mercoledì 11 dicembre 2013

L'AVVENTO DEI LIBRI. GIORNO 11

Giovanna Zoboli/Anna Emilia Laitinen,
Casa di fiaba,
Topipittori, Milano, 2013
Giovanna Zoboli è nata nel 1962 a Milano, dove vive e lavora. 
Ha collaborato con numerose case editrici come redattrice, curatrice ed editor. È autrice di poesie, racconti, storie e romanzi per ragazzi e non, editi in Italia e all’estero. Dal 1994, si occupa di letteratura per l’infanzia. 
Con Mondadori Ragazzi ha pubblicato diversi volumi, fra cui alcuni titoli per adolescenti firmati con lo pseudonimo Giulia Goy. Insieme a Paolo Canton, ha creato, nel 1998, I Libri a naso e, nel 2004, i Topipittori, marchi editoriali specializzati in volumi illustrati. Si occupa di comunicazione d'impresa per lo studio Calamus. I suoi libri hanno ottenuti riconoscimenti italiani e stranieri, come il premio Andersen 2007 e 2008 per miglior albo 0-6, e il White Ravens 2004 e 2005. Nel 2006, con il personaggio di Pilly, ha vinto il premio Comicon Micheluzzi, come miglior sceneggiatrice di striscia umoristica. Dal 2006, collabora alla rivista “Hamelin. Note sull’immaginario collettivo” con articoli dedicati ai temi del libro illustrato e dell’infanzia. Dal 2005 al 2008, a Bologna, presso l’Accademia Drosselmeier, ha tenuto un corso sulla parola e le immagini nel picture book. Fra i suoi libri, nel catalogo dei Topipittori, ricordiamo: L'angelo delle scarpe (2009), Vorrei avere (2010), Troppo tardi (2010), Nove storie sull'amore (2011), Il viaggio di una stella (2011), Il viaggio di Miss Timothy (2012), Cose che non vedo dalla mia finestra (2012), C'era una volta una storia (2013), Il grande libro dei pisolini (2013), Casa di fiaba (2013) e La colazione più buona del mondo (2013).

Anna Emilia Laitinen è nata nel 1983 in un piccolo villaggio finlandese, chiamato Leppävirta. Ha studiato grafica in Finlandia e in Islanda e si è dedicata all'illustrazione. Disegna storie traendo ispirazione dal tempo atmosferico, dal paesaggio e dall'abbandono alla forza della natura. I suoi lavori sono stati pubblicati in tutto il mondo in libri, riviste, cartoline e copertine di dischi. Vive a Tampere, una città piena di laghi blu e di boschetti di pini.

Roberto Piumini/Carll Cneut,
La casa di Topo Pitù,
Topipittori, Milano, 2013
Roberto Piumini è nato a Edolo, in provincia di Brescia, il 14 marzo 1947. 
Ha abitato a Edolo, Varese, Milano. Nel 1970 si è laureato in Pedagogia all’Università Cattolica di Milano, con tesi su La persona del poeta in Emmanuel Mounier. Ha frequentato la Scuola Superiore di Comunicazioni Sociali di Milano. Dal 1967 al 1973 è stato insegnante di lettere in scuole medie e superiori della provincia di Varese. 
Ha condotto numerosi corsi di dinamica espressiva, espressione corporea, scrittura poetica e teatrale. È stato attore per tre anni con le compagnie Teatro Uomo di Milano e La Loggetta di Brescia. 
Ha fatto esperienza per un anno come burattinaio.
Dal 1978 ha pubblicato moltissimi libri di fiabe, racconti corti e lunghi, romanzi, filastrocche, poesie, poemi, testi teatrali, testi di canzoni, testi per teatro musicale e cori, traduzioni, adattamenti, testi parascolastici, presso circa 70 editori italiani. Ha scritto una trentina di testi poetici (poesie, ballate, poemi narrativi, canzoni) su materiali di ricerca e memoria di gruppi di bambini, ragazzi e adulti, in varie località, fra cui Omegna, Alessandria, Scandiano, Milano, Imola, Reggio Emilia, Roma, Modena, Castel del Rio, Torino, Mestre, Lugano (Svizzera). Ha una cinquantina di traduzioni all’estero. Dal 1990 ha pubblicato per adulti quattro romanzi, cinque raccolte di racconti, testi di parodia letteraria, canzonieri, poemi narrativi, presso una dozzina di editori. Ha scritto testi poetici e narrativi su illustrazioni e in cataloghi d’arte. Ha tradotto in versi poemi di Browning, i Sonetti e il Macbeth di Shakespeare, il Paradiso Perduto di John Milton e l’Aulularia di Plauto, con aggiunta di finale apocrifo. Ha scritto in collaborazione con musicisti diversi libri su autori, strumenti, stili musicali, con materiale audio. Ha registrato in audiolibri poemi e racconti propri e di altri autori.
È stato fra gli autori e ideatori della trasmissione televisiva RAI L’Albero Azzurro. Ha scritto e condotto le trasmissioni radiofoniche Radicchio e Il Mattino di Zucchero.
Ha scritto e scrive testi per opere musicali, in collaborazione con musicisti italiani ed esteri. Ha scritto soggetti e sceneggiature per cartoni animati e cortometraggi di fiction. Ha scritto testi di accompagnamento per visite in musei, tra cui Il Museo Marino Marini e il Museo Palazzo Strozzi di Firenze. Con gruppi corali, strumentisti, cantanti e attori, o accompagnato alla chitarra dal figlio Michele, propone spettacoli di lettura e recitazione di propri testi, per bambini, ragazzi e adulti, e spettacoli di animazione teatrale e musicale. Nel catalogo dei Topipittori nella collana (gli anni in tasca) anche Tre fratelli Piumini (2013).

