giovedì 13 giugno 2013

UN GIARDINO, UN ORTO E UN BAMBINO

Silvia Bonino, Il mio giardino semplice.
La facile arte del giardinaggio in famiglia
,
De Vecchi (Giunti editore), Firenze, 2013

Silvia Bonino è professore onorario all'Università di Torino, dove ha insegnato per molti anni Psicologia dello sviluppo. È autrice di numerosi libri scientifici e divulgativi, pubblicati in Italia e all'estero presso i maggiori editori. Ha curato il Dizionario della psicologia dello sviluppo per Einaudi (2002) e tra i suoi testi più recenti troviamo Mille fili mi legano qui. Vivere la malattia (Laterza, 2006), libro tra scienza e testimonianza tradotto in diverse lingue e La leggenda del re di pietra (Araba Fenice, 2011), favola naturalistica per adulti e bambini. Il suo ultimo  libro, Il mio giardino semplice. La facile arte del giardinaggio in famiglia è pubblicato dalla case editrice De Vecchi (2013).

Julie Fogliano/Erin E. Stead,
E poi è primavera,
trad. Cristina Brambilla,
Babalibri, Milano, 2013
Julie Fogliano ha trascorso tutta la vita leggendo libri per bambini. Adesso sta sveglia tutta la notte per scrivere i suoi libri mangiando cereali. Vive nella Hutson Valley insieme al marito e ai due figli che la stancano moltissimo, ma allo stesso tempo le regalano un sacco di buone idee. 

Erin E. Steadautrice e artista, divide il suo tempo tra una vecchia fattoria a Ann Arbor nel Michigan e New York. Ha lavorato per la casa editrice HarperCollins Children’s Books.
Di Erin E. Stead, e di Il raffreddore di Amos Perbacco, il suo primo libro pubblicato in Italia, sempre per Babalibri (2011), potete leggere qui.
and then it's spring si è aggiudicato numerosi premi tra cui il "2012 Boston Globe – Horn BookHonor Book", l'"A Kirkus Reviews Best Children’s Book of 2012", l'"A Publishers Weekly Best Children’s Book of 2012" e l' "A Horn Book Fanfare Best Picture Book of 2012".


Emanuela Bussolati, Ravanello cosa fai?,
Editoriale Scienza, Trieste, 2013
Emanuela Bussolati, è appena stata insignita del Premio Andersen "Migliore autrice completa 2013" con la seguente motivazione: "Per l’articolata, consapevole ed empatica competenza di creatrice di libri per l’infanzia: dall’individuazione di tematiche mai scontate alla progettazione e realizzazione compositiva complessiva. Per il continuo rinnovarsi di un coerente percorso di attenzione e ascolto dell’infanzia, contraddistinto da un lato dalla capacità di stare dalla parte dell’età evolutiva e dall’altro di dialogare con differenti competenze e linguaggi".
Architetto, invece di case e grattacieli ha scelto di progettare e illustrare libri per bambini, in particolare per piccolissimi. Fra le sue iniziali esperienze, ha collaborato con il “Vivaio”, centro di psicologia per l’età evolutiva. I primi libri li ha illustrati per case editrici francesi e inglesi, poi per Emme Edizioni e Piccoli. Per sette anni, per le mamme e i papà che leggevano la rivista “Donna e Mamma”, ha scritto e illustrato storie da raccontare ai bambini prima della buonanotte. 
Emanuela Bussolati, Giardinieri in erba,
(con bustina di semi)
Editoriale Scienza, Trieste, 2009


Ha ricoperto la carica di direttrice editoriale di Piccoli e La Coccinella ed è stata responsabile della collana "Zerotre" della Franco Cosimo Panini (Premio Andersen 2009 come miglior progetto editoriale). È ideatrice e autrice della serie "I Quadernini" (Editoriale Scienza), il cui volume Giardinieri in erba è stato inserito  nei White Ravens 2010 e Tararì Tararera (Carthusia) si è aggiudicato il Premio Andersen nel 2010 come miglior libro 0-6 anni. Con Paolo Tasini, Emanuela Bussalati poi, cura il blog Attraverso Giardini








Gerda Muller, La vita segreta dell'orto,
trad. Isabella Riva Macerata,
Babalibri, Milano, 2013
Gerda Muller nasce a Naarden, in Olanda, nel 1926. Studia alla Scuola d'Arti Decorative di Amsterdam e alla Scuola Estienne a Parigi. Realizza molti album illustrati per bambini e collabora con riviste specializzate nel campo infantile. «Quando lavoro sola nel mio studio sento la presenza di un bambino che mi guarda e spesso mi guida. È per lui che lavoro.»
La vita segreta dell'orto porta la rilettura scientifica di Alain Douineau, giardiniere, animatore pedagogico e Sophie Deschamps, giardiniera. Jardin del plantes, Parigi. Di Gerda Muller, sempre nel catalogo Babalibri, trovate anche anche Indovina che cosa succede Indovina chi ha trovato Orsetto.

