Esopo/Pirro Cuniberti, Le favole del lupo e della volpe, Prìncipi & Principi, Pian di Scò (AR), 2011 © tutti i diritti riservati |
Il lettore di queste favole si accorge subito che non si tratta di appunti per racconti, non di riassunti, ma di testi interi, di esempi rari di una brevità completa. Ogni favola è un istante narrativo, una evocazione subito dispersa. Questa brevità ha, ovviamente, una funzione retorica: la favola non è soltanto rapida; essa racconta una serie di eventi, non è una struttura dinamica, ma l'individuazione, come in un disegno nella sabbia, di una serie di punti che, al termine del movimento della mano, segnano un luogo, a sua volta subito cancellato. Le favole esopiche non sono solo brevi sono effimere: il loro fulmineo scomparire è una garanzia: fuori da quelle poche righe non accade nulla. La rapidità è difensiva; come i suoi umili anonimi, il favolista appare e scompare, non vuole farsi cogliere, ma nemmeno ambisce alla grandezza minacciosa del fantasma; è piuttosto, un folletto.Giorgio Manganelli, "Introduzione" in Esopo, Favole, Rizzoli, Milano, 1951.
... l'effimero delle favole... Nel tempo, quando ho avuto l'occasione di vedere le illustrazioni degli artisti che, in tutte le epoche e di tutte le tradizioni, si sono confrontati con questo genere letterario ho sempre avuto questa folgorante intuizione di Manganelli in mente. Forse che sia stata proprio l'idea di catturare l'effimero, di fissarlo una volta per sempre in un'opera, ad attirare l'arte di Gheeraerts, Francis Barlow, Jean-Baptiste Oudry, Thomas Bewik, Grandville, Jules David, Karl Girardet, Auguste Hadamar, William H. Weir, Joseph Wolf, William H. Freeman, Gustave Doré, Ernest Griset, Walter Crane, Louis-Maurice Boutet de Monvel, Félix Lourioux, Arthur Rakam e Marc Chagall, senza dimenticare il primato italiano delle edizioni a stampa nel ventennio 1476-1496, tra i tanti?
Una favola esopica è una fulminea epifania, una apparizione: balena un disegno, appare qualcosa di umile ma disegnato con estrema parsimonia, una nudità non frettolosa. (idem)
Due millenni e mezzo ci separano dalle prime immagini ispirate alle favole di Esopo. Immaginare tale florilegio di opere, l'una accanto all'altra, fa pensare a una favolosa galleria d'arte che celebra una delle massime espressioni della poesia popolare fatta di tradizioni, miti, enigmi, giochi e oracoli provenienti da ogni parte del mondo, assunta, poi e solo nel tempo, a dignità letteraria.
Su una parete di questa galleria sarebbero esposte anche le illustrazioni che Pirro Cuniberti fece per l'editore Licinio Cappelli nel 1952 per Esopo. Le favole del lupo e della volpe, recuperato per mano di Tiziana Roversi e ripubblicato dalla casa editrice Prìncipi & Principi di Rauch Design & & Signages.
Pirro (Pier Achille) Cuniberti, uno dei più visionari protagonisti dell'arte italiana del secondo dopoguerra, è nato a Padulle di Sala Bolognese il 10 settembre del 1923. Allievo di Giorgio Morandi e Giovanni Romangoli all'Accademia di Belle Arti di Bologna, si diploma nel 1948 e nello stesso anno scopre Paul Klee alla Biennale di Venezia, da allora riferimento per la sua concezione della forma come infinita genesi creativa. Il suo lavoro d'artista, cresciuto nella pratica costante del disegno, è cadenzato da stagioni successive di pittura, fino a quella personalissima delle "masoniti", che dal 1979 sono il segno inconfondibile della sua arte. Le sue opere racchiudono piccoli mondi di altrove in cui entrare in silenzio e a piccoli passi. L'anima e le strade di Bologna sono attraversate dal suo segno, il che fa di lui l'esegeta visivo per eccellenza della città.
Pirro Cuniberti © tutti i diritti riservati |
Pirro (Pier Achille) Cuniberti, uno dei più visionari protagonisti dell'arte italiana del secondo dopoguerra, è nato a Padulle di Sala Bolognese il 10 settembre del 1923. Allievo di Giorgio Morandi e Giovanni Romangoli all'Accademia di Belle Arti di Bologna, si diploma nel 1948 e nello stesso anno scopre Paul Klee alla Biennale di Venezia, da allora riferimento per la sua concezione della forma come infinita genesi creativa. Il suo lavoro d'artista, cresciuto nella pratica costante del disegno, è cadenzato da stagioni successive di pittura, fino a quella personalissima delle "masoniti", che dal 1979 sono il segno inconfondibile della sua arte. Le sue opere racchiudono piccoli mondi di altrove in cui entrare in silenzio e a piccoli passi. L'anima e le strade di Bologna sono attraversate dal suo segno, il che fa di lui l'esegeta visivo per eccellenza della città.
