venerdì 13 dicembre 2013

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 13


Crockett Johnson, Spiaggia magica,
traduzione Elena Fantasia,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


«Che Spiaggia magica sia riemerso e veda nuovamente luce, 
è un vero miracolo»
Maurice Sendak


Crockett Johnson (David Johnson Leisk, ma adottò il soprannome di Crockett da bambino) nacque nell’ottobre del 1906 a Long Island, dove fin da bambino coltivò la sua passione per la barca a vela. Alto un metro e ottanta, sempre abbronzato, tarchiato, dagli occhi blu e visibilmente calvo, si definiva “l’uomo più pigro del mondo” e anche il meno adatto alla produzione artistica. Nonostante questo, studiò arte alla Cooper Union e poi alla New York University. Nella sua vita, fece i lavori più disparati: da operaio in una fabbrica di ghiaccio, a pubblicitario di Macy’s; da giocatore di football professionista, a direttore artistico di alcune riviste. Alla fine sbarcò nel mondo dei fumetti dove disegnò alcuni fra i personaggi più amati dal pubblico americano, come Barnaby e Mr O’Malley. Grazie alla moglie Ruth Krauss, amatissima e una delle più grandi scrittrici americane di letteratura per l'infanzia, si avvicinò alle illustrazioni dei libri per bambini. Il primo libro The Carrot Seed, scritto da Ruth con sole 101 parole e uscito nel 1945, non è mai stato smesso di pubblicare. Dopo aver illustrato questo che è stato considerato uno dei capolavori del picture book, Crockett Johnson continuò e illustrare una ventina di libri. 


Ruth Krauss/Crockett Johnson,
The Carrot Seed,
Harper & Brothers, 1945


Il suo stile chiaro e minimalista divenne così riconoscibile in tutto il mondo. Il successo e la celebrità giunsero con Harold e la matita viola (pubblicato in Italia da Einaudi, 2000) - la sua prima e più nota storia che dà il via a una serie di racconti con lo stesso protagonista - in cui il giovane Harold disegna il proprio universo rendendolo reale, e ci si avventura grazie all’aiuto della sua famosa matita viola. Parole e segni, immagini e linee, lettere e sensi si mescolano nei suoi libri fino a varcare il confine tra immaginazione e realtà, tra regni incantati e panini alla marmellata, come in questo Spiaggia magica pubblicato da Orecchio acerbo. Alla fine della sua carriera si dedicò anche alla pittura dipingendo centinaia di tele, usando spesso il computer per ideare forme astratte su basi matematiche. Crockett Johnson si è spento nel luglio del 1975, dopo una lunga malattia.


Crockett Johnson,
Harold and the Purple Crayon,
Harpes & Brothers, 1955



Spiaggia magica è un libro perfetto.

È la quintessenza della narrazione e dell'immaginazione bambina, dalla storia della vita dell'autore al racconto di chi ha assistito alla nascita del libro; dal tortuoso percorso prima di arrivare alla pubblicazione e quello che ancora oggi che il tempo non ha intaccato il suo essere prepotentemente innovativo, pubblicato per la prima volta in Italia (non smetterò mai di essere grata a un editoria coraggiosa e di grande qualità e ricerca, sempre piccoli editori, che ci permette di leggere e proporre capolavori del passato), rischia di dover percorrere per arrivare nelle mani dei bambini. 

Come vi dicevo dunque, arricchito da una prefazione di Maurice Sendak e da una postfazione di Philip Nel, Spiaggia magica è uno dei libri che sono riusciti a catturare e raccontare l'essenza dell'infanzia in maniera definitiva.

Ma prima di entrare nelle sua pagine fermiamoci a leggere il contorno, altrettanto bello e interessante, di questa storia.