Florence Guiraud/Judith Nouvion,
I frutti della terra,
trad. Alessandro Marcigliano,
Gallucci Editore, Roma, 2012
Florence Guiraud è una scrittrice e illustratrice di successo. I suoi libri sono pubblicati principalmente dalle case editrici Casterman e Éditions de La Martinière Jeunesse (Le Carnaval de la savane, Alphanimaux, Mon 1 000 mots, Les aventuriers de la plume magique, L’histoire de la girafe blanche qui voulait ressembler à une vraie girafe, Le mystère de la lune...) e i suoi albi per i piccoli sono pubblicati da Seuil. Dans mon panier, con Judith Nouvion pubblicato lo scorso anno da Éditions De La Martinière Jeunesse e in Italia da Gallucci Editore con il titolo I frutti della terra (2012), si è aggiudicato la Menzione nella sezione NON-FICTION dell'ultimo BolognaRagazzi Award.







Ho una vera passione per i libri che raccontano di giardini e di orti, chi mi spinge fin dentro le pagine dei libri di botanica. (Potete leggere un altro post  qui).
Forse perché ho un'antica passione per i giardini e gli orti.

Succede così che a volte, questi libri mi affascinano. Pur consapevole che non riuscirò a mettere in pratica un rigo di ciò che suggeriscono, riconosco in loro il dono di chi ha fatto, dell'azione e il piacere di coltivare, un'arte. Altre volte, scorgo in questi testi un'antipatia per il lettore proporzionale al compiacimento che deve provare chi scrive mentre, con precisione maniacale, erige il suo sapere a muro invalicabile per il neofita o "non addetto ai lavori". Ora, pur consapevole che la conoscenza, in qualsiasi ambito, può elevare il discorso a materia di studio, mi chiedo se la complessità della natura non possa essere spiegata con la saggezza di chi desidera trasmetterne i segreti.

Questo discorso potrebbe andare di lungo tanto da annoiarvi, ma se avute avuto la fortuna di crescere in qualche modo nel ventre della natura o di frequentarla con assiduità, di conoscere da vicino le persone che la abitano, a qualsiasi latitudine o longitudine, sapete che cosa intendo dire.

Ora, prendete un rettangolo, al centro metteteci una casa, nella metà davanti immaginateci un giardino e piante, lungo tutto il perimetro alberi da frutto e nella parte dietro un orto punteggiato di fiori: questa è la figura geometrica del primo luogo della mia crescita. Dentro, oltre alla mia corposa famiglia, e un numero considerevole di parenti vagabondi, vicini e amici, pensateci anche Musotondo, il gatto Primo e Ultimo, Aros, il pastore tedesco che mi ha fatto credere di essere un'amazzone, Wolfy, l'altro pastore tedesco che amava la musica, Bracco una trattato di poesia canina e Pippo, beh, Mister P è stato il cane dei desideri e, insieme a Bracco, una continua interrogazione sulle derive a cui può approdare l'essere umano.

Insomma, quello in cui vivevo era un rettangolo dilatato di natura e una vivace confraternita di tipi, umani animali e vegetali che, sopra, ci vivevano con l'illusione di completarsi a vicenda; perimetro da cui riemergevo ogni sera con addosso l'inequivocabile e trionfante afrore di "bambino sporco", quel profumo che circonda ancora oggi chi si è divertito come un pazzo e che si lava via con una lunga doccia prima di cena.

Uno per tutti, Mister P

La scuola è finita, la primavera di cui siamo stati privati dovrebbe aprire tra poco le porte all'estate, c'è un'attesa di vita all'aperto pronta a esplodere in ogni bambino, e in noi prima di loro. Sotto le mie finestre è tutto un tolgo la maglietta metto la maglietta, tra pioggia e partite di chi sa quale gioco che non conosco a cui partecipano bambini colorati. Quello che mi manca, tra le molte cose, di quelle lunghe giornate è l'organizzata benedetta mancanza di programmazione.

