lunedì 25 aprile 2016

LIBERIAMOCI DELLA NOSTRA VILTÀ

Non sono ingiusto, ma nemmeno audace. 
Quando oggi il loro mondo mi han mostrato 
ho visto solo il dito insanguinato 
e ho detto prontamente che mi piace


Bertolt Brecht, Ballata di chi approva questo mondo,
illustrato da Henning Wagenbreth, 
traduzione Anita Raja,
Orecchio acerbo/Else Edizioni, Roma, 2016
(pp. 32, in serigrafia, tiratura limitata 500 copie, € 25.00)


Riassumere in poche parole la biografia di Bertolt Brecht, uno dei drammaturghi e poeti lirici in lingua tedesca più influenti del XX secolo, non è impresa semplice. È stato un anticonformista e radicale fin dall’infanzia. Più tardi sempre anticonformista, ma provocatore e innovatore. I suoi primi poemi, pubblicati quando aveva appena sedici anni, erano poemi pornografici con vagabondi e prostitute come protagonisti. Promosse il “teatro epico” che segnò la rottura con il realismo tradizionale. Nella sua opera la letteratura e la politica sono state indissolubili. Proibite le sue opere e perseguitato dal nazismo, fuggì in esilio nel 1933. Visse inizialmente in Danimarca, Svezia e Finlandia e, a partire del 1941, negli Stati Uniti, dove i suoi copioni furono rifiutati dai grandi produttori di Hollywood. Osteggiato dal Comitato per le Attività Antiamericane fuggì in Svizzera con l’intenzione poi di rientrare in Germania. Stabilitosi definitivamente a Berlino Est, fondò insieme alla sua seconda moglie, l’attrice Helene Weigel, la compagnia di teatro "Berliner Ensamble". Le poesie che scrisse, come questa Ballata di chi approva questo mondo, condensano le sue denunce e accuse ed esprimono il suo carattere radicale, provocatore e rivoluzionario. È infatti soprattutto nelle Poesie Politiche che Brecht trasforma ogni verso in strumento di lotta e di persuasione, al servizio di una società libera e democratica.

Henning Wagenbreth di riconoscimenti come illustratore ne ha ricevuti moltissimi, ma quello per Mond und Morgenstern è davvero particolare. È stato infatti insignito del titolo “Il libro più bello del mondo”. Le sue opere, immediate e di grande impatto, ricordano i graffiti incisi sul muro di Berlino. Tra i più interessanti e originali illustratori europei, ha fatto scuola. Anche letteralmente. Insegna infatti Visual Communication presso la prestigiosa “Universität der Künste” di Berlino. Nel catalogo di Orecchio acerbo le illustrazioni per l'antologia 1989. Dieci storie per attraversare i muri (2009) e Il pirata e il farmacista (2013). 


Da quel momento volli consentire: 
meglio un vigliacco che un uomo morto. 
E alle loro mani per sfuggire 
approvai ogni possibile torto


Sono passati appena quattro anni dal successo de L'opera da tre soldi (andata in scena il 31 agosto del 1928), quando Bertolt Brecht decide di scrivere questo poema. 
Nel 1933, anno nero della Repubblica di Weimer, Adolf Hitler - dopo 14 anni di militanza in un piccolo partito che si caratterizzava per la forte ideologia antisemita e che sotto la sua guida prenderà il nome di "Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori", il "NSDAP" - viene nominato Cancelliere del Reich. Hitler pone fine, in brevissimo tempo, alla democrazia parlamentare e alla morte del Presidente Paul von Hindenburg (1934), assume in sé le cariche di Capo dello Stato e del Governo sotto il titolo di Führer und Reichskanzler, dando vita a quello che il mondo ricorderà per sempre come Terzo Reich (1933/1945).

È necessario compiere un piccolo passo indietro, per conoscere alcune minime circostanze in cui nasce il poema in questione. 
Alle ultime elezioni tedesche libere, appunto quelle del 1933, il partito di Hitler ottenne il 43% di voti e cinque anni più tardi la stragrande maggioranza dei tedeschi appoggiava Hitler, o almeno lo tollerava, anche se non sempre con grande entusiasmo: "Avrà molti difetti, ma almeno ci ha riportato il lavoro e l'orgoglio di essere tedeschi", pensano in molti.

