venerdì 17 maggio 2013

A UN ANNO DAL SISMA LA BIBLIOTECA DI PICO, CON SALVATORE SETTIS, AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO




Maggio 2012, Maggio 2013: un anno di distanza, uno sguardo, un resoconto, la necessità di capire la strada da intraprendere per un futuro che possa dirsi tale. Le terre terremotate dell'Emilia, e in particolare Mirandola, città nel cuore del cratere, ogni giorno sempre di più tentano di definire le linee e i confini di ciò che è certo, possibile e desiderato per conquistare un nuovo modo di vivere.
Tanto, tantissimo, è stato fatto. Tanta la fatica e l'impegno profusi, da soli e soprattutto insieme agli altri venuti in soccorso, ognuno come ha potuto e voluto, ma sempre presenti.

Nonostante questo, le dimensioni di ciò che è successo richiedono molto di più, da parte nostra, da parte dello Stato, e da parte vostra, di chi ci osserva anche solo da lontano.

Per questo, per il cuore culturale di Mirandola, perché possa tornare a pulsare al più presto, con LA BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN", sabato 18 maggio alle ore 17.30 saremo alla Sala Business del Salone Internazionale del Libro di Torino per mostrare, e dimostrare, gli intenti e le intenzioni che guideranno la costruzione della nuova biblioteca, lontana da venire, siamo ancora in attesa di un prefabbricato per la sede provvisoria, ma per poter iniziare a farlo abbiamo bisogno di tutti voi.

Con noi ci saranno: Salvatore Settis, Marco Bertozzi e Franco Bacchelli, oltre al sindaco di Mirandola Maino Benatti e l'Assessore alla promozione della città e del territorio Caterina Dellacasa.

Per noi, hanno raccontato meravigliosamente la biblioteca di Pico: con le parole Valerio Varesi, di cui potete leggere l'articolo qui sotto e con le fotografie Federico Borella (Studio Eikon) insieme alla redazione di "La Repubblica Bologna", capitanata da Brunella Torresin, che a Mirandola ha dedicato, oltre le pagine del 14 maggio, due reportage on line corredate da video e foto di Federico.
Il primo qui, il secondo qui.

Grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto, che ci sostengono e che intenderanno sostenerci in questo lungo cammino.
Qui, un grazie particolare a "La Repubblica Bologna" e a "Repubblica Bologna.it" - a tutta la redazione, al Salone Internazionale del Libro di Torino - in particolare al direttore Ernesto Ferrero, a Radio3 Fahrenheit - in particolare a Marino Sinibaldi e Susanna Tartaro.

Vi aspettiamo!

© Valerio Varesi
© Federico Borella (Studio Eikon)
La Repubblica Bologna,
martedì 14 maggio 2013


La Biblioteca "Eugenio Garin" di Mirandola è stata adottata dalla trasmissione 
"Fahrenheit" di Radio3 Rai, da "La Repubblica Bologna", dal Salone Internazionale del libro di Torino e sostenuta da Radio24, dalla trasmissione "Tutta la città ne parla" di Radio3 Rai, da Rai 3 TG Emilia Romagna, "Il Resto del Carlino", "Il Corriere della Sera", dai settimanali "il Venerdì" e "Sette" e dall'inserto culturale "La Domenica" de "Il Sole 24 Ore".

SE VUOI AIUTARE LA BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN" A RINASCERE puoi effettuare un bonifico intestato Comune di Mirandola CAUSALE: Terremoto 2012 - Biblioteca Comunale - IBAN IT87N0503466850000000005050 -


LA BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN"
LA STORIA


La Biblioteca Comunale di Mirandola, dedicata a Eugenio Garin e collocata nello splendido palazzo del 600 ricavato dall’ ex Convento dei Gesuiti, è il Servizio Culturale più “antico” e longevo del Comune. Il primo nucleo, oggi parte costitutiva del Fondo Antico, pervenne nel 1870 dallo smembramento della prestigiosa Biblioteca del Convento Francescano. Da allora, la Biblioteca di Mirandola, anche grazie a lungimiranti politiche di acquisto libri, ha costruito un solido patrimonio librario. Oltre al fondo antico (costituito da rarissimi incunaboli, cinquecentine, secentine e settecentine, e numerose prime edizioni, tra le quali quelle delle opere di Giovanni e Giovan Francesco Pico) la Biblioteca possiede circa centomila libri moderni e circa seimila supporti multimediali. Il trend positivo di utenti, in costante aumento negli anni, è una conferma del ruolo della Biblioteca quale punto di riferimento fondamentale per la cultura mirandolese. La continua sinergia e collaborazione con le istituzioni scolastiche e culturali del territorio e la vivacità ed eterogeneità del pubblico che la anima e la vive conferiscono poi alla Biblioteca un ruolo fondamentale per la socialità e l’integrazione. Oltre a questo, l’impegno della Biblioteca nell’ambito delle manifestazioni culturali, ampliamente intese, ha consentito l’ideazione e il sempre maggiore consolidamento di appuntamenti culturali annuali di grande interesse, tra i quali: il Festival "Pensare…" e la rassegna editoriale “Un Castello di Libri”. 

