giovedì 14 febbraio 2019
giovedì 20 aprile 2017
TEMPO DI LIBRI: DAVIDE CALÌ INTERVISTA HUCK SCARRY
@ RICHARD SCARRY |
Richard Scarry è universalmente considerato uno degli autori e illustratori più importanti della storia della letteratura per l'infanzia. Nato nel 1919 e scomparso nel 1994, i suoi lavori hanno venduto oltre 100 milioni di copie in oltre cinquanta Paesi del mondo. I suoi libri, pubblicati in Italia da Mondadori, sono stati amati, e continuano a esserlo, da generazioni di piccoli lettori. Il suo universo narrativo è stato studiato da sociologi, letterati, storici dell'illustrazione e tutti vi hanno riconosciuto un valore visivo e immaginativo fuori del comune, tanto che Scarry è stato definito l’autore che “non scrive i suoi libri, ma li disegna”.
“Il grande merito delle storie di Scarry è soprattutto l’essere inattuali.
Si rifanno agli archetipi, ai sentimenti e alle relazioni più profonde della nostra cultura,
e passano indenni di generazione in generazione.”
Bianca Pitzorno
Per rendere merito della grandezza inesauribile di questo autore all’interno di Tempo di Libri, Scarry rientrerà nel percorso speciale dei "Presenti assenti, storie di successo dopo il decesso", un ciclo di eventi organizzati per celebrare autori la cui popolarità è arrivata (o continua a crescere) in Italia molti anni dopo la scomparsa. Sabato 22 aprile alle ore 16.30 nel corso dell'incontro "Scarry: l'autore che non scriveva i suoi libri ma li disegnava", Davide Calì si metterà in dialogo con il figlio di Scarry, Huck, che ha ereditato il lavoro di suo padre nell’arduo e delicato compito di portarlo avanti e lo presenterà partendo dalla lettera H che nello speciale alfabeto di TdL apre il “mondo” Hobbit (Lab. Elephant - PADIGLIONE 4).
I personaggi delle storie illustrate di Scarry sono quasi sempre animali antropomorfizzati che lavorano, indossano abiti e guidano l’automobile. L’intento delle storie è quello di accompagnare i bambini alla scoperta del mondo nel corso dei loro primi anni di vita. L'intera opera di Scarry è stata congegnata per questo: per insegnare vocaboli, principi basilari della matematica, il funzionamento degli oggetti e di alcuni macchinari e per permettere ai bambini di entrare in relazione con ciò che li circonda attraverso le sue pagine. Raramente le storie di Scarry hanno una morale, predomina invece l’umorismo e l’ironia, corredate da illustrazioni molto ricche e piene di dettagli sono poi un vero viaggio all'interno di un'immaginario visivo di un universo che si concede a misura e con una dolcezza bambina incomparabili.
“Mio padre ha sempre amato mettere un sacco di dettagli in ogni pagina. Aveva un’immaginazione formidabile e cercava di ragionare come un bambino! Lui non ha mai dimenticato di tenere un piccolo bambino sempre dentro di sé.
E oggi anche io cerco di non dimenticarmene. Proprio come fece lui”.
Huck Scarry
["Intervista a Huck Scarry" di Davide Calì]
HUCK SCARRY |
D. C. Preparando questa intervista ho cercato qualche
informazione su tuo padre Richard e ho trovato alcune cose interessanti. Ho
letto per esempio che Richard Scarry era in Italia nel 1945 e disegnava… mappe
per l’esercito! E’ vero?
H. S. Mio padre ha sempre
avuto una buona dose di fortuna nella vita. Quando si arruolò nell’esercito allo
scoppio della seconda Guerra Mondiale, poiché sapeva disegnare, venne inviato a
Casablanca, dove diventò un ufficiale e chiese di poter scrivere e disegnare
mappe sul giornale dell’esercito "Stars and Stripes".
