lunedì 20 febbraio 2017

LA DOMANDA DELLA BELLEZZA

Antonella Capetti, Che bello!,
illustrato da Melissa Castrillon,
Topipittori, Milano, 
2017
(32 pp., € 20,00)



Ci sono libri che sono più attesi di altri, libri pronti per essere accolti prima di averli tra le mani; libri che vibrano di promesse e possibili delusioni, non si danno del resto le une senza il rischio delle altre, da quando si inizia a sentire l'eco lontana della loro pubblicazione.

Che bello!, da qualche giorno in libreria, è senza dubbio uno di questi.
E per ciò che posso anticiparvi, quelle che mantiene sono solo le promesse e qui vi racconterò perché.


Che Bello! è un libro di debutto o, meglio, mi piace considerarlo così. 
Antonella Capetti*, che molti del settore della letteratura per l'infanzia e di quello della scuola già conoscono da alcuni anni, grazie a un'idea e una pratica di insegnamento - tanto interessanti quanto fruttuose e mi auguro contagiose - che conduce attraverso l'uso degli albi illustrati con i suoi alunni di scuola elementare e che condivide sulle pagine del blog Apedario, ha già pubblicato lo scorso anno un titolo ma penso che sia in questo libro in cui ha trovato casa la particolarità del suo sguardo, quello che ogni giorno posa sui bambini.

Di Melissa Castrillon*, giovane e talentuosa illustratrice inglese con una bella esperienza di qualità alle spalle, è uscito il primo albo illustrato lo scorso 7 febbraio, If I had a little dream (scritto da Nina Laden per Simon & Schuster), e dopo 9 giorni subito il secondo, questo per Topipittori.



La sinossi della trama del libro la affido alla penna perfetta degli editori:


Anche nella vita di un piccolo bruco possono verificarsi fatti straordinari. È ciò che accade al protagonista di questo albo che, una mattina, mentre è occupato nelle solite faccende, incontra un essere mai visto prima che ha per lui due parole misteriose e seducenti. Da quel momento il bruco non fa che pensarci, chiedendo spiegazioni agli animali che incontra. Tuttavia, di domanda in risposta, anziché sbrogliarsi, le cose si fanno più oscure. Fino a che il povero bruco pensa di aver perso la pace per sempre. Ma proprio quando sta per gettare la spugna, qualcosa appare nel cielo notturno…


A una prima lettura, come avrete notato, è un plot classico che avrete incontrato in altri albi illustrati per l'infanzia. Quello che invece accade qui, come nei migliori di essi, è la particolarità dello sviluppo narrativo che giocando a doppia trama con questa classicità diverge prestissimo portandovi laddove all'inizio non avreste pensato.

Lo stesso «C'era una volta...» scelto in apertura del racconto, non vi condurrà in un mondo di fiaba, ma evoca quelle narrazioni orali che così cominciano, per dirvi che è un libro perfetto per essere letto ad alta voce; che è una storia che i bambini possono godersi da soli, qualità di cui non sono mai abbastanza grata agli editori, ma che se condivisa nella vicinanza con un adulto amplifica le aperture che si nascondono tra le sue pagine. E lo fa, garantisce di farlo, per i piccoli e per i grandi nella stessa misura.


Antonella Capetti, Che bello!,
illustrato da Melissa Castrillon,
Topipittori, Milano, 2017

(clicca sull'immagine per ingrandirla)


Dunque, c'è questo bruco che sta perfettamente bene dentro il mondo che lo ospita e nel tran tran della vita che conduce, fino a quando, ecco l'evento straordinario, un giorno in cui si trova a passeggiare su un frammento di uno spoglio ramoscello sente di essere all'improvviso sollevato da una strana creatura, una bestia sconosciuta che non odora di bosco, che guardandolo gli dice: «Come sei bello!»

Io penso che la bellezza dei bambini, la bellezza bambina, sia quella “delle cose imperfette, temporanee e incompiute. La bellezza delle cose umili e modeste. La bellezza delle cose insolite”.


Antonella Capetti, Che bello!,
illustrato da Melissa Castrillon,
Topipittori, Milano, 2017

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Se ricordate la sinossi riportata poco sopra, dopo quanto accaduto il bruco non sarà più lo stesso, la sua testa non sarà più spensierata, vuota e leggera come al solito, ma un solo pensiero prenderà il posto di ogni altro perché nessuna creatura, prima di quel giorno, gli si era mai rivolta usando quelle parole. 
Decide quindi di chiedere aiuto ai suoi amici animali.

E qui, il plot classico procederebbe in questo modo: di animale in animale, di amico in amico, fino all'ultima pagina, il bruco andrebbe chiedendo: «Sono bello?»
Al suo posto, la domanda che qui farà la differenza è «Cosa vuol dire bello?», che asseconda sì uno svolgimento conosciuto ma nel percorrerlo dà vita a un canone narrativo imprevisto.