Dopo il sisma tutto il patrimonio librario è stato rimosso e messo in sicurezza grazie alla Soprintendenza Regionale ai Beni Librari

La sede della Biblioteca ha subito gravissimi danni alla struttura con crolli diffusi delle volte e delle scale. 



BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN"

BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN"

BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN"


BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN"

BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN"

BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN"

Grazie al finanziamento della Regione Emilia Romagna, entro pochi mesi Mirandola potrà disporre di una Biblioteca provvisoria. La struttura, di circa 500 metri quadrati, sarà composta da un “open space” nel quale troveranno posto l’area del prestito, le postazioni per l’utilizzo di Internet, la mediateca con cd, dvd e tablet, lo spazio per giornali e riviste e la sezione di narrativa e saggistica per adulti a scaffale aperto. Vi saranno poi aule per due uffici, per le sezioni bambini 0-6 anni e ragazzi 7 - 14 anni, una sala di studio per studenti e una piccola sala riunioni. Verranno dunque riattivati i servizi essenziali di prestito, consultazione, consulenza ed informazione per gli utenti, lo svolgimento di attività e laboratori per bambini e ragazzi e la presentazione di volumi e conferenze per adulti. 



BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN"

BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN"

BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN"
La Biblioteca, luogo fondamentale di cultura e formazione, ma anche centro di aggregazione e di recupero della propria identità - che il sisma ha compromesso - avrà a disposizione anche uno spazio esterno per l’incontro e la socializzazione e per piccole manifestazioni all’aperto. 

La piena realizzazione del servizio potrà tuttavia riprendere solo tra anni, in una nuova sede definitiva, individuata nell’ex convento di San Francesco, nel quale troveranno posto anche i preziosi fondi antichi e speciali, e nuovi servizi per la città. 

Si tratta di un’operazione complessa e onerosa che richiede uno sforzo e un impegno costante … ma che la Città e Il Comune intendono perseguire con determinazione.


LA BIBLIOTECA "EUGENIO GARIN"
I FONDI

La Biblioteca Comunale di Mirandola, inaugurata nel 1870, ha il proprio nucleo originario nella Biblioteca del soppresso convento di San Francesco, composta da circa 4.000 volumi. Fra questi si segnalano 16 corali, in prevalenza manoscritti su pergamena, del XV e XVI secolo, il più prezioso dei quali è costituito da un esemplare con capilettera miniati da Bonifacio Bembo nel 1442. 




Nel fondo francescano poi si annoverano incunaboli, cinquecentine, e soprattutto secentine e settecentine, a prevalente carattere devozionale e religioso, ma anche riportanti opere di classici latini quali Cicerone ed Orazio. Fra le cinquecentine degna di annotazione è la Moscovia, del gesuita Antonio Possevino, che illustra la sua missione presso Ivan il Terribile in qualità di legato pontificio in edizione originale latina stampata nel 1586 a Vilnius in Lituania, e non nella più diffusa traduzione italiana stampata nel 1592 a Ferrara. Fra le opere edite nel Seicento e nel Settecento prevalgono testi di autori legati alla Controriforma, quali Bartoli, Bellarmino, Segneri, numerosi classici latini, ma anche i numerosi tomi delle Opere drammatiche di Metastasio (Venezia, Bettinelli, 1748-1766). Per il XIX secolo si segnalano i 25 libri Delle rivoluzioni d’Italia, di Carlo Denina (Venezia, Rosa, 1817) e il Saggio sull’umano intelletto di John Locke (Venezia, Baglioni, 1801). 