Potrei sbagliarmi,
ma penso che il compito di semplificare le informazioni per i militari e
disegnare mappe, per tenerne alto il morale e dare un senso alla loro missione,
sia collegato con lo straordinario talento di mio padre per il raccontare
attraverso parole e disegni che diventerà il suo lavoro in seguito.
D. C. Sempre secondo quello che ho letto,
Richard avrebbe lavorato per Vogue?
H. S. Tornato negli Stati uniti mio padre aveva bisogno di un lavoro. Rispose a un annuncio di "Vogue" e fu immediatamente preso. Dopo un paio di settimane però si rese conto che c’era davvero molto poco da fare per lui lì. Così si licenziò.
"Perché mi avete assunto?" chiese andandosene.
"Ci piaceva com’eri vestito!" fu la risposta.
"Perché mi avete assunto?" chiese andandosene.
"Ci piaceva com’eri vestito!" fu la risposta.
D. C. Visto che dopo ha realizzato qualcosa
come 300 libri, penso che probabilmente "Vogue"
non fosse il posto giusto per lui! Ma parliamo di te. Quando hai cominciato a
illustrare le storie di Busytown?
H. S. Ho sempre disegnato
fin da piccolo. Spesso sdraiato sul pavimento dello studio di mio padre.
Da adolescente ho
cominciato ad aiutarlo nelle colorazioni dei suoi libri. Era un lavoro lungo, soprattutto
per i libri grandi, ci volevano circa due settimane per ogni libro, ed era un
bellissimo modo di passare tempo insieme. Molto più tardi, dopo aver fatto un
certo numero di miei libri per bambini, mio padre cominciò ad avere problema di
vista e ho iniziato a disegnare anche i personaggi.
Quando mio padre è
mancato, nel 1994, ho deciso che, poiché sapevo disegnare e amavo il lavoro di
mio padre, avrei dovuto continuare a fare libri con i suoi personaggi.
D. C. Cosa hai aggiunto se lo hai fatto,
all’universo di Busytown. Qualche personaggio?
H. S. Mio padre creò
parecchi personaggi per i suoi libri. Non c’era molto bisogno di aggiungerne
altri. Però ci sono alcuni personaggi per i quali ho una preferenza e che ho
preso per illustrare le mie storie.
Per esempio i Pompieri,
Sgt Murphy (il Sergente Multa), Mr Gronkle, (il Signor Bofonchione) and Mr. Frumble
(Ciccio Pasticcio)...
D. C. I personaggi di Busytown sono cambiati
nel tempo? Se sì come?
H. S. No, negli anni non sono cambiati per nulla. Busytown è un bel posto in cui crescere, dove le persone sono gentili, amichevoli e dove tutti si aiutano, anche se qualche volta in modo distratto e caotico.
Richard Scarry, Richard Scarry's Busy Busy World, Random House Children Books, 1993 |
Richard Scarry, Richard Scarry's Busy Busy World,
Random House Children Books, 1993
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Richard Scarry, Richard Scarry's Busy Busy World,
Random House Children Books, 1993
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Richard Scarry, Richard Scarry's Busy Busy World,
Random House Children Books, 1993
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D. C. Tu vivi a Vienna. Quando hai lasciato gli
USA? E cosa ti piace dell’Europa?
H. S. I miei genitori
hanno sempre amato viaggiare. Amavano in particolare l’Europa, dove ci sono
arte, architettura, lingue diverse, cibo e vini meravigliosi. Così nel 1968 mio
padre pensò che avremmo dovuto fare le valige e andare a vivere in Svizzera per
un anno.
Del resto, una
volta che aveva un tavolo, carta, matite e pennelli, poteva lavorare ovunque!
Abbiamo vissuto
vicino al lago, a Losanna. Facevamo giri in battello, escursioni in montagna,
esploravamo le valli e d’inverno andavamo a sciare. Venne la fine dell’anno e
nessuno parlò di rifare le valigie per tornare in America.
D. C. E l’Italia? So che l’hai visitata spesso.
Parli anche italiano?