Nel 1958, dopo che Dave (come lo chiamavano gli amici) aveva scritto i suoi primi quattro libri sulla matita viola di Harold e un libro sul leone di Ellen, Ursula Nordstrom, suo editore per Harper and Brothers, gli chiese se fosse interessato a scrivere una storia di Harold per la collana "I Can Read" di Harper. Questi libri, inaugurati da Little Bear di Else H. Minarik (illustrato da Maurice Sendak) nel 1957, erano destinati ai lettori principianti [...]. Rispose di essere interessato. Quindi, dopo aver scritto Harold's Circus (1959), iniziò a lavorare su un libro Harold per "I Can Read". Ispirato alla leggenda del Re Pescatore, Dave si ritrovò a scrivere non su Harold, bensì sullo smarrimento e sull'immaginazione, in quella che sarebbe divenuta la storia più astratta, poetica e bella che avesse mai scritto fino ad allora: Spiaggia magica.      Philip Nel, "Postafazione" in op. cit., 2013.


La leggenda del Re Pescatore compare la prima volta nel poema incompiuto Le Roman de Perceval ou le conte du Graal, di Chrétien de Troyes, scritto all'epoca delle crociate, tra il 1175 e il 1190. La storia del Re ed il Graal fu più tardi incorporata nel ciclo arturiano. In principio il racconto del Re pescatore fu un episodio inserito prima dell'arrivo di Percival a Camelot, per poi evolvere in una esplicita ricerca del Graal da parte dei dodici cavalieri della Tavola Rotonda.

Nel ciclo arturiano egli appare come l'ultimo discendente della stirpe dei Re del Graal, custodi della preziosa reliquia. Viene caratterizzato in modi anche molto diversi da diversi autori; in ogni caso, ha una menomazione alle gambe o ai genitali, e ha difficoltà a muoversi. La sua menomazione si ripercuote sul suo regno, che si è trasformato in un luogo deserto e devastato, "La terra desolata", la "terre gaste" (Waste Land). Il Re passa il suo tempo pescando in un fiume nei pressi del suo castello di Corbenic. Molti cavalieri erranti si recano dal Re Pescatore per guarirlo, ma questo sarà possibile solo al prescelto destinato a trovare il Graal (nelle storie più antiche Parsifal; in seguito anche Galahad e Bors).


Credo di aver restituito alla leggenda un po' della sua purezza pre-cristiana facendo del Santo Graal una conchiglia di mollusco. Noterete che non usato quelle sciocchezze di cappa e spada di Mallory o de Troyes. Parsifal diventa in questa versione una coppia di tipici ragazzini americani e la terra desolata non è altro che un normale, vecchio litorale sabbioso. Vi dico tutto questo solo in caso voi pubblicaste il libro e qualcuno, forse un bibliotecario, vi scriva chiedendovi di che cosa si tratta. È una variazione su un tema poetico, una lezione di geografia fisica, un messaggio del Consiglio di Sicurezza e una gara di ortografia tutti avvolti in un unico pacchetto. Crockett Johnson, lettera accompagnatoria del manoscritto all'editore, 1959.


Il manoscritto non piacque all'editore e così, per "I Can Read", Crockett Johnson scrisse A Picture for Harold's Room che riscosse un successo enorme.

Nel 1962 rimise però mano a Spiaggia magica riscrivendolo e abbreviandolo, la mandò di nuovo all'editore che di nuovo, a sua volto, lo rifiutò.

Crockett non si arrese, dopo due anni la casa editrice Holt, Rinehart and Winston accettò il manoscritto ma decise di farlo illustrare da Betty Fraser e il libro uscì nel 1965 con il titolo Castles in Sand, l'anno in Crockett Johnson decise di abbozzare i disegni per le illustrazioni della sua Spiaggia magica e poi smise di occuparsi di libri per bambini (unica eccezione The Happy Egg di Ruth Krauss, 1967) per dedicarsi interamente alla pittura.

Magic Beach, nella versione come Crockett Johnson l'aveva concepita e con i suoi disegni originali, è stata pubblicata per la prima volta nel 2005, a trent'anni dalla morte dell'autore, da Front Street, la divisione di letteratura per l'infanzia della Boyds Mills Press della Pennsylvania.


"Sono stanca" disse Ann. "Saremmo dovuti
restare a casa a leggere una storia."
"È più divertente fare qualcosa
che leggerlo in un libro" disse Ben.


