martedì 2 dicembre 2014

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 2



Toti Scialoja, Tre per un Topo,
Edizioni Quodlibet, Macerata, 2014

(pp. 112 - euro 18,00)
Antonio Scialoja, noto come Toti Scialoja (Roma, 1914 – Roma, 1998), è stato un pittore, scenografo e poeta italiano, tra le figure più rappresentative dell'arte astratta italiana e della Scuola romana. Inizia molto presto a dimostrare un versatile talento artistico, sia come pittore che come poeta. Nel 1939 un suo disegno viene segnalato dalla giuria della Quadriennale di Roma e nel 1940 realizza la sua prima personale a Genova. Durante la guerra e prima di partecipare alla Resistenza espone a Roma con Giulio Turcato e Emilio Vedova. Gli anni '50 vedono una definitiva svolta della sua arte, che trova definitivamente la strada nell'astrattismo informale. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1950, 1952 e 1954. Fra il 1955 e il 1965 viaggia e soggiorna in America e a Parigi ed espone alla Galleria Viviano a Manhattan raggiungendo fama e notorietà internazionali ed entrando in contatto con gli altri protagonisti dell'espressionismo astratto, stringendo amicizia con Mark Rothko, Willem de Kooning e Robert Motherwell. Partecipa ancora nel 1964 alla Biennale di Venezia e nel 1966 realizza una personale alla Galleria Marlborough. Nel corso degli anni '70 Scialoja attraverserà una lunga fase di pausa e riflessione per riprendere con incredibile vigore ed ispirazione dal 1982 sino alla morte. In quest'ultima fase della sua vita si collocano le sue opere considerate di più felice realizzazione. Nel 1991 gli viene dedicata una grande antologica alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e una mostra dei suoi disegni per bambini, già presentata a Bologna nella Galleria d'Arte Moderna, viene aperta nelle sale del Palazzo delle Esposizioni. Viene ricordato anche per la sua lunga e apprezzata attività come docente e direttore dell'accademia di Belle Arti di Roma, dove ebbe come allievi molti dei nomi più noti dell'arte contemporanea italiana, quali Mario Ceroli, Pino Pascali e Jannis Kounellis, che spesso lo ricordano come un importante ispiratore del loro percorso artistico. Ha pubblicato molti libri di filastrocche e poesie illustrate dedicate ai bambini, tra cui ricordiamo: Amato topino caro (1971); La zanzara senza zeta (1974); Una vespa! Che spavento (1975); Ghiro ghiro tonto (1979) e Tre chicchi di moca ripubblicato nel 2011 da Lapis (a cura di Teresa Buongiorno). Ma Tre per un topo (1969), pubblicato oggi per la prima volta da Edizioni Quodlibet in occasione del centenario della nascita dell'autore, può essere considerato l'inizio di tutto.

Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango.
Rime per Chiara e altri pulcini
,
illustrazioni di Pia Valentinis,
Rizzoli, Milano, 2014

(pp. 77 - euro 15,00)
Pierluigi Cappello è nato nel 1967 ed è vissuto a lungo a Chiusaforte (UD); ora vive a Tricesimo ed è considerato uno dei maggiori poeti italiani. Ha diretto la collana di poesia "La barca di Babele", edita a Meduno e fondata da un gruppo di poeti friulani nel 1999 e ha pubblicato: Le nebbie (1994), La misura dell’erba (1998), Amôrs (1999), Dentro Gerico (2002). Con Dittico (Liboà, Dogliani 2004) ha vinto il premio Montale Europa di poesia. Assetto di volo (Crocetti, Milano 2006) è stato vincitore dei premi Pisa (2006) e Bagutta Opera Prima (2007). Nel 2008 ha pubblicato la sua prima raccolta di prose e interventi intitolata Il dio del mare (Lineadaria, Biella 2008). Nel maggio 2010 ha dato alle stampe Mandate a dire all’imperatore (Crocetti, Milano 2010), col quale vince il premio Viareggio-Repaci. Nel 2013 Rizzoli ha pubblicato la sua prima opera narrativa: Questa libertà e in contemporanea, per Bur, anche la raccolta di tutte le poesie Azzurro elementare
Con Questa libertà ha vinto il premio Terzani 2014Ogni goccia balla il tango. Rime per Chiara e altri pulcini è il suo primo libro per bambini. È il protagonista del documentario di Francesca Archibugi "Parole povere. Intima biografia del poeta Pierluigi Cappello" (Italia, durata 60 minuti, 2013).

