martedì 8 maggio 2012

MAURICE NEL PAESE DEI MOSTRI SELVAGGI


Maurice Sendak, Where The Wild Things Are, Harper & Row, New York, 1963
Nel paese dei mostri selvaggi, Babalibri, Milano, 1999

© tutti i diritti riservati

Non scrivo per i bambini. Non scrivo per gli adulti. Scrivo e basta.
Maurice Sendak © tutti i diritti riservati

Dopo ottantrè anni di vita, e cinquantanove di preziosi e indimenticabili doni, Maurice Sendak si è spento nell'ospedale di Danbury nel Connecticut, a causa di complicazioni subentrate dopo un attacco di cuore (The New York Times).

Maurice Sendak è stato considerato il più grande autore di letteratura per l'infanzia del XX secolo. E lo è stato per così tanti motivi e in modo così unico che una sola frase torna oggi come un'eco alla mente, un pensiero dedicato a un altro autore immenso, quello che il 14 aprile del 1980 Italo Calvino scrisse dolorosamente per l'amico Gianni Rodari e che, anche in questa circostanza, ci fa sussurrare, come ospiti inattesi e addolorati nella terra dei grandi, quelle parole prese a prestito semplici e sempre perentorie: "Sendak è morto, il mondo si è impoverito".
Senza Sendak, ora esisterebbe un enorme vuoto nella letteratura per i bambini americana (e, in realtà, internazionale). Si può solo tentare di immaginare quale sarebbe il panorama della letteratura per l'infanzia senza le fantasie di Sendak e i personaggi e i luoghi al loro interno. Queste fantasie hanno squarciato la superficie relativamente imperturbabile della letteratura per bambini dell'America del dopoguerra, mandando i suoi personaggi - Rosie, Max, Mickey, Jennie, Ida - in viaggi nelle regioni della psiche che nessun libro per bambini aveva mai osato visitare prima.
John Cech, Angels and Wild Things: The Archetypal Poetics of Maurice Sendak, Pennsylvania State University, 1996 © tutti i diritti riservati

È difficile pensare di parlare di Maurice Sendak al passato, come lasciare che un evento terrestre decida di declinare il suo tempo? Lui che ha saputo mettere a fuoco una vista assoluta in grado di oltrepassare le stereotipate tranquillizzanti visioni dell'infanzia, che si è buttato con forza a inseguire il suo pensiero e a condurre il racconto di una vita in direzioni ostinate e contrarie, che ha accolto e protetto sotto il suo mantello le contraddittorie e indicibili emozioni dei bambini, che ha accompagnato in volo generazioni di adulti per osservare dall'alto la povertà di usurate consuetudini e la pochezza del buon senso comune. Lui che ci ha mostrato che, comunque vada, c'è sempre un indicibile altrove che ci appartiene e che tra i diritti imprescindibili dell'essere umano, piccolo o grande che sia, c'è di sicuro quello a una sfrenata, irrefrenabile, scatenata, liberatoria, ridda selvaggia.
Lui che alcuni mesi fa ci ha regalato Bumble-Hardy, il libro del congedo (qui in Gavroche) e che da consumato teatrante ci sorprenderà, a sipario ormai chiuso, con l'insperato ultimo bis,  il picture book postumo My Brother’s Book, un poema per parole e immagini dedicato al fratello maggiore Jack (uscirà per la HarperCollins Publishers il prossimo febbraio). 
Mr Sendak, dunque, il solo e l'irripetibile, una stella cometa a cui moltissimi di noi dovrebbero, prima di tutto e sopra ogni cosa, guardare pronunciando un profondo e sincero GRAZIE!


Maurice Sendak, Poster Print for The Horn Book, 1980
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1 commento:

  1. Lui era davvero un grande!
    Complimenti per il tuo bog!
    L'ho premiato con il premio Your blog is great!

    Buona Domenica!
    Amelia

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