Carll Cneut è nato nel 1969 in Belgio in un piccolo paese al confine con la Francia. Dopo aver seriamente preso in considerazione la possibilità di diventare decoratore di dolci e quella di lavorare in un circo, ha deciso di iscriversi Istituto di Belle arti di Saint-Luc a Gand, la città dove vive tuttora. Sbocco naturale di quegli studi è stato il ruolo di Art Director presso un’agenzia di pubblicità da cui si allontanerà qualche anno dopo per avvicinarsi all’illustrazione per l’infanzia, alla quale si consacrerà a tempo pieno a partire dal 2000. Nel 2002 debutterà anche come autore con  Het ongelooflijke liefdesverhaal van Heer MorfLa meravigliosa storia d’amore di Mr Morf, pubblicato in Italia da Adelphi (La meravigliosa storia d’amore di Mr Morf, 2004) nella collana "I cavoli a merenda”, che comprende anche altri cinque titoli illustrati da Cneut (ad oggi gli unici pubblicati in Italia): Cuore di carta (2004), Greta la matta (2005), Mostro non mangiarmi! (2006), Un milione di farfalle (2007) e Il segreto dell’usignolo (2009). Vincitore di numerosi premi internazionali, tra cui il Book Peacock in Belgio, il Golden Plaque alla Biennale per gli illustratori di Bratislava e la menzione d’onore alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, Cneut è ormai considerato uno dei più originali e affascinanti illustratori di oggi (qui in Gavroche, una bella intervista a Carll Cneut fatta da Sarah Genovese in occasione della mostra a Lucca Comics & Games 2011).

Non lo sapevo fino allo scorso mese, quando ho continuato il lavoro di fino dello svuotamento del solaio imposto dal terremoto, che io, da piccola, disegnavo continuamente case.
Le pagine dei quaderni delle elementari ne sono piene: case a tutta pagina, a metà pagina, su e giù negli angoli, una al fianco dell'altra nelle cornicine, case sui quadernoni, sui risguardi in apertura e in chiusura e dentro; piccole case compongono anche gli elementi degli insiemi nei quaderni di matematica così come compaiono nelle addizioni, sottrazioni e nel resto delle prime operazioni.

Nello stesso giorno, decisamente stupita, e un po' arrabbiata perché se avessi fatto veramente architettura, come ho avevo pensato tra i 15 e 17 anni tanto da andare a Firenze con una amica di mia sorella a visitare l'Università (lei ora è un ottimo architetto), avrei avuto una testimonianza della mia primigenia vocazione da mostrare e raccontare.
Insomma, avrei avuto una storia di quelle che si rispettano.

