Maurice Sendak, Bumble-Ardy, Michael Di Capua Books - Harper Collins Publishers New York, 2011 © tutti i diritti riservati |
Maurice Sendak vive nell'inespugnabile terra dei grandi artisti della quale, noi, possiamo pensare di lambire soltanto "le amate sponde" in attesa di ricevere le loro opere come inaspettate cartoline che ci raccontino quel luogo dalle parole e dalle immagini altre, quelle cartoline che si girano e rigirano tra le mani, che entrano ed escono di continuo dai cassetti e si guardano cercando di capire il significato di quei segni e di quelle figure che ci anticipano e ci precedono e che, anche per questo, hanno il pregio di svelarsi ai nostri occhi e alla nostra mente soltanto nel tempo.
L'ultima cartolina firmata Maurice Sendak è arrivata il 6 settembre dello scorso anno con il titolo Bumble-Ardy. In sessant'anni di lavoro artistico, e oltre 90 libri illustrati o scritti e illustrati, Sendak ha ricevuto i premi più prestigiosi del panorama internazionale tra cui la Caldecott Medal nel 1964 per Nel paese dei mostri selvaggi, l'Hans Christian Andersen nel 1970, il National Book Award nel 1982 per Outside Over there e la Laura Ingalls Wilder Medal nel 1983, la National Medal of Arts nel 1996 e l'Astrid Lindgren Memorial Award nel 2003, riconoscimenti che hanno sancito la grandezza di una delle figure fondanti della letteratura per l'infanzia del 20° secolo. Artisti, scrittori, poeti, musicisti, scenografi, registi di tutto il mondo si dichiarano suoi devoti ammiratori. Nel solo ambito del Picture Book, l'opera di Maurice Sendak ha contribuito come pochi altri ad elevarne l'indiscusso valore inducendo operatori e critica a dare vita a un riflessione più articolata, profonda e consistente intorno al genere.
Maurice Sendak con il suo cane Herman (Melville) nella sua casa di Ridgefield nel Connecticut. © Annie Liebowitz - Vanity Fair 2011 |
Maurice Sendak è nato nel 1928 a Brooklyn, New York. È il più giovane dei tre figli di Sarah Schlindler e Philip Sendak, ebrei di origine polacca emigrati negli Stati Uniti negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale. L'infanzia di Maurice sarà profondamente segnata dalla tragicità degli eventi della Seconda Guerra Mondiale che colpiranno nel profondo gli affetti della sua famiglia, lasciando in lui segni indelebili.
Il padre, viene descritto da Maurice come un favoloso narratore e l'iniziatore di quella passione per la lettura che fin da piccolo lo catturerà per non lasciarlo più (attualmente dice di trovare conforto tra le pagine di Henry James e Marcel Proust), passione a quel tempo alimentata anche dai problemi di salute che lo costrinsero a lunghi momenti di riposo e di solitudine e che lo porterà, a 12 anni e dopo aver visto Fantasia di Walt Disney, a formulare la ferma intenzione di diventare un illustratore.
Nell'incontro delle due culture in cui cresce e si forma Sendak, quella moderna americana e quella ebraico-polacca, possiamo trovare le radici profonde della sua arte. Sono americano di prima generazione e sono cresciuto come se mi fossi ancora trovato nel mio paese, un po' come avere un piede in un paese e l'altro piede e una mano nell'altro. Con la testa completamente confusa. È naturale quindi che il mio primo amico americano sia stato Mickey Mouse. Mi pareva un tipo ultra-americano, molto allegro mentre tutti quelli che venivano dal vecchio continente non lo erano. Aveva la faccia simpatica e la tipica disponibilità americana. Lo trovavo estremamente umano. Quando andavo al cinema a vedere i suoi film, la sua faccia e quel gran sorriso mi incantavano e passavo lì tutta la giornata finché mio padre veniva a cercarmi per riportarmi a casa. E tuttora lo amo. Maurice Sendak, op. cit., 1988, p. 10.
Maurice Sendak, Mickey and me (1978), in Posters by Maurice Sendak, Harmony Books - Crown Publishing Group, New York, 1986 © tutti i diritti riservati |
Mentre frequenta la Lafayette High School, Maurice diventa un illustratore per la All-American Comics e successivamente, durante la Art Students League, lavora come vetrinista da F.A.O. Schwarz, il grande negozio di giocattoli sulla Fifth Avenue di New York. Da Schwarz conosce Ursula Nordstrom, editor della sezione bambini della Harper Collins. Sarà lei a proporlo per le illustrazioni del suo primo libro The Wonderful Farm di Marcel Aymé del 1951. Nel 1952 incontra Ruth Krauss con cui realizza A Hole is to Dig, un piccolo albo capolavoro che ancora oggi è studiato nei corsi d'arte delle università americane. Il segno di Sendak è inusuale per il tempo, volge al passato, ma il libro riscuote un successo inaspettato.