H. S. Abbiamo spesso
visitato l’Italia, che era facile da raggiungere da Losanna. Venezia in
particolare, dove tornavamo almeno una volta l’anno. Dopo il francese ho voluto
imparare l’italiano e ho preso dei corsi, prima a Losanna, poi a Firenze per
diversi mesi. Mi piace l’italiano, gli italiani, l’Italia e tutto quello che è
italiano!
D. C. Parliamo di tecnica: nel tempo è cambiata
rispetto ai primissimi libri?
H. S. Mio padre non
cambiò mai tecnica, e ne fece un punto d’orgoglio, continuare a disegnarli
esattamente com’erano i primi. Si ispirava molto alle case che gli piacevano a
Losanna e in Svizzera.
In alcuni libri
conosco esattamente a quali palazzi realmente esistenti si è ispirato.
D. C. So che i libri di Busytown non sono il
tuo unico lavoro da illustratore. Vuoi raccontarci qualcosa del tuo lavoro più
personale?
H. S. Occuparmi
dell’opera di mio padre e lavorare a nuovi libri con i suoi personaggi mi
impegna quasi a tempo pieno. Cerco però di tenermi del tempo per coltivare la
passione per gli acquerelli.
L’anno scorso ho
avuto l’enorme fortuna che mi chiedessero di realizzare le illustrazioni per un
libro per ragazzi sulla vita di Anna Frank [ndr. All about Anne]. È stata la sfida più impegnativa
che abbia mai affrontato.
D. C. C’è qualcuno dei libri di tuo padre che preferisci più di altri?
H. S. Senz’altro Busy, busy world (In Giro per il Mondo) con le sue storielline brevi e le grandi illustrazioni di Roma e Venezia. E poi c’è I am a bunny, un libro semplice e poetico in cui mio padre dipinse l’atmosfera di ogni stagione in modo straordinariamente dettagliato.
Ole Risom/Richard Scarry, I am a bunny, Golden Sturdy Book, 1963 (u.e. 2015) |
Ole Risom/Richard Scarry, I am a bunny,
Golden Sturdy Book, 1963
(u.e. 2015)
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Ole Risom/Richard Scarry, I am a bunny,
Golden Sturdy Book, 1963
(u.e. 2015)
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Ole Risom/Richard Scarry, I am a bunny,
Golden Sturdy Book, 1963
(u.e. 2015)
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Ole Risom/Richard Scarry, I am a bunny,
Golden Sturdy Book, 1963
(u.e. 2015)
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D. C. E uno che preferisci tra i tuoi?
D. C. Dopo decenni, l’universo di Richard
Scarry è ancora attuale e divertente. Quale pensi sia il segreto?
H. S. I suoi libri
sono senza tempo. Alcuni hanno ormai 40 o 50 anni e non sembrano ancora vecchi.
Sono freschi come
se li avesse disegnati ieri. Per questo è difficile dire perché funzionano
ancora.
Gli Autori
Richard McClure Scarry (Boston, 5 giugno 1919 – Gstaad, 30 aprile 1994) è stato uno scrittore e illustratore statunitense, popolare autore di numerosi libri per bambini. Ha pubblicato oltre 300 libri e ha venduto oltre 300 milioni di copie in tutto il mondo.
Richard Scarry nacque a Boston, nel Massachusetts, dove i suoi genitori possedevano un negozio. La famiglia era piuttosto benestante, e riuscì a mantenere un buon livello di benessere anche durante la Grande depressione. Dopo il diploma, Scarry si iscrisse a un college di economia, ma lo abbandonò presto, mutando radicalmente direzione e diventando una matricola della scuola artistica del Boston Museum of Fine Arts (Museo delle Belle Arti di Boston). Rimase alla scuola fino a quando fu richiamato alle armi, nella Seconda guerra mondiale. Dopo la guerra, Scarry lavorò presso varie riviste, fino a quando, nel 1949, giunse al successo con alcune pubblicazioni nella collana di libri Little Golden Books. In questo modo diede inizio a una lunga carriera come autore di libri per bambini. Il successo ottenuto da Scarry in questo settore non è paragonabile a quello di nessun altro autore. Nel 1972, Scarry acquistò uno chalet a Gstaad, in Svizzera, dove realizzò gran parte dei suoi libri, in uno studio costituito solo da una scrivania, una lampada e una sedia. La moglie Patricia poteva disturbarlo solo per chiamarlo a pranzo. Negli ultimi anni della sua carriera, Scarry estese la propria produzione ai nuovi mezzi multimediali, realizzando numerose pubblicazioni corredate da (o in forma di) video.