Pia Valentinis ha vinto la XXI edizione del Premio Andersen, il maggior riconoscimento italiano dedicato ai libri per ragazzi, nella categoria Miglior illustratore. Il libro Raccontare gli alberi (qui in Gavroche), illustrato insieme a Mauro Evangelista, ha ottenuto nel 2012 il Premio Andersen come miglior libro di divulgazione. Ha illustrato numerosi libri per bambini con case editrici nazionali e internazionali. Nel 2014 ha pubblicato Ferriera (Coconino Press), la sua prima graphic novel e illustrato Il taccuino di Simon Weil (con testo di Guia Risari per RueBallu). Alcune case editrici con cui ha lavorato: RueBallu edizioni, Rizzoli, Fabbri, Mondadori, Einaudi ragazzi, Editoriale scienza, Edizioni E.Elle, Topipittori, Orecchio Acerbo, Coconino Press-Fandango, Fatatrac, Grandir, Edizioni Arka, Edizioni C’era una volta, Libros del Zorro Rojo, Grimm Press, Gakken, Nuove edizioni romane, Motta Junior, Squilibri, Edizioni Il Castoro, Giunti, Papiros, Treccani.


Quarantacinque anni separano questi due libri di poesia, eppure questa sembra l'unica cosa in grado di porre una distanza tra loro. 

Nati entrambi per le nipoti degli autori, sono esempi di quella poesia senza tempo che prende vita dalla consapevolezza, dalla responsabilità, di scrivere qualcosa che sia ad altezza di bambino. E nel tempo destinata a rimanere, per i bambini che verranno. Le illustrazioni che li accompagnano, poi, sono il corollario perfetto del pensiero che li ha alimentati, e sono lì non per decorare, ma per accompagnare i bambini, per dargli il via, un sostegno altamente estetico, verso un evocativo che chiede all'immaginazione di lasciarsi andare, con fiducia, perdendosi per poi ritrovarsi, così, senza briglia.


Dedicato alle due nipotine Barbara e Alice, Tre per un topo fu consegnato loro, raccolto in una fiammante copertina di tela rossa, il 25 agosto del 1969. Conservato amorevolmente per tutti questi anni, quella che possiamo avere oggi tra le mani è la prima riproduzione fotografica integrale, l'unica possibile, del manoscritto.


Tre per un topo è l'origine, il prototipo di tutte le successive raccolte di Toti Scialoja per l'infanzia.


Toti Scialoja, Tre per un Topo,
Edizioni Quodlibet, Macerata, 2014


Il libro, un'opera rigorosamente scritta a mano con penne, di volta in volta intercalate, nera, rossa, blu e verde, è introdotto da un colophon che recita così: 


COLOPHON - SESSANTA POESIE CON ANIMALI, COMINCIATE A SCRIVERE NEL 1961 PER JAMES DEMBY, CHE SI È FATTO GRANDE - ORA RACCOLTE E ILLUSTRATE PER BARBARA E ALICE DRUDI, CHE SONO ANCORA PICCOLE, NELL'AGOSTO 1969 A ROMA. DA TOTI SCIALOJA ISPIRATO DALLA SUA GABRIELLA.