Finiti i quaderni, dovevo sistemare anche le scatole dei ricordi: di nuovo case nei biglietti che comunicavano affetti e spostamenti al resto dei componenti della famiglia, case outsider che apparivano in biglietti privati per la festa del papà e quella della mamma così come in quelle allora non ancora ufficializzate dei nonni e la festa di ogni  giorno di mia sorella; case di nuovo nei disegni di un'idea di segnaposti che avevo improvvisato in occasione di un Natale e, no lo sto a ripetere, anche sulle ricette che scrivevo per mia nonna. 
Case ovunque, insomma. 

Ho preso tutto quel popo di roba e ho cercato di sistemarlo a strati su un grande tavolo per vederlo in modo composito e mostrarlo a mia sorella e a mia madre, per sapere se loro ricordavano o avevano notato qualcosa del genere. 
Nessun indizio, a parte delle sorprese risate.

Ora, seppur grata, ancora una volta, di aver avuto una famiglia che non ha intravisto ossessioni nelle stranezze della piccola casa, garantendole così un'assoluta e spensierata libertà di espressione, è anche vero che se in me si fosse celata una sorta di Frank Gehry, di Le Corbusier, o che ne so, di Georg Fred Keck, nessuno se ne sarebbe accorto.
Pazienza, sarà un'occasione per la prossima vita.
Solo, le case mi interessano e mi affascinano ancora moltissimo.
E il concetto di casa, nel tempo, ha assunto per me una stratificazione di significati che riconosco come distinti ma che, lo provo ora scrivendo questo post, non riesco a scindere.

Una casa, prima di essere un luogo, è uno spazio che ci portiamo dentro. Una forma che ci abita nel cuore da tempi immemorabili. Casa è un corpo ideale che ci contiene e ci accoglie, ci manifesta e ci protegge. Casa è un luogo reale che quotidianamente amiamo e odiamo, sospesi fra protezione e avventura, riconoscimento e libertà. Casa è una forma del desiderio che dorme nei nostri pensieri e si accende al suono di una parola, al balenare di un gesto. Una poesia dedicata al luogo più esplorato dai bambini, in ogni suo più segreto anfratto, nel sogno e nella realtà. Presentazione dell'editore di Casa di fiaba.

Io, che credo sempre di aver appartenuto all'infanzia con la stessa originalità di molti altri bambini, credo quindi che l'amore per questo straordinario contenitore di storie non solo non fosse una mia esclusiva  ma che nasca dal fatto che in esso riconosciamo il primo libro che ci è concesso di leggere, quello che apre le porte al nostro immaginario e l'ultimo che ci portiamo dentro.
Quello che solo pochissimi eletti riescono a isolare in un fotogramma e a raccontare.
Tra di loro c'è sicuramente Giovanna Zoboli che, ancora una volta, non scrive un libro per bambini ma racconta l'infanzia, che sembra ma non è la stessa cosa, confermando la sua appartenenza a quel numero ristretto di scrittori che possono farlo.

Case di fiaba ci dice che, se è vero che ogni bambino ha un'idea di casa, l'infanzia considera casa molte cose, infinita e sempre mutabile possibilità per sé e per altri qui mirabilmente illustrata da Anna Emilia Laitinen.



Casa di fiaba,
casa stragata. 
Casa di foglie
e di rami, di nebbia.
Casa che brucia,
casa incantata.


Giovanna Zoboli/Anna Emilia Laitinen,
Casa di fiaba, Topipittori, Milano, 2013




Giovanna Zoboli/Anna Emilia Laitinen,
Casa di fiaba, Topipittori, Milano, 2013


In due anni di lavoro su Casa di fiaba, libro nato da un testo di Giovanna Zoboli, non abbiamo mai incontrato di persona Anna Emilia Laitinen. 
[...] 
Non è la prima volta che facciamo un libro a distanza con qualcuno che geograficamente sta lontano e appartiene a una cultura diversa. È una esperienza complessa, rischiosa, interessante. Casa di fiaba, a nostro avviso, porta in sé i segni di questa distanza, e del misterioso mondo da cui provengono le sue immagini. Toni, sfumature, percezioni, visioni. Il fantasma di Anna Emilia trascorre di pagina in pagina, come tutti i fantasmi leggero, sfuggente, a volte serio, spesso giocondo. Casa di fiaba è un libro non del tutto definibile, fascinoso, strano. Come risulta anche dalle parole della sua autrice, in questa intervista (n.d.r. che potete continuare a leggere qui nel blog dei Topipittori).