Antonella Capetti, Che bello!,
illustrato da Melissa Castrillon,
Topipittori, Milano, 2017

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Essere visti è come sentir finalmente tracciato il perimetro della propria figura, venire distinti dallo sfondo: è il riconoscimento dell'unicità che cambia l'orizzonte di senso dell'esistenza. E per quanto possiamo pensare che la differenza risieda in chi ha saputo vederci, io credo che sia invece il momento in cui siamo consapevoli di quello sguardo a cambiare le cose.

E il "momento primo" del bruco della nostra storia, così come quello di un bambino e di una bambina, mi ha fatto pensare a un altro principio, quello in cui fu la meraviglia, così cara ad Aristotele e Platone, dove l'esperienza estetica («Come sei bello!») genera l'interrogazione conseguente (qui «Che cosa vuol dire bello?»): la domanda che racchiude in sé tutto il mistero della dimensione sensibile (corpo, sensi, sensazioni, emozioni) della conoscenza e dell'identità.

Chi ha scelto le parole di questo libro conosce bene i bambini e sa che quando si tratta di domande non è impossibile imboccare scorciatoie. Sa che ogni volta che si accende la scintilla della conoscenza si deve seguire la luce che emana e che porta dritti al centro del mondo sconosciuto. 


"La luce, la non-cosa anteriore a tutte le cose che grazie a essa esistono; la luce è il nostro ambito, l’ambito della vita umana. Vivere umanamente è vedere ed essere visto, è muoversi nella visibilità." (Maria Zambrano)

Ma del resto educare a vivere non è educare all’avventura della ricerca di quella luce?
Come potrebbe trasformarsi il bruco in farfalla senza un'esperienza estetica totalizzante?
Come potrebbe altrimenti un bambino diventare se stesso?


Se non fosse così, a che cosa servirebbero libri come questo?



Antonella Capetti, Che bello!,
illustrato da Melissa Castrillon,
Topipittori, Milano, 2017
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«Quando una nuova coscienza incomincia a emergere, bisogna imparare a dominare l’incertezza», sostiene il sociologo Edgar Morin e procede «la conoscenza è un’avventura incerta che comporta in se stessa e permanentemente il rischio di illusione e di errore». (Edgar Morin, I sette saperi necessari all'educazione del futuro, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2001, p. 87)

L'avventura della vita, l'avventura della conoscenza, richiede dunque coraggio e intelligenza emotiva per procedere, come dimostra il piccolo bruco che di tutto quell'interrogare senza aver ancora ottenuto risposta comincia a sentire il peso e la misura della nostalgia della pace della sua vita di prima.
Ma è consapevole, il nostro lepidottero, che per tornare allo stato di quiete potrà solo continuare a chiedere finché non avrà trovato risposta alla sua domanda.


“L'intelligenza emotiva è la capacità di motivare se stessi e di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni; di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, e, ancora la capacità di essere empatici e di sperare.” (Daniel Goleman, Intelligenza emotiva, Rizzoli, 1996, p.65)


Antonella Capetti, Che bello!,
illustrato da Melissa Castrillon,
Topipittori, Milano, 2017

(clicca sull'immagine per ingrandire)



«CHE COSA VUOL DIRE BELLO?»

In molti anni di esperienza, ma provate a farlo anche voi, non ho trovato due persone che dessero lo stesso significato al termine bello, tanto meno che condividessero il concetto di bellezza. Se è vero che quasi tutti possiamo affermare di capire la sensazione, e forse provare la sensazione, provocata dall’incontro con la bellezza, troviamo grandi difficoltà nel definirla, esprimerla o spiegarla con chiarezza ad altri; a far sì che il concetto di bellezza soggettiva e il concetto di bellezza oggettiva possano trovare un accordo o, almeno, mettersi in dialogo. Eppure non solo esistono entrambi, ma sono in grado di influenzarci allo stesso modo in ogni momento della nostra vita.

Che bello! fa proprio questo: inseguendo la polisemia del termine bello parte dal concetto di bellezza soggettiva e, attraverso l'etica del dialogo, approda alla scoperta condivisa del concetto di bellezza oggettiva.
E come lo fa? L'intelligenza emotiva chiede di mettersi in ascolto, solo così il desiderio di conoscenza può divenire ricerca del vero.

Mentre il bruco di Antonella chiede e ascolta, le tavole di Melissa Castrillon procedono a mostrare la strada di questa curiosa evoluzione. Nel tripudio dei colori delle sue serigrafie gli animali si interrogano, si confrontano e si sommano nell'attesa della risposta, per arrivare al finale del libro, nel punto esatto dove le visioni del mondo si incontrano. Dove finisce il bisogno di parole.

