Hans C. Andersen/Charlotte Gastaut, Pollicina, Gallucci editore, Roma, 2011 © tutti i diritti riservati |
Charlotte Gastaut è nata a Marsiglia nel 1974 e lì vive con il compagno e le due figlie, Prudence e Violette. Abita in una casetta, con un minuscolo giardino dove coltiva violette. Ha iniziato a pubblicare giovanissima i propri disegni sulle riviste femminili. Si è poi dedicata ai libri per bambini. Il grande viaggio della piccola Angelica, il primo libro di cui ha curato sia il testo sia i disegni, è stato pubblicato da Gallucci Editore nel 2010. In seguito, sempre per la stessa casa editrice, sono usciti Lilì nel lettone con il testo di Sylvie Poillevé (2011) e ora Pollicina di Hans Christian Andersen.
Hans C. Andersen/Barbara Petris Il tenace soldatino di stagno, La Margherita Edizioni, Cornaredo (MI), 2011 © tutti i diritti riservati |
Barbara Petris è friulana. Ha frequentato l’Accademia di Brera e l’Istituto Europeo di Design dove, nel 2009 si è diplomata in illustrazione. Attualmente vive a Udine e collabora con diverse case editrici. Da pochi giorni è la vincitrice del Premio della Critica del concorso "Calendario Duemila12" organizzato dall'Associazione culturale Tapirulan di Cremona. Il tenace soldatino di stagno è il suo primo libro per la casa editrice La Margherita Edizioni.
Ogni anno, come i bambini del tempo, il nostro desiderio è che sotto l'albero di Natale ci sia un libro di Hans Christian Andersen. Il mio è stato pienamente realizzato perché Pollicina e Il soldatino di stagno sono state le prime sue fiabe che ho amato.
Parlare di lui in poche righe, è difficilissimo. Siamo di fronte ad uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, un autore appunto di fiabe, il che se può, complica la cosa.
Per comprenderlo, bisognerebbe leggerlo tutto: dall'autobiografia, La favola della mia via vita (Edizioni Paoline, 1959), alle fiabe Fiabe e storie. Edizione integrale (Donzelli, 2001) al suo altro narrare Il violinista (Fazi, 2005), Peer fortunato (Iperborea, 2005), Passeggiate nella notte di Capodanno (Lubrina, 1987), L'improvvisatore (Vallecchi, 1931, O.T. (Bulzoni, 1975) e Il bazar di un poeta (Biblioteca del Vascello, 1991).
Andersen ha una personalità anche letteraria così potente che o si ama o si detesta, difficile collocarsi nel mezzo. Io faccio parte della prima categoria.
In un lui tutto è diversità. È il cantore degli esclusi, di chi vive ai margini della società, per povertà o incomprensione. Lui stesso, nonostante la fama raggiunta, non si sentirà mai pienamente accettato, a causa delle sue umili origini, per sempre sofferte, del suo aspetto fisico, che non accetterà mai, non di meno che a causa della sua omosessualità.
Il mondo visto dai suoi occhi è sempre distante, la sua penna racconta di pensieri e sentimenti in modo obliquo, censurato. Il suo narrare è fatto di piccole cose, motori di un fantastico che parte dalla quotidianità. Eppure da quelle piccole cose nasce una visione filosofica molto sottile che conduce, quasi sempre per voce di metafora, alla ricerca di risposte ai grandi paradigmi esistenziali.