Nasce sul limitare di questo episodio, nel dilagare di un ampio consenso al partito nazionalista, la Ballade von der Billigung del Welt
È bene ricordarselo e fissare nella memoria questo drammatico momento storico che ancora oggi coinvolge i ricordi delle nostre famiglie e mai potrà lenire le tragiche ferite, o le coscienze, delle persone che lo hanno vissuto. 
Metterlo a fuoco, significa, in questo caso, predisporsi a comprendere il valore dell'impegno di molti intellettuali e artisti; predisporsi ad ascoltare le voci che sono giunte fino a noi come un dialogo, intimo e mai interrotto, ancora limpido nella sua onesta crudezza, da uomo a uomo.


Bertolt Brecht (1898-1956) 


La scelta di ripubblicare un classico per un editore non è mai casuale: se il tempo lo richiama, gli anniversari sono complici, ma non determinanti (Brecht è morto nel 1956 e questa versione della Ballata esce per prima per la spagnola Libros del Zorro Rojo nel 2014) è perché la sua eco ripetuta è giunta ancora una volta a nuova destinazione.

Se, come riporta l'editore in quarta di copertina, la Ballata che scrisse Brecht è da leggersi come "un lucido e ironico atto d'accusa contro il potere della borghesia e contro chi lo sostiene: politici, militari, imprenditori, giudici, polizia, medici, intellettuali", la voce che ci arriva oggi, chiara e cristallina, non può lasciare nessuno di noi, nessuno di noi, indifferente.
Leggerlo nella giornata del 71° anniversario della liberazione d'Italia che ha consentito la costituzione della nostra Repubblica, chiede - dopo le commemorazioni, i dovuti riconoscimenti, il riappropriarsi della memoria, i dolori personali e l'assumersi delle responsabilità per le scelte del futuro - di fermarci a riflettere davanti allo specchio della nostra manifesta inadeguatezza verso noi stessi, l'altro, il mondo che ci accoglie e che dovremo consegnare a chi verrà dopo di noi.

Senza giri di parole, nel suo poema, Brecht ci chiama a confronto con il lato oscuro del nostro quotidiano, con le ipocrisie, le nostre piccole miserie dovute alla paura di esporci nei confronti del male e dell'ingiusto che, taciti e inermi, troppo spesso e per paura di ritorsioni, non sappiamo come fronteggiare. Si chiama viltà, questa cosa, questo ingombro che non vorremmo nostro, di cui spesso ci vergogniamo e per questo riconosciamo negli altri, che ci troviamo ogni giorno chiamati a vincere.


Bertolt Brecht, Ballata di chi approva questo mondo,
illustrato da Henning Wagenbreth, 
traduzione Anita Raja,


Io vile? Dolorosamente, sì. 
Fosse solo per questo, per quel senso di rifiuto della realtà delle cose che ci mostra, questo libro ci è urgentemente necessario.
E lo si capisce già dal titolo, dall'inizio, durante e fino all'ultima pagina del libro.
Perché se oggi assomiglia ancora a quel lontano 1932, in quell'oggi ci sono anch'io.
Ma più tragico ancora, ci siamo noi, monadi impazzite in cerca di un'identità comune capace di dire ancora di no, di fare "fronte", di farsi carico delle responsabilità di quell'uomo che ha ambito, con non poca superbia, a essere riconosciuto come sapiens, il che suppone che sappia almeno discernere in base all'esercizio del libero arbitrio.


Bertolt Brecht, Ballata di chi approva questo mondo,
illustrato da Henning Wagenbreth, 
traduzione Anita Raja,


Essere all'altezza delle definizioni costa.
E non è più un problema di tutelare storia e memoria, azione così dovuta e riconoscenza così vera da darsi quasi per scontate, è un problema di esserne all'altezza, di smettere di celebrare a parole, di lamentarsi, indignarsi, e farsi carico delle azioni. Smettere di godere di benefici passati, di delegare con un clic, di sentirsi a posto perché "chi sono io per poter cambiare il corso delle cose?".