Eppure, c'erano tempi precisi e piacevoli anche in quell'agenda mancata.

Due di questi erano quotidianamente immancabili: il tempo del giardino e quello dell'orto. Complici, entrambe le nonne, opposte nel pensare e nel fare, unite da un'origine contadina che dalla terra sapeva raccogliere ogni offerta. Nel campo, rigorosamente separato da una funzionale zona franca con fiori ad abbellire e rosmarino, prezzemolo, salvia, timo, menta, basilico, maggiorana e pepe bipartisan, si potevano vedere schierati nel settore nonna G.: fragole, pomodori tondi, lattuga, carote, ravanelli rossi, fagiolini, patate, zucchine, aglio, cipolle; il settore nonna E., da par suo, contrattaccava, con fiera discrezione, con fragoline di bosco, piselli, ravanelli bianchi, radicchio, pomodori perini, melanzane, sedani, peperoni, cetrioli e, attenzione, cipollotti.

Il giardino, quello vero, con patto di sangue sottoscritto per manifesta inferiorità esibita di nonna G, era il regno indiscusso di nonna E. .

In questi regni, io, aiutante che tutto doveva imparare, mi muovevo seguendo due lingue che impartivano suggerimenti e ordini simili ma con tempi e sfumature caratteriali. Improvvise tavole rotonde poi si organizzavano ai cambi di luna, di tempo, di stagione, quando il mattino si apriva illuminando un mandala di bava di lumache, o quando una semina non voleva saperne di venire su. Bandiere bianche sventolavano quando si doveva innaffiare, e a poterlo fare ormai ero io dopo attenti esami e ammonimenti agli animali compresi. Che poi applicavamo, io e i quadrupedi, rigorosamente a metà.

Non so, io ricordo tutto come fosse ora, come capiterà anche a voi sono sicura quando pensate ai momenti della vostra infanzia. È che era un logos, uno scandire del tempo e dei modi, che durava tutti i mesi dell'anno. Una sapienza che non sembrava tale, il far parte di una scombinata ma precisa combriccola di sapienti che andava ben oltre le nonne. Era normale vivere con e nella natura, perché di fatto se ne era consapevoli. Una bussola che aiutava a capire esattamente in quale punto del calendario del mondo ci si trovasse. E una volta che quella bussola l'hai avuta, se poi è successo da bambino, desideri continuare a usarla perché sai che da essa dipende molto del tuo sentire, del sentirti, bene.

Quello che sai, a differenza di altri, è che in fondo, pur non essendoci sempre le condizioni favorevoli a consentirlo, per riprodurre le sensazioni di quello stato basta poco. E lo sai perché te lo hanno insegnato e trasmesso con semplicità, insomma è come se, dopo aver appreso le formule, ora tu conoscessi il codice. Che segreto non è perché poi, volendo, è lì, alla portata di tutti.

Molto di tutto questo "riaffiorare" lo devo, oltre al mio giardino di allora ma distante e al terrazzo di oggi di cui cerco di appropriarmi strappandolo dalla città come una provetta Mary Lennox, alla lettura di quello che ritengo un bel libro, Il mio giardino semplice. La facile arte del giardinaggio in famiglia, scritto da Silvia Bonino.



Silvia Bonino, Il mio giardino semplice.
La facile arte del giardinaggio in famiglia
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De Vecchi (Giunti editore), Firenze, 2013


Tutto in questo testo risiede nella visione e parla dell'esperienza di chi lo ha scritto, alla vita di bambina trascorsa in una casa in collina, del tempo vissuto in un giardino e orto insieme «secondo un'abitudine che gli ecologisti oggi suggeriscono e che sembra una grande novità: allora era una consuetudine dettata dalla necessità e dall'antica abitudine contadina, a essere autosufficienti, senza per questo rinunciare alla bellezza» e di un dono di un papà che un giorno regalò a Silvia alcune piantine perché essere piantarle in un angolo di giardino tutto per sé.
Ma è anche frutto di molti anni di insegnamento di Psicologia dello sviluppo mettendo così in perfetta relazione, in queste pagine, «la cura delle piante che mi ha accompagnata per tutta la vita, e mi ha insegnato molte cose, con le conoscenze di psicologia che sono state, anch'esse, il sale della mia vita».


