giovedì 18 dicembre 2014

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 18



Eric Puybaret, Il grande libro dei mestieri,
traduzione di Anselmo Roveda,
EDT-Giralagolo, 2014
(pp. 28 euro 13,50)
Eric Puybaret diplomato presso la Scuola Nazionale di Arti Decorative di Parigi ha pubblicato una ventina di albi illustrati con diversi editori francesi. Oltre che di libri, si occupa di media e di pubblicità.  Il grande libro dei mestieri è pubblicato da EDT-Giralangolo (2014) nella collana "Sottosopra", diretta da Irene Biemmi, giovane ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università di Firenze impegnata nell'ambito della pedagogia di genere e delle pari opportunità, dedicata al tema dell'identità di genere e tesa a promuovere una cultura contro gli stereotipi. Di Eric Puyabaret Emme Edizioni ha pubblicato Ho lasciato la mia anima al vento (con testo di Roxane M. Galliez, 2014).
Rutu Modan, A cena dalla Regina,
traduzione di Shulim Vogelman,
Giuntina, 2014 (pp. 32 euro 15,00)
Rutu Modan, israeliana classe 1966, stella delle graphic novels, illustratrice di fama mondiale, vignettista per il New York Times, vincitrice di numerosi premi in tutto il mondo (Prix Essentiels del festival di Angoulême, Will Eisner Prize, Andersen Award for Illustration 2001, Gran Guinigi 2013), disegna su quotidiani e riviste e illustra libri per bambini ormai da una ventina d’anni. 
Dopo aver studiato all’Accademia d’arte Betzalel di Gerusalemme dove tutt’ora insegna, ha fondato un fervente movimento di grafici innovatori (Actus Tragicus) ed ha pubblicato otto graphic novels, che hanno tutte ottenuto un successo internazionale.

Bob Gill, La prodigiosa Wonder Car di Kate,
traduzione di Giuseppe Solinas e Corraini Studio
(Corraini Edizioni, 2014)
(pp. 32 testo italiano/inglese euro 10,00)


Storico designer e art director, Bob Gill è nato a New York, dove vive e lavora. Nella sua poliedrica carriera, ha curato progetti di graphic design per Apple, Pirelli, CBS, Universal Pictures e l’ONU. Autore di volumi storici come Forget all the rules you ever learned about graphic design. Including the ones in this book (1981), ha realizzato film e illustrato libri per bambini, e ha insegnato in prestigiose scuole di design quali il Royal College of Arts di Londra, la School of Visual Arts e la Parsons School for Design di New YorkNel catalogo di Corraini Edizioni: Il regalo (2010), Bob Gill's A to Z (2009) e Continuo a cambiare/I Keep changing (con Alastair Reid, 2008).

Manuela Olten, Piccole pesti,
traduzione a cura della Redazione,
EDT-Giralangolo, collana "Sottosopra", 2014
(pp. 28 euro 12,00)
Manuela Olten è una giovane fotografa e designer tedesca che ha riscosso successo in Germania anche come illustratrice di libri per bambini. I suoi libri sono stati tradotti in numerose lingue. Piccole pesti, pubblicato In Italia da EDT-Giralangolo, nella collana "Sottosopra", è stato un grande successo internazionale.
Gli altri titoli della collana "Sottosopra": L'abominevole orsetto delle nevi di Susanna Rumiz, Una bambola per Alberto di Charlotte Zolotow illustrato da Clothilde Delacroix, Il pianeta stravagante illustrato da Gwen Kerawal, La principessa e il drago di Robert Munsch illustrato da Michael Martchenko, Tito Lupotti di Judes Marie-Odile Judes illustrato da Martine Bourre e Il trattore della nonna di Anselmo Roveda illustrato da Paolo Domeniconi, tutti pubblicati nel 2014.