Dopo alcuni anni, e circa venti titoli che portano le sue illustrazioni, Sendak pubblica il primo libro interamente suo Kenny's Window. Bambino solo e introverso, Kenny usa la fantasia per sfuggire ai confini del reale. Immerso in un universo ispirato alle leggende ebraiche e alla pittura di Chagall, è il primo dei coraggiosi eroi di Sendak a cui faranno seguito Rosie di The Sign On Rosie's Door del 1960, Max del libro che lo renderà celebre in tutto il mondo Where The Wild Things Are del 1963 e Mickey di In The Night Kitchen del 1969, tra gli altri. Le figure d'infanzia di Maurice escono dalle pagine del Brooklyn Kids aug. 1948, lo sketchbook che realizzò quando aveva vent'anni e sedeva sulla veranda della casa dei genitori per ritrarre i bambini del quartiere.
L'immaginazione è il mezzo del libero arbitrio, il più miracoloso che il bambino utilizza per farsi strada attraverso i problemi quotidiani. Maurice Sendak, op. cit., 1988. p. 29.
Kenny Maurice Sendak, Kenny's Window, Harper Collins Publishers, New York, 1956 © tutti i diritti riservati |
Rosie era una bambina scatenata che mi impressionava per la sua abilità nell'immaginare di essere chiunque volesse, ovunque nel mondo o al di fuori di esso. Lei giungeva a forzare con la propria immaginazione il coinvolgimento dei suoi amici, più stolidi e meno creativi, e fu probabilmente la tremenda energia che impegnava giocando con questi sogni ad attivare la mia creatività. Maurice Sendak, op. cit., 1988, p. 38.
Rosie Maurice Sendak, The Sign On Rosie's Door, Harper Collins Publishers, New York, 1960 © tutti i diritti riservati |
Sin dalla più tenera infanzia i bambini convivono con emozioni dirompenti, ... paura e ansia fanno intrinsecamente parte della loro vita quotidiana, ... devono confrontarsi meglio che possono con continue frustrazioni. Proprio attraverso la fantasia i bambini giungono alla catarsi. Essa è il loro migliore strumento per dominare le Cose Selvagge. È il mio lasciarmi coinvolgere da questa inevitabile condizione dell'infanzia - la terribile vulnerabilità dei bambini e la loro lotta per diventare Signori di tutte le Cose Selvagge - a conferire alla mia opera quella verità e quella passione che le si possono attribuire. Maurice Sendak, op. cit., 1988, P. 63.
Max, Maurice Sendak, Where the Wild Things Are, Harper Collins Publishers, New York, 1963 Nel paese dei mostri selvaggi, Babalibri, Milano, 1999 © tutti i diritti riservati |
Mickey Maurice Sendak, In The Night Kitchen, Harper Collins Publishers, New York, 1970 Luca la luna e il latte, Babalibri, Milano, 2000 © tutti i diritti riservati |
Sendak è semplicemente unico e, di certo, non riuscirò in breve sintesi a dare qui pienamente conto della sua grandezza ma tentiamo.
L'opera di Sendak è un ponte tra il vecchio e il nuovo continente, tra gli illustratori europei del XIX secolo e l'arte moderna americana. Tra i molti riferimenti che possiamo scorgere nei suoi libri, a parte l'antecedente Durer, il primo fra tutti è il maestro William Blake, poi Randolph Caldecott, George MacDonald, Beatrix Potter, Jean de Brunhoff, George Cruikshank, Walter Crane, Alois Cariget, George J. Pinwell, Arthur Hughes insieme a Walt Disney, Charlie Chaplin, Winsor McCay, tra i molti altri.
Inoltre, Emily Dickinson e Mozart, spiega l'autore, sono stati per lui salvifici.
Senza dubbio Blake è importante, per molti versi, anzi, una pietra miliare. Nessuno prima di lui mi aveva mai fatto capire che affare dannatamente serio fosse l'infanzia. Maurice Sendak, op. cit., 1988, p. 44.
Insieme a questo catalogo d'arte, filtrato rielaborato e restituito con nuova veste dal suo lavoro d'artista, quello che rende irripetibile Sendak, e in un certo senso controverso, è la potenza della sua visione dell'infanzia che definisce la riconoscibilità della sua poetica non meno che della sua cifra stilistica fatte di rigore e grande ricerca.
