mercoledì 17 dicembre 2014

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 17

Antonio Gramsci/Viola Niccolai,
La volpe e il polledrino,
Topipittori, 2014
(pp. 40 euro 18,00)

Antonio Gramsci (Ales, Cagliari, 1891 - Roma 1937) è stato uno dei più importanti intellettuali del Novecento italiano. Fece parte dell’esecutivo dell’Internazionale Comunista, fu deputato al Parlamento Italiano e tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia e del quotidiano l’Unità. Per le sue idee politiche fu condannato dal governo fascista a venti anni di carcere, dove scrisse le Lettere dal carcere e i Quaderni dal carcere, pubblicati postumi e divenuti capisaldi della tradizione filosofica marxista. Nel 1934, in seguito all’aggravamento delle sue precarie condizioni di salute, fu ricoverato in una clinica in libertà condizionata. Morì poco dopo la scarcerazione.

Viola Niccolai nasce a Castel del Piano, un piccolo paese sul Monte Amiata (GR) il 7 dicembre 1986. Frequenta il corso di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze e il biennio specialistico d’illustrazione all’Accademia di Bologna. È stata selezionata per la mostra degli illustratori della Fiera di Bologna 2012 e alla biennale d’illustrazione d’Ilustrarte nel 2014. Assieme a Silvia Rocchi e Francesca Lanzarini ha creato il progetto espositivo e il libro Bosco di betulle. Fa parte del collettivo La trama autoproduzioni. Ha collaborato con la rivista “Hamelin” e il “NY Times”. A settembre 2014 è uscito per Topipittori il suo primo albo illustrato, La volpe e il polledrino, su un racconto di Antonio Gramsci.

Kim Sena, Renna Bianca,
Orecchio acerbo, 2014
(pp. 36 euro 16,00)
Nata a Seul nel 1986, a vent’anni Kim Sena comincia studiare arti plastiche. Immediato e grande è l’interesse per le illustrazioni, e da subito comincia a riflettere sulla creazione di un albo illustrato. È allora che nasce l’idea di Renna Bianca. Terminati gli studi, dopo due anni di lavoro come illustratrice per Wisekids, casa editrice di libri per bambini, decide di fermarsi e di dedicarsi totalmente al suo progetto. Lo affina progressivamente, e con lui affina sia la sua tecnica sia la sua visione del mondo. E così, finalmente, oggi Renna Bianca è diventato un libro (Orecchio acerbo, 2014). Nel frattempo Kim Sena ha ripreso le matite in mano. Sempre innamorata della natura, con a fianco il suo gatto e il suo cucciolo - non a caso e i suoi disegni sono tutti popolati da animali - sta lavorando a un secondo albo illustrato. 

María Julia Díaz Garrido,
David Daniel Álvarez Hernández
Strormo,
traduzione di Elena Rolla,
Kalandraka Italia, 2014
(pp. 32 euro 16,00)
María Julia Díaz Garrido, Città del Messico 1986, si è laureata in disegno alla Escola de Deseño do Instituto Nacional de Belas Artes de México (EDINBA). Ha partecipato a diversi workshop di editoria libraria e di illustrazione, alcuni tenuti da artisti del calibro di Gabriel Pacheco, Javier Zabala o Suzanne Zeller.

David Daniel, Álvarez Hernández, Città del Messico, 1984 si è laureato alla Escola de Deseño do Instituto Nacional de Belas Artes de México (EDINBA). Si è dedicato subito all'illustrazione, ricevendo numerosi riconoscimenti internazionali: il Premio de Ilustración (categoria Estudiante) Encontro Latinoamericano de Deseño 2011 dell'Universidade de Palermo; il secondo osto nel Catálogo de Ilustradores para Publicacións Infantís e Xuvenís di Città del Messico 2011. È stato anche selezionato per la Biennale Ilustrarte 2012, a Lisbona. Stormo, pubblicato da Kalandraka Italia (2014) è l'opera vincitrice del V Premio di Compostela per Albi Illustrati (2012).