Gwendoline Raisson/Cati Baur,
Niente ferma Gufetta!,
traduzione di Tanguy Babled,
Babalibri, 2014 (pp. 56 euro 13,50)
Gwendoline Raisson nasce nel 1972 da due genitori irresponsabili. Dopo essere stata campionessa francese di monosci, selezionatrice di lumache e viaggiatrice, si lancia nella carriera di giornalista per la stampa, la radio e la televisione. Quando diventa a sua volta una mamma decide di dedicarsi alla scrittura di libri per bambini.



Cati Baur nasce a Ginevra nel 1973. Svolge parecchi mestieri diversi tra i quali la libraia e l’assistente editoriale. Nel 2004 crea un blog di disegni dove ogni condivide qualche sua striscia. Nel 2009 esce il suo primo libro Vacance edito da Delcourt, a cui hanno fatto seguito alcuni altri fumetti. Con Niente ferma Gufetta!, pubblicato da Babalibri (2014), si confronta per la prima volta con uno stile illustrativo dedicato ai bambini.
 






Forti della studio della cultura di genere che non smetto di approfondire dagli anni universitari, i miei occhi e le mie orecchie sono sempre attenti nel cogliere anche le più piccole sfumature quando si parla di bambini e, in modo particolare, di bambine.


In particolare, chi come me si occupa di letteratura di infanzia, deve porsi nelle condizioni di una continua ricerca nel tentativo di cogliere anticipatamente segnali provenienti dal mondo sociale e culturale che dicano dello stato di salute del nostro agire nei confronti di una formazione pedagogica, dentro e fuori la scuola, che possa dirsi libera da preconcetti e pregiudizi. 


Dal mio osservatorio, la situazione nel nostro Paese, chiacchiere a parte, non è delle migliori. Anzi, è iniziato un percorso a ritroso  che bisogna cercare responsabilmente al più presto. Ma questo, non solo dentro in nostri confini. 


Le domande più urgenti, rimangono quelle di qualche anno fa, che vuol dire che ancora non hanno trovato risposte concrete e diffuse a livello culturale.

Che possibilità hanno le bambine di oggi di realizzarsi in una società che propone loro, ancora una volta con forsennata insistenza, quella scelta tra condizione umana e vocazione di donna, che così bene ci aveva descritto Simone De Beauvoir? Quale ferma e delicata via di confronto siamo in grado di offrire alle bambine, alle ragazze, che vivono uno sdoppiamento culturale e morale tra famiglia e tradizioni del paese di provenienza e società in cui vivono? 


Partiamo dunque, se pur brevemente, dall'inizio. 

«Ogni cultura, si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le preme conservare e trasmettere: fra questi anche il “mito” della “naturale” superiorità maschile contrapposta alla “naturale” inferiorità femminile» ma bisogna porre grande attenzione, ammoniva Elena Gianini Belotti, perché «la differenziazione dei ruoli, indotta dal processo educativo, dall'imitazione, dall'identificazione negli adulti dello stesso sesso, avviene entro i tre, quattro anni. I bambini di quell'età hanno già interiorizzato le fondamenta del loro ruolo di maschi e femmine e i precetti che li regolano. […] L'operazione da compiere dunque non è di formare le bambine a immagine e somiglianza dei maschi, ma di restituire a ogni individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal sesso cui appartiene» Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Milano, Feltrinelli, 1982, p. 13

Questa premessa sembrerebbe quasi scontata, se non fosse che la tensione costante verso una dimensione del pensiero orientata allo sviluppo delle capacità del singolo individuo, seppur con frequenti e forti cadute, quella che ha avuto una parte fondamentale nel farsi migliore della nostra società, oggi ha subito una pericolosa battuta d'arresto, un vero e proprio arretramento. 

