sabato 14 dicembre 2013

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 14


Gilles Bachelet,
La Signora Coniglio Bianco,
traduzione di Bérénice Capatti,
Rizzoli, Milano, 2013


Nato nel 1952 a Saint-Quentin, Aisne, Gilles Bachelet ha trascorso i primi anni della sua infanzia nei pressi di Oloron-Sainte- Marie nei Pirenei. Nel 1971, si iscrive alla Facoltà di Belle Arti di Parigi, mentre si prepara per partecipare al concorso della Scuola Nazionale di Arti Decorative. Ha poi trascorso cinque anni come direttore artistico in un ufficio di ingegneria a Teheran. Dal 1977, ha iniziato a lavorare con la stampa. Il suo primo lavoro sarà una copertina per la rivista L'Expansion . 
Da allora, lavora come illustratore professionista freelance per la stampa, l'editoria e la pubblicità. Collabora a numerose riviste: "L' Express, Reading", "Marie Claire","L'Expansion", "Science et Vie, "Okapi", J'aime lire, Youpi, tra le altre. E libri illustrati a Soglia, Nathan , Hachette , Presses de la città , Harlin Quist .
Dal 2001, insegna illustrazione e tecniche editoriali alla Graduate School of Art di Cambrai e pubblica libri per bambini.
Nel 2006, la Biblioteca Marmottan Boulogne-Billancourt dedicagli una mostra personale, lo ha consacrato come uno degli autori francesi più interessanti della letteratura per ragazzi contemporanea. Ha vinto numerosi premi tra cui il premio "Baobab 2004" al Salon du livre et de la presse jeunesse de Montreuil per Mon chat le plus bête du monde, dove nel 2012 ha replicato ottenendo la "Pépite" con Madame Le Lapin pubblicato ora da Rizzoli (2013).
Altri suoi titoli pubblicati in Italia sono: della serie di successo del "gatto", Il mio gatto è proprio matto (Il Castoro, 2005), Quando il mio gatto era piccolo (Il Castoro, 2007), Ultime notizie dal mio gatto (Il Castoro, 2010), poi Napoleon Champignon (Motta Junior, 2006) e l'esilarante Il Kamasutra morbido (Il Castoro, 2008).


Gilles Bachelet,
Il mio gatto è proprio matto,
Il Castoro, Milano, 2005


Era da un po' che attendavamo l'arrivo nelle nostre librerie di un albo di Gilles Bachelet, uno degli autori contemporanei in assoluto più amati dai bambini. E non solo da loro.
Siamo felice di chiudere quindi questo anno editoriale con un suo libro da mettere sotto l'albero.
Che dire de La Signora Coniglio Bianco? Semplicemente che è un libro fantastico.
Provate a pensare per un momento, a chi potrebbe essere questa signora.
Un unico indizio: cercate in uno dei libri per l'infanzia più famosi di tutti i tempi, magari scritto da un reverendo inglese.

E sì, è proprio Le Avventure di Alice nel paese delle meraviglie il libro di riferimento, tanto che La Signora coniglio bianco potrebbe definirsi un dei suoi più riusciti, geniali, inaspettati, spinn-off.


Alice cominciava a essere veramente stufa di stare seduta senza fare niente accanto alla sorella, sulla riva del fiume. Una o due volte aveva provato a dare un'occhiata al libro che sua sorella stava leggendo, ma non c'erano né figure né filastrocche. “Che me ne faccio di un libro senza figure e senza filastrocche?» pensava Alice.
A dire la verità non era possibile pensare molto, perché faceva tanto caldo che Alice si sentiva tutta assonnata e con le idee confuse: adesso si stava domandando se valesse la pena di alzarsi e raccogliere fiori per fare un a ghirlanda di margherite, quando ecco che improvvisamente le passò davanti un Coniglio Bianco con gli occhi rosa.
La cosa non sembrò tanto strana ad Alice. Non le sembrò neanche tanto strano che il Coniglio dicesse tra sé «Povero me, povero me! Arriverò troppo tardi!»
Solo in un secondo tempo, quando ripensò a questo fatto, Alice si rese conto che avrebbe dovuto meravigliarsene; sull'istante le sembrò addirittura una cosa naturale.
Però quando il Coniglio trasse un orologio dal taschino del panciotto e, dopo avergli dato un'occhiata, affrettò il passo ancora di più, Alice balzò in piedi meravigliata perché ricordava benissimo di non aver mai visto un coniglio con un taschino nel panciotto e, per di più, con un orologio dentro questo taschino! Ormai era tutta presa dalla curiosità: lo rincorse attraverso il campo e per fortuna arrivò in tempo per vederlo infilarsi in una grande tana, sotto una siepe.
Un istante dopo Alice si lanciava nella grande tana dietro di lui: non le venne neppure in mente di chiedersi come avrebbe poi fatto ad uscire da quel posto. [...]
O il pozzo era molto profondo oppure Alice cadeva lentamente: il fatto certo è che essa, prima d'arrivare in fondo, ebbe tutto il tempo di guardarsi intorno e chiedersi che cosa le stesse capitando. In un primo momento cercò di guardare in basso per vedere dove stava andando a finire. Ma c'era troppo buio e non si vedeva niente. Allora guardò le pareti del pozzo e si accorse che erano piene di credenze e di scaffali. Da ogni parte si vedevano carte geografiche e quadri appesi ai chiodi. Alice prese al volo un barattolo dalla credenza: sull'etichetta c'era scritto «MARMELLATA DI ARANCE». Però fu molto delusa quando si accorse che il barattolo era vuoto. Non voleva buttarlo via, perché aveva paura che, cadendo, potesse ammazzare qualcuno. Allora lo posò sopra un'altra credenza, mentre le passava davanti. Da "Nella tana del coniglio" in Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglidi Lewis Carroll, traduzione di Tommaso Giglio, BUR, Milano, 2006, pp. 34-35.