Hans Christian Andersen
© tutti i diritti riservati
Hans Christian Andersen nacque il 2 aprile del 1805 in Fionia, a Odense, in Danimarca, da un padre ciabattino e una madre lavandaia. Le ingiuste e feroci umiliazioni che subì da bambino per le sue origini lo perseguitarono per tutta la vita e sono uno degli elementi fondanti della sua poetica. Alla morte del padre, avvenuta precocemente, nessuno gli leggerà più le Mille e una notte o i brani tratti dalle commedie di Shakespeare, alimenti primigeni del suo immaginario. A quattrodici anni si trasferirà a Copenhagen, per iniziare la carriera di cantante, attore e ballerino. Nel 1822, grazie a un benefattore, riuscirà a frequentare il ginnasio poi l'Università dove si laureerà in filologia nel 1826. Il racconto che lo rese famoso fu L'improvvisatore, scritto nel 1835, che darà il via a una lunga carriera e a una ricchissima produzione letteraria tra romanzi, poesie, opere teatrali, biografie, autobiografie, articoli, scritti umoristici e satirici. Ma Andersen è ancora oggi conosciuto in tutto il mondo per la sua produzione fiabesca iniziata, con un primo volume che recava la trascrizione delle più amate da bambino tra le più popolari del suo Paese, proprio per il Natale del 1835. E sarà così ogni anno, le fiabe lasceranno la tradizione per diventare componimenti autorali, fino al 1872. L'opera completa di Andersen comprende 156 fiabe che, ad oggi, sono tradotte in circa 160 lingue. È stato un indefesso viaggiatore. L'immaginario di tutto il mondo è stato conquistato dagli archetipi creati dalla fantasia di questo dinaccolato, immenso, scrittore danese.
C'era una volta una donna che si struggeva dal desiderio di avere una bambina, ma non sapeva proprio come fare: andò allora da una vecchia strega e le disse: - Mi piacerebbe tanto un bambina; sai dirmi come posso fare ad averla?- Certo, non poi così difficile, - le rispose la strega, - eccoti un chicco d'orzo: ma non credere che sia come quello che cresce nei campi dei contadini o che si danno da mangiare alle galline; mettilo in un vaso e vedrai che cosa viene fuori!- Grazie tanto, - disse la donna, e diede alla strega dodici soldi; poi se ne tornò a casa, piantò il suo chicco d'orzo, ed ecco che spuntò subito un grandissimo, splendido fiore che sembrava proprio un tulipano, ma con i petali strettamente uniti l'uno all'altro, come se fosse ancora in boccio.- Com'è bello! - esclamò la donna, e baciò i bei petali rossi e gialli, ma non appena li ebbe baciati si sentì come uno scoppio, e il fiore si aprì. Era un vero tulipano, lo si vedeva bene, ma in mezzo al fiore, sul pistillo verde, stava seduta una fanciulla piccina piccina, molto delicata e graziosa, non più alta di un pollice, e perciò la chiamarono Pollicina.
Boom! Di che cosa poteva aver bisogno di più una bambina per fantasticare a metà degli anni settanta?... poche righe di Andersen mi avevano già conquistata. Se poi ci mettiamo che vidi in TV Il favoloso Andersen interpretato, dall'almeno tre volte grande, Danny Kaye che faceva Pollicina con tanto di dito incoronato da un fazzoletto, se ricordo bene perché non l'ho mai più rivisto, sbucando dalle inferriate del carcere... cantando "Oh Pollicina, Pollicina...", chi mi poteva salvare? Così, armata di pennarelli rossi e neri per dipingerne il viso, il mio pollice non mi appartenne più come prima, si animò di vita propria almeno per tutta la prima elementare. Il lavaggio del fazzoletto, sempre lo stesso come un prezioso abito di scena, faceva andare in escandescenza mia madre. Mi viene quasi voglia di rifarlo... Quando lo racconto ad Antonio Faeti, inorridisce. Badate bene non per la mia di Pollicine, ci mancherebbe... ma per Il favoloso Andersen che lui detesta e io invece difenderò sempre a spada tratta. Ve lo metto qui, ma non lo riguardo, perché il mio è ancora quello là, quello che vidi la prima volta e che non so poi se lo ricordo bene, ma un po' di un paura che non sia così ce l'ho.
Il favoloso Andersen, ITA
Hans Christian Andersen regia di Charles Vidor
Usa 1952
Sembra che Mignolina (Tommelise), o Pollicina, scritta tra il 1835-36, sia stata dedicata da Andersen, come La principessa sul pisello, all'amica Henriette Wulff. La prima fiaba, Hans la scrisse per vendicarsi dopo un piccolo screzio avvenuto tra i due. La seconda per lenire, con grande poesia, le sofferenze dell'amica causate dalla malformità di cui era affetta.