Il lavoro di Scarry è continuato oggi dal figlio Richard McClure Scarry Jr. (noto come Huck Scarry), che vive a Vienna.
Richard Scarry nacque a Boston, nel Massachusetts, dove i suoi genitori possedevano un negozio. La famiglia era piuttosto benestante, e riuscì a mantenere un buon livello di benessere anche durante la Grande depressione. Dopo il diploma, Scarry si iscrisse a un college di economia, ma lo abbandonò presto, mutando radicalmente direzione e diventando una matricola della scuola artistica del Boston Museum of Fine Arts (Museo delle Belle Arti di Boston). Rimase alla scuola fino a quando fu richiamato alle armi, nella Seconda guerra mondiale. Dopo la guerra, Scarry lavorò presso varie riviste, fino a quando, nel 1949, giunse al successo con alcune pubblicazioni nella collana di libri Little Golden Books. In questo modo diede inizio a una lunga carriera come autore di libri per bambini. Il successo ottenuto da Scarry in questo settore non è paragonabile a quello di nessun altro autore. Nel 1972, Scarry acquistò uno chalet a Gstaad, in Svizzera, dove realizzò gran parte dei suoi libri, in uno studio costituito solo da una scrivania, una lampada e una sedia. La moglie Patricia poteva disturbarlo solo per chiamarlo a pranzo. Negli ultimi anni della sua carriera, Scarry estese la propria produzione ai nuovi mezzi multimediali, realizzando numerose pubblicazioni corredate da (o in forma di) video.
Il lavoro di Scarry è continuato oggi dal figlio Richard McClure Scarry Jr. (noto come Huck Scarry), che vive a Vienna.
INFO
TEMPO DI LIBRI (19-23 aprile, Fiera Milano Rho)
SCARRY: L'AUTORE CHE NON SCRIVEVA I SUOI LIBRI MA LI DISEGNAVA
Davide Calì intervista Huck Scarry
SCARRY: L'AUTORE CHE NON SCRIVEVA I SUOI LIBRI MA LI DISEGNAVA
Davide Calì intervista Huck Scarry
Sabato 22 aprile 2017 - ore 16.30
Lab. Elephant - PAD. 4 Lettera H
Lab. Elephant - PAD. 4 Lettera H
http://www.tempodilibri.it/event/scarry-lautore-che-non-scriveva-i-suoi-libri-ma-li-disegnava/
http://www.tempodilibri.it/it/programma/?cat=0-18
http://www.tempodilibri.it/it/biglietti/biglietti-scuole/
http://www.tempodilibri.it/it/biglietti/biglietti-scuole/
mercoledì 19 aprile 2017
TEMPO DI LIBRI: DAVIDE CALÌ INTERVISTA SILVANA GANDOLFI
SILVANA GANDOLFI |
Si sono aperte oggi le porte di Tempo di Libri, la nuova Fiera dell'Editoria alla sua prima prova nella città di Milano, la cui sezione 0-18 è stata affidata alla guida dello scrittore Pierdomenico Baccalario. Un programma ricco e intenso pensato per i bambini e ragazzi e aperto alle scuole, per questa edizione di debutto, che propone un intero alfabeto (contrassegnato dalle lettere dalla A alla Z) di incontri, laboratori, lezioni e spettacoli da esplorare "con tanto di
passaporto, per una lettura del mondo – reale e immaginario – su misura per tutti e per ciascuno". Programma che si può consultare nel dettaglio qui.