Esercitiamo noi stessi, verrebbe da dire, alleniamo la nostra mente, la nostra coscienza, a farsi pronte azioni. Alleniamo la riflessione a servire il pronto intervento, a denunciare le ingiustizie, anche quelle che ci sembrano marginali, non è una questione di misura o di irrilevanza nell'esercizio di quel male che ci vede osservatori: o c'è o non c'è e chiunque colpisca, colpisce quel sapiens che abbiamo scelto come cielo comune.

Bertolt Brecht, Ballata di chi approva questo mondo,
illustrato da Henning Wagenbreth, 
traduzione Anita Raja,


Bertolt Brecht, Ballata di chi approva questo mondo,
illustrato da Henning Wagenbreth, 
traduzione Anita Raja,
Orecchio acerbo/Else Edizioni, Roma, 2016


Alleniamoci, dunque e con fatica, a essere le parole che gli altri non possono pronunciare, quelle braccia che non hanno più la forza di alzarsi, il pane che non riescono a mangiare, il passo che non riesce ad avanzare, il diritto che non credono più di meritare. Esercitiamoci a sollevare i pesi della nostra e, insieme, della loro dignità.

Confidiamo nelle nostra paure, sapendo che sono comuni, che dietro a ciò che esibiamo di noi stessi c'è un mondo di confusione e di incertezza e spavento.
Ripartiamo da lì, non si dà armonia senza caos.
Se non riusciamo a rivelarci a noi stessi come potremo aiutare qualcun altro, fino a non so... dico i nostri bambini?... a rivelarsi.


Bertolt Brecht, Ballata di chi approva questo mondo,
illustrato da Henning Wagenbreth, 
traduzione Anita Raja,
Orecchio acerbo/Else Edizioni, Roma, 2016


Non verrà più nessuno a salvarci, se non saremo noi i primi a farlo. 
Ora è il nostro turno. Vorremmo poter delegare, non è più possibile.
Qualcuno primo di noi è riuscito ad avere coraggio, qualcuno al nostro fianco, vicino o lontano che sia, ne fa pratica di vita e di sopravvivenza ogni santo giorno.
Celebriamo sì, oggi, domani, sempre... ma cerchiamo di imitare queste persone, consapevoli che ciascuna delle nostre azioni, nel bene e nel male, ricade più di quello che possiamo pensare sulla vita e la dignità di un altro essere umano che, al fine, è noi.
Lo dobbiamo a noi stessi e a chi è nato da meno tempo di noi e a chi verrà.
Lo dobbiamo a chi ci ha preceduto, che dire grazie implica un debito di riconoscenza che va onorato nel tempo.
Non c'è nessuno che si possa chiamare fuori ormai, tanto meno chi, a diverso titolo, con grande privilegio si occupa di bambini e ragazzi. 
E non perdiamo un minuto, che il tempo a disposizione non è infinito e non ci aspetteranno a lungo. Impareranno a loro spese, i bambini e i ragazzi, a fare senza di noi, troppo impegnati a cercare il riflesso degli altri in quello specchio senza trovare il coraggio di mostrarci per primi.

Questo libro, indispensabile, ce lo ricorda come poche altre opere d'arte.



Bertolt Brecht, Ballata di chi approva questo mondo,
illustrato da Henning Wagenbreth, 
traduzione Anita Raja,
Orecchio acerbo/Else Edizioni, Roma, 2016


INFO
Per acquistare il librowww.elsedizioni.com


giovedì 21 aprile 2016

THE BIRTHDAY CROWN, QUANDO A SCRIVERE PER LA REGINA È UN AUTORE ITALIANO

Royal Collection Trust / 
© Her Majesty Queen Elizabeth II 2016
illustrations: Kate Slater


Il giorno atteso è arrivato. 
Oggi si celebra uno dei compleanni più importanti della Storia, almeno di quella a cavallo tra il XX e il XXI secolo, il novantesimo di Elisabetta II regina - unica nel detenere lo scettro da oltre 64 anni - del regno Unito di Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord.
È consuetudine che la regina festeggi due volte il compleanno. Il 21 aprile (giorno della nascita) e il secondo sabato di giugno in occasione del «Trooping the Colour», la sfilata della bandiera.

Un compleanno che più di ogni altro mostra Sua Maestà nel suo lato più tenero e familiare, quello di nonna e bisnonna, “Gan-Gan”, come è solito chiamarla il piccolo George, celebrato all'insegna della piccola discendenza.