La Letteratura per ragazzi è considerata uno degli elementi culturali determinanti nella formazione degli individui. All'interno di una delle sue parti migliori, abita la biblioteca delle storie della bambine, «una biblioteca che non può essere che della separatezza, dell'alterità, della differenza, con finestre che danno su giardini segreti», scriveva Antonio Faeti ("Quasi tenendoci per mano", in Noi, Nasreen & C. Bambine e ragazze nella letteratura giovanile, Giannino Stoppani Edizioni, 2011, p. 13), luoghi accessibili solo alle piccole lettrici.

Quelli che vi propongo oggi sono alcuni titoli per arricchire questa preziosa biblioteca.

Quando e dove si rispetta il farsi dell'identità delle bambine, si rispetta la stessa condizione per tutti.

Il Grande libro dei mestieri, sembra fare sua questa convinzione, cercando di rispondere a una delle domande determinanti, una sorta di cartina di tornasole, sulla percezione della propria identità: «Cosa ti piacerebbe fare da grande?».


Eric Puybaret, con il suo albo cartonato di grande formato, si rivolge ai bambini fin dalla loro più tenera età porgendo loro un vero catalogo di opportunità pieno di stimoli per dare il via alle loro più sfrenate aspirazioni.



Eric Puybaret, Il grande libro dei mestieri,
traduzione di Anselmo Roveda,
EDT-Giralagolo, 2014

Ogni apertura è davvero un mondo ricco di dettagli in cui perdersi e dove il bambino può sperimentare nel racconto di atmosfere e professioni differenti a ogni voltare di pagina le emozioni dell'essere ogni giorno liberamente quello che sente come desiderio primo, ma non ultimo.


Eric Puybaret, Il grande libro dei mestieri,
traduzione di Anselmo Roveda,
EDT-Giralagolo, 2014


Maestro o maestra, pasticcere o pasticcera, il cosmonauta o la cosmonauta, poliziotto o poliziotta, veterinario o veterinaria, è dalla prime domande, dalle cose più semplici, quelle che viviamo, vediamo e ascoltiamo ogni giorno che comincia la sovversione di un immaginario di genere.


Eric Puybaret, Il grande libro dei mestieri,
traduzione di Anselmo Roveda,
EDT-Giralagolo, 2014


Eric Puybaret, Il grande libro dei mestieri,
traduzione di Anselmo Roveda,
EDT-Giralagolo, 2014


Quello che ne esce è un divertente repertorio delle più varie carriere e una possibile risposta: tutto quello che si vuole, perché non ci sono professioni da femmina o da maschio ma tutti possono fare tutto.


Eric Puybaret, Il grande libro dei mestieri,
traduzione di Anselmo Roveda,
EDT-Giralagolo, 2014



Nascere bambina, siamo sinceri, di per sé, è già un mestiere.
Un po' come a dire, concedetemi la piccola provocazione, che maschi si nasce e femmine si diventa, nella macrocategorie che ancora continuano in gran parte a ostinarsi nel decidere dei nostri destini.

Le buone maniere, per esempio, che dall'antichità si sono impossessate di fiumi di inchiostro per convincerci tra le pagine dei libri, sono prioritariamente una richiesta rivolta alle bambine, prima che ai bambini, per dirne una.

Questo fa sì che quando arriva un libro bello e intelligente come A cena della regina, si alzino cori di giubilo.

Nina è un po’ maleducata, soprattutto a tavola: mangia con le mani, dà il cibo al cane Sami, si dondola sulla sedia e parla mentre mastica. I rimproveri dei genitori non sembrano servire a niente. Il papà di Nina non trova di meglio che chiederle: “E se la regina d’Inghilterra t’invitasse a Buckingham Palace, che cosa faresti?”.


Rutu Modan, A cena dalla Regina,
traduzione di Shulim Vogelman,
Giuntina, 2014 


Rutu Modan, A cena dalla Regina,
traduzione di Shulim Vogelman,
Giuntina, 2014 



Ora, dove i genitori prendano frasi di questo tipo, ci deve essere una fonte segreta accessibile solo una volta che si è generato, non si sa.