A Davide Calì, che porta la sua esperienza di scrittore internazionale e di pluriennale partecipazione a saloni dell'editoria di molti Paesi del mondo, sono stati affidati gli incontri con gli scrittori e gli illustratori: Silvana Gandolfi, Huck Scarry, André Letria, Alessandro Sanna, Torben Kuhlmann, Marco Somà e Sonia Maria Luce Possentini.
Su Gavroche, Davide ha pensato di condividere una piccola anticipazione di ciò che accadrà nell'incontro con alcuni degli scrittori e illustratori che presenterà a TdL con due interviste.
La prima a Silvana Gandolfi, grandissima scrittrice che con i suoi romanzi ha inciso profondamente nella storia della letteratura per ragazzi.
L'incontro a Tempo di Libri dal titolo "Dalla giungla alla pagina. Chiacchierata con una scrittrice pigra" si terrà Venerdì 21 aprile alle ore 11.30 presso la Sala Arial del Padiglione 4 (lettera K).
"Silvana Gandolfi è nata a Roma, dopodiché ha sempre fatto con passione il meno possibile. Ha un grande talento nell'esercitare la propria pigrizia in posti lontani, raggiungibili solo con viaggi lunghi e molto, molto faticosi. Si è fatta largo a colpi di machete nella giungla africana per contemplare immobile per due settimane un ippopotamo a mollo in uno stagno. Ha attraversato sette mari e due oceani per stendersi per alcuni mesi su un 'amaca in un 'isola sperduta. Quando il figlio di Silvana, Luca, era bambino, inventava storie per lui in modo da avere un ottimo pretesto per non cucinare o stirare. Ha scritto novelle, romanzi d'amore, racconti per la radio, ma ora vuole dedicarsi soprattutto ai libri per bambini. I bambini - dice - sono gli unici a non criticare la mia pigrizia. "
["Intervista a Silvana Gandolfi" di Davide Calì]
D. C. Dalla tua biografia su wiki si sa che hai
cominciato a scrivere tardi per bambini. Ci racconti come sei approdata alla
letteratura per ragazzi?
S. G. È vero, ho cominciato a scrivere per bambini a 50
anni. Prima scrivevo un po’ di tutto: racconti per riviste, la posta di
cantanti celebri, romanzi rosa, racconti radiofonici (gli unici che firmavo col
mio nome). Insomma, una vagabonda della scrittura. Poi, visto che la mia amica
Donatella Ziliotto aveva creato la collana degli Istrici per la Salani, ho provato invidia per tutti i suoi amici
scrittori per bambini e mi sono decisa e ho scritto La scimmia nella biglia. È così che è andata.
Silvana Gandolfi, La scimmia nella biglia, illustrazioni di Emanuela Bussolati, Salani, Firenze, 1992 |
D. C. Nella tua narrativa ci sono due elementi
contrastanti: la pigrizia e il viaggio. Secondo te sono conciliabili?
S. G. Per me pigrizia e viaggio sono complementari: a
Roma sono pigra da morire, adoro leggere sdraiata a letto, stare nella vasca da
bagno e naturalmente scrivere, ma con tempi lunghi. Quando non ne posso più di
questa vita sedentaria decido di partire per una meta lontana: Messico,
Indonesia, Madagascar, un luogo che mi parli all’animo. E naturalmente per
scoprire un luogo bisogna usare le gambe, quindi divento una camminatrice
instancabile.
D. C. Una volta avevo letto che ogni tuo libro
nasce da un viaggio. Viaggi per cercare una storia o le storie ti arrivano dopo
un viaggio? E scrivi mentre sei in viaggio o le storie hanno bisogno di tempo
per decantare?
S. G. Il legame romanzo-viaggio può iniziare sia da
un’idea di trama per un libro pensata a casa e ambientata in un Paese
lontano, e poi non resta che andarci (Pasta
di Drago è nato così).
O viceversa, alcuni libri sono nati
dall’influsso di un luogo (il Messico e le rovine Maya per esempio per La memoria dell’acqua).