La culla in cui riposava era un guscio di noce, il materasso era fatto di violette e un petalo di rosa le serviva da trapunta. Era lì che di notte riposava, mentre di giorno faceva il bagno in un piattino contornato da una piccola ghirlanda di fiori, i cui steli sfioravano l'acqua.© Hans Christian Andersen/Charlotte Gastaut, Pollicina, Gallucci 2011.
Hans C. Andersen/Charlotte Gastaut, Pollicina, Gallucci editore, Roma, 2011 © tutti i diritti riservati |
Una notte, mentre Pollicina dormiva, da un vetro rottò entrò una rana. Era una grassa ranocchia viscida che vedendo Pollicina addormentata pensò: "Sarebbe una moglie perfetta per mio figlio!". Afferrò dunque il guscio di noce e fuggì via in giardino con la piccola. (© idem)
Da lì inizieranno le avventure della povera Pollicina...
Hans C. Andersen/Charlotte Gastaut, Pollicina, Gallucci editore, Roma, 2011 © tutti i diritti riservati |
Hans C. Andersen/Charlotte Gastaut, Pollicina,s Gallucci editore, Roma, 2011 © tutti i diritti riservati |
Hans C. Andersen/Charlotte Gastaut, Pollicina, Gallucci editore, Roma, 2011 © tutti i diritti riservati |
Hans C. Andersen/Charlotte Gestaut, Pollicina, Gallucci editore, Roma, 2011 © tutti i diritti riservati |
Le fiabe di Andersen, sono per lo più d'autore e quindi non si avvalgono sempre della ricchezza di quell'immaginario popolare universale così stimolante per gli artisti. Serbano però al loro interno un'anima sensibile forse, come aveva scritto Knud Ferlov nell'accompagnare la prima edizione einaudiana (I Millenni, 1956), "quell'anima danese, quella filosofia popolare che si chiama "lune" che è un complesso indefinibile di bonarietà, di modestia, di allegria, di monelleria, d'ingenua fierezza popolana, di serenità nelle sorti avverse, caratteristico di quel piccolo paese di pianura, senza profili pronunciati, dove il colore quasi non esiste, ma dominano le sfumature". Ma a me sembra qualcosa di più, un sentire comune, per semplificare, che lui è riuscito a catturare in questi piccoli racconti fantastici. Le illustrazioni di Charlotte Gastaut, in questo senso, se possibile donano ancora più leggerezza e poesia a questa piccola grande protagonista che sembra quasi possa apparire e scomparire per magia all'apertura e al finire delle pagine del libro.
Den Standhaftige Tinsoldat, L'intrepido soldatino di stagno, noto con più titoli, qui Il tenace soldatino di stagno, fu pubblicato nel quarto volume di Eventyr, Fortalte for Børn nel 1838.
Non mi sono mai stancata di farmi leggere e rileggere questa fiaba poi, con profonda gioia e immensa gratitudine nei confronti l'alfabetizzazione da parte della mia famiglia, di leggerla e rileggerla anche da sola. Era un tripudio di visioni, di sentimenti, di pensieri contrastanti, e il finale, la morte dei protagonisti nel fuoco, mi lasciava senza parole. Non c'erano i principi della cultura popolare a salvarmi. E ricominciavo da capo sperando che andasse finire diversamente ma poi l'ultima pagina era così perfetta e affascinante che imparai ad accettarla. Il tenace soldatino di stagno, per pensiero, si avvicina a Pollicina così come al Brutto anatroccolo, la diversità qui la fa ancora una volta da padrona. Per il riscatto metafisico dei protagonisti attraverso la morte, ricorda invece La piccola fiammiferaia o La Sirenetta.
Le fiabe popolari non chiudono mai con la morte. Hanno bisogno della speranza, che gli oppressi possano riscattarsi un giorno dagli oppressori.