Comincia da qui la conquista del lettore di 112 pagine divertenti, intelligenti, piene di visioni pronte a spiazzare i luoghi comuni, i soliti usi e pensieri, sulla lingua e le sue rappresentazioni per l'infanzia. L'impressione è che Scialoja, nel fare poesia, usi le parole come pennelli, non per il senso o il segno che possono tracciare singolarmente sulla carta, ma come meri strumenti per costruire qualcosa più grande, un mondo fantastico in cui entrare con piedi alati.

«Nonostante un’attività poetica dispiegatasi in un lungo arco di anni (1961-1998), non si può dire che alla figura di Scialoja poeta abbia arriso una fama pari a quella che ha conosciuto il pittore, nonostante l’apprezzamento di critici-scrittori di eccezione: da Antonio Porta a Giorgio Manganelli, a Giovanni Raboni, che ha additato in lui «il talento poetico più originale e compiuto rivelatosi in Italia nel corso degli anni Settanta e Ottanta». 
Luca Serianni,"Il gioco linguistico nella poesia di Toti Scialoja",Treccani.it.


Toti Scialoja, Tre per un Topo,
Edizioni Quodlibet, Macerata, 2014

Toti Scialoja, Tre per un Topo,
Edizioni Quodlibet, Macerata, 2014


Tre per un Topo è il catalogo in cui, a ogni successiva produzione, Scialoja andrà a cercare stimoli e idee per creare la toponomastica fantastica che caratterizzerà tutta la sua poesia per bambini, dove gli animali saranno i protagonisti di imprevedibili scenari dipinti da parole ritmate pronte a delineare caratteri e caratteristiche più vicine al mondo del nonsense che a quello reale.


Toti Scialoja, Tre per un Topo,
Edizioni Quodlibet, Macerata, 2014


I bambini seguono Scialoja su questa ruota panoramica, e chi ha usato con loro i suo libri lo sa che lo fanno benissimo, e si divertono a provare la vertigine della libertà di usare parole e pensieri altri senza essere corretti, a smontare i luoghi comuni, a poter immaginare un proprio posto dentro una lingua che cerca in tutti i modi di renderli comunicativamente convenzionali, provando quell'immenso piacere di volare a pelo d'acqua su sensi e significati dati, su ciò che sembra conosciuto una volta per tutte, quel volo che solo la poesia, quando è grande, come questa, riesce a far decollare.


Toti Scialoja, Tre per un Topo,
Edizioni Quodlibet, Macerata, 2014



Dal dialogo con sua nipote Chiara, che gli chiede di scrivere una poesia tutta per lei, comincia la ricerca di “parole bambine” di Pierluigi Cappello, poeta amato da intellettuali, artisti e da chi ricerca poesia autentica.


Pierluigi sa che la sfida è ardua, che non è affatto più semplice che con i grandi: 

«I bambini sono molto sensibili agli aspetti sonori, e dunque ai versi ben scolpiti. 
Bisogna avere una cura quasi maniacale, e le rime devono essere sorprendenti e concrete».

«[...] Ecco qui le "poesie", Chiara, e sono tutte tue, perché vengono da quel giorno di marzo quando tu mi hai chiesto di scriverne una per te. È andata così, ti ricordi? Era il tuo ultimo anno di materna, quando ancora mi chiamavi zio Pi, e la maestra ti aveva dato una poesia da imparare a memoria per la festa del papà. A te però quelle rime non piacevano. In più ti eri anche ammalata, tosse e raffreddore, come se fosse una reazione allergica - ho fantasticato allora - alla poesia. Così ti ho detto che ci sono persone allergiche a certe parole scritte in un certo modo, che non vogliono farsi imparare. Scherzavo. Ma mica tanto. Non è colpa delle parole. Magari è perché chi le ha scritte le ha messe in un posto dove non vorrebbero stare. In ogni caso, le parole che dovevi imparare tu facevano proprio starnutire. [...]»
Pierluigi Cappello "Una corsa giù per lo scivolo" in Pierluigi Cappello/Pia Valentinis, op. cit., p. 72.