Silvan Gandolfi, Pasta di drago, illustrazioni Gabriella Saladino, Salani, Firenze, 1993 |
Silvana Gandolfi, La memoria dell'acqua, illustrazioni di Giulia Orecchia, Salani, Firenze, 1999 |
D. C. A proposito di Pasta di drago (che tra l’altro è il mio preferito di sempre) ci
racconti come è nato?
S. G. Pasta di drago è nato da un desiderio
impossibile: perdere un anno al giorno e così ringiovanire.
La logica di questo desiderio porta alla
catastrofe di scomparire dalla faccia della Terra. Ecco la trama. Il luogo:
pensavo al Tibet, ma siccome era difficile andarci a stare per lunghi periodi
ho scelto il Nepal, un po’ simile. Ed è stata una scelta fortunata perché mi
sono resa conto della loro cultura immaginifica ricca di stimoli che poi ho
usato a man bassa.
D. C. Nella tua narrativa ci sono un paio di
ritorni: uno è quello di Aldabra a
Venezia, la città che avevi già raccontato in Occhio al gatto. L’altro è quello all’Isola del tempo perso che ritroviamo ne Il club degli amici immaginari. Come mai questi ritorni?
S. G. Non sono proprio dei ritorni: Venezia è una
città che amo e che conosco bene (avevo comprato persino un appartamento in
quella città), per cui mi è sembrato naturale inserirla in un paio di libri che
però non sono il seguito l’uno dell’altro. Invece ne Il club degli amici immaginari ho voluto reinserire il personaggio dell’Isola
del tempo perso perché anche lui era un amico immaginario.
Ero un po’ indecisa sul risultato, non amo le
serie, anche se ai bambini piacciono molto.
Ma qui non si trattava di una vera serie perché
le storie sono molto diverse.
Silvana Gandolfi, Aldabra. La tartaruga che amava Shakespeare, illustrazioni Fabian Negrin, Salani, Firenze, 2001 |
Silvana Gandolfi, Occhio al gatto, illustrazioni di Giulia Orecchia, Salani, Firenze, 1995 |
Silvana Gandolfi, Il club degli amici immaginari, illustrazioni di Giulia Orecchia, Salani, Firenze, 2012 |
D. C. Un altro tema ricorrente nei tuoi libri è
l’acqua: dai libri ambientati a Venezia a La
bambina in fondo al mare, dall’Isola
del tempo perso a La memoria
dell’acqua. C’è una ragione particolare?
S. G. L’acqua. Grande motivo. Darti una spiegazione
logica mi è difficile, diciamo che adoro l’acqua ed esseri immersa dentro: nel
mare, in un lago, in un fiume e persino nella piccola vasca da bagno che ho in
casa. Ci sto bene dentro. La sento amica. Certo, se penso a uno tsunami… Beh,
fuggirei come tutti!
Silvana Gandolfi, La bambina in fondo al mare, illustrazioni Giulia d'Anna, Salani, Firenze, 2009 |
Silvana Gandolfi, L'isola del tempo perso, illustrazioni di Giulia Orecchia, Salani, Firenze, 1997 |
D. C. In tutti i tuoi libri c’è qualcosa di
sovrannaturale, di magico. Credi nella magia?
S. G. Mi piace che nella realtà quotidiana irrompa
qualcosa di magico che la stravolga. Io non credo nella magia ma credo nel
potere dell’immaginazione. Credo che sia una facoltà umana senza la quale
vivere sarebbe tristissimo, o addirittura non si potrebbe sopravvivere. In
fondo immaginiamo sempre: i sogni, i ricordi, un desiderio irrealistico o
impossibile.
Silvana Gandolfi, Qui vicino mio Ariel, illustrazioni di Giulia Orecchia, Salani, Firenze, 2005 |
D. C. E in questo senso Io dentro gli spari è un’eccezione nella tua produzione. Un libro
attuale, realistico, una presa di coscienza sulla nostra società. Da dove
nasce?