Silvia Bonino, Il mio giardino semplice.
La facile arte del giardinaggio in famiglia
,
De Vecchi (Giunti editore), Firenze, 2013



Questa "perfetta relazione" fa di Il mio giardino semplice" un manuale, ma non pensatelo strettamente così, una profonda riflessione e insieme un'utile guida per soccorrere il bisogno, tanto di un adulto che di un bambino (magari insieme), di immergere le mani nel cuore della natura, là dove molto succede ogni volta per la prima volta, e attraverso questo gesto provare il piacere e la responsabilità del prendersi cura di qualcosa, un'entità viva in realtà che non può attendere, fuori da sé.
Questo libro vuole rispondere alla duplice esigenza di comprendere quali importanti insegnamenti la pratica del giardinaggio può trasmettere ai bambini e di concretizzare questa pratica nella quotidianità della famiglia.
Proprio perché di pratica si tratta, e non di conoscenza teorica, verrà illustrata fin da subito, nella prima parte del libro, la proposta del "giardino semplice".
Si tratta di una proposta innovativa, che permette di realizzare l'esperienza del giardinaggio in modo adatto ai più piccoli e con buoni risultati sia per i coltivatori - bambini e adulti - sia per le piante coltivate.

Nella seconda parte del libro saranno invece esaminati nello specifico gli insegnamenti che il giardinaggio può offrire:
- COMPRENDERE L'UNITà DELLA VITA;
- CONOSCERE E ACCETTARE IL CICLO DELLA VITA;
- CONOSCERE E ACCETTARE IL CICLO DELLE STAGIONI;
- IMPARARE A PRENDERSI  CURA DI UN ESSERE VIVENTE;
- IMPARARE IL SENSO DI RESPONSABILITà;
- IMPARARE A TOLLERARE IL SENSO DI FRUSTAZIONE E PAZIENTARE;
- IMPARARE A PENSARE;
- IMPARARE AD ACCETTARE I LIMITI;
- CONFRONTARSI CON LA VITA REALE;
- IMPARARE L'ARMONIA.
Nella terza parte saranno offerti suggerimenti pratici relative alle piante più adatte per il giardino semplice durante i vari mesi dell'anno, oltre che per la coltivazione su terrazzi, balconi e davanzali e per la realizzazione dell'orto.



Silvia Bonino, Il mio giardino semplice.
La facile arte del giardinaggio in famiglia
,
De Vecchi (Giunti editore), Firenze, 2013



C'è anche un'altra considerazione di fondo, importante, che ha motivato Silvia Bonino a scrivere queste pagine «se guardiamo all'ambiente in cui avviene lo sviluppo della maggior parte dei bambini di oggi, ci rendiamo conto che in esso le forme di vita vegetale sono poco presenti. La maggior parte dei bambini ha esperienza diretta solo delle poche piante verdi che decorano gli interni delle abitazioni o tutt'al più il balcone, mentre in città gli spazi verdi, oltre a essere scarsi, sono spesso maltenuti e infrequentabili (NDR. Senza tenere conto che, nel nostro Paese,  negli ultimi anni la cementificazione prosegue al ritmo di 45 ettari al giorno privando i bambini di aree verdi e spazi per giocare e che circa 1.500.000 bambini e ragazzi nascono e crescono in aree in prossimità di impianti industriali e discariche non conformi alle normative il cui suolo, falde acquifere e l'aria sono altamente inquinanti e nocivi alla loro salute. Fonte: rapporto 2013 di Save the Children). Nella quotidianità il bambino ha poco a che fare con la vita vegetale e molto raramente gli viene chiesto di occuparsene. Le piante finiscono così per apparire un prolungamento dell'arredo domestico e urbano: da ammirare nei casi migliori, da guardare con indifferenza nei peggiori. Ne deriva che il mondo vegetale è per lo più estraneo all'universo infantile».



Silvia Bonino, Il mio giardino semplice.
La facile arte del giardinaggio in famiglia
,
De Vecchi (Giunti editore), Firenze, 2013



Però in ogni un bambino, verrebbe da dire in ogni essere vivente, c'è sempre una consapevolezza innata di fare parte di qualcosa di più grande, di essere un elemento di un sistema naturale infinito, che non può rimanere silente per sempre.


Julie Fogliano/Erin E. Stead,
E poi... è primavera,
trad. Cristina Brambilla,
Babalibri, Milano, 2013

Ed eccola lì, che in un giorno di primavera questa consapevolezza affiora, improvvisamente, in un bambino e il suo cane, poeticamente raccontati nei disegni e colori di E poi... è primavera di Erin E. Stead e nelle parole trattenute di Julie Fogliano che discretamente ne compongo in testo, a decidere la fine e del panorama monocromatico di un lungo inverno.