Giovanna Zoboli/Anna Emilia Laitinen,
Casa di fiaba, Topipittori, Milano, 2013


Della stranezza, Casa di fiaba porta una sorta di dimensione terza nata proprio da quella correlazione incongrua tra parole e immagini che gli editori dicono, nel loro racconto, sia il frutto di quell'incontro di due culture lontane, sconosciute e quindi ancora puramente differenti, senza mediazioni.

L'idea del piccolo formato, poi, è perfetta per questo albo che offre così una poesia da custodire con cura, da leggere tutta d'un fiato o gustare lentamente a piccole strofe e, al contempo, una poesia da poter portare con sé tutte le volte che lo si desidera; da  non dimenticare quando si lascia la casa per qualche giorno con un bambino, perché gli sia di sostegno mentre impara che ci sono molte case da abitare, anche contemporaneamente, nella realtà, nel sogno e nell'immaginazione.


Casa di fuori,
casa di dentro,
casa di suoni, 
di gocce sul tetto,
Casa ogni notte
percorsa nei sogni,
[...]
Giovanna Zoboli/Anna Emilia Laitinen,
Casa di fiaba, Topipittori, Milano, 2013



Casa di carta, casa parola...  casa di poesia è quella di Tipo Pitù  costruita con le incomparabili rime di Roberto Piumini ispirate dalla meraviglia delle illustrazioni di Carll Cneut. Tavole che, in realtà, sono nate per accompagnare un libro delle edizioni Querido-De Eehnoorn (leggete di questa curiosa storia editoriale e di come si può giungere a un esito così felice qui, direttamente dal racconto degli stessi editori) ma che Roberto Piumini ha saputo scavare, leggere, carpire ogni recondita possibilità narrativa nascosta nei particolari perfetti disseminati tra le pagine, cifra stilistica dell'illustratore belga, e riportarle a nuova vita.

La casa di Topo Pitù è divenuta, così, la dimora dove i bambini potranno entrare ogni volta che desidereranno fare incontri sorprendenti con creature indimenticabili come il Topino Minosse e Bumpanza l’elefante, il Cane Giocondo e Lapin Lazzero, l'Orsacchiotto Bertoldo e Mucca Gigia, il Canbuffo e l'Ocagiannella, il Popo-verme e Barbagianni, il Cavallo Camillo e Cagnasito, l'Ippopotamo Bombò e Topa Tapina.


Roberto Piumini/Carll Cneut,
La casa di Topo Pitù,
Topipittori, Milano, 2013



Roberto Piumini/Carll Cneut,
La casa di Topo Pitù,
Topipittori, Milano, 2013


Un corposo inventario per immagini di microstorie poetiche dove animali di ogni specie intrecciano le loro tenere, spensierate, misteriose e indaffaratissime vite, per offrirle al lettore momenti di riso, riflessione e di commozione.


Roberto Piumini/Carll Cneut,
La casa di Topo Pitù,
Topipittori, Milano, 2013


Un libro da leggere insieme, adulto e bambino, da condividere intrecciando le voci e gli sguardi, che non dovrebbe mancare nella cartella di una maestra e di un maestro che vogliano regalare ogni giorno un momento di dolcezza e umorismo ai loro alunni, per farli inebriare di quella bellezza della lingua e delle figure, ancora troppo spesso sconosciuta ai libri di testo e che, solo se conosciuta e vissuta in prima persona, può portare al desiderio di ricercarla in altri libri.


Roberto Piumini/Carll Cneut,
La casa di Topo Pitù,
Topipittori, Milano, 2013



Due autori così, dopo un incontro avvenuto quasi per caso se non fosse stato per lo zampino messo da un destino esperto, possono lasciarsi dicendosi al massimo un «A presto!» e, poi, mantenere fede alla promessa data per il bene di noi lettori, adulti e bambini.


Roberto Piumini/Carll Cneut,
La casa di Topo Pitù,
Topipittori, Milano, 2013

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