Anche il talento di Melissa Castrillon propone un nuovo immaginario di grande impatto che accoglie echi che arrivano da lontano. A me ha ricordato la naturale sofisticata bellezza dell’Arts & Crafts Movement. In particolare proprio dei suoi inizi, del primo arazzo (tapestry) di William Morris “Acanthus and Vine” (che lui amava chiamare "Cabbage and Vine", del 1879)", ma anche di "The Forest" (Philip Webb, William Morris, John Henry Dearle e collettivo, 1887) e di molti altri, non meno delle carte da parati (wallpapers). E partire omaggiando gli inizi, forse vuol dire anche condividerne in parte o in pieno gli ideali. Quelli di John Ruskin e William Morris, i capostipiti dell'Arts & Crafts, erano di elevare il piacere e il valore del lavoro artigianale in risposta alle preoccupazioni per gli effetti della produzione industriale e al conseguente scadimento del gusto (tanto delle persone comuni quanto degli artisti), di riproporre un ritorno a un modo più semplice di vita e un miglioramento della progettazione di oggetti domestici ordinari attraverso l'esaltazione della bellezza naturale dei materiali.


Noi adulti parliamo con molta disinvoltura di bellezza, convinti che le parole che Dostoevskij affidò al principe Miškin possano ancora sostenere le nostre speranze e darci fiducia in qualche modo.
Ma sappiamo ancora mostrarla ai bambini nella sua essenza profonda?

Riusciamo a lasciarli così liberi da poterla incontrare nel pieno della loro solitudine?

La bellezza da sola, da quel che sembra, il mondo non lo ha ancora salvato e non lo salverà finché chi lo abita non deciderà di prendersene la responsabilità, di farsene carico, di comprenderla, viverla, preservarla, renderla accessibile, trasmetterla. Senza questo, senza le parole per riconoscerla come nostra origine e prosecuzione, la bellezza da sola non ce la farà a combattere contro orde di esseri umani sempre più insensibili.

Libri come questo ci vengono in soccorso, perché in fondo le parole come bello sono e sempre saranno per ciascun bambino…


[...] LUCCIOLE
CHE BRILLANO
AL CHIARO DI LUNA
E ILLUMINANO LA NOTTE.
(da Io potrei essere tutto, curato da Antonella Capetti,
antologia poetica delle classi 3° della Scuola Primaria Carimate di Montesolaro)


PRESENTAZIONI

25 febbraio 2017 dalle ore 16.30 alle 18.30
SPAZIO LIBRI LA CORNICE (Via Alzate, 9 - Cantù)
Incontro presentazione del libro “CHE BELLO!” 
con Antonella Capetti e Paolo Canton
Incontro / presentazione / laboratorio / ingresso libero
dai 5 ai 99 anni
INFO
16 marzo 2017 ore 19.00
SPAZIO B**K (Via Luigi Porro Lambertenghi, 20 - Milano)
Presentazione dell'albo illustrato “CHE BELLO!” 
con Antonella Capetti e Topipittori
Ingresso libero
INFO
http://www.spaziobk.com/che-bello/

BOLOGNA CHILDREN’S BOOK FAIR
5 aprile 2017 ore 17.00
STAND DEI TOPIPITTORI (D/36 hall 29)
Firmacopie con Antonella Capetti e Melissa Castrillon

*LE AUTRICI

Antonella Capetti è nata a Grosio, in provincia di Sondrio, il 25 settembre 1967. Ha cominciato a leggere prima dei 5 anni e non ha più smesso. A 20 anni ha iniziato a insegnare nella scuola dell’infanzia, dov’è rimasta per 17 anni. Poi è passata alla scuola primaria, dove dal 2004 insegna italiano. La passione per la lettura, e soprattutto per gli albi illustrati, caratterizza da sempre il suo lavoro: dal 2013 le attività con i suoi alunni sono quotidianamente documentate sul blog Apedario, in cui racconta la sua scelta di insegnare a leggere e scrivere utilizzando gli albi. Ha pubblicato filastrocche e brevi storie. Ma il libro di cui fino ad ora è più orgogliosa, Io potrei essere tutto (2016), è autoprodotto e raccoglie 108 poesie scritte e scelte dai suoi 54 alunni. 

Melissa Castrillon vive a Cambridge dove lavora come illustratrice freelance. Nata nel 1986 da madre inglese e padre colombiano, è cresciuta in una cittadina vicino a Londra. Ha passato i primi anni della sua vita a disegnare e arrampicarsi sugli alberi, ora trascorre gran parte del suo tempo sognando di disegnare e arrampicarsi sugli alberi.
Nel 2009 Melissa ha conseguito la laurea triennale e, nel 2014, la laurea specialistica in illustrazione alla Cambridge School of Art. Attualmente si dedica all’illustrazione a tempo pieno, sia nei libri per bambini sia nell’illustrazione editoriale. L’amore per la serigrafia e i colori forti sono una costante nel suo lavoro. Ha collaborato con editori da entrambi le parti del globo, da Faber & Faber a Penguin Random House, Templar, Groundwood books, Simon & Schuster e Topipittori.


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