© Afp/Annie Leibovitz

© Ranald Mackechnie

A suggellare questa celebrazione, e in onore della piccola discendenza, è uscito The Birthday Crown, un albo illustrato la cui uscita ha anticipato di pochi giorni il regale genetliaco.

Ciò che colpisce subito di questo libro, pubblicato dalla Royal Collection Trust, è di essere stato scritto da un autore che non è di origine inglese, la gloriosa storia e contemporaneità della letteratura britannica avrebbe fatto pensare che la scelta potesse cadere dentro i confini del Regno, ma da uno scrittore (fumettista e illustratore) forse solo per casualità italiano, ma in realtà tra i più internazionali e importanti della letteratura per ragazzi contemporanea.

Si tratta, infatti di Davide Calì (Liestal, Svizzera, 1972), di cui Gavroche si occupato in più occasioni (in una di queste, trovate una sua lunga intervista, utile per conoscere più in profondità il suo lavoro).


Le illustrazioni sono state affidate a Kate Slater, giovane illustratrice che ha studiato presso la Kingston University (2005-2008), che è cresciuta e vive nel più profondo Staffordshire. Kate Slater è un illustratore freelance, autrice e designer-maker. Lavora principalmente usando la tecnica del collage, creando vere e proprie opere tridimensionali destinate a diventare scenografie teatrali, libri, immagini per la press e complementi di arredo per la casa.


L'albo, dedicato ai bambini della fascia più piccola d'età, ha un plot molto semplice, ma efficace per trasmettere, con un sorriso, la confidenza e l'amore di una regina, meglio di una nonna come scrivevo poco sopra, per i propri nipoti e, al fine per traslazione, a tutti i bambini del Regno.


Il dilemma da risolvere, in 32 pagine, non è di poco conto, date le circostanze.

Alla regina occorre una corona che sia all'altezza del festeggiamento del compleanno.

Tutta la regale crew, dunque, si adopera per dare vita alla più bella e originale corona che si sia mai vista. 



Royal Collection Trust / 
© Her Majesty Queen Elizabeth II 2016
illustrations: Kate Slater


Le preziose e inusuali proposte arrivano da gioiellieri reali, giardinieri, ciambellani e da diversi altri professionisti che prestano servizio per il palazzo reale. Per un motivo o per l'altro, in un crescendo di sempre più esilaranti improbabilità, la regina però non riesce a trovare quella che fa il caso suo.

Fino a quando un piccolo bambino biondo, con la sua sorellina al fianco, il piccolo George e la piccola Charlotte figli di Kate Middleton e il nipote William, le porge quella perfetta.

Royal Collection Trust / 
© Her Majesty Queen Elizabeth II 2016
illustrations: Kate Slater


Per finire, in questi giorni per lui folli, Davide Calì, dalla sua casa di Parigi, ha trovato il tempo per rispondere velocemente ad alcune brevissime domande per Gavroche:

G. Dopo aver pubblicato oltre 80 titoli in soli 15 anni, tradotti in più di 30 Paesi dei 5 continenti, che effetto ti ha fatto lavorare con la Royal Collection Trust per celebrare, con la tua scrittura, l'illustre compleanno?

DAVIDE Come puoi immaginare, sono molto contento. L’Inghilterra mancava sulla carta delle mie conquiste, e lavorare per Royal Collection è stato un grandissimo onore!


G. Le illustrazioni del libro portano la firma di Kate Slater. Puoi raccontarci come avete lavorato insieme e che tipo di scelta ha fatto l'illustratrice? 
DAVIDE Kate ha lavorato creando di fatto dei diorama. Le stanze del libro sono tridimensionali, e in seguito vi sono stati aggiunti in digitale, i personaggi ritagliati di carta. Un tipo di collage molto particolare.


© Kate Slater

© Kate Slater

© Kate Slater
© Kate Slater


G. Ci sono altri progetti a cui stai lavorando con editori inglesi?

DAVIDE Sì, diverse cose in uscita. Dopo più di 10 anni di lavoro in Francia, da tre anni ho cominciato a collaborare con gli anglosassoni. Ora esco negli Stati Uniti e in Canada. L’Inghilterra è stata l’ultima ad aggiungersi tra i miei contatti, ma presto vedrete qualcosa di nuovo.