Nel 1909 la biblioteca si arricchisce di un altro importantissimo nucleo, la donazione di circa 16.000 libri e numerosi documenti di famiglie nobili mirandolesi (fra i quali anche alcune lettere dei Pico) effettuata da Francesco Molinari, avvocato e studioso di storia locale, curatore di numerosi volumi della collana Memorie storiche della città e dell’antico Ducato della Mirandola. Nella sua raccolta sono presenti prestigiose opere giuridiche, fra le quali le Institutiones del Corpus Iuris Civilis, edite nel 1561 a Venezia, opere di classici latini quali Seneca, Marziale, Cicerone, Catullo, di Girolamo Savonarola e del filosofo mirandolese Antonio Bernardi. Sicuramente però la raccolta si rivela di particolare interesse per la presenza di numerose opere di Giovanni e Giovan Francesco Pico. Del primo l’Opera omnia in più esemplari, stampati a Reggio Emilia nel 1506 da Ludovico Mazzali e a Venezia nel 1557 da Girolamo Scoto, oltre che una rara edizione de Le sette sposizioni...intitolate Heptaplo, sopra i sei giorni del Genesi, stampate nel 1555 da Lorenzo Torrentino a Firenze, e non a Pescia come invece la maggior parte degli esemplari conosciuti. 




Del secondo in particolare le due opere stampate da Giovanni Mazzocchi di Ferrara a Mirandola nel 1519 e nel 1520, uniche attestazioni di stampa in questa città fino al XIX secolo, il Liber de veris calamitatum causis nostrorum temporum e l’Examen vanitatis doctrinae gentium. Un esemplare di quest’ultimo è una rara emissione riproducente la marca tipografica del veneziano Ottaviano Scoto, probabilmente prodotta dal suo erede Girolamo. 

Il fondo Molinari annovera poi numerose opere edite nei secoli successivi, di carattere letterario, storico, giuridico, fra le quali per il Seicento ricordiamo le Opere di Paolo Sarpi (Venezia, Meietti, 1667), per il Settecento le Poesie drammatiche di Apostolo Zeno, edite a Torino da Prato nel 1765, Dei delitti e delle pene di Pietro Verri, con i commenti di Voltaire (Bassano, Remondini, 1789), per l’Ottocento Il Codice napoleonico (Firenze, Piatti, 1806) e la Storia della letteratura italiana di Girolamo Tiraboschi (Milano, Fontana, 1829). 

Nel 1985 una cospicua donazione, effettuata da Don Francesco Gavioli, viene ad arricchire il già corposo patrimonio della Biblioteca Comunale di Mirandola. 



La Raccolta Gavioliana è infatti costituita da circa 18.000 fra volumi ed opuscoli, circa 300 manoscritti , 250 faldoni di periodici e 554 di miscellanea, 912 di archivi e circa 120.000 cartoline storiche. 

Fra i volumi anche incunaboli e cinquecentine, riportanti opere di classici latini quali Cicerone, Ovidio, testi religiosi, e le Opere di Girolamo Benivieni, comprendenti anche la canzone sull’amore celeste e divino col commento di Giovanni Pico. 

Per il secolo XVII troviamo opere di classici latini e testi devozionali legati alla Controriforma, stampati sia in Italia si all’estero: Roma, Venezia, Amsterdam, Parigi, Francoforte. Per il Settecento opere teatrali, geografiche, dizionari generali e per l’Ottocento edizioni dei più famosi romanzi storici di Scott, Cooper, Dumas padre. Di particolare interesse l’Antologia del Viesseux, stampata a Firenze dal 1821 al 1832. 

Importantissima anche la sezione di cartoline, fra le quali, di notevole interesse in questa sede, le 2.417 relative alla città di Torino e le 1.061 riguardanti i Savoia. 

Nella sezione archivi, atti di famiglie nobili italiane, e fra queste i Bagnesi, potenti mercanti fiorentini, dei quali si conservano numerosi documenti di diversi secoli, i più antichi fra questi costituiti da preziose pergamene duecentesche. Nel 1982 arricchisce la biblioteca il fondo Il Mulino, costituito da circa 8.000 volumi della seconda metà del XX secolo, relativi alle scienze sociali, appartenuto all’ Istituto Cattaneo di Bologna poi alla Casa Editrice Il Mulino. 

Parallelamente a queste donazioni la Biblioteca provvede negli anni ad effettuare acquisti di edizioni contemporanee disponibili per il prestito. Per citarne alcuni: la collana I classici del ridere dell’editore modenese Formiggini, la collana Teatro del prestigioso editore milanese Rosa e Ballo, voluta dallo scrittore Giovanni Cavicchioli , direttore della Biblioteca Comunale dal 1923 al 1927 e dal 1945 al 1950. 