Le parole scelte da Cappello sembrano voler stare benissimo in ognuna delle trentatré poesie che vanno a comporre Ogni goccia balla il tango.



Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango.
Rime per Chiara e altri pulcini
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illustrazioni di Pia Valentinis,
Rizzoli, Milano, 2014



Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango.
Rime per Chiara e altri pulcini
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illustrazioni di Pia Valentinis,
Rizzoli, Milano, 2014


Parole, che invece di fare starnutire Chiara, la fanno ridere di gusto.


«[...] "Sai che quando due parole rimano a me scappa da ridere? Però nella poesia che mi hai scritto è ancora più bello. È come quando volo giù dallo scivolo nel parco, perché, zio? "A dire il vero, Chiara, non so bene perché. Molte parole si assomigliano per come suonano e ogni suono dà una forma alla parola, così parole a forma di stella rimano con parole a forma di stella, parole a forma di buio rimano con parole a forma di buio, parole rare a forma di tigre bianca, l'animale che ti piace di più, rimano con parole a forma di tigre bianca e magari quando scopriamo che è proprio così, nasce come una sorpresa, come una grande meraviglia che ci fa un po' più contenti e forse per questo ci scappa da ridere, perché siamo contenti di aver scoperto qualcosa.[...]»
Pierluigi Cappello "Una corsa giù per lo scivolo" in Pierluigi Cappello/Pia Valentinis, op. cit., p. 75.


Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango.
Rime per Chiara e altri pulcini
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illustrazioni di Pia Valentinis,
Rizzoli, Milano, 2014


Un giorno di noia, la pioggia, la neve, il sole, la luna, l'inverno, gli animali domestici che abitano le nostre case, e quelli del prato dei nostri cortili, popolano questi versi che sembrano un'elegia del primo mondo naturale che accoglie il bambino.

È la lirica dell'infanzia, questa di Cappello, quella di cui torna inaspettatamente a sentire il richiamo l'adulto che entra nelle pagine di questa raccolta. Le sue rime, composte in una lingua raffinata a cui fanno da contrappunto pittorico le perfette illustrazioni di Pia Valentinis, creano delicate consonanze tra il sentire, il vivere e lo scoprire bambino.


Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango.
Rime per Chiara e altri pulcini
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illustrazioni di Pia Valentinis,
Rizzoli, Milano, 2014

Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango.
Rime per Chiara e altri pulcini
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illustrazioni di Pia Valentinis,
Rizzoli, Milano, 2014



E quando al bambino sembrerà che il poeta sia lì con lui a condividere quei versi, in realtà egli sarà già da un'altra parte, un passo più in là, dietro davanti sopra sotto di lato, pronto a proporre nuove parole da ascoltare e tutte da immaginare, a cui attribuire sogni, fantasie, visioni, ma soprattutto emozioni, prima di significati da cercare sul dizionario.



Pronto a donargli con la sua poesia l'occasione di riconoscere e scegliere parole autentiche per esprimere la propria unicità. 
Quelle che, voglio pensare, non smetterà di cercare per il resto della vita.



Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango.
Rime per Chiara e altri pulcini
,
illustrazioni di Pia Valentinis,
Rizzoli, Milano, 2014


Pierluigi Cappello, Ogni goccia balla il tango.
Rime per Chiara e altri pulcini
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illustrazioni di Pia Valentinis,
Rizzoli, Milano, 2014

«[...] A me, di tutto questo, resta una piccola certezza, che diventa una grande speranza: anche un bambino capisce che la poesia non è solo un gioco con le parole, e che lì dentro c'è qualcosa in più, che ha a che fare con i suoi sensi, la sua immaginazione e la sua anima [...]». 
Pierluigi Cappello "Una corsa giù per lo scivolo" in Pierluigi Cappello/Pia Valentinis, op. cit., p. 76


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