Le fiabe popolari non chiudono mai con la morte. Hanno bisogno della speranza, che gli oppressi possano riscattarsi un giorno dagli oppressori.
Le fiabe di Andersen sono portatrici di un pensiero filosofico, morale, e per questo non nascondono alla vita la morte. Ma la morte che racconta lui non è mai finitudine è sempre trasformazione... La piccola fiammiferaia incontra la nonna in un migliore aldilà, la Sirenetta si trasforma in schiuma e ritorna nel mondo... il soldatino si scioglie ma nelle ceneri rimane un cuore dall'alto valore simbolico. Per questo si possono raccontare ai bambini sapendo però su quale delicato e profondo sentiero ci si sta inoltrando.
C'erano una volta, tanto tempo fa 25 soldati di stagno, nati da un vecchio cucchiaio di stagno, che indossavano un'uniforme rossa e blu. In mano avevano una baionetta e il loro sguardo era fisso, sembrava perso nel vuoto. Un giorno, il coperchio della scatola venne sollevato: "Soldatini di stagno!" gridò un bambino, battendo le mani per la felicità. Erano il gradito regalo di compleanno e il bambino iniziò subito ad allinearli. I soldatini erano proprio tutti uguali, a parte uno, il protagonista della nostra storia: era senza una gamba perché era stato fuso per ultimo e non vi era stato stagno sufficiente a completarlo. © Hans Christian Andersen/Barbara Petris, Il tenace soldatino di stagno, La Margherita Edizione, 2011
Hans C. Andersen/Barbara Petris
Il tenace soldatino di stagno,
La Margherita Edizioni, Cornaredo (MI), 2011
© tutti i diritti riservati
La sera. gli altri soldatini di stagno furono sistemati nella loro scatola e gli abitanti della casa andarono a letto. I giocattoli, invece, presero vita: chiacchieravano, ballavano, giocavano a nascondino... (© idem)
Hans C. Andersen/Barbara Petris Il tenace soldatino di stagno, La Margherita Edizioni, Cornaredo (MI), 2011 © tutti i diritti riservati |
Quando l'indomani i bambini si svegliarono, sistemarono il soldatino vicino alla finestra la quale, forse per una folata di vento o per dispetto del diavoletto, si spalancò e il soldatino caddè giù dal terzo piano. (© idem)
Hans C. Andersen/Barbara Petris Il tenace soldatino di stagno, La Margherita Edizioni, Cornaredo (MI), 2011 © tutti i diritti riservati |
Comincia così la fiaba de Il soldatino di stagno, una delle più complesse per la moltitudine di piani di stratificazione di senso che propone. Barbara Petris, giovane illustratrice, ha scelto un'illustrazione lieve giocata, con equilibrio, su un doppio codice, quello dell'illustrazione classica e contemporanea. Una prova non facile, che Barbara è riuscita felicemente a superare.
Due nuovi albi vanno quindi ad arricchire la biblioteca dell'immaginario del cigno di Odense. Mancano pochissimi giorni a Natale... l'albero è ormai pronto e, insieme ai bambini, attende un nuovo libro di Andersen.
In attesa...
Fantasia - USA 1940
(estratto)
***
Barbara Petris si è appena aggiudicata il Premio della Critica, per mano di Roberto Innocenti in veste di presidente della giuria, del concorso Calendario Duemila12 promosso dall'Associazione culturale Tapirulan.
Barbara Petris e Roberto Innocenti alla consegna del premio © tutti i diritti riservati |
L'opera vincitrice (Gennaio del Calendario Duemila12) © tutti i diritti riservati |
Questa, più una selezione di opere dei partecipanti al concorso sono esposte, insieme a una personale di Roberto Innocenti, all'interno di Privacy, mostra curata dall'Associazione culturale Tapirulan, di cui vi metto la presentazione e i riferimenti .