Contrariamente a quanto in genere si afferma, l'infanzia è solo in parte un'epoca innocente. A mio parere, è piuttosto un periodo di serietà e stupori, e implica una buona dose di sofferenza. Maurice Sendak, op. cit., 1988, p. 26.
Sendak rivendica l'intelligenza di un'infanzia piena, complessa, dai molti sentimenti confusi e contrapposti, che si basta al di là della presenza o meno degli adulti, elementi funzionali (quando presenti) alla sola conquista della propria libera identità e alla mera sopravvivenza. L'infanzia di Sendak rimprovera agli adulti di averla tradita, di non riuscire così più a comprenderla e al contempo di non essere mai cresciuti abbastanza per saperla tutelare e proteggere.
Non bisognerebbe privare i bambini della possibilità di esprimersi. È il loro modo di imparare a essere quello che sono. Nei miei libri i bambini lottano. Stanno ancora lottando per raggiungere uno status quo: non lo hanno ancora, e non sono ancora diventati ordinari, umiliati esseri umani. Maurice Sendak, op. cit., 1988, p. 27.
I bambini di Sendak sono così dentro la Storia dell'uomo da fuoriuscirne solo come pura essenza e diventare metafora d'infanzia. Sono «ritratti di bambino in un interno», come li ha definiti Antonio Faeti ricordando Walter Benjamin, che oltrepassano convenzioni e pareti di casa alla ricerca di un'avventura che compensi e lenisca la rabbia e la solitudine dei giorni comuni e celebri quel desiderio di straordinario così vivo e frustato dell'età bambina.
Per questo, e molto altro, i suoi libri sono celebrati e temuti al contempo. Si sente, nel girare delle sue pagine, una forza eversiva della saggezza bambina che non può essere conosciuta, quindi controllata, fino in fondo e per questo mette a disagio l'adulto. C'è qualcosa che comunque sfugge, e sfuggirà, sempre agli adulti ma che continua a parlare ai bambini in modo chiaro, per questo lo amano.
E così è anche nel caso di questo suo ultimo non facile libro, dove il protagonista è un piccolo maiale di nome Bumble-Ardy. È un libro molto vicino all'idea che guida Where The Wild Things Are e In The Night Kitchen, e offre quindi un'immaginario decisamente complesso e ricchissimo al quel porre grande attenzione.
Bumble-Ardy, sta per compiere 9 anni. È diventato orfano da poco e per questo è stato adottato dalla zia Adeline inoltre, fino a ora, non ha mai avuto una festa di compleanno.
Maurice Sendak, Bumble-Ardy, Michael Di Capua Books - Harper Collins Publishers New York, 2011 © tutti i diritti riservati |
Per questo, il giorno del suo nono genetliaco finalmente la zia decide di festeggiarlo e si presenta a lui con tanto di regalo e di torta. Il regalo è un bellissimo costume da cowboy che fa balenare nella mente di Bumle-Ardy l'idea di organizzare un festa di compleanno in maschera, naturalmente all'insaputa dell'amata zia Adeline.
Maurice Sendak, Bumble-Ardy, Michael Di Capua Books - Harper Collins Publishers New York, 2011 © tutti i diritti riservati |
Bumble-Ardy si mette così subito al lavoro per preparare gli inviti per la festa mascherata e finalmente alle 9.01 la zia esce di casa per andare al lavoro...
Maurice Sendak, Bumble-Ardy, Michael Di Capua Books - Harper Collins Publishers New York, 2011 © tutti i diritti riservati |
Maurice Sendak, Bumble-Ardy, Michael Di Capua Books - Harper Collins Publishers New York, 2011 © tutti i diritti riservati |
... e si dà il via alla festa...
Maurice Sendak, Bumble-Ardy, Michael Di Capua Books - Harper Collins Publishers New York, 2011 © tutti i diritti riservati |
... ma come sempre nei libri di Sendak, la situazione - tra brindisi alla salamoia e torte speciali - sfugge di mano al protagonista...
Maurice Sendak, Bumble-Ardy, Michael Di Capua Books - Harper Collins Publishers New York, 2011 © tutti i diritti riservati |
... alle 9.30 torna a casa la zia pronta per preparare qualche leccornia per celebrare il giorno fatidico del suo piccolo nipote ma... vedendo il grande caos, corre in casa e urla e strepita finché non scappano tutti a gambe levate...
Maurice Sendak, Bumble-Ardy, Michael Di Capua Books - Harper Collins Publishers New York, 2011 © tutti i diritti riservati |
... così dopo una bella arrabbiatura Adeline fa promettere al suo Bumble-Ardy di non festeggiare mai più... e poi lo bacia e lo abbraccia piena d'affetto...