Crockett Johnson, Spiaggia magica,
traduzione Elena Fantasia,
Orecchio acerbo, Roma, 2013

"Non mi dispiacerebbe, se fossimo in una storia" disse Ann. "Perché nelle storie 
le persone non vanno in giro tutto il giorno in cerca di una vecchia conchiglia. 
Succedono cose interessanti."

"Nulla accade realmente in una storia" disse Ben. "Le storie sono solo parole. 
E le parole sono lettere. E le lettere sono solo diversi tipi di segni."


Cosa ci fanno, questi due nuovi, coraggiosi ragazzini beckettiani in un libro per bambini scritto negli anni Sessanta? Sono molto scaltri e non hanno difficoltà a vivere in un mondo che contiene sia il reale che l'irreale, un mondo letterario, un mondo negato a molti adulti che hanno perso il potere di immaginare e credere inquell'immaginario. Ann e Ben appartengono, ovviamente, a Crockett Johnson, lo straordinario creatore di Barnaby Harold con la sua matita viola, ragazzini che la sanno lunga e che hanno contribuito a cambiare il vecchio volto imbalsamato dell'editoria per ragazzi. Questi bambini ci invitano, sia adulti sia piccini, a vivere come più ci aggrada, nel reale e nell'irreale allo stesso tempo. Maurice Sendak, "Prefazione" in op. cit., 2013.

Ann e Ben sono i due bambini protagonisti della storia in cerca di una conchiglia che, scesi dalla sponda rocciosa dove sta la loro casa, si trovano a cercarla nel mezzo di una immensa distesa di sabbia. 
Un sabbia magica che esaudisce le parole dei desideri che i bambini scrivono sui suoi granelli.


Piccoli piaceri dell'infanzia, MARMELLATA E PANE... 
e un ALBERO sotto cui gustarsi lo spuntino e per dolce CARAMELLE...

Crockett Johnson, Spiaggia magica,
traduzione Elena Fantasia,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


Desideri che una volta realizzati l'onda del mare cancella.

"Ma cose del genere non succedono nella realtà" disse Ben "Accadono solo nelle storie".
"Nelle storie sui regni magici, di solito" disse Ann.

E dove c'è un regno magico i bambini vogliono che ci sia anche un re... un'altra parola sulla sabbia ed ecco apparire il RE...

Crockett Johnson, Spiaggia magica,
traduzione Elena Fantasia,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


Un Re solo e stanco che domina su un deserto di sabbia e sta sulla riva del mare in attesa di pescare un PESCE...

Crockett Johnson, Spiaggia magica,
traduzione Elena Fantasia,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


Ha bisogno di un nuovo regno, di FORESTE FATTORIE CITTà CASTELLI... parole che i bambini continuano a chiedere alla sabbia...
 e mentre Ann e Ben scrivono il RE si fa sempre più giovane e vigoroso...

Crockett Johnson, Spiaggia magica,
traduzione Elena Fantasia,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


Ora gli manca solo un destriero per raggiungere il suo nuovo regno... 
"Dovete lasciare il regno" disse ai bambini.
"Ve lo ordino. Io sono il re."

Crockett Johnson, Spiaggia magica,
traduzione Elena Fantasia,
Orecchio acerbo, Roma, 2013


Il RE deve proseguire da solo, la storia con lui.
I bambini non possono entrarvi, dice, ma l'hanno creata loro.
E se non possono continuare a crearla che cosa ne sarà del re e del suo regno?


Spiaggia magica è il lavoro epigono che racchiude tutto il pensiero di Crockett Johnson.
In Anna e Ben ci sono tutti i suoi protagonisti bambini Barnaby, Harold e Ellen che qui superano i confini, senza lasciarci un appiglio per una possibilità di ritorno sicura, tra mondo reale e mondo dell'immaginazione, il suo tema più caro.
Qui il pensiero che ha guidato la sua intera opera diviene magistrale, raffinato, penetrante nel condurre il lettore all'interno dei misteri e delle visioni che definiscono l'infanzia. 
In questo senso, come solo raramente accade, Spiaggia magica è un libro che restituisce il potere dell'immaginazione all'infanzia perché sia custodito una volta per sempre.

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