G. E in Italia, usciranno nuovi tuoi titoli a breve? 
DAVIDE È appena uscito Biancaneve e i 77 nani, tradotto dall’inglese da EDT Giralangolo, poi a brevissimo dovrebbero uscire due racconti illustrati da me per la collana Zoom di Biancoenero: La rapina del secolo e La casa di riposo dei supereroi. Ci sono poi altre cose in coda, ma credo che le prime escano a ottobre.

Che dire se non... God Save the "Gan-Gan"!


martedì 19 aprile 2016

DIE TOLLEN HEFTE, UNA LEZIONE DI EDITORIA SENZA CONFINI

Per la prima volta in Italia, fino al 5 maggio 2016, Bologna ospita la mostra Tolle Hefte. Libri folli e bellissimi, una retrospettiva dedicata a un progetto editoriale unico nel suo genere e alla figura di chi l'ha creato: Armin Abmeier. 

Nata da un'iniziativa del Goethe Institut e curata da Hamelin Associazione Culturale, l'esposizione - visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.30 presso la Sala Ercole di Palazzo d'Accursio in Piazza Maggiore, 6 - vuole rendere omaggio e far conoscere di più il lavoro e il genio di Armin Abmeier (e quello di Rotraut Susanne Berner, compagna in questa avventura e nella vita) ed evidenziare l’impatto che ha esercitato nell’orizzonte visivo europeo degli ultimi venti anni, con un lavoro a diretto contatto con tre generazioni di autori, nell’ambito del disegno, dell’illustrazione per adulti e per ragazzi, nel fumetto. 


TOLLEN HEFTE Libri Folli e Bellissimi,
- ©Henning Wagenbreth - 


Centro pulsante dell’esposizione, allestita in occasione della recente Bologna Children's Book Fair  e della presenza della Germanica come Paese ospite, è l’oggetto libro, attorno al quale ruotano gli elementi decisivi per la creazione di ciascun titolo: dall’impronta culturale di un editore dalla mente estremamente aperta alla scelta di illustratori e autori, dai metodi di comunicazione del progetto alla stampa come momento decisivo in cui tutto il flusso creativo confluisce: le immagini prendono vita, con le imprevedibili rivelazioni e colpi di scena che comporta l’applicazione dei colori a più livelli.

La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Orecchio Acerbo editore, un cofanetto composto di tre volumetti in pieno stile Die Tollen Hefte, un piccolo gioiello che propone una grandissima presenza di immagini - e non poteva essere altrimenti - ora tratte dai titoli pubblicati, ora da materiali preparatori e inediti, ora da manifesti, locandine, biglietti di invito per mostre e la promozione dei titoli e degli artisti coinvolti. Un catalogo che si rivela una parte fondamentale dell'intero progetto con cui si è voluto far conoscere questa splendida avventura editoriale, cercando di riprodurne il fascino sulla carta.



TOLLEN HEFTE Libri Folli e Bellissimi,
Autori Vari - A cura di Hamelin,
traduzione Isabella Colliva,
Orecchio Acerbo, Roma, 2016
(pp. 96, cm. 13,5 x 20,5, € 25,00)


TOLLE HEFTE, Libri folli e bellissimi,
op. cit.,
"Volumetto Uno",
Orecchio acerbo, Roma, 2016

Il primo volumetto contiene un intervento critico di Hamelin e un testo autobiografico in cui Abmeier ripercorre la sua passione per la lettura, il rapporto con il libro, la scoperta di alcuni autori che ne hanno influenzato il percorso. 

La peculiarità del progetto editoriale di Armin Abmeier - editore, collezionista, promotore di mostre e conferenze, connaisseur d'arte, accanito lettore -  è un passione per gli oggetti dall'estetica raffinata e sorprendente, il gioco fra "alto" e "basso", il desiderio di inventare progetti nuovi che nessuno faceva, la voglia di giocare. 










Die Tollen Hefte si racconta in 45 titoli per altrettanti libretti di 32 pagine ciascuno, di identico formato, 14 x 20,5 cm. Libri di letteratura (testi inediti o dimenticati) pensati per un pubblico adulto, confezionati con una sontuosa sovracoperta, accompagnati da un poster o un "prodotto" di carta che esce dal libro, come una scatola delle sorprese. E ancora: 30 illustratori, 20 autori, 4 tipografie, 2 rilegatori, 2 case editrici, 2 editori, una tecnica di stampa artigianale e sofisticata e innumerevoli incontri che hanno fatto la storia dell'illustrazione.