Moglie del suo più famoso marito, sempre in ritardo, sempre indaffarato, fedele sodale delle avventure strampalate della bambina ma altrettanto distratto compagno della signora in questione, la Signora Coniglio Bianco è esasperata da una vita tutta dedita al marito, ai figli e alla casa, un vita che certo non aveva sognata da ragazza.

Uff!
Dopo aver scalpitato, scalpicciato, protestato, brontolato,
inveito, strepitato, pestato i piedi (tutto perché il gilet non 
era stirato bene), il mio signor marito si è finalmente deciso 
ad andare al lavoro. In ritardo come al solito. Approfitto 
dunque di questo breve momento di calma per raccontarti 
le novità perché da quando ci siamo trasferiti qui non ho 
avuto il tempo per confidarti le mie preoccupazioni, 
i miei dispiacerei e i pochi momenti di felicità.

Gilles Bachelet,
La Signora Coniglio Bianco,
traduzione di Bérénice Capatti,
Rizzoli, Milano, 2013

«Per i miei occhi, per i miei baffi, 
si è fatto tremendamente tardi!»
Da "Nella tana del coniglio",  op. cit.BUR, Milano, 2006


A chi racconta, a chi confida ciò che le sta a cuore la bianca Signora?
A un diario naturalmente, e noi con lei seguiremo il flusso interiore dei pensieri e delle sue tribolazioni che prendono corpo sulla pagina.
Nello stile di Bachelet, che in questo senso ci ha viziati, preparatevi a ridere di un intelligenza che riesce, nel gioco sottile di un'appena tratteggiata contraddizione che regge magnificamente l'equilibrio tra parole e illustrazioni fino all'ultima pagina, ogni volta a sorprenderci e a entrare così profondamente in noi che farà sì che, anche a libro a chiuso, non smetteremo di sorridere.

La Signora Coniglio non ha vita facile.
Sei figli da custodire. 
La più grande, Beatrix (un nome illustre nella storia dei conigli della letteratura per l'infanzia), in piena crisi adolescenziale, dopo aver sondato lo scibile del "che cosa voglio fare da grande?" è giunta a scegliere la professione che oggi pare essere la più diffusa, la top model, tanto da non voler più assaggiare le meraviglie della carotte cuisine che le prepara la mamma...

Gilles Bachelet,
La Signora Coniglio Bianco,
traduzione di Bérénice Capatti,
Rizzoli, Milano, 2013


I gemelli Gilbert e George (che tanto ricordano Gilbert&George, la celeberrima coppia di artisti dell'Art for All), invece, per fortuna sono molto tranquilli e non le danno problemi... 


Gilles Bachelet,
La Signora Coniglio Bianco,
traduzione di Bérénice Capatti,
Rizzoli, Milano, 2013

 ... e poi Betty in apprensione per la nuova scuola,  Eliot, coniglietto altalenante tra precocità e regressione e, ultima, la più piccola Emily, in strilli tutta uguale al padre.


Se sei figli non bastassero, da quando si sono trasferiti, ci sono strane frequentazioni a casa della famiglia Coniglio Bianco.


Un gatto, che per quanto dica il marito sia dello Cheshire, o dello Hampshire, dello Yorkshire o dello Zulushire, non è un gatto normale... appare scompare, appare scompare... un gatto in dissolvenza...


Gilles Bachelet,
La Signora Coniglio Bianco,
traduzione di Bérénice Capatti,
Rizzoli, Milano, 2013


Come insolita, a voler essere buoni, è anche quella ragazzina che ogni tanto le piomba in casa, certo è beneducata, anche se ha una fastidiosa tendenza a cambiare repentinamente dimensioni... tanto da farle girare la testa... e suo marito che vuole a tutti i costi che faccia da baby sitter ai loro figli...


Gilles Bachelet,
La Signora Coniglio Bianco,
traduzione di Bérénice Capatti,
Rizzoli, Milano, 2013


L'unica cosa che sembra normale al marito, pensa e scrive sulle pagine del diario amico la sconfortata la Signora Coniglio, pare sia la sua presenza. Tanto che non sa più cosa inventarsi  per attirare la sua attenzione....


Gilles Bachelet,
La Signora Coniglio Bianco,
traduzione di Bérénice Capatti,
Rizzoli, Milano, 2013

E così, fino alla fine, non si smette davvero un attimo di stupirsi e di ridere.
Questo, insieme alla qualità eccelsa dei suoi libri, fa di Gilles Bachelet uno degli autori più apprezzati della letteratura per l'infanzia.
Come non essere d'accordo.

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