Privacy
Mostra collettiva di illustratori contemporanei
dal 3 novembre 2011 al 29 gennaio 2012
Santa Maria della Pietà
Piazza Giovanni XXIII, Cremona
Ospite Speciale
Roberto Innocenti
Da capo a piedi
Mostra collettiva di illustratori contemporanei
dal 3 novembre 2011 al 29 gennaio 2012
Santa Maria della Pietà
Piazza Giovanni XXIII, Cremona
Ospite Speciale
Roberto Innocenti
Da capo a piedi
Anche quest’anno approda a Cremona la mostra di un grande nome dell’illustrazione: Roberto Innocenti. Nel panorama italiano dell’editoria illustrata per ragazzi, Innocenti è senza dubbio una delle personalità più rilevanti: le sue tavole dalla precisione lenticolare non solo hanno dato vita ad alcune tra le più belle pagine della letteratura di tutti i tempi – come Le avventure di Pinocchio, Cenerentola o Un canto di Natale – ma hanno anche fotografato, insieme allo scrittore Roberto Piumini, la storia del Novecento italiano nel libro Casa del tempo. Per dare la misura della grandezza di questo autore basta dire che Innocenti ha ottenuto nel 2008 il prestigioso “Premio Hans Christian Andersen“ come migliore illustratore; il riconoscimento acquisisce particolare significato se si considera che, nel corso delle numerose edizioni, egli è stato l’unico italiano ad ottenerlo. Non per questo, però, la sua prolifica attività si è interrotta e oggi la capacità narrativa di Innocenti è impegnata nella rilettura in chiave contemporanea della fiaba di Cappuccetto Rosso.
Proprio Cappuccetto Rosso è la protagonista di un'illustrazione realizzata dall'artista ad hoc per la mostra Da capo a piedi, allestita presso lo spazio di Santa Maria della Pietà dal 3 dicembre 2011 al 29 gennaio 2012. L'esposizione è stata organizzata dall’Associazione Tapirulan in occasione del concorso bandito per la realizzazione dell'ormai consueto Calendario degli illustratori della cui presente edizione Roberto Innocenti risulta presidente di giuria. L’Associazione ha varato per il 2012 un calendario dedicato al tema della Privacy, ragione per cui la mostra prende il curioso titolo Da capo a piedi. Infatti la rassegna da una parte vuole ripercorrere in senso cronologico le diverse stagioni della vita artistica e dall’altra intrufolarsi, assai poco discretamente, nella privacy dell’illustratore costringendolo a spogliarsi, appunto, da capo a piedi.
La mostra raccoglie oltre 70 opere originali dell’artista, costituendo una vera e propria antologica che offre al pubblico lastraordinaria possibilità di perdersi nelle affollate strade, nelle claustrofobiche stanze, nelle vertiginose prospettive minuziosamente descritte dall’autore.
A completamento dell'avvenimento la casa editrice dell'associazione, Edizioni Tapirulan, ha curato l'edizione del catalogo della personale di Roberto Innocenti. Accanto alle opere dell'artista saranno esposte a Santa Maria della Pietà anche le 12 illustrazioni selezionate per il Calendario 2012 Privacy e le 28 segnalate tra i circa 500 illustratori che hanno partecipato alla selezione. L'evento, per la sua particolare rilevanza, è stato patrocinato dal Comune di Cremona, dal Centro Fumetto, dall'Associazione Illustratori e da Sarmede – Città delle fiabe ed ha, inoltre, ottenuto il sostegno dei partner La Provincia, Fantigrafica e Macrocoop.
Orari di apertura della mostra
Santa Maria della Pietà
Tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19
Sabato e domenica orario continuato dalle 10 alle 18
Chiusa il 25 e 26 dicembre 2011 e il 1 gennaio 2012
Biglietto
Ingresso libero
Informazioni
Associazione Culturale Tapirulan
via Platina, 21 - 26034 Piadena (CR)
www.tapirulan.it/concorso-calendario
e-mail: info@tapirulan.it
tel: 347.6881328 / 328.8518849
Le illustrazioni e i testi sono stati pubblicati per gentile concessione di:
per Pollicina © Carlo Gallucci Editore e rispettivi autori;
per Il tenace soldatino di stagno © La Margherita Edizioni e rispettivi autori
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