Ma Nina non fa in tempo a rispondere che: DLING-DLONG! Un messo della regina con tanto di trombetta entra in salotto e annuncia che è invitata a cena dalla regina - e in cortile c’è un aereo che l’attende! 



Rutu Modan, A cena dalla Regina,
traduzione di Shulim Vogelman,
Giuntina, 2014 



Nina parte da non si sa dove, questo perché così la sua è la casa di tutte le bambine, per Londra e dopo un’accoglienza regale si trova a una lunga tavolata di nobili e principi, seduta proprio tra la regina e un burbero ammiraglio.



Rutu Modan, A cena dalla Regina,
traduzione di Shulim Vogelman,
Giuntina, 2014 



Davanti a lei, un’infinità di forchette, coltelli e cucchiai che non sa come usare, e soprattutto tanto cibo che non le piace per niente, soufflé di fegato d'oca, quaglie all'ananas, consommé d'avocado al caviale.... Nina deve trovare una soluzione. 


Rutu Modan, A cena dalla Regina,
traduzione di Shulim Vogelman,
Giuntina, 2014 



Niente di meglio allora che affidarsi alle buone consuetudini di casa, mandando all'aria, con un colpo di genio narrativo, l'idea dei genitori che Nina potesse trovarsi, con il suo modo di stare a tavola, in una qualche forma di empasse, o di imbarazzo, in quanto ospite di una delle più prestigiose tavole del mondo.



Rutu Modan, A cena dalla Regina,
traduzione di Shulim Vogelman,
Giuntina, 2014 


Lo sconcerto degli invitati si manifesta con un crescente brusio che a Nina fa temere il peggio. La Regina le chiederà, quasi avesse sentito il padre, se a casa non le hanno insegnato le fatidiche buone maniere. Nina la rassicura, certo che gliele hanno insegnato, ma mangiare così rende il cibo più buono. 


Rutu Modan, A cena dalla Regina,
traduzione di Shulim Vogelman,
Giuntina, 2014 


Più buono? A quel punto la riuscita della serata passerà nelle mani di Nina, sostenuta dall'approvazione curiosa e divertita di Sua Maestà.

Tutto questo fa di A cena della regina, un libro perfetto, promotore di quell'irriverente intelligenza che fa tanto bene agli adulti e non meno ai bambini.



Rutu Modan, A cena dalla Regina,
traduzione di Shulim Vogelman,
Giuntina, 2014 


Bob Gill è l'autore de La prodigiosa Wonder Car di Kate, e nella vita anche il padre di Kate. E questo piccolo libro è un'esortazione, un incoraggiamento, perché tutte la bambine credano nel sogno di poter diventare nella vita ciò che desiderano.

Tutto inizia in tarda notte, quando improvvisamente suona il campanello della casa di Kate. I genitori non sentono, e toccherà a lei andare ad aprire la porta dove ad attenderla trova un corriere speciale con la scatola più grande che Nina abbia mai visto tra le mani, destinata a lei.


Aperta la scatola, Kate trovò un sacco di cose strane.
All'inizio era confusa. Poi, quando notò le due ruote, si rese conto che se fosse riuscita a capire come montare tutto, sarebbe venuto fuori qualcosa che avrebbe potuto guidare.


Bob Gill, La prodigiosa Wonder Car di Kate,
traduzione di Giuseppe Solinas e Corraini Studio
(Corraini Edizioni, 2014)


Ecco la Wonder Car di Kate, una macchina davvero prodigiosa. 

Sfreccia come un razzo, il primo viaggio di Kate sarà New York - California in soli 47 minuti. Roba da non crederci, sembra tutto possibile.



Kate si domandò se la Wonder Car potesse essere tanto straordinaria in mare così come in terra e in cielo. E lo era. Un barca, un sottomarino...