S. G. Io dentro gli spari è nato dal racconto
veritiero che mi ha fatto un amico magistrato al quale era capitato di dover
convincere a parlare un testimone di meno di sette anni d’età. Il suo racconto
mi era entrato dentro ma pensavo che era fuori dal mio genere, poi mi sono
fatta coraggio e ho chiesto all’amico magistrato se secondo lui potevo
scriverci su un romanzo. La risposta è stata: Sì assolutamente, ne sarei felice
perché così dai voce a chi non ne ha. Di immaginario nel libro c’è una Sicilia
che vive una giornata intera senza nemmeno un morto.
Silvana Gandolfi, Io dentro gli spari, Salani, Firenze, 2010 |
D. C. Nelle tue storie bambini e bambine sono
alla pari, liberi di fare gli uni quello che fanno gli altri. Ci racconti
com’eri tu da bambina?
S. G. Sì, i lettori maschi o femmine hanno gusti
personali non connessi necessariamente con il sesso.
Io da bambina adoravo Salgari: pirati,
avventure, e i Tre moschettieri.
Con i loro fioretti …
D. C. Di recente hai pubblicato un romanzo per
adulti. Ce ne vuoi parlare?
S. G. Il mio libro per adulti è nato dal
desiderio di fare un’esperienza di scrittura diversa. Volevo per un poco
staccarmi da uno sguardo necessariamente sereno sulla vita e così mi sono
buttata in una storia cupa e claustrofobica. Qualcosa di assolutamente inadatto
ai bambini.
L'AUTRICE
Silvana Gandolfi vive a Roma dall'età di dodici anni.
Dopo aver scritto il suo primo libro per ragazzi è andata a riposarsi in Nepal, dove è stata azzannata al polpaccio da una scimmietta, ma dove ha tratto anche l'idea per Pasta di Drago. Si affaccia nel mondo della letteratura per bambini nel 1992 con La scimmia nella biglia pubblicato da Salani, come tutti gli altri suoi libri per piccoli lettori. Trascorre molto tempo a Venezia, città contemplativa, abitata da gatti con gli occhi magici che l'hanno ispirata per Occhio al gatto. Ha scritto novelle, romanzi d'amore, racconti per la radio, ma ora si dedica soprattutto ai libri per bambini.
Scrittrice popolarissima e tradotta nel mondo, nel 1996 si è aggiudicata il prestigioso Premio Andersen per la letteratura per l'infanzia e, per la seconda volta, il Premio Cento.
Io dentro gli spari ha vinto il Premio Andersen 2011 e il prestigioso Prix Sorcières 2012 nella sezione adolescenti. Un riconoscimento nato in Francia oltre 25 anni fa per iniziativa di una rete di librerie indipendenti specializzate in letteratura per ragazzi, e assegnato nel corso del tempo a firme prestigiose fra cui David Almond, Anne-Laure Bondoux, Silvana De Mari, Anne Fine, Marie-Aude Murail, Michael Morpurgo, Daniel Pennac, Celia Rees, J.K. Rowling e Luis Sepúlveda.
Divide il suo tempo tra i viaggi e la scrittura, a cui si dedica ora nella sua casa vicino al Tevere ora in un piccolo albergo alle Seychelles.
I più deserti luoghi (Ponte alle Grazie) è il suo primo libro per adulti.
INFO
Sala Arial - PAD. 4 - Lettera K
http://www.tempodilibri.it/event/dalla-giungla-alla-pagina-chiacchierata-con-una-scrittrice-pigra/
http://www.tempodilibri.it/it/programma/?cat=0-18
http://www.didatour.it/gita-scolastica/tempo-di-libri/
INFO
Tempo di Libri (19-23 aprile, Fiera Milano Rho)
DALLA GIUNGLA ALLA PAGINA.CHIACCHIERATA CON UNA SCRITTRICE PIGRA.
Davide Calì intervista Silvana Gandolfi
Venerdì 21 aprile 2017 - ore 11.30Sala Arial - PAD. 4 - Lettera K
http://www.tempodilibri.it/it/programma/?cat=0-18
http://www.didatour.it/gita-scolastica/tempo-di-libri/
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