Prestigiosi fondi di conservazione si affiancano ai testi di narrativa, saggistica e divulgazione nelle sezioni a scaffale aperto per bambini, adulti e ragazzi, integrati negli ultimi anni con materiali multimediali. 

***** 

La Biblioteca comunale di Mirandola da sempre vede convivere due anime: quella di istituto di conservazione per la salvaguardia e la promozione di importanti fondi storici utili agli studiosi, suggellata dalla intitolazione ad Eugenio Garin nel maggio 2005, e quella di centro di informazione, documentazione e svago per le esigenze degli utenti di ogni età e condizione sociale.



 LA NUOVA SEDE DELLA BIBLIOTECA: 
L’EX CONVENTO DI SAN FRANCESCO 


La prima notizia documentale della Chiesa di San Francesco a Mirandola è del 1287. Si tratta di una delle più antiche chiese francescane d’Italia, forse la terza dopo quelle di Assisi e Bologna. Inizialmente all’esterno delle mura cittadine, fu poi inglobata all’ interno del nucleo urbano e riedificata in forme gotiche alla fine del Trecento. Presentava sulla facciata un portico, ricordato già dal Seicento, che venne demolito nel 1927. Adiacente alla chiesa il convento ed il chiostro, ampliati alla fine del XIV° secolo; il chiostro fu completato con loggiato e portico da Alessandro II Pico nel 1671. Al centro del cortile è ancora presente un pozzo in marmo con decorazioni di scudi araldici. Un secondo chiostro, iniziato nel 1609 da Alessandro I, venne ultimato da Alessandro II nel 1691. Questo chiostro venne demolito nel 1811. Numerosi edifici di servizio con facciata sulla piazza vennero abbattuti nel 1825. Nel 1811, in seguito alle soppressioni napoleoniche, il convento venne venduto a privati che demolirono i due chiostri ed altri edifici per ricavarne materiali edilizi. Con la Restaurazione i frati nel 1824 tornarono a Mirandola con l’Ordine dei Minori Riformati e ricostruirono il convento ed il chiostro nel 1828. Nel 1866 tutto l’immobile, in seguito alle soppressioni, divenne di proprietà comunale. Il Comune nel 1923 ristrutturò tutto il convento in forme neogotiche, e ne fece la sede delle scuole professionali e del Liceo Pico; costruì inoltre un palazzo su Via Verdi, sede della Biblioteca Comunale fino al 1983, quando venne trasferita nell’ ex Collegio dei Gesuiti, ed i locali furono occupati fino al 2010 da una sezione della scuola media inferiore. 


EX CONVENTO FRANCESCANO poi LICEO PICO 13 maggio 2013
@ Federico Borella (Studio Eikon)

EX CONVENTO FRANCESCANO poi LICEO PICO 13 maggio 2013
@ Federico Borella (Studio Eikon)

All’interno della chiesa, considerata il pantheon dei Pico, si trovano i monumenti funebri di alcuni esponenti della famiglia, (Prendiparte, Spinetta, Giovan Francesco I, Giulia Boiardo) spostate sulla navata sinistra negli anni trenta del Novecento. Prima del terremoto si trovava in chiesa anche la tela di Sante Peranda S. Francesco riceve le stimmate, insieme ad opere minori, ora spostate nella Reggia di Sassuolo. 

Altre importanti opere d’arte anche prima del sisma non erano più nella loro sede originale: la Pala delle Tre Croci della seconda metà del XV secolo di Francesco Bianchi Ferrari è alla Galleria Estense a Modena, nel Museo Civico ed in Municipio a Mirandola si trovavano tele di Sante Peranda e di Palma il Giovane. L’ex convento che, a differenza della chiesa, non ha subito danni rilevanti, è stato individuato dall’Amministrazione Comunale come sede definitiva della Biblioteca Comunale, dopo un’opera di adeguamento e ristrutturazione le cui linee programmatiche verranno indicate da un apposito gruppo di lavoro recentemente costituito.



Mirandola 
2012 – 2013 


Mirandola, 29 maggio 2012 h. 9:00

Mirandola, 29 maggio 2012 h. 9:00

Mirandola è il centro più grande del cratere del terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012 e, di fatto, la città più colpita. 