Bob Gill, La prodigiosa Wonder Car di Kate,
traduzione di Giuseppe Solinas e Corraini Studio
(Corraini Edizioni, 2014)


Risalita dagli abissi del mare, solo per il semplice gusto di farlo Kate sfiderà a una gara Pietro da Napoli, il più grande pilota del mondo, vincerà lasciandolo indietro di un chilometro.
Finita la gara, e una volata a casa per rifocillarsi con un panino al burro di arachidi e marmellata, Kate punterà a nord, a Washington per fare visita allo zio Lou.



Bob Gill, La prodigiosa Wonder Car di Kate,
traduzione di Giuseppe Solinas e Corraini Studio
(Corraini Edizioni, 2014)


Un piccolo problema alla macchina, ma basta un aiuto da parte degli altri automobilisti, che il guasto è riparato. E via, verso Parigi dalla zia Lilly...


Bob Gill, La prodigiosa Wonder Car di Kate,
traduzione di Giuseppe Solinas e Corraini Studio
(Corraini Edizioni, 2014)


Quando disse a zia Lilly che avrebbe voluto visitare Marte, zia Lilly disse, "vestiti pesante cara, ho sentito che fa molto freddo di notte".


Arrivata vicino a Marte, Kate si accorse che la temperatura scendeva. 

"La zia Lilly aveva ragione", pensò, 
"sono proprio contenta di aver portato un maglione in più".



Bob Gill, La prodigiosa Wonder Car di Kate,
traduzione di Giuseppe Solinas e Corraini Studio
(Corraini Edizioni, 2014)


Dopo il viaggio le successero un sacco di cose emozionanti... 


Bob Gill, La prodigiosa Wonder Car di Kate,
traduzione di Giuseppe Solinas e Corraini Studio
Corraini Edizioni, 2014)


Il sogno di Kate, la condurrà fino ad aprire la parata del Quattro Luglio a New York.
Al suo risveglio, la tristezza di non poter più guidare la Wonder Car sarà compensata dalla certezza che un giorno potrà diventare esploratrice, pilota e tutto ciò che vorrà.

L'evidenza che sono i pregiudizi, le concezioni cristallizzate, i preconcetti a limitare la possibilità delle bambine di immaginarsi un giorno di diventare ciò che desiderano oggi, le false credenze che si ripetono e condividono fin da bambini, e il motivo del racconto del libro Piccole pesti.

Due bambini condividono la loro idee sulle bambine.
Le trovano costituzionalmente noiose, lagnose, superficiali, sempre intente a pettinare e vestire e svestire la bambole, ma soprattutto fifone... molto fifone...


Manuela Olten, Piccole pesti,
traduzione a cura della Redazione,
EDT-Giralangolo, collana "Sottosopra", 2014

Manuela Olten, Piccole pesti,
traduzione a cura della Redazione,
EDT-Giralangolo, collana "Sottosopra", 2014

Manuela Olten, Piccole pesti,
traduzione a cura della Redazione,
EDT-Giralangolo, collana "Sottosopra", 2014

Manuela Olten, Piccole pesti,
traduzione a cura della Redazione,
EDT-Giralangolo, collana "Sottosopra", 2014


... sono certi che tra le loro paure c'è anche quella dei fantasmi...
Perché i fantasmi esistono? Esistono...?


Manuela Olten, Piccole pesti,
traduzione a cura della Redazione,
EDT-Giralangolo, collana "Sottosopra", 2014


Piccole pesti offre la possibilità di aprire un dialogo con i bambini, onesto e leale, per metterli in guardia da qualcosa che loro non possono riconoscere, il lato insidioso dell'uso del linguaggio che, anche attraverso espressioni acquisite, frasi fatte, seppur giocose e ingenuamente sciocche, arrivare a creare convinzioni poi difficile a sradicarsi.

Al contempo, mette in guardia i genitori dal non cadere in facili errori: la mancata attenzione nell'uso indiscriminato delle parole, dimenticandosi che i bambini, ascoltano, assorbono, imitano e ripetono, e il pensare che certi concetti siano espressi dai loro bambini con evanescente leggerezza, tanto da non lasciare traccia su nel tempo e sugli altri.

