderci.

Ancora oggi, a distanza di più di trent'anni anni dall'ultima volta che le siamo state utili, per me non è cambiato nulla. Sento (che diventa ciò che comprende tutti i sensi) il mondo come ho imparato a conoscerlo allora, come una vibrazione continua, un respiro costante e spesso ingombrante che doppia il mio, con cui imparare a convivere. Percepisco ogni cosa, distinta pulita nitida. Sento quello che vorrei e non vorrei, con la stessa mancanza di filtro, anche se ho imparato a impostare una sorta di switch a comando. Ho sviluppato una normale "rara ipersensibilità dell'ascolto" come disse un otorino a mia madre, donna capace  come pochi altri di addomesticare ogni eccezionalità.
Ipersensibilità dell'udito, direte voi, non esiste in effetti un'ipersensibilità dell'ascolto, invece lui quelle parole le ribadì scrivendole sul foglio di visita e aveva ragione.
Percezione, velocità, relazione simultanea tra vista e udito, precisione, fiducia cieca nel tatto, nell'odorato, nel gusto, erano le basi di una comunicazione utile alla vita di tutti i giorni di Giulietta e, di conseguenza, alla nostra che le era stata affidata. Per me una parola detta o non detta non è mai solo una parola, un suono non è mai solo un suono, un rumore è infinite possibilità. Tutto dice qualcosa, nell'eredità del suo silenzio.

Ma per lei, mi chiedo a ogni occasione che mi si presenti, cos'era stato il dover rinunciare a tutto questo, alla musica che amava più di ogni cosa tanto da continuare a cantarla e ballarla ogni giorno con il volume inutilmente a palla, il sentire ogni cosa di sé e nulla di ciò che le accadeva intorno, il vivere dentro quel silenzio che comprende tutto?

Anche per questo, penso di potervi parlare del libro, del progetto, di oggi con una certa familiarità.



Gabriella Grioli - Luigi Lerose,
Stella,
illustrato da Licia Zuppardi,
interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano Stefania Berti, 
MPDFonlus, 2014 
(libro + DVD - info per l'acquisto in fondo alla pagina)



Stella è un libro che apre all'inclusione e all'incontro fra cultura sorda e udente realizzato da Mason Perkins Deafness Fund Onlus, grazie al contributo di Rotary Club Siena est e di dieci ristoratori senesi* che hanno aderito a "MangiaFavole", iniziativa di fundraising promossa dalla stessa onlus.

Mason Perkins Deafness Fund Onlus  vede la luce nel 1985 grazie ai finanziamenti della fondazione del filantropo e collezionista d'arte americano Mason Perkins, che aveva espresso la volontà di destinare parte del suo patrimonio alle future generazioni di bambini italiani svantaggiati. Da allora lavora per il sostegno delle persone sorde e per il riconoscimento della Lingua dei Segni italiana. L’obiettivo è quello di favorire il benessere, la formazione e lo sviluppo della persona sorda, a partire dalla valorizzazione della sua cultura e della sua lingua. In tal senso MPDFonlus si impegna nella progettazione e realizzazione di eventi accessibili, nella produzione di materiale educativo e nella organizzazione di eventi di formazione per le figure che lavorano per e nella comunità sorda. Per realizzare queste attività, si avvale della collaborazione di professionisti, enti e istituti italiani e internazionali.




Gabriella Grioli - Luigi Lerose,
Stella,
illustrato da Licia Zuppardi,
interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano Stefania Berti, 
MPDFonlus, 2014 


Quando sono venuta a conoscenza di questo progetto la prima cosa che ha attirato la mia attenzione è l'uso dell'espressione cultura sorda, che si riferisce al modo in cui le persone sorde rappresentano consapevolmente se stessi e il mondo in cui vivono, in tutti i campi artistici e culturali: letteratura, arte, cinema, teatro. Espressione che molti di noi non saprebbero, riguardo a cultura, od oserebbero, riguardo a sorda, ancora pronunciare a distanza di anni dal suo uso.

A pensarci bene, il riconoscere quell'insieme di conoscenze che concorrono a formare la personalità e ad affinare le capacità ragionative di un individuo, che si intende con il termine cultura e che, come in questo caso, possono essere essere apprese in modo altro, è ciò che manca ancora oggi a un fare educativo che voglia dirsi inclusivo, paritario, e lungimirante nel riconoscere il valore e il potenziale delle interazioni tra le diversità.

Ma, costa ammetterlo, forse è ciò che manca anche a noi, che ci occupiamo di libri per bambini e ragazzi, così attenti a cercare di creare, sostenere, promuovere libri di qualità che, troppo spesso, non possono essere goduti in tutte le loro possibilità da tanti di loro.

Dico con un po' di imbarazzo, dopo anni che mi occupo di narrazioni, che non sapevo per esempio quanto lavoro stesse dietro a un testo perché possa essere raccontato nella lingua dei segni. 

Perché di questo stiamo parlando, della possibilità per bambini sordi di non essere privati di quella funzione fondamentale per la crescita emotiva e intellettuale dell'individuo che riveste la narrazione di una storia da parte di un adulto - che non è solo voce, ma tempo dedicato, gesto, interpretazione, condivisione, vicinanza - fin dai primi anni di vita. 
Quella per cui ci battiamo tanto.

Ed è qui che ritorna mia nonna che, adesso capirete, non l'ho raccontata per un desiderio nostalgico che a parte me non interesserebbe nessuno, ma per arrivare a dirvi proprio questo, di quanto fosse fondamentale per lei il raccontare, il leggere storie, cose che faceva appena poteva di giorno e tutta la notte, sempre a voce alta, dio quanto leggeva a voce alta mia nonna, perché, diceva, così le storie mi risuonano dentro come una volta. Ma ancor più il farsi raccontare delle storie, a ogni occasione, anche quelle che conosceva da molto tempo, che in qualche modo avevamo imparato a farle vedere.