Maurice Sendak, Bumble-Ardy, Michael Di Capua Books - Harper Collins Publishers New York, 2011 © tutti i diritti riservati |
Il libro è nato mentre Sendak si prendeva cura del compagno con cui ha condiviso oltre cinquant'anni di vita, lo psicanalista Eugene Glynn, scomparso nel maggio 2007. Erano trent'anni, da Outside Over There del 1981, che Sendak non scriveva e illustrava un picture book.
Mentre lavoravo a Bumble-Ardy ero pienamente consapevole della morte. Stavo lavorando nella casa in cui il mio compagno stava lasciando la vita. Qualcuno che ha significato tutto per me mi stava lasciando. L'insieme dell profonde emozioni che si impadronivano di me mi ha quasi costretto a mettermi a lavorare su un mio nuovo libro. Ripeto, mio libro, e sottolineo mio perché Bumble-Ardy è per me stesso, ora che ho compiuto 83 anni sono felice di essere riuscito a realizzare questa idea che abitava nella mia mente da molto tempo. E di averlo fatto in un momento di grande dolore, forse per sopravvivere. Di averlo fatto, indipendentemente da tutti, compreso il successo di vendita.Maurice Sendak, intervista di John Barber per il Saturday's Globe and Mail del 24 settembre 2011.
Un senso di tangibile cupezza pervade questo libro fin dalle prime pagine e le parole e le immagini sono piene di continui rimandi ed echi. Alcuni esempi: nella prima pagina Bumble-Ardy sta leggendo un giornale che dice "leggiamo libri proibiti"; il distintivo giallo dello sceriffo è un richiamo al ghetto di Varsavia; i diversi messaggi sono scritti in ebraico, italiano, russo; i costumi che mascherano i maiali svelano continue sorprese... tutto come nella tradizione di Sendak insomma. Bumble-Ardy è un altro tassello fondamentale per capire la complessità della sua opera.
In questo direzione, c'è un altro contributo molto importante per voce dello stesso Maurice Sendak che è indispensabile conoscere.
È il documentario Tell Them Anything You Want: A Portrait od Maurice Sendak girato nel 2009 da Lance Bangs e Spike Jonze. Concedetevi il tempo e il momento giusto per guardarlo e capirete il valore di averlo fatto.
Spike Jonze è anche il regista di Where The Wild Things Are, il film tratto dal libro di Sendak uscito in Italia con il titolo Nel paese delle creature selvagge (2009) con la sceneggiatura di Dave Eggers, sceneggiatura che è diventata un romanzo (Le creature selvagge, Mondadori, Milano, 2009), e il produttore del corto d'animazione Higglety MIgglety Pop! or There Must Be More to life tratto dall'omonimo libro che Sendak scrisse nel 1967.
In questo direzione, c'è un altro contributo molto importante per voce dello stesso Maurice Sendak che è indispensabile conoscere.
È il documentario Tell Them Anything You Want: A Portrait od Maurice Sendak girato nel 2009 da Lance Bangs e Spike Jonze. Concedetevi il tempo e il momento giusto per guardarlo e capirete il valore di averlo fatto.
Tell Them Anything You Want: A Portrait of Maurice Sendak
di Lance Bangs e Spike Jonze, HBO, 2009, USA
© tutti i diritti riservati
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Spike Jonze è anche il regista di Where The Wild Things Are, il film tratto dal libro di Sendak uscito in Italia con il titolo Nel paese delle creature selvagge (2009) con la sceneggiatura di Dave Eggers, sceneggiatura che è diventata un romanzo (Le creature selvagge, Mondadori, Milano, 2009), e il produttore del corto d'animazione Higglety MIgglety Pop! or There Must Be More to life tratto dall'omonimo libro che Sendak scrisse nel 1967.
Non perdetevi nulla dunque, se vi è possibile, di questo immenso maestro, non un segno non una parola, non un contributo. In lui tutto è prezioso e irraggiungibile, come il segreto dell'infanzia che custodisce e talvolta, anche per un solo momento, ci svela.
Qui potete trovare Tell Them Anything You Want: A Portrait of Maurice Sendak (di Lance Bangs e Spike Jonze, HBO, 2009, USA)
Qui potete trovare Tell Them Anything You Want: A Portrait of Maurice Sendak (di Lance Bangs e Spike Jonze, HBO, 2009, USA)
I’m totally crazy, I know that. I don’t say that to be a smartass, but I know that that’s the very essence of what makes my work good. And I know my work is good. Not everybody likes it, that’s fine. I don’t do it for everybody. Or anybody. I do it because I can’t not do it. Maurice Sendak, "The Guardian", 7 ottobre 2011
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