Guido Conti è nato nel 1965 a Parma, dove vive e lavora.
Guido Conti,
Il volo felice della cicogna Nilou,
con illustrazioni dell'autore,
Rizzoli, 2014
(pp. 192 euro 14,00)

© 2014 RCS Libri S.p.A. Milano

Ha pubblicato molti libri, dalla raccolta di racconti Il coccodrillo sull'altare (Guanda), che nel 1998 ha vinto il premio Chiara, a I cieli di vetro (premio selezione Campiello 1999, Guanda), Il tramonto sulla pianura (Guanda, 2005), Le mille bocche della nostra sete (Mondadori, 2012) e Il grande fiume Po: una storia da raccontare (Mondadori, 2012 Premio Carlo Levi 2013).
È autore anche di Giovannino Guareschi, biografia di uno scrittore (Rizzoli, 2008). Il volo felice della cicogna Nilou è il suo primo romanzo dedicato anche ai bambini e ai ragazzi (Rizzoli, 2014).













Ho letto e studiato le "Lettere" e i "Quaderni" di Antonio Gramsci in diversi momenti della mia vita, spesso l'occasione per un ripasso mi è stata offerta dalla partecipazione a presentazioni di pubblicazioni che lo riguardavano. L'ultima, un paio di anni fa, è stata I racconti dei fratelli Grimm. Le traduzioni originali dai «Quaderni dal carcere», che la casa editrice Incontri pubblicava per la prima volta separatamente e nella loro fisionomia originaria.

Le "Lettere" e "Quaderni" di Antonio Gramsci, che non possono essere letti e compresi gli uni senza le altre, sono documenti ricchi di ricordi personali dell'autore, in primis quelli dell'infanzia in Sardegna che si intrecciano al percorso di ricerca intellettuale dell'autore dando vita a qualcosa che va oltre la semplice autobiografia, a un’opera für ewig, ossia "un lavoro disinteressato destinato all’eternità", come Gramsci scrisse di volere creare in una lettera alla moglie Tatiana del 1927

Le tradizioni popolari hanno sempre interessato Antonio Gramsci, gli furono indispensabili per strutturare in uno studio innovativo e articolato la sua particolare attenzione verso il mondo subalterno e verso la dimensione sociale. Attraverso questi studi cercava di comprendere la società.

Il folclore sardo conosciuto e vissuto negli anni dell’infanzia lo ha segnato aprendogli gli occhi verso un mondo da tutti considerato privo di interesse e non degno di considerazione è creò in lui la convinzione che gli intellettuali non sarebbe mai stati sinceri portatori di un'evoluzione culturale del Paese se non si fossero messi a disposizione e in dialogo con il popolo.

Tramite lettera Gramsci racconta ai figli le favole che riempirono la sua infanzia, descrive loro i luoghi, le persone, gli animali conosciuti da bambino considerando queste pagine, racconti o novelle che siano, un patrimonio a cui attingere indispensabile per la formazione delle generazioni future.  
Nella stessa ottica, nel 1929 inizia il progetto di traduzione di ventiquattro  fiabe tratte dai Kinder- und Hausmarchen dei Fratelli Grimm.

Ho scelto quindi di aprire il post di oggi con il racconto La volpe e il polledrino per seguire quell'agire für ewig perseguito con convinzione da Gramsci e per proporvi alcuni titoli che, seppur scritti oggi, risuonano degli echi lontani di quel mondo fantastico popolare che egli studiò per anni. Libri che lambiscono i territori della fiaba, della favola e dell'apologo morale, libri, come sempre succede in questi casi, difficilmente classificabili.