A un anno dagli eventi sismici sono ancora numerose le abitazioni fortemente danneggiate e inagibili, e molti i nuclei famigliari allontanati dalle proprie case, in particolare quelli residenti nel Centro Storico. Pur nelle grandi e gravi difficoltà, il settore produttivo ha reagito con straordinaria energia, in particolare l’industria biomedicale, che a Mirandola ha costituito un distretto d’eccellenza tra i più importanti nel mondo. 

ALCUNI TRA LE PRINCIPALI EDIFICI STORICI GRAVEMENTE DANNEGGIATE E INAGIBILI

CASTELLO PICO, particolare (prima)


IL CASTELLO DEI PICO. Di recente ristrutturazione (2006), costituisce il punto di riferimento della vita culturale della città di Mirandola nel quale hanno sede il Museo Civico, Sale Espositive e Sale Conferenze, oltre a uffici pubblici e alla sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola. 


CASTELLO PICO, particolare (prima)


CASTELLO PICO

CASTELLO PICO

CASTELLO PICO

CASTELLO DEI PICO 13 maggio 2013
© Federico Borella (Studio Eikon)
La Repubblica Bologna.it


E’ parte del grande complesso che fu la reggia della Signoria Pico, che comincio il suo progressivo declino dal 1714, in coincidenza dell’esplosione del celebre torrione, fatto erigere nel 1499 da Giovan Francesco II Pico, che segnò la fine della dinastia Pico. Il Castello è oggi completamente inagibile e la struttura è gravemente compromessa. Per ora, sono state completate tutte le opere provvisionali di messa in sicurezza. 

CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE - DUOMO (prima)

LA CHIESA PARROCCHIALE DI SANTA MARIA MAGGIORE – DUOMO, la cui costruzione iniziò nel 1444, per volere di Giovanni e Francesco I Pico, per terminare intorno al 1470, è stata rimaneggiata e ristrutturata più volte nei secoli successivi. 

CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE - DUOMO 15 maggio 2013
© Federico Borella (Studio Eikon)
La Repubblica Bologna.it


CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE - DUOMO 13 maggio 2013
© Federico Borella (Studio Eikon)
La Repubblica Bologna.it

CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE 13 maggio 2013
© Federico Borella (Studio Eikon)
La Repubblica Bologna.it


















 











L’importanza storico dell’edificio consiste nel fatto che attraverso di essa i Pico raggiunsero l’obiettivo di avere nella capitale dello stato la Chiesa di maggiore importanza della Signoria e di costituire la Parrocchia di Mirandola. Struttura a tre navate, conteneva opere d’arte interessanti come il Sepolcro Marmoreo cinquecentesco del filosofo mirandolese Antonio Bernardi, le tele di Sante Peranda, la cappella della Beata Vergine di Pompei e un affresco di Pietro Annigoni. Durante il sisma la Chiesa è completamente crollata. Il campanile, pericolante, è stato messo in sicurezza.

CHIESA DI SAN FRANCESCO (prima)

CHIESA DI SAN FRANCESCO. La prima notizia documentale della Chiesa è del 1287. Si tratta di una delle più antiche Chiese francescane d’Italia, forse la terza dopo quelle di Assisi e Bologna. Inizialmente all’esterno delle mura cittadine, fu poi inglobata nel nucleo urbano e riedificata in forme gotiche alla fine del Trecento L’importanza dell’edificio è determinata dal suo ruolo di “pantheon” della famiglia Pico: al suo interno, infatti, sono custodite le splendide tombe di Galeotto (1499), Prendiparte (1394 -opera di Paolo delle Masegne), di Spinetta (1399), di Giovan Francesco I e Giulia Boiardo, genitori di Giovanni Pico (1467).

CHIESA DI SAN FRANCESCO  giugno 2012

CHIESA DI SAN FRANCESCO 15 maggio 2013
© Federico Borella (Studio Eikon)
La Repubblica Bologna.it
La Chiesa e il convento attiguo ospitavano inoltre un patrimonio artistico e culturale di grande valore: opere d’arte (alcune delle quali trasferite presso il Museo Civico di Mirandola e presso la Galleria Estense di Modena), dipinti, statue devozionali, vetrate ricche di rimandi alla storia della città e del tempo. 