E se fosse stata una bambina? Se quelle storie non le fossero mai risuonate dentro? I nostri maldestri tentativi cosa le avrebbero potuto raccontare?

Stella è una prima risposta a queste domande.

Il libro è nato dall'adattamento della Sirenetta di Hans Christian Andersen, a opera di Gabriella Grioli, nel corso del workshop "InSegnare le favole" organizzato da MPDFonlus nel 2013, durante il quale un gruppo di aspiranti storyteller sordi, guidato da Luigi Lerose consulente linguistico del progetto, ha seguito un percorso per individuare le strategie per adattare a un pubblico sordo, dal punto di vista linguistico e culturale, fiabe, i racconti primi, che normalmente vengono raccontate a bambini udenti.


«Stella è stata creata pensando alle difficoltà che hanno i bambini sordi quando viene raccontata loro una fiaba», racconta Luigi Lerose, «Il mondo delle fiabe è meraviglioso e fatto di sorprese, ma è ricco di elementi sonori con cui i sordi non hanno familiarità. Per loro è come guardare il mare attraverso un vetro e non poterlo toccare.»


Gabriella Grioli - Luigi Lerose,
Stella,
illustrato da Licia Zuppardi,
interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano Stefania Berti, 
MPDFonlus, 2014 


Il progetto persegue però anche un altro intento, quello di fornire uno strumento per bambini udenti, una storia che permetta loro di avvicinarsi alla lingua e cultura sorda, scoprirne e apprezzarne le differenze.

Per la parte illustrata, Licia Zuppardi, racconta di aver “preferito la tecnica mista al digitale, per un richiamo diretto all'uso delle mani e al ritmo della narrazione in LIS, che mi hanno suggerito le forme e la sequenza delle illustrazioni”.


Gabriella Grioli - Luigi Lerose,
Stella,
illustrato da Licia Zuppardi,
interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano Stefania Berti, 
MPDFonlus, 2014 

Gabriella Grioli - Luigi Lerose,
Stella,
illustrato da Licia Zuppardi,
interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano Stefania Berti, 
MPDFonlus, 2014 


Il lavoro realizzato da Gabriella Grioli nell'adattamento in Lingua dei Segni italiana, presente nel DVD allegato alla fiaba, è stato quello di introdurre elementi di cultura sorda, riconoscibili dai bambini sordi, trasformando tutto ciò che è suono in aspetti legati alla vista.

Stefania Berti, interprete e traduttrice della storia dalla LIS all'italiano, conferma che:

«È importante lo sguardo. Nella versione italiana ho riportato fedelmente gli elementi visivi presenti, soprattutto perché per le persone sorde la comunicazione, ma anche le emozioni, passano sempre attraverso un contatto visivo. In questo senso il trillo di un campanello si trasforma in un segnale luminoso intermittente, il padre di Stella, cerca di attirare l'attenzione della figlia non usando la voce, ma toccando la sua spalla e aspetta di avere lo sguardo su di sé per dialogare.»








Perché Stella sia solo l'inizio di un percorso intrapreso in questa direzione, Venerdì 20 marzo dalle 15,30 alle 17,30, in occasione de "I Venerdì della Pendola" e presso la sede di Mason Perkins Deafness Fund onlus, la linguista americana Donna Jo Napoli - nel corso dell'incontro "Imparare a leggere divertendosi con gli ebook accessibili" - racconterà il suo impegno nella realizzazione di fiabe accessibili ai bambini sordi attraverso l'uso delle nuove tecnologie.

Docente di Linguistica presso lo Swarthmore College e specializzata in American Sign Language, Donna Jo Napoli si trova in Italia grazie a una borsa Fulbright ottenuta per proseguire con il suo lavoro di ricerca sulla Lingua dei Segni e sulla produzione di materiale educativo.


"Sino ad oggi il metodo adottato nelle scuole americane per insegnare ai bambini sordi, che hanno come lingua madre la Lingua dei Segni americana, a leggere in inglese è stato un fallimento - racconta Donna Jo Napoli. - Il nostro lavoro, con la realizzazione di libri in due lingue, inglese e Lingua dei Segni americana, è quello di creare un metodo efficace, basato sul divertimento, che riesca nell'obiettivo di avvicinare alla lettura i bambini sordi”.


Donna Jo Napoli ha pubblicato libri per bimbi sordi e udenti in inglese e Lingua dei Segni americana, ma anche in brasiliano e Lingua dei Segni brasiliana, nepalese e Lingua dei Segni Nepalese, cinese, italiano, portoghese e molte altre lingue.

L'appuntamento, a ingresso libero.


IMPORTANTE


Stella NON si trova nelle librerie, ma è distribuita direttamente da Mason Perkins Deafness Fund Onlus. 

È possibile ricevere una copia a seguito di una donazione minima di 15 €, facendone richiesta a:

MPDFonlus
Via Tommaso Pendola, 37 - Siena 
info@mpdfonlus.comwww.mpdfonlus.com

*Il volume è stato realizzato grazie al contributo Rotari Club Siena est di e dei dieci ristoratori che hanno aderito a MangiaFavole (Babazuf, Liberamente Osteria, Ristorante Guido, Porri-One, Ristorante Numero Unico, Osteria del Gusto, Boccon del Prete, Osteria del Gatto, Il Duomo, Osteria da Cice).

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