Un desiderio che nasce in un giorno ma che richiede tempo e cura e la pazienza dell'attesa per essere realizzato, come un piccolo seme.


Julie Fogliano/Erin E. Stead,
E poi... è primavera,
trad. Cristina Brambilla,
Babalibri, Milano, 2013


Pazienza e quiete, e imparare a vivere tra cielo e terra, affidarsi con anticipata e conquistata sapienza, sentirsi piccoli e grandi insieme in piena impermanenza, un'aspirazione e una sfida che ci fanno sentire in modo tangibile il nostro essere umani.


Julie Fogliano/Erin E. Stead,
E poi... è primavera,
trad. Cristina Brambilla,
Babalibri, Milano, 2013

Prepararsi all'inevitabile, al fatto che si sbaglierà, che il risultato dipenderà da noi e da molte altre cose importanti con cui dovremo fare i conti tutte insieme, e sapere che non impareremo a farlo se non misurandoci sul campo un passo alla volta, che è altra cosa della fretta di riuscire sempre e subito.



Julie Fogliano/Erin E. Stead,
E poi... è primavera,
trad. Cristina Brambilla,
Babalibri, Milano, 2013

Sapere ascoltare, annusare, toccare, osservare anche il più piccolo dei cambiamenti, mentre la natura segue il suo corso che noi possiamo solo cercare di interpretare attenti e curiosi, magari insieme al nostro inseparabile amico.



Julie Fogliano/Erin E. Stead,
E poi... è primavera,
trad. Cristina Brambilla,
Babalibri, Milano, 2013

E poi un giorno essere felici di essere riusciti a cambiare i colori e le forme del nostro paesaggio, e noi con lui. Una sensazione, la ricerca di un'immagine da ricreare, che tutti abbiamo conosciuto almeno una volta nella vita, e che qui continua ad accompagnare il lettore anche dopo, e ben oltre, la chiusura delle pagine.
È un libro sull'armonia, quella perfetta e impalpabile, del creato questo di Julie Fogliano e Erin E. Stead, da guardare e riguardare, in silenzio, magari su un prato, o in un giorno di pioggia.



Julie Fogliano/Erin E. Stead,
E poi... è primavera,
trad. Cristina Brambilla,
Babalibri, Milano, 2013

La terra è bassa, dicono gli emiliani, e che la natura non sia sempre clemente ma possa essere spietata è vero quanto si può dirlo dell'essere umano. Esercizio delle mente e del corpo, all'unisono, l'incontro con le conoscenze di chi è più esperto di noi, sono ingredienti fondamentali per la riuscita del giardino e dell'orto.

Il senso di tutto questo, si trova ancora di più quando si sceglie di iniziare dal principio: dalla terra, dal seme, dal bulbo, dal tubero, dalla neonata piantina. È lì che si prendono le misure della pazienza, e si tenta di trasformala in forza e virtù.

Giardinieri in erba, il libro di Emanuela Bussolati che è stato inserito dall'Internationale Jugendbibliothek di Monaco nei prestigiosi White Ravens 2010 (si tratta del bollettino annuale in lingua inglese che annovera i migliori libri per bambini e adolescenti a livello internazionale che viene presentato alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna) e corredato da provvidenziale bustina di semi, è perfetto per chi volesse iniziare a coltivare, anche partendo da questi spunti, dalla visione qui proposta.


Emanuela Bussolati, Giardinieri in erba,
(con bustina di semi)
Editoriale Scienza, Trieste, 2009

Emanuela Bussolati, Giardinieri in erba,
(con bustina di semi)
Editoriale Scienza, Trieste, 2009

Tra le molte cose interessanti che propone Emanuela Bussolati c'è n'è una che, con intelligenza, non viene apertamente dichiarata ma che mi è particolarmente cara a, in consonanza con l'idea dei miei giardino e orto preferiti, e che può incentivare i genitori a intraprendere con facilità questa strada, ma anche le scuole, o i condomini, insomma un po' tutti, a condividere un progetto comune di coltivazione insieme ai bambini: affidarsi a persone di fiducia e serie che possano dispensare ottimi consigli e procurarsi i semi e tutto l'occorrente spendendo una quantità di tempo e una cifra più che ragionevoli (per un bel vaso di fiori e/o ortaggi, comprensivo dello stesso contenitore, del terriccio e dei semi, al massimo un paio di euro), lasciando in secondo piano quelle proposte così accattivanti per i bambini che, seppur belle e desiderabili anche per gli adulti, propongono prezzi che stridono con il principio che questo operare dovrebbe favorire. Se, in seguito, poi si riuscirà a creare un circolo divertente e virtuoso di regali e di scambi, di materie prime e prodotti, anche trasformati, il cerchio sarà perfetto e pieno di sorprese. 