CHIESA DI SAN FRANCESCO 15 maggio 2013
© Federico Borella (Studio Eikon)
La Repubblica Bologna.it
Adiacente alla chiesa il convento ed il chiostro, ampliati alla fine del XIV° secolo; il chiostro fu completato con loggiato e portico da Alessandro II Pico nel 1671. Al centro del cortile è ancora presente un pozzo in marmo con decorazioni di scudi araldici. Un secondo chiostro, iniziato nel 1609 da Alessandro I, venne ultimato nel 1691. Il sisma ha comportato il crollo totale della struttura, campanile compreso, lasciando soltanto la facciata della Chiesa e le tombe dei Pico, ora in sicurezza. 

CHIESA DEL GESù (prima)

CHIESA DEL GESÙ. Autentico scrigno barocco, fu edificata su mandato di Alessandro I Pico in occasione della propria investitura a Duca della Mirandola. Iniziata nel 1621, fu completata da Alessandro II, nel 1689. Rimasta incompiuta nella facciata, presenta un fastoso interno in stile barocco, di ordine corinzio, ad una sola navata, ricco di arredi e opere d’arte. L’arredamento interno, in gran parte in legno, è opera di intagliatori mirandolesi. Sono di Paolo Bonelli le straordinarie ancone dei due altari lignei ai lati del transetto e le maestose cornici, mentre il pulpito è di Giacomo Gibertoni. 

CHIESA DEL GESù 15 maggio 2013
© Federico Borella (Studio Eikon)
La Repubblica Bologna.it

Pregevoli anche il ciborio dell’altare maggiore, in marmi policromi, la “Pala della Circoncisione” di Innocenzo Monti e gli stucchi del cornicione, di Pompeo Solari. Il cornicione è ricco di immagini allegoriche e simboli araldici che alludono alla gloria della famiglia Pico. Da segnalare è anche il Crocefisso, in stucco plasticato e dipinto, che si trovava nell’altare del SS. Crocefisso, ritenuto miracoloso e molto venerato nei secoli scorsi. 

CHIESA DEL GESù 15 maggio 2013
© Federico Borella (Studio Eikon)
La Repubblica Bologna.it

Attiguo alla Chiesa si trova il collegio dei Gesuiti, aperto nel 1690, che ospitava la Biblioteca comunale. Il sisma non ha demolito la struttura lignea del soffitto della Chiesa ma sono crollate le volte e la muratura è pericolante, mentre gli altari lignei sono integri e protetti da una struttura provvisoria in legno. 

PALAZZO  COMUNALE (prima)

IL PALAZZO COMUNALE, simbolo della città, è composto da tre corpi distinti, costruiti in tre fasi successive. La parte settentrionale, affacciata sulla piazza e in stile rinascimentale, risale al 1468 e andò ad integrare un edificio preesistente, che molto probabilmente era la precedente sede del Comune. La parte meridionale invece fu aggiunta al nucleo centrale nel 1748. 

PALAZZO COMUNALE

Alla fine dell’ottocento si rese necessaria una pesante ristrutturazione, con totale demolizione e ricostruzione del loggiato ad opera dell’arch. Vincenzo Maestri di Modena. Nel 1928-1930, l’architetto Mario Guerzoni riorganizzò gli spazi interni del palazzo, progettando la chiusura del cortile centrale e la sistemazione di un imponente scalone interno. Di grande pregio è la Sala Granda, che si estende per tutta l’area del loggiato e che presenta un interessante soffitto in legno a cassettoni. Nella sala sono collocati notevoli dipinti (Palma il Giovane, Sante Peranda, Pietro Faccini ecc.). 

PALAZZO COMUNALE

PALAZZO COMUNALE

Il terremoto ha comportato il distacco del loggiato nord dal corpo di fabbrica principale, crolli interni dei solai, danni alle strutture portanti e al portico nord, spanciamenti laterali delle murature. 


TEATRO NUOVO. Terminato nel 1905, è caratterizzato da uno stile tardo ottocentesco modellato sul Teatro Storchi di Modena. La facciata presenta un portico sorretto da pilastri con capitelli in stile corinzio che sostiene una grande terrazza affacciata sulla piazza. Due corpi laterali si protendono ai lati della terrazza,ricchi di finestre che continuano nelle fiancate laterali dell’edificio. Dall’atrio di ingresso si accede ad una classica platea a ferro di cavallo. Abbracciano la platea due ordini di palchi, e due gallerie. Il terremoto ha danneggiato gravemente gran parte della struttura permettendo tuttavia, fortunatamente, l’agibilità all’ingresso e allo storico Caffè del Teatro. 

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