La volpe e il polledrino è tratto dalla raccolta di novelle e lettere L’albero del riccio, scritta da Antonio Gramsci per i figli Delio e Giuliano è una storia sospesa e incantata, dedicata a una Sardegna fiabesca e ai suoi abitanti più avventurosi, i bambini e gli animali che prende corpo, in questa edizione, nelle immagini di Viola Niccolai, al suo debutto con questo volume:

«Le illustrazioni per La volpe e il polledrino sono nate tre anni fa, quando ho cominciato a lavorare alla tesi di laurea per l’Accademia a Bologna. In Lettere dal carcere avevo letto i racconti scritti da Antonio Gramsci e indirizzati ai figli, alla moglie e alla cognata ed ero rimasta molto colpita per la loro freschezza e immediatezza. Vecchi ricordi d’infanzia in queste pagine sono filtrati attraverso occhi ancora “bambini” capaci di stupirsi di fronte a tutto quel che vedono, e in grado di ricreare atmosfere e immagini facilmente condivisibili. Traspare dai racconti l’importanza che un bambino, come nessun altro, dà a ogni nuova scoperta: l’incontro fortuito con un animale di passaggio, l’odore di un campo d’estate, il folto umido di un bosco impenetrabile di alberi enormi». Viola Niccolai in "Fiaba quasi classica" dal blog dei Topipittori (per continuare a leggere clicca qui).



Antonio Gramsci/Viola Niccolai,
La volpe e il polledrino,
Topipittori, 2014



Viola descrive alla perfezione la sensazione che si prova nel leggere questo, come gli altri racconti che Gramsci scrive ai bambini. L'idea di occhi bambini che vedono e dico la storia così come gli è successa, senza giri di parole inutili, sempre sospesa tra detto e non detto, tra prosa e emozioni sottese quelle qui di aver avvistato per la prima volta l'animale di cui tutto il paese narra le pericolose gesta.



Antonio Gramsci/Viola Niccolai,
La volpe e il polledrino,
Topipittori, 2014


Chi si aspetta un racconto epico, rimarrà deluso, chi cercherà una morale esplicita, continuerà a girarsi e rigirarsi il libro tra la mani senza trovarla, perché non è questo l'intento dell'educare che ha in mente l'autore e che così bene ha colto Viola Niccolai nelle sue tavole che lasciano aperto lo sguardo su possibilità che non si esauriscono sulla pagina.


Antonio Gramsci/Viola Niccolai,
La volpe e il polledrino,
Topipittori, 2014


Gramsci, va sempre ricordato, sta scrivendo dal carcere, sta cercando le ragioni di una verità che sente sfuggirli nel tempo presente che gli è stato sottratto, e lo fa cercando nel passato, usando se stesso la sua storia, come strumento per comprendere la storia del suo Paese. I suoi racconti sono fotografie, istantanee d'infanzia, che mai si esauriscono ma che mostrano, mai sono definitiva me attendono di compiersi, di dispiegarsi completamente, nei pensieri dei lettori.

Il mostrare i denti, quasi un riso beffardo, della volpe di fronte ai bambini, è ciò che più turba il protagonista della storia, il suo non aver paura dei loro bastoni quasi fucili, del lancio dei loro sassi.

Una sfida, un ricordo emotivo, un particolare che diviene ricordo e che definisce i tratti dell'intero racconto. Particolare che dice anche dello studio di valore che l'illustratrice ha fatto del testo.


Antonio Gramsci/Viola Niccolai,
La volpe e il polledrino,
Topipittori, 2014


La volpe reagirà solamente dopo avere udito il suo lontano di una vera fucilata, fuggendo nella sua fiera alterigia, lasciando nel bambino un'indimenticabile ricordo visivo e la sensazione della sua intelligenza nel conoscere i veri pericoli della vita.
Antonio Gramsci, ancora, stava scrivendo dal carcere.