TOLLE HEFTE, Libri folli e bellissimi,
op. cit.,
Volumetto Due - Poster,
Orecchio acerbo, Roma, 2016



Fare libri è stata la magnifica passione di Abmeier.



Carta d'identità con cui Armin Abmeier
presentava se stesso
Armin Abmeier è nato a Göttingen nel 1940. Libraio diplomato, interessato ai libri illustrati e ai fumetti, negli anni Settanta e Ottanta è stato rappresentante editoriale per editori del calibro di Hanser, Schirmer/Mosel, Wagenbach, Steidl, MaroVerlag, Rainer Verlag. Grande lettore e appassionato collezionista, nel 1991 ha pubblicato la prima edizione della collana Die Tollen Hefte, con la casa editrice MaroVerlag (a cui è poi seguita dal 2001 la Büchergilde Gutenberg). Si impegna fin da subito a promuovere i suoi libri e autori, organizzando dal 1996 diverse mostre e conferenze in accademie e scuole d’arte, festival di fumetto, librerie a Berlino, Lipsia, Francoforte, Amburgo, Pechino, Osaka, San Paolo, Gent e New York.Insieme alla moglie Rotraut Susanne Berner è stato iniziatore e curatore della fondazione Stiftung Illustration di Troisdorf. Nel 2007 ha ricevuto una menzione speciale al Bologna Ragazzi Award. Nel 2010 ha aperto la sua galleria, la Tolle Galerie di Monaco di Baviera. Armin Abmeier è scomparso il 24 luglio 2012.


«Tutto è partito da Jim Parkers Abenteuer in Weltraum (Le avventure di Jim Parker nello spazio). Acquistando regolarmente questi fascicoli in edicola, li aspettavo con ansia chiedendo almeno due volte al giornalaio se l'ultimo numero fosse finalmente arrivato.Avevo già divorato Billy Jenkins, Tom Prox, La combriccola e Topolino ed ero ormai fermamente decido ad abbandonare il sistema: quello solare, naturalmente. Difficile dire se le premesse di tutto possano essere rintracciate in un periodo antecedente: magari nell'album delle figurine Sanella, oppure in quella della margarina Wagner o addirittura in Robison Crusoe, il mio primo libro vero e proprio, pubblicato prima della guerra, con otto immagini a pagine intera e molti disegni. [...] 
Nel 1991 è stato pubblicato il Tolle Hefte Nr. 1: Walter Serner, Wong Fun, e poco a poco mi sono ritrovato immerso in quelle riviste colorate della mia infanzia.» Tratto da "Jim Parker e Wong Fun" di Armin Abmeier scritto in occasione dei 25 anni della casa editrice MaroVerlag, op. cit., "Volumetto Uno", Orecchio acerbo, 2016.


Walter Serner, Jim Parker und Wong fun,
collana "Die Tollen Hefte",
MaroVerlag, 1991


Per chi si occupa a vario titolo di illustrazione, Armin Abmeier è una figura fondamentale, un personaggio centrale di quella storia dell'editoria innovativa a cui oggi si guarda con particolare interesse, leggendola e riproponendola come sicura avanguardia: molti degli degli stilemi visivi diffusi nei libri che incontriamo oggi nelle nostre libreria, sugli scaffali dedicati ai comics e agli illustrati per bambini, sottolinea Hamelin, arrivano dal nucleo di questa sua produzione editoriale.
Ecco perché avere la possibilità di visitare la mostra dedicata, di vedere e sfogliare i 45 titoli e di studiare il catalogo che l'accompagna rappresenta un'opportunità difficilmente riproponibile, quindi da non perdere.









Un esempio di editoria illuminata quello dei Tolle Hefte, dunque, trasversale, eclettica, preconizzatrice, capace di relazioni costruttive con i propri autori, nel pieno rispetto delle loro singolarità e delle loro visioni; desiderosa di oltrepassare confini, andando oltre alla germanicità  e proponendo la scelta del tipo stampa (ritenuto un processo mentale e artistico) come unico limite imprescindibile, con cui gli artisti dovevano confrontarsi all'insegna della sperimentazione e della ricerca.