Intanto, le bambine saranno anche paurose, ma forse meno di alcuni dei loro amici maschietti.


Manuela Olten, Piccole pesti,
traduzione a cura della Redazione,
EDT-Giralangolo, collana "Sottosopra", 2014


Molto meno, di loro suo certo amico Porcello, lo è di sicuro l'intrepida protagonista di Niente ferma Gufetta!, l'esilarante  fumetto di Gwendoline Raisson e Cati Baur.

Dalle prime pagine, Gufetta, sembra un avere un carattere di tutto rispetto, risoluta nelle sue convinzioni, poco incline al compromesso, cose che altri chiamerebbero capricci, ma che vedremo saranno ben fondate, pronte a soccorrere lei e il suo incauto amico nei momenti di pericolo.

Diviso in tre episodi: "Le scarpe", "Il passeggino" e "Il nascondi-porcellino", il libro propone la stessa struttura del racconto, con tre risvolti diversi che portano allo stesso finale.

In tutti gli episodi, una cosa è certa: non c'è niente che fermi Gufetta.

Di sicuro non l’enorme, terribile mostro che ha l’abitudine di saltare fuori all’improvviso e di inghiottire non solo il suo migliore amico, il pavido Porcello, ma anche lei, se non sta più che attenta. 

Ed ecco la coraggiosa Gufetta affrontare il mostro perennemente affamato mentre è a spasso con la mamma, nell'episodio de "Le scarpe":




Gwendoline Raisson/Cati Baur,
Niente ferma Gufetta!,
traduzione di Tanguy Babled,
Babalibri, 2014

Gwendoline Raisson/Cati Baur,
Niente ferma Gufetta!,
traduzione di Tanguy Babled,
Babalibri, 2014

Gwendoline Raisson/Cati Baur,
Niente ferma Gufetta!,
traduzione di Tanguy Babled,
Babalibri, 2014



... lo affronta, il mostro, ne secondo episodio, mentre gioca con un passeggino abbandonato...


Gwendoline Raisson/Cati Baur,
Niente ferma Gufetta!,
traduzione di Tanguy Babled,
Babalibri, 2014

Gwendoline Raisson/Cati Baur,
Niente ferma Gufetta!,
traduzione di Tanguy Babled,
Babalibri, 2014

Gwendoline Raisson/Cati Baur,
Niente ferma Gufetta!,
traduzione di Tanguy Babled,
Babalibri, 2014


... e tanto meno nel terzo episodio "Il nascondi-porcellino", mentre si appresta a mangiare (per finta) il suo migliore amico Porcello con la senape.

Tre storie dedicate alle bambine coraggiose e linguacciute, che non hanno paura di niente e non si fermano davanti a niente (specie se si tratta di salvare il proprio migliore amico da un enorme, terribile mostro affamato).

Un libro perfetto sul ribaltamento dei ruoli, sulla possibilità di vedere se stessi in modo inaspettato. Un'antidoto alla banalità e al coraggio di credere in se stessi, anche a discapito di ciò che pensano gli altri, con tutte le forze.



Gwendoline Raisson/Cati Baur,
Niente ferma Gufetta!,
traduzione di Tanguy Babled,
Babalibri, 2014

Gwendoline Raisson/Cati Baur,
Niente ferma Gufetta!,
traduzione di Tanguy Babled,
Babalibri, 2014

Gwendoline Raisson/Cati Baur,
Niente ferma Gufetta!,
traduzione di Tanguy Babled,
Babalibri, 2014



Dalla notte dei tempi, le bambine più fortunate hanno potuto contare su qualcuno che, pur donando loro la libertà, le ha sapute ogni volta ritrovare. Per tutte le altre, ci sono stati, ci sono e dovranno sempre esserci libri, come questi, pronti a salvarle.

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