Ancora oggi, Pirro lavora ogni giorno nel suo studio e le sue opere continuano a generare mostre.
L'amore per l'illustrazione, mi racconta Pirro, è nato proprio in occasione della richiesta dell'editore Cappelli di avere le sue tavole per le favole di Esopo.
La sua persistente a mai corrosa modernità (molto meglio e più esatto dire attualità) è quella di proporre una pluralità di segni, di specifici risultati, assai spesso integrati o assemblati, immersi sempre in mari, in luci, in cieli della fantasia sempre diversi: rinnovati; ritrovati; quasi sorgessero ogni volta, si hanno sorprese; si riceve, ripeto, meraviglia. Roberto Roversi, "La buona arte di Pirro" in Cuniberti, Edizioni Charta, Milano, 2003.
Favola dell´orizzonte arredato e dell´arcobaleno non omologato, 2007 pastello grafite © tutti i diritti riservati |
Nel cassetto della fata disordinata, 2007 acrilico grafite, pastello© tutti i diritti riservati |
I miei genitori mi raccontavano favole classiche. Avevo un libro di favole meraviglioso, che mi regalarono loro ma non so dove sia finito. Era illustrato benissimo, di una bellezza rara. Erano favole stranissime. Non ricordo il titolo, ma solo le gran belle illustrazioni a colori, ché allora i libri a colori costavano molto. Erano favole che facevano anche piangere.
P. C., "Disegnare per credere" intervista di Viola Emaldi in Pirro Cuniberti: diari dipinti, CTS Grafica, Città di Castello, 2011
Favola del monte presuntuoso, 2006 pastello acrilico, grafite © tutti i diritti riservati |
Avvicinarsi a Cuniberti significa non solo prendere atto del suo vasto repertorio di temi e di tecniche, ma anche assaporare i valori luminosi che le scelte cromatiche lasciano agire avvolgendo le immagini con toni leggeri, aerei, morbidi nelle sfumature e determinati nel segno. Si spazia dalla soglia minima del grigio alle intense consistenza del nero, dal velo dell'azzurro a lievi accensioni del blu, dal sapore della terra bruciata alla luce delicata dell'ocra, con la presenza costante del bianco a illuminare le trame della superficie. La luce non è mai atmosferica, naturalistica o, all'opposto, immobile come un dato concettuale, ma è sempre una qualità interna alle dinamiche del segno e del colore, è una luce che nasce dalla materia e partecipa a ogni suo interno fluire. Claudio Cirritelli, "Sui sentieri della leggerezza" (1948 -2003) in Cuniberti, Edizioni Charta, Milano, 2003.
Favoletta nel paese dei segni, 2002 tempera © tutti i diritti riservati |
Lo capisce subito anche il lettore più distratto: osservare le opere di Cuniberti significa stare sulla soglia dell'immagine, non riuscire mai a decifrarne le concretezze e i vuoti d'aria. Significa aver bisogno di entrare in confidenza con i segni e le punteggiature, saper seguire nello stesso tempo le tracce colorate e le linee ben delineate, vivere gli equilibri e le disarmonie che fanno di ogni composizione un evento irripetibile. Vuol dire, dunque, sottrarsi alla certezza delle cose ben rappresentate, vedere il mondo dal punto di vista dell'invenzione, accettare che possa esistere qualche paradosso, non avere paura se un albero diventa troppo astratto oppure se nel foglio appare uno sciame di lentiggini, con diversi orientamenti. È come sentirsi in bilico tra la memoria del vissuto e l'esperienza ancora da vivere, tra lo spazio della logica e il senso dell'imponderabile, essere nella sorgente della luce e vicino alle ombre della terra. Tenere i piedi per terra e volare, con ironia, naturalmente. (idem)
Favola, 2000 acrilico © tutti i diritti riservati |
L'amore per l'illustrazione, mi racconta Pirro, è nato proprio in occasione della richiesta dell'editore Cappelli di avere le sue tavole per le favole di Esopo.