Emanuela Bussolati, Giardinieri in erba,
(con bustina di semi)
Editoriale Scienza, Trieste, 2009

Emanuela Bussolati, Giardinieri in erba,
(con bustina di semi)
Editoriale Scienza, Trieste, 2009

Giardinieri in erba è un pratico manuale ricco di consigli e informazioni, per saperne di per esempio su che cos’è un seme e come cresce una pianta, dalle foglie fino alle radici, sulla composizione della terra e l'utilità dei lombrichi... ma anche su come si può preparare una merenda speciale per ingannare l'attesa.


Emanuela Bussolati, Giardinieri in erba,
(con bustina di semi)
Editoriale Scienza, Trieste, 2009

Insieme, è un quaderno di attività che il bambino potrà personalizzare come desidera, dove poter annotare appunti, i risultati degli esperimenti, appiccicare le fotografie che testimoniano le fasi della crescita dal germoglio in su, fino ai risultati di una gara impensabile da organizzare solo fino a pochi giorni prima.

Emanuela Bussolati, Giardinieri in erba,
(con bustina di semi)
Editoriale Scienza, Trieste, 2009


Per un bambino il giardino e l’orto sono gli ambienti ideali per apprendere non solo forme, colori, sapori e odori, ma anche per imparare qualcosa di nuovo su di sé, sul proprio carattere e sul grado di abilità, soprattutto sulla pazienza: seminare, curare i germogli e aspettare la nascita di una piantina significa infatti rispettare i tempi della natura e “coltivare” l’arte  dell’attesa.


Emanuela Bussolati, lo racconta in modo approfondito nel libro Ravanello cosa fai? un libro per aiutare fin dai primi anni di vita a coltivare la pazienza e il senso di responsabilità, incuriosire il bambino sulla provenienza del cibo, condividere con lui esperienze pratiche e, perché no, iniziare da un ravanello per poi coltivare un piccolo orto in cassetta.


Lo sapete che la pianta del ravanello, prima che cresca a faccia i fiori, 
si mangia tutta?


Emanuela Bussolati, Ravanello cosa fai?,
Editoriale Scienza, Trieste, 2013


E che è meglio piantare i semi degli ortaggi in luna calante?

Emanuela Bussolati, Ravanello cosa fai?,
Editoriale Scienza, Trieste, 2013


E ora procediamo per vedere come si diventa  Microgiardinieri...


Emanuela Bussolati, Ravanello cosa fai?,
Editoriale Scienza, Trieste, 2013

Poi...

Per 9 mesi si aspetta un fratellino, per 12 il compleanno, per tre stagioni si attendono le vacanze estive; quanti giorni devono passare prima che un ravanello possa essere colto?

L'autrice, capace come pochi di instaurare un dialogo onesto e sincero con i bambini più piccoli, intreccia due racconti: quello di cosa è necessario fare, passo a passo, per la coltivazione del ravanello con il racconto di piccole storie narrate per scandire i venti giorni d'attesa che serviranno per arrivare alla raccolta. 

Emanuela Bussolati, Ravanello cosa fai?,
Editoriale Scienza, Trieste, 2013

Una storia al giorno accompagna la natura nel suo corso, storie di talpe, coccinelle, libellule, merli, scoiattoli… Non manca naturalmente qualche ricetta per gustare il frutto dell’attesa.

Terzo giorno
FORMICHE GOLOSE
Emanuela Bussolati, Ravanello cosa fai?,
Editoriale Scienza, Trieste, 2013

Sesto giorno
LO SCOIATTOLO SMEMORATO
Emanuela Bussolati, Ravanello cosa fai?,
Editoriale Scienza, Trieste, 2013

Perché il bambino provi soddisfazione a impegnarsi in questa nuova impresa, ed Emanuela Bussolati sembra conoscere perfettamente queste opportunità, sono necessarie almeno due cose: la prima, che la scelta dell'ortaggio (o del fiore) di cui ci si prenderà cura cada su un esemplare di facile coltivazione capace, con alte probabilità, di dare risultati in un periodo ragionevole. La seconda, che il Microgiardiniere abbia un piccolo spazio, anche solo un vaso, tutto per sé, dove l'adulto dovrà intervenire solo su richiesta (Silvia Bonino a tal proposito propone, a pp. 38 e 39 del suo libro, una serie di 7 regole fondamentali da rispettare).