E, su tutti, un unico obiettivo, una grande lezione, una sorta di testamento del Tolle Armin: quello di non proporre mai niente di inferiore al "bellissimo" ai propri lettori, di ipotizzare orizzonti e scenari nuovi per loro usando il tramite dell'illustrazione per incontrare la letteratura, il tributo di un rispetto assoluto che molta editoria contemporanea dovrebbe fare proprio.



TOLLE HEFTE, Libri folli e bellissimi,
op. cit.,
"Volumetto Due",
Orecchio acerbo, Roma, 2016
Il secondo volumetto è invece interamente dedicato a un’intervista con Rotraut Susanne Berner, che ci fa vivere dall’interno il mondo dei Tolle Hefte dalle origini ai progetti futuri. 

Rotraut Susanne Berner è nata a Stoccarda nel 1948. È un’illustratrice ed autrice riconosciuta e premiata a livello internazionale. Dopo gli studi di graphic design presso la Fachhochschule di Monaco di Baviera, dal 1977 ha lavorato come freelance nel campo pubblicitario, come grafica e illustratrice. I suoi libri sono stati premiati con importanti riconoscimenti. È stata nominata più volte per l’Astrid Lindgren Memorial Award e per il Premio Hans Christian Andersen, per il quale si è candidata finalista nel 2016. Nel 2006 le è stato assegnato il Premio Speciale per l’Illustrazione al Deutscher Jugendliteraturpreis per l’opera completa. Vive a Monaco dove ha sede la sua galleria, Tolle Gallerie, ed è curatrice del progetto Die Tollen Hefte, gestito in precedenza in collaborazione con il marito Armin Abmeier, ideatore e primo editore di questa collana di libri. Nel 2005 è stata fra gli iniziatori della fondazione Stiftung Illustration di Troisdorf, di cui è curatrice dal 2012. Continua a illustrare e a scrivere libri per bambini e per lettori adulti.

«Il progetto Tolle Hefte è nato dal suo amore per i libri di piccole dimensioni e dalla sua predilezione per la letteratura tedesca degli anni Venti, prendendo il nome da una collana di libri, Die Tolle Bücher, pubblicati dall'editrice berlinese Elena Gottschalk», racconta Ratraut Susanne Berner. «Ma la nascita della serie non sarebbe stata possibile senza supporti tecnici, senza la figura dell'editore e stampatore MaroVerlag e in definitiva grazie alla mia esperienza. [...] Per risparmiare, decisero di stampare usando la tecnica manuale dell'offset piana. «Si trattava di procedimento tradizionale usato in passato, ancor prima che per questo tipo di stampa, per la litografia, la xilografia, la serigrafia.», spiega la Berner, «Per molti anni disegnato e progettato tutte le copertine di MaroVerlag, tutte stampate su una piccola macchina, un foglio per volta, un colore per volta. Questa tecnica implica uno stile e un'estetica molto particolari (per la quale mi hanno addirittura premiata nel 1983).» Tratto dall'intervista a Rotraut Susanne Berner, op. cit., "Volumetto Due", Orecchio acerbo, 2016.

Fino al numero 15 i Tolle Hefte sono stati pubblicati da MaroVerlag, a partire dal 2001 sono stati editi dalla Büchergilde Gutemberg.



Poster per MaroVerlag
© Rotraut Susanne Berner



Allergico a ogni tentativo di catalogare, di imbrigliare le proposte artistiche in inutili categorie,  riteneva che al posto di questo vecchio modo di pensare ci dovesse essere qualcosa di toccante ed emozionante nelle arti, a livello emotivo e intellettuale o, meglio ancora, tutte e due le cose assieme, Armin Armeier applicò questa sua visione anche nella scelta degli artisti.

Racconta, Rotraut Susanne Berner, che quando si invaghiva del lavoro di un artista era di una tenacia unica nel perseguitarlo con l'idea di proporli un progetto.
Nel catalogo Tolle Hefte compaiono così artisti tra i più disparati, prima di tutto non solo tedeschi, «ma anche francesi, come Sophie Duterte, o Blexbolex, oppure Max, un fumettista spagnolo. Prigov era russo, Nicolas Robel vive in Svizzera, Ansel Glück è austriaco, e Merav Salomon viene da Israele.», racconta entrando nel dettaglio la Brener. 
La caduta del muro, poi, portò un grande cambiamento, una nuova generazione di artisti con un immaginario visivo tutto loro. Prima di loro solo Volker Pfüller veniva dalla Germania dell'Est. Fu così che i Tolle Hefte furono illustrati contemporaneamente da due generazione di artisti della Germania dell'Est, «come Atak, Volker Pfüler, Anke Feuchtenberger, Thomas M. Müller o Henning Wagenbreth, che sono stati e sono tuttora insegnanti a Berlino, Halle o Lipsia. E anche i loro studenti», prosegue la Brener, «come Katrin Stangl, Nadia Budde, Sophia Martineck, Franziska Neubert, Katja Spitzer o Kristin Foltan sono diventati illustratori Tolle Hefte - alcuni di loro direttamente suggeriti dai loro maestri.»


Illustrazione da Verbiesterte Weltdi Axel Scheffer

Illustrazione di Atak da Ada
di Gertrude Stein

Illustrazione di Blexbolex
da Die Flucht nach ABECEDARIA

Illustrazione di Henning Wagenbreth
da Honkie Zombie Tonk

Illustrazione di Sophia Martineck
da Die Fliege
di Katherine Mansfield

Illustrazione di Katja Spitzer per
Die seltsame Orchidee
di Herbert George Wells


La diffusione dei Tolle Hefte e dei suoi fautori, è ormai evidente, si lega anche alla forte vocazione pedagogica che animava Abmeier e che lo portava a mettersi in contatto con generazioni differenti: spesso era lui in persona a presentare i suoi tesori ai giovani studenti delle scuole d'arte tedesche, dove teneva conferenza sulla propria professione. E anche da qui scaturivano nuovi germi. 

TOLLE HEFTE, Libri folli e bellissimi,
op. cit.,
"Volumetto Tre",
Orecchio acerbo, Roma, 2016
L’ultimo volumetto è un vero e proprio libro illustrato, alla maniera dei Tolle Hefte, con le immagini inedite di Paula Bulling, Riikka Laakso, Paul Paetzel, Christina Röckl, su un testo del 1778 del pedagogista svizzero Johann Heinrich Pestalozzi, (1746-1827), pedagogista svizzero-tedesco, che traccia 37 ritratti d’infanzia di ragazzi ospitati nel suo istituto di Neuhof. 







© Riikka Laasko

© Christina Röckl

© Paula Bulling

© Paul Paetzel

"Il Carattere è solo ostinazione"

«Non ho mai incontrato nessuno che impersonasse questa frase in modo più esplicito di Armin. La prima volta che andai a trovarlo nel suo appartamento, mi mostrò una pietra di marmo bianco. L'intera frase di Paul Zigeunerin vi era incisa "Charakter ist nur Eigensinn", es lebe die Zigeunerin" ("Il carattere è solo ostinazione, viva la zingara"). E poi mi disse che quella frase avrebbe dovuto essere incisa sulla sua tomba (come poi ho fatto fare, quattro anni fa). La seconda parte è difficile da tradurre. Armin era da un lato ostinato, insistente nel perseguire i propri obiettivi e progetti; d'altro canto aveva un talento nel prendere le cose con leggerezza... era forse, ciò che noi tedeschi chiamiamo "Luftikus", un tipo spensierato».  R. S. Berner, "Volumetto Due", op. cit., Orecchio acerbo, 2016.


Ritratto di Armin Abmeier
disegnato da Rutraut Susanne Berner



INFO:

Tolle Hefte. Libri folli e bellissimi
4 aprile – 5 maggio 2016
Sala d’Ercole, Palazzo D’Accursio, Piazza Maggiore 6
orari: tutti i giorni ore 10.00 – 18.30 (ingresso gratuito)
A cura di Hamelin Associazione Culturale
da un’iniziativa del Goethe-Institut. 
In collaborazione con Orecchio Acerbo e in occasione di "LOOK. Germany in Bologna Children’s Book Fair 2016". Nell’ambito di Bologna Città del Libro per Ragazzi.