Fino ad allora, non l'avevo mai presa seriamente in considerazione la possibilità di illustrare. Invece, lavorare a quelle favole mi divertì molto, anche se dovetti faticare molto perché dovetti consegnare il lavoro nel tempo di un mese dalla commissione. Fui facilitato dal fatto che erano favole che conoscevo fin da bambino.
Il lupo e la capra Esopo/Pirro Cuniberti, Le favole del lupo e della volpe, Prìncipi & Principi, Pian di Scò (AR), 2011 © tutti i diritti riservati |
Il tribunale della scimmia Esopo/Pirro Cuniberti, Le favole del lupo e della volpe, Prìncipi & Principi, Pian di Scò (AR), 2011 © tutti i diritti riservati |
Ritengo che illustrare libri per bambini, richieda molto coraggio.A dire il vero, è una cosa che non feci al tempo, queste illustrazioni sono quasi didascaliche. Ora le rifarei volentieri ma in modo del tutto diverso.Quando si illustra per bambini bisogna osare, stracciare, l'illustrazione deve aprire le porte a racconti paralleli. I codici abituali devo essere stravolti, devono acquisire una voce nuova per parlare linguaggi sempre diversi. I bambini, per definizione, sono sempre qualche passo avanti a noi adulti. Dobbiamo esserne consapevoli e all'altezza.
Il lupo e l'asino Esopo/Pirro Cuniberti, Le favole del lupo e della volpe, Prìncipi & Principi, Pian di Scò (AR), 2011 © tutti i diritti riservati |
Il lupo e l'agnello Esopo/Pirro Cuniberti, Le favole del lupo e della volpe, Prìncipi & Principi, Pian di Scò (AR), 2011 © tutti i diritti riservati |
L'idea di un bambino che possa perdersi tra le pagine di un libro affascina molto Pirro Cuniberti.
Il visivo dei bambini, mi dice, oggi è molto stimolato ma anche molto canonizzato. A farne le spese, è la sorpresa, lo stupore, togliendo così un'esperienza fondamentale di lettura e confronto al bambino. Le favole hanno in sé, per il solo fatto che si permettevano di raccontare, in origine, ciò che agli uomini non era possibile dire, qualcosa di sovversivo. Uno stimolo questo che l'artista deve sempre avere e seguire, anche quando lavora agli albi illustrati per bambini.
La volpe senza coda Esopo/Pirro Cuniberti, Le favole del lupo e della volpe, Prìncipi & Principi, Pian di Scò (AR), 2011 © tutti i diritti riservati |
La fantasia del bambino è una cosa preziosa, le illustrazioni devono aiutarlo a sbrigliarla, a liberarla, a scatenarla... per il resto della vita.
La volpe e il caprone Esopo/Pirro Cuniberti, Le favole del lupo e della volpe, Prìncipi & Principi, Pian di Scò (AR), 2011 © tutti i diritti riservati |
Dopo Esopo Le favole del lupo e la volpe, tra le molte cose, Pirro Cuniberti è stato anche coautore, insieme a Stefano Benni, di I meravigliosi animali di Stranalandia (Feltrinelli, Milano, 1984). Sue sono le tavole della Trilogia del capitano Nemo di Jules Verne uscita nella collana I millenni (Einaudi, Torino, 1995).
ISTRUZIONI PER L'USO - COSE DA FARE E DA NON FARE PRIMA O AL MASSIMO DURANTE LA VISIONE DI UN'OPERA CUNIBERTA
Vedere
prima di guardare
poi scrutare, sedersi su se stessi, cominciare a proliferare,
indursi in tentazione ma non liberarsi dal male.
Aspettare qualche secondo prima del tempo,
eludere la propria sorveglianza e poi entrarsi.
TUTTI GLI STIMOLI RINGRAZIANO ANTICIPATA MENTE
Alessandro Bergonzoni
in Cuniberti, Edizioni Charta, Milano, 2003
© tutti i diritti riservati
Le illustrazioni di Esopo. Le favole del lupo e della volpe sono state pubblicate per gentile concessione della casa editrice © Prìncipi & Principi e rispettivi autori.
I testi sono stati tratti da:
Esopo, Favole, © Rizzoli, Milano, 1951 e rispettivi autori.
Claudio Cerritelli, Dario Trento (a cura di), Cuniberti, © Edizioni Charta, Milano, 2003 e rispettivi autori.
Graziano Campanini (a cura di), Pirro Cuniberti: diari dipinti, © CTS Grafica, Città di Castello, 2011 e rispettivi autori.
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