Il giardino e l'orto, sono anche ottimi terreni d'incontro, come abbiamo visto, tra anziani e bambini, scambi di memoria, di solito con i nonni, ma non è detto che sia sempre così: perché non inventare altre possibilità? Zii, amici, ancora nonni, adulti acquisiti o scelti, vicini di casa, possono essere sorprendenti tramiti per dare vita a curiosi orti multiculturali che si arricchiranno di affascinanti racconti, nuovi profumi e insoliti prodotti.

C'è una storia classica che mi ha molto colpita, quella di Giovanni che è a tutti gli effetti il nonno di Sofia, una bambina che, finita la scuola, lascia la città per andare ad abitare con lui e la nonna in campagna, e che fa da pretesto a La vita segreta dell'orto di Gerda Muller, ma che può essere presa ad esempio per far sorgere mille altre storie simili e differenti nella realtà.

Gerda Muller, La vita segreta dell'orto,
trad. Isabella Riva Macerata,
Babalibri, Milano, 2013

La vita segreta dell'orto è, oltre a un bellissimo libro, un saggio in forma illustrata per promuovere uno stile di vita più sano fin dai primi anni di vita.

Contribuire, in prima persona anche se in minima parte, alla coltivazione dei prodotti che arrivano sulla nostra tavola (laddove ciò sia possibile), favorire la politiche delle merci "a chilometro zero"), ridurre così l'inquinamento ambientale, conoscere modi per poter contare su una seppur piccola autosufficienza alimentare, sono responsabilità di cui dobbiamo già oggi con urgenza farci carico per aiutare i bambini di domani che si troveranno con tutto questo a fare seriamente i conti.


Gerda Muller, La vita segreta dell'orto,
trad. Isabella Riva Macerata,
Babalibri, Milano, 2013

Ma prima di tutto questo, semplicemente, per un bambino sapere che le verdure non nascono sul banco del supermercato sotto casa, ma nell’orto e che bisogna seminarle, innaffiarle, trapiantarle, diserbarle e proteggerle dai parassiti che ne vanno ghiotti, non è così scontato come potrebbe sembrare abbiamo detto e, sopra ogni cosa, lo aiuta a comprendere quale valore possa avere la terra che calpesta e quanto poco scontato, per i bambini più fortunati, sia la possibilità di avere il cibo a portata di mano ogni giorno. 


Gerda Muller, La vita segreta dell'orto,
trad. Isabella Riva Macerata,
Babalibri, Milano, 2013

Gerda Muller, La vita segreta dell'orto,
trad. Isabella Riva Macerata,
Babalibri, Milano, 2013

Gerda Muller, La vita segreta dell'orto,
trad. Isabella Riva Macerata,
Babalibri, Milano, 2013

Infine, un'esperienza, una stratificazione di esperienze e conoscenza a dire la verità, di sensibilità e pratiche acquisite, che una volta tornata in città Sofia, e ogni bambino, potrà riproporre, anche in questo sul balcone e sul terrazzo di casa.
Contagiando, e coinvolgendo nel suo mondo, gli amici e le persone vicine, che a loro volta... e ricordate che ottime verdure da coltivare sul bancone, oltre ai suddetti ravanelli, sona anche la rucola, la lattuga, la cicoria, le carote, le zucchine e, insieme ai pomodori, le intramontabili piante aromatiche.

Gerda Muller, La vita segreta dell'orto,
trad. Isabella Riva Macerata,
Babalibri, Milano, 2013

Il libro è corredato di un provvidenziale glossario, per imparare e mandare a memoria, i termini del nuovo mondo che si è iniziato ad esplorare.




Gerda Muller, La vita segreta dell'orto,
trad. Isabella Riva Macerata,
Babalibri, Milano, 2013


Una piccola enciclopedia illustrata, di grande fascinazione, è invece il libro I frutti della terra che, nell'edizione originale si è aggiudicato, vi scrivevo, una menzione nella sezione NON-FICTION dell'ultimo BolognaRagazzi Award.