«Mi pare di vederla ancora, tutta gialla,
correre come un lampo su un muretto,
sempre con la coda dritta»



Antonio Gramsci/Viola Niccolai,
La volpe e il polledrino,
Topipittori, 2014




È il racconto di una bambina che vive in perfetta sintonia con la natura, Hanna che parla agli alberi e agli animali, una simbiosi che molti di noi sono riusciti a vivere pienamente solo nell'infanzia, quello che fa Kim Sena in Renna Bianca, anche lei alla sua opera prima nell'ambito dell'illustrazione  per l'infanzia, un racconto che riguarda da vicino il sentire dell'autrice.



Kim Sena, Renna Bianca,
Orecchio acerbo, 2014

Hannan che non vede l’ora di raggiungere il padre che delle foreste e dei suoi abitanti si prende cura. Sul treno con la madre, non porta bagagli, solo il suo inseparabile compagno, un bonsai dall’immaginifico nome: alberopescevivo.



Kim Sena, Renna Bianca,
Orecchio acerbo, 2014


Immaginifico anche il loro compagno di viaggio - Renna Bianca - moderno centauro dalla testa di renna e dal corpo umano, accompagnato da un incredibile stuolo di rane.



Kim Sena, Renna Bianca,
Orecchio acerbo, 2014


Come a scusarsi del disturbo, offre ad Hanna e alla madre una scatola di cioccolatini. Magici, sia quelli neri sia quelli rossi. Quest’ultimi, però, proibiti agli esseri umani. Non sa resistere alla curiosità la madre, e addentato un cioccolatino rosso, subito si trasforma in rana.



Kim Sena, Renna Bianca,
Orecchio acerbo, 2014



Disperata, mentre lo supplica di restituire forma umana alla madre, Hanna si accorge della tristezza e del dolore di Renna Bianca: un ramo delle sue corna è spezzato. Nessuna esitazione,ci vuole un innesto. Un innesto generoso e altruista: quello del suo inseparabile e fatato bonsai.



Kim Sena, Renna Bianca,
Orecchio acerbo, 2014



E così, miracolosamente, il doppio incantesimo si romperà: la renna ritroverà la sua foresta e la madre le sue sembianze.


Kim Sena, Renna Bianca,
Orecchio acerbo, 2014


Dalle illustrazioni a matita di Kim Sena esce un immaginario surrealista, onirico e incredibilmente poetico. Un universo fiabesco di rarefatta bellezza, da leggere e rileggere, trovando nelle sfumature del bianco e nero lo spazio per fermarsi a contemplare l'idea di una cambiamento per un vivere altro e, forse, ancora possibile.

Dalle sue pagine escono luci e ombre di pensieri e sentimenti profondi che inevitabilmente fanno riflettere sulle distanze, a volte insormontabili, tra la corruttibilità dei comportamenti degli adulti e l'integrità dei bambini. Quei bambini, che con Hanna, fanno amicizia dalla prima pagina, anche se non sanno ancora leggere, perché Renna bianca potrebbe fare anche a meno delle parole.

Poche parole, per un altro profondo bianco e nero, quello di Stormo il libro che ha vinto il Premio di Compostela 2012, una metafora intensa sulla storia dell'umanità.

Uccelli antropomorfi, rappresentano le ambizioni delle persone; le buone intenzioni che si trasformano nel loro opposto, che una dopo l'altra conducano a inarrestabili derivi.

I tratti del racconto, ricordano la migliore tradizione dell'apologo morale, dove questa viene sottesa dal farsi del racconto e mai esplicitamente espressa, così che la riflessione del lettore non sia mia pienamente condizionata dal testo, ma possa compiere un percorso del tutto individuale.



«Un giorno gli uccelli rivolsero lo sguardo 
oltre i rami e e foglie
e immaginarono una vita diversa.
E così ebbe inizio una nuova era.»


Incontrarono così la conoscenza e la iniziarono subito a trasmettere ai loro piccoli piccoli.
Gli autori hanno messo questa, come prima pagina, dell'inizio della nuova era.
La ricerca e la diffusione della conoscenza come primo segno, prima necessità, prima strada da percorrere per una vera evoluzione. Seguiranno, nelle pagine che vengono dopo, con una sintesi estrema, e una veloce precisione nell'individuare i passaggi chiave del progresso attraverso le diverse epoche, la ricerca del miglioramento delle condizioni di vita, esemplificate nell'esigenza simbolica per eccellenza, quella di avere una casa adeguata e, perché no, bella e il bisogno di spostarsi di viaggiare, di muoversi, la scienza a favore del libero circolare dell'essere. 


María Julia Díaz Garrido,
David Daniel Álvarez Hernández
Strormo,
traduzione di Elena Rolla,
Kalandraka Italia, 2014


Conquiste che, mal governate, portano velocemente a eccessi sempre più pericolosi, fino alla sopraffazione dell'altro, alla distruzione dell'esistenza, per una cieca ricerca senza limite dell'impossibile che, inevitabilmente, porterà alla fine di tutto.


María Julia Díaz Garrido,
David Daniel Álvarez Hernández
Strormo,
traduzione di Elena Rolla,
Kalandraka Italia, 2014


María Julia Díaz Garrido,
David Daniel Álvarez Hernández
Strormo,
traduzione di Elena Rolla,
Kalandraka Italia, 2014


María Julia Díaz Garrido,
David Daniel Álvarez Hernández
Strormo,
traduzione di Elena Rolla,
Kalandraka Italia, 2014


Lascia intravedere un barlume di speranza, il racconto di questa deriva, e lo affida all'infanzia, come sempre, alla possibilità simbolica, e reale, di un nuovo inizio, quello di un piccolo e dei suoi genitori che se ne prendono cura, che gli insegnano ad aprire le ali e per imparare a volare.


María Julia Díaz Garrido,
David Daniel Álvarez Hernández
Strormo,
traduzione di Elena Rolla,
Kalandraka Italia, 2014


Il volo come metafora di conquista di libertà e identità, è il tema del romanzo Il volo felice della cicogna Nilou di Guido Conti che, neanche a dirlo, inizia con il racconto di una favola che una mamma alla sua piccola, per metterla in guardia sui pericoli della vita:


«Il sole, al tramonto, illuminava il nido costruito sopra la ciminiera di una fabbrica di mattoni. Nel nido mamma cicogna guardava la sua piccolina. L'aveva chiamata Nilou, come una principessa d'Oriente. [...]Nilou era una gran chiacchierona. «Mi racconti la favola della volpe e della cicogna?».Mamma cicogna cominciò a raccontare: «Questa è una favola antica. La volpe invitò a cena la cicogna e per prendersi gioco di lei le servì del brodo in un piatto largo. Mentre la volpe lo bevve facilmente, la cicogna col suo becco tentò più volte, inutilmente, rimanendo a bocca asciutta. La cicogna non disse nulla, ma pochi giorni dopo ricambiò l'invito. Per cena preparò una gustosa zuppa di carne tritata che servì in un fiasco lungo e stretto. Il becco della cicogna ci passava senza difficoltà, invece il muso della volpe non riusciva a entrarci. Mentre la volpe leccava invano il collo di quel fiasco la cicogna, mangiando, rideva.»«È una storia buffa» disse Nilou dal becco nero.«Non devi prendere in giro nessuno e non devi fidarti di nessuno. È una legge della vita: il male torna sempre indietro. Quando voleremo verso la nuova casa, questo insegnamento ti sarà utile.»«E il bene?» chiese Nilou.La madre ebbe un attimo di esitazione, poi disse: «Anche quello.» [...]»


In questo incipit è racchiuso tutto lo svolgimento e il senso del libro di Guido Conti, che si inserisce a pieno titolo nella categoria dei romanzi di formazione, dedicato tanto agli adulti quanto ai bambini e arricchito dai disegni dell'autore più vicini alla pittura che all'illustrazione, e che non si ferma alla prima parte della vita, ma procede dandole senso e forma, sostanza e significato, raccontando il farsi dell'intero suo ciclo.


Guido Conti,
Il volo felice della cicogna Nilou,
con illustrazioni dell'autore,
Rizzoli, 2014

© 2014 RCS Libri S.p.A. Milano



La piccola cicogna Nilou non ha mai conosciuto il suo papà ma ogni notte ha sentito risuonare il canto d’amore della mamma per il compagno volato via un giorno dal loro nido e mai più tornato. Ora tocca a lei spiccare il volo e conoscere il viaggio e la migrazione, ma Nilou ha paura di volare, ha la vertigine di quell'enorme vuoto che si spalanca sotto di lei.

La mamma si farà carico di sostenere le sua fragilità dandole modo do tentare e ritentare fino a quando non sentirà quel gesto, quel librarsi, come parte fondativa della sua identità alla quale non potrà sottrarsi di aderire pienamente.


Guido Conti,
Il volo felice della cicogna Nilou,
con illustrazioni dell'autore,
Rizzoli, 2014

© 2014 RCS Libri S.p.A. Milano


Un'importante idea del tempo, della sua misura e delle improrogabili necessità che scandisce, accompagna tutto il romanzo.
La madre concede il tempo a Nilou per imparare a volare, che vuol dire molte cose, sapersi muovere con grazia e proprietà dei gesti, conoscere l'ambiente, le direzioni e i venti, imparare a guardarsi dalle insidie e dai pericoli, tanto in cielo come in terra, sapersi fidare di sé e imparare a fare parte di un gruppo.


Guido Conti,
Il volo felice della cicogna Nilou,
con illustrazioni dell'autore,
Rizzoli, 2014

© 2014 RCS Libri S.p.A. Milano


Guido Conti,
Il volo felice della cicogna Nilou,
con illustrazioni dell'autore,
Rizzoli, 2014

© 2014 RCS Libri S.p.A. Milano


Ma non un tempo illimitato, qui la scadenza è dettata dall'arrivo della stagione invernale che obbliga le cicogne, per la loro sopravvivenza a emigrare all'estremo sud del continente africano.

Un tempo giusto, quello concesso per crescere, e poi il volo più lungo che si possa immaginare. La natura poche volte è incline a concedere vie intermedie.


Guido Conti,
Il volo felice della cicogna Nilou,
con illustrazioni dell'autore,
Rizzoli, 2014

© 2014 RCS Libri S.p.A. Milano


Nilou è eccitatissima all’idea di partire verso quel Paese lontano, la terra dei grandi alberi, l’Africa immensa. Ma non immagina neanche quello che vivrà, con le ali come unica arma e salvezza: l’ebbrezza del volo, l’angoscia della solitudine, la paura del nemico. E ancora lo stupore degli incontri e la malinconia degli addii, la gioia trepidante dell’attesa e la dolcezza del ritorno.


Guido Conti,
Il volo felice della cicogna Nilou,
con illustrazioni dell'autore,
Rizzoli, 2014

© 2014 RCS Libri S.p.A. Milano


Il volo felice della cicogna Nilou, non potrà che essere amato dai lettori de Il Piccolo Principe, de Il gabbiano Jonathan Livingston, de La gabbianella e il gatto, e di tutti quei racconti sapienzali che fanno della vita un punto di arrivo che si decide alla partenza, si perfeziona nel volo, si svela nell'intuizione, si fortifica nelle avversità e si alimenta di saggezza e di doni imprevisti. Quella vita autentica che si dà a noi soltanto quando la vogliamo con tutte le nostre forze.



Guido Conti,
Il volo felice della cicogna Nilou,
con illustrazioni dell'autore,
Rizzoli, 2014

© 2014 RCS Libri S.p.A. Milano

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