LE MOTIVAZIONI DELLA GIURIA

In Dans mon panier si compie un autentico miracolo percettivo. Ritornano, in queste pagine, i frutti, le verdure, i prodotti del campo e dell’orto, ritornano colori, nitidi contorni, positive sfumature, chiare identità di tutto ciò che, da sempre, serve al nostro benessere. Ma, con le presenze così raffigurate, torna, ammiccante, la cara scuola dove queste presenze erano studiate e ancor più onorate. Senza averne l’aria, questo bel libro, questo lieto omaggio a Bodoni, è anche un proclama. È, infatti, contro la confusione, contro i pasticci, contro le approssimazioni, contro le incertezze. Sono collocati, frutti e verdure, sulla carta che amano di più, quella in uso un tempo nei mercati ortofrutticoli con la sua bella veste color ocra. E di loro viene fornita la carta d’identità, come se fossero brave persone che vanno e che vengono. Ogni pulita cucina è lieta di ospitare quelle presenze, nitide, sobrie, pulite e fortemente educative.

Florence Guiraud/Judith Nouvion,
I frutti della terra,
trad. Alessandro Marcigliano,
Gallucci Editore, Roma, 2012

I frutti della terra è, a tutti gli effetti, un libro per imparare, in modo insolito, tutto su quaranta dei più comuni ortaggi e frutti che mangiamo abitualmente.
Tutti noi abbiamo l'abitudine di comprare e mangiare frutta e verdura, ma sappiamo veramente come crescono, quando sono apparsi sui banchi del mercato e, soprattutto, si nascondono piccoli segreti? Lo sapevate, per esempio, che i carciofi sono sormontati da un grande fiore blu, e che ci sono circa 150 varietà di pomodori, o si potrebbe provare a fare il caviale di succo di limone?
Ogni pianta è presentata, con flap su una doppia pagina.
Nella pagina di sinistra è mostrato, attraverso la storia delle origini, aneddoti e illustrazioni poetiche e umoristiche, il tipo, le dimensioni e la raccolta della pianta in questione. Nella pagina di destra, invece, si può vedere il disegno della pianta da vicino e, sollevando un lembo, si possono scoprire tutti i tesori che contiene.

Florence Guiraud/Judith Nouvion,
I frutti della terra,
trad. Alessandro Marcigliano,
Gallucci Editore, Roma, 2012

Florence Guiraud/Judith Nouvion,
I frutti della terra,
trad. Alessandro Marcigliano,
Gallucci Editore, Roma, 2013

Florence Guiraud/Judith Nouvion,
I frutti della terra,
trad. Alessandro Marcigliano,
Gallucci Editore, Roma, 2012

Florence Guiraud/Judith Nouvion,
I frutti della terra,
trad. Alessandro Marcigliano,
Gallucci Editore, Roma, 2012

Il libro si chiude con un'utile tabella che mostra i vegetali che possiamo trovare in ogni stagione o nel corso di tutto l'anno.

Solo un'ultima curiosità: per ognuno dei quaranta frutti e ortaggi presentati è indicato il Paese  che ne è il principale produttore. 
L'Italia è il principale produttore di cinque: carciofo, barbabietola, broccolo, kiwi e uva.
Di quindici è la Cina: aglio, melanzana, banana, carota, litchi, melone, noce, cipolla, pesca, pisello, pera, peperone, mela, patata e pomodoro.
Di questi quindici, undici crescevano nel mio rettangolo.

Solo una curiosità o un dato su cui è necessario riflettere insieme ai bambini e ragazzi, dunque?

2 commenti:

  1. Per me è bellissimo essere insieme ad altri autori così significativi e l'articolo è davvero ricco, interessante e generoso. Grazie davvero!

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  2. Grazie a te Emanuela!
    Sai quando nel tuo libro scrivi, a proposito della pazienza, di "resistere dalla voglia di togliere la terra per vedere che cosa succede"? Beh, io l'ho fatto giusto qualche giorno fa per vedere che cosa non stava accadendo alla semina dei miei due vasi di Astri della Cina. È che, devo ammetterlo, sapevo benissimo che quella sciocchezza avrebbe compromesso per sempre la possibilità di vederne spuntare i fiori. Eppure, non ho resistito. Quindi, tu continua a scrivere anche questi libri che io, ancora piccola giardiniera in erba, ho molto da imparare... e non solo riguardo la pazienza.
